Creato da card.napellus il 11/04/2008
L'importante è accorgersene

AUGURI

 

 

Crederò in Dio quando lui crederà in me!

 

ADOTTA A DISTANZA IL CARD.

Adotta a distanza il Card.

Questo semplice e relativamente economico gesto ti darà un senso di beatitudine mai provato prima.

Al solo costo di un Negroni al giorno (servito al tavolino del Danieli di Venezia), potrai avere la gioia incomparabile di contribuire alla crescita, alla salute e all'istruzione del tuo Card. prediletto.

Lui ti manderà tutti i mesi una foto, una letterina e se gli telefonerai ti parlerà con voce suadente dei suoi progressi nello studio e nella vita.

Inoltre se sei una donna, puoi contribuire anche in modo più interessante, e coinvolgente, allo sviluppo e alla crescita del tuo Card. 

E ricorda, un Card. è per sempre.

 

Area personale

 

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ATTENZIONE

Questo blog potrebbe sembrare una testata giornalistica visto e considerato il penoso livello della maggior parte dei quotidiani.

Si tratta invece di un contenitore di stronzare ad elevata densità, e come tale è regolato dalla legge n.173 del 29.02.2001 e dai successivi regolamenti attuativi.

Gli argomenti trattati in questo blog dovrebbero offendere pesantemente la sensibilità di tutti quelli che hanno un orientamento politico o religioso preciso. Non escludo che possano anche offendere qualche minoranza, ma il blog non è stato concepito espressamente per questo.

Nel leggere questo blog potreste pensare di essere idioti, o che sia idiota chi ci scrive. Entrambe le ipotesi sono valide e meritano di essere approfondite.

Il tempo perso qui non può esservi in alcun modo rimborsato.

Non ci sono più le mezze stagioni - di questo non può in alcun modo essere considerato responsabile il gestore del blog.

 

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Post n°368 pubblicato il 24 Marzo 2012 da card.napellus

Per sempre.

In Italia più che altrove, le cose devono essere per sempre.

Non si può decidere cosa accadrà, alla fine, e alla fine non basterà mettersi d'accordo, ci vorrà un terzo, la legge, l'avvocato, il giudice.

Questo vale per il matrimonio: non è possibile nemmeno stabilire anticipatamente, quando ancora le cose vanno bene, come ci comporteremo quando finirà: è vietato.

Non è possibile fare le cose in fretta, nemmeno se siamo soli, senza figli e ciascuno con mezzi propri. No, ci vogliono anni, un avvocato, un giudice. Per la legge il matrimonio è rimasto un qualcosa di sacro, deve durare per sempre, e in caso contrario pagherai con mille inghippi e pastoie, anche se siete tutti d'accordo, perché siete stati empi.

Lo stesso vale per il lavoro: deve durare la vita, non è immaginabile che non sia così.

Per questo esiste un articolo di legge che prevede che un licenziato venga quasi sempre reintegrato nel posto di lavoro. Ed è una norma così ferrea che intorno a questa da venti anni si scatenano le ire politico sindacali, come se si trattasse di una legge divina.

Ora io non voglio esprimere giudizi su nessuna di queste norme che del resto non mi riguardano, ma solo sul fatto che entrambi, matrimonio e articolo diciotto, sono fatte per rendere la vita il più possibile uniforme dopo un iniziale periodo di crescita.

Si arriva al matrimonio (e al lavoro stabile) dopo un periodo di prova (o fidanzamento) in cui ci si impegna molto per convincere la controparte al grande passo. Prima di questo c'è stato un lungo lasso di tempo di studio (scolastico e sentimentale) fatto sulla base dell'esperienza e delle competenze altrui (in genere già datate) e sulla propria pelle.

Quando finalmente si raggiunge l'assunzione definitiva (il matrimonio), vi è un lento e progressