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... come fiordalisi in un un campo di grano. (D. Bonhoeffer)

 

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Bangladesh, effetti ciclone Sidr

Post n°32 pubblicato il 21 Novembre 2007 da Fajr
 


"Non serve farci foto o girare filmati per la tv

abbiamo bisogno di mangiare e bere"


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Commenti al Post:
elioliquido
elioliquido il 21/11/07 alle 00:12 via WEB
Ma noi dobbiamo sapere!
 
marea14
marea14 il 21/11/07 alle 02:01 via WEB
È proprio così: apriamo i nostri portafogli e rinunciamo a qualche regalo superfluo di Natale. Più che le parole ci vogliono i fatti.
 
miro.oceani
miro.oceani il 21/11/07 alle 09:04 via WEB
daccordo con elio!
le persone devono vedere, devono vedere la differenza tra il loro benessere e la disperazione di chi subisce una tragedia
se non vediamo non ci crediamo e magari giriamo le spalle.
 
 
elioliquido
elioliquido il 21/11/07 alle 23:55 via WEB
A dir la verità, il mio commento era ironico/sarcastico. Sono d'accordo con te che manca la presa di coscienza, ma temo che molto spesso questa non ci sia malgrado i servizi giornalistici. Ai telegiornali, il giornalista che legge le notizie usa spesso un modo di trattare le notizie, tale che le rende tutte uguali. Può passare dal Bangladesh ad una sfilata di moda senza soluzione di continuità. Per indurre attenzione a questi problemi, ci vorrebbero piuttosto documenti monografici, qualcosa del genere, che si soffermino e che non si mescolino con altre notizie. Ma un servizio monografico fa sbadigliare. Il che rende l'idea del livello generale di presa di coscienza che generano queste notizie. Al tg, insomma, devono durare poco, altrimenti rompono. Per l'aspetto del giornalista sul posto non so. Penso che avrei dei problemi a filmare/fotografare gente che sta male. Mi parrebbe di fargli violenza, di rubargli l'intimità. Questo in generale, anche tra la nostra gente. Se c'è un problema di povertà, mi vergognerei a presentarmi lì con mega attrezzature, come fossi allo zoo. E una volta che hai fatto il servizio, ciao a tutti. Potrei farlo solo se mi fermassi lì lungamente a fare qualcosa di utile a loro, sia prima che dopo.
 
   
miro.oceani
miro.oceani il 22/11/07 alle 08:46 via WEB
ricordo che anche per il Viet Nam finchè era qualche articolo in dodicesima pagina non interessava nessuno..
e non scuotevano le coscienze nemmeno le bare di ritorno negli USA a scuotere le coscienze perchè (come per l'IRAQ)nessuno le vede e il dolore dei familiari è un dolore intimo difficilmente socializzabile
Ci volle qualche giornalista che arrivò fino lì (immergesse l'obiettivo nell'orrore) per scuotere l'opinione pubblica
Non mi preoccupa più di tanto se il media è inadeguato, se tra una strage di civili ed un uragano mi infilano uno spot.... mi basta che si scuoti solo qualche coscienza, non posso pretendere che lo siano tutte..
 
Fajr
Fajr il 21/11/07 alle 10:50 via WEB
«Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!»
L'esistenza dei poveri e dei senza-voce non ha bisogno di "dimostrazioni" visive, giacché l'imperfezione della vita umana ce ne ha consegnato e ce ne consegnerà a iosa per gli anni a venire (ahimè!). Purtroppo l'esistenza dei "poveri" è una delle certezze dell'esperienza terrena. Ciò che conta, a mio parere, è decidere da che parte stare, e per chi adoperarsi, mettendo in campo intelligenza, sentimenti, tempo, e fors'anche denaro. Tutto fatto nonostante la nostra cecità.
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 21/11/07 alle 12:08 via WEB
E' piu' vero il reciproco, Fajr: cio' che non e' fatto, non lo sara' nonostante la nostra veggenza. Restando in "tema", dopo aver letto il tuo post e seguito i vari link, mi convinco sempre piu' che l'autore del celeberrimo aforisma: "Faber est suae quisque fortunae", Appio Claudio Cieco, lo fosse anche di fatto.
 
