IGNORANTECONSAPEVOLE

Il card.: un padre degenere.

Ecco dagli archivi card. un documento che risale al 2005, siamo a Praga, in agosto e il clima è piuttosto variabile. A sinistra, nel tipico giubbottino giallo c'è Stefano, che avrebbe compiuto di lì a poco sei anni, a destra c'è Dario, che ne aveva otto e mezzo.

Si notino le scarpe leggere, i pantaloni corti, la pioggia.

Ecco, questo è un assaggio delle vacanze che quei poveri passerottini hanno sempre fatto con noi, camminare sotto l'acqua o il sole e dormire per terra in una tenda, ché ci vantiamo di non avere, in vent'anni di vacanze in tenda, mai usato un materassino.

Quell'anno dopo Praga siamo andati a Berlino, era la prima volta dopo l'89, l'anno della caduta del muro, e io pretendevo di ricordare dove fosse il campeggio.

Si fa notare che Berlino non è esattamente Firenze, e dopo qualche giro nelle zone in cui ero certissimo che si trovasse il campeggio, eravamo ancora all'oscuro sulla strada e il luogo. Presi dalla disperazione abbiamo seguito un camper Weastfalia pensando che fosse diretto a un campeggio fino a un grande palazzo. La ragazza alla guida è scesa, ha preso le borse della spesa ed è salita in casa.

Era ormai notte fonda e Chiara iniziava a dubitare delle mie facoltà mnemoniche e del mio tedesco inesistente, quando ho visto una pattuglia della Polizei ferma a fianco della strada.

- Bitte, eine campingplatz?-

Dalla domanda il poliziotto ha capito immediatamente che rispondermi in tedesco sarebbe stato inutile. La scarna conversazione è proseguita in inglese e a gesti.

Dopo essere risalito sulla potente BMW530 familiare, aver chiamato alla radio (...fi zono zwei turisten italianen che zemprano straccionen. Dofe li porto?...) e armeggiato al navigatore satellitare ci fa un gesto come a dire "seguitemi". Mi sono sentito come un giovane carrista entusiasta di correre sulla scia di Rommel.

Dopo oltre mezz'ora di viaggio per la città ci siamo trovati in un sobborgo, Erkner, a circa quaranta chilometri dal centro. Qui il solerte poliziotto ci ha accompagnato al campeggio, ha aperto la sbarra con una chiave comune e ci ha detto dove piazzare la tenda: la mattina ci saremmo recati alla reception per regolare il tutto; ci ha detto che vicino c'è la stazione con treni diretti per Berlino e ci ha augurato la gutenact.

Oramai è l'una passata. Monto in fretta la tendina, trasferisco i pargoli dormienti e dopo dieci minuti siamo tutti nel mondo dei sogni.

La mattina dopo siamo svegli di buon'ora. Torno da un'amabile conversazione gestuale con il gestore del campeggio, e Dario mi viene incontro ringraziandomi per il comodino.

-Il comodino?-

-Si babbo, il comodino- mi porta in tenda e mi fa vedere gli occhialini diligentemente posti sopra un rigonfio alto trenta centimetri nel mezzo della loro camera.

La notte precedente avevo montato la tenda dove c'era il resto di un alberello segato.