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Una vita a spina di pesce
 

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Fletcher LXVII

Post n°66 pubblicato il 26 Febbraio 2015 da marlow17








Peter si stropicciò gli occhi e si sollevò sui gomiti cercando di mettere a fuoco la stanza con grande fatica. L'ultima cosa a incrociare il suo sguardo fu il viso arcigno di Fletcher che ancora non riusciva a perdonargli di averci provato con la sua ragazza ma che, immediatamente, sotto l'effetto dell'espressione stupita e infantile del Ragazzo, si sciolse in una risata corroborante e affettuosa. "Penso sia ora di muoversi, Peter." "Oh, dobbiamo già andare al lavoro?". "Così gli faremo credere, ragazzo. Invece, togliamo le tende e ci spostiamo lungo la baia a provare la nostra Fortuna. non ci faremo il culo per quella Mary Dozen." "Uh, okay. Spero che abbiate le idee chiare." "Se rivuoi la Tua Rihanna non
puoi permetterti di marcire per anni in un fetido mercato del pesce. Bisogna muoversi". "Mi aiuterete?" "Ci puoi contare. Adesso per Noi sei come un figlio e Rihanna la nuora. Vediamo semplicemente quello che si può fare." Peter non abbozzò oltre e si mise a sedere. Era ancora completamente vestito e chiese soltanto di risciacquarsi la faccia. Ottenuta l'approvazione dei Due si infilò nel corridoio ancora un po' stranito e barcollante mentre Fletcher e Christine lo seguivano sorridenti con lo sguardo.  "Non Ti spingi un po' oltre, Fletcher?". Fece Lei improvvisamente pensierosa "Come pensi di aiutarlo veramente? Vuoi cingere d'assedio il compound del Dottore con balestre e catapulte?".  "Cristo, non lo so" Lui si portò le mani alla faccia quasi stesse tastandola per scoprire se vi fosse ancora. "Qualcosa inventeremo. Penso che in questo momento il ragazzo abbia bisogno soprattutto di una speranza. O no?" Lei non rispose e iniziò a girare in lungo e in largo per la stanza agitando le braccia. "Certo che sì, ma quello che stiamo programmando è una fuga disperata. Abbiamo, certo, nuove identità e Peter non è ricercato ma non possiamo permetterci di dare troppo nell'occhio. Ricordi come vi hanno trovato nell'hotel in montagna? Certo qui è diverso: siamo nel basso ventre della Città, quasi indistinguibili dalle migliaia di gaglioffi che la agitano ogni giorno, ma basterà un solo passo falso, Fletcher, che saremo fregati. Questo lo dico soprattutto a tuo beneficio. A buon intenditor...." "Tranquilla, mi saprò dare una controllata. Adesso siamo una autentica coppia e non debbo solamente preoccuparmi per Me stesso. Non che prima lo facessi, ma....." "Qualcosa è cambiato, vero?". "Altroché". Peter rientrò nel locale e disse di essere pronto mentre si stirava i muscoli indolenziti.
"Quello che voglio, adesso, è uscire da questo posto". Sussurrò Fletcher. Giriamo un po', vediamo l'ambiente, cerchiamo di inserirci, respiriamo, insomma. Penso di soffrire di claustrofobia dopo un determinato periodo in una casa." Si vestirono Tutti senza aggiungere altro e si incamminarono in fila indiana fuori dal posto. Uscirono in corridoio giusto per trovare Edward Sereni piazzato davanti alla porta di ingresso. Aveva un occhio pesto, regalo della baruffa con Fletcher. "Già in partenza?" Fece, incrociando le magre braccia sul petto. " Ah sì. Sono appena le cinque" Replicò svelta Christine " Ma abbiamo pensato che fosse una buona idea non fare tardi al lavoro proprio il primo giorno" Ed parve rilassarsi e rilasciò le braccia sui fianchi mentre Stefano Grassi, suo fratello Henry e Gladys uscivano alla spicciolata da una stanza. "Questo è l'indirizzo, ma tanto Tutti conoscono il mercato del pesce, giù alla Città vecchia" e passò a Peter un biglietto con sopra scarabocchiato qualcosa insieme a una cartina della Città, unta e stracciata. "Sì, ok" Abbozzò Fletcher "Comunque non ci perderemo".  Sereni piantò gli occhi fissi in quelli dell'Uomo :"Volevo scusarmi per il casino capitato. Penso che purtroppo siamo Tutti un po' nervosi, e questa notte è stata, diciamo così, abbastanza agitata." "Sì, un autentico bordello" Gli concesse Fletcher, che non riusciva a togliersi di dosso il nervosismo mentre scrutava nelle pupille azzurre e gelide dell'altro individuo "Ma succede. Gli esordi sono sempre in salita. Poi ci si stabilizza." E fece scricchiolare i denti. Sereni emise uno strano sibilo, poi allungò la mano contro il petto dell'Uomo, che ricambiò la stretta formidabile con altrettanta violenza. La rottura di quel ghiaccio diede il via a una serie di convenevoli e affettuosità in tutto il gruppuscolo. Quando, finalmente, furono all'aria aperta, i tre fuggiaschi si scambiarono un'occhiata significativa. "Pensavo di non uscirne più." Sospirò Peter. "Ci tengono sotto attenzione, si capisce chiaramente". Chiosò Christine "Non dimenticate che Henry Grassi, per sua stessa ammissione, fa il doppio gioco. Nessuna meraviglia che c'abbia già venduto alle Divise. Penso che facciamo davvero bene a non andare da quella Mary Dozen." Fletcher non replicò e per qualche istante si fece catturare dalla mattina roboante della Città: i grossi Palazzi non riuscivano a nascondere l'emergere dell'alba e il cinguettio assordante dei passeri e dei fringuelli. Da qualche parte alcune grosse gazze lanciavano il loro richiamo e dei piccioni tubavano prepotentemente, mentre le tortore e le taccole si apprestavano a nidificare su alberi e cornicioni diroccati. Il Giorno esplodeva in mille colori e rivoli dannati, inondando le strade e colorando i marciapiedi luridi; e Loro si apprestavano a fuggire gli incantesimi di tutto ciò per l'ennesima volta. Fletcher si girò sul sedile e allungò la nuova identità a Peter, non prima di averla osservata. "Lacey Ewing... Bah, che razza di nomi hanno pescato". Proruppe sorridente.


 
 
 
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