   
MacRaiser
MacRaiser il 21/11/07 alle 12:47 via WEB
..o per meglio dire, che il soprannome non fosse solo riferito alla menomazione fisica.
 
elioliquido
elioliquido il 22/11/07 alle 00:04 via WEB
Ritengo che ci sia un "eccesso di giornalismo" in generale. Talmente in generale, e talmente da troppo tempo, che da parte degli addetti ai lavori sembra tutto naturale così. Troppa attenzione alla conta dei peli dei coinvolti in casi di cronaca nera, troppa mancanza di tatto nel trattare casi difficili, troppi filmati di bambini ai tg, che nonostante la ridicola quadrettatura restano riconoscibili con poca difficoltà, proprio da parte di chi già li conosce (i vicini di casa, i compaesani, ecc.). E mai un giornalista che osi mancare di tatto con certi potenziali avanzi di galera, che in galera non ci andranno mai.
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 22/11/07 alle 08:12 via WEB
Dunque, facciamo un po' d'ordine. 1) i giornalisti sono eccessivamente "giornalisti" (che vordi'?), 2) i giornalisti mancano di tatto (come dire ad un neurochirurgo che e' un violento perche' si diverte a tagliuzzare) 3) i giornalisti sono vigliacchi perche' s'inchinano di fronte ai potenti (Glie italiani invece, che quei potenti li eleggono, sono dei cuor di leone. Poi Biagi, Santoro, Lerner, Annunziata, e tutti quelli che dimentico non contano niente, a quanto pare). 4) i montatori video sono degl'incapaci perche' non quadrettano bene le facce dei minori (boh.. sara' come dici tu, ma personalmente non ne ho mai riconosciuto uno). Interessante.. E chi di tiene il "tele-segnodel-comando" in mano, seduto sulla sua bella poltrona regalando audience a Vespa, Matrix, e TG gossip, chi non riesce a guardare 3 minuti de "L'infedele" senza "sbadigliare", chi non ascolta cosa dice un politico a meno che il suddetto non stia prendendo a parolacce un suo collega, conta qualcosa o e' solo una povera vittima dei giornalisti cattivoni e del destino cinico e baro? Ed esistono o no i luoghi comuni; alibi usati per darsi buona coscienza a buon mercato? Temo di si.. nel giornalismo come altrove.
 
Fajr
Fajr il 22/11/07 alle 19:40 via WEB
Il post voleva essere un "richiamo" alla realtà nei giorni in cui sul suol natio i riflettori sono stati puntati su "parrucche e parrucconi" vari...
A mio parere è questo non-giornalismo che fa male al giornalismo, quello inteso come racconto della realtà. (P. Dick, avete presente oroscopi precedenti?)
Ricordo ancora, con forte emozione, l'unica volta in cui ho dovuto occuparmi di cronaca nera per il quotidiano di cui ero corrispondente (illo tempore!). Era una vicenda brutta, bruttissima. Di una donna che appena partorito aveva messo il bambino in un sacchetto di plastica e poi l'aveva nascosto nell'armadio. Fu trovato qualche giorno dopo dal marito il quale non si era accorto neppure della gravidanza della moglie. Sembra assurdo, invece è una storia vera.
All'epoca i pezzi si dettavano ancora al telefono, al dimafono che trascriveva direttamente per l'impaginazione, i quotidiani di provincia chiudono presto, tutto va veloce... Ed io dovevo raccontare il fatto. Io e il fotografo del giornale, io lui e la polizia, io loro e gli avvocati...
Quando vedo le ragazzine free-lance/stagiste (perché i titolari sono in ferie d'estate) buttate lì sulla strada per raccontare i "gialli estivi", provo solo una gran pena per noi che stiamo ad ascoltare o a leggere quelle cronache. Per piacere non mi citate Vespa, ora...
Per le questioni più internazionali magari appuntiamoci che il mercoledì alle 23.30 (o giù di lì) in questo periodo su Rai3 possiamo seguire "C'era una volta" di Silvestro Montanaro. Magari in sostituzione di qualche cazzeggiamento e commento-tanto-per sul proprio e sugli altrui blog. (attenzione: non mi riferisco a nessuno in particolare, né tanto meno a quelli qui contenuti, è un richiamo che faccio innanzitutto a me stessa). E se proprio non vogliamo fare il passo verso il telecomando, rimaniamo in zona e oltre a magnificare le doti artistiche di shad chiediamole (più in privato, forse, che non in pubblico) come e cosa c'era dietro il suo obiettivo e come ha fatto - lei - a riprendere quel che vedeva e toccava, perché noi potessimo sapere e capire.
Scusate il tono un po' rude. Succede - a volte - anche a Fajr. :o)
 
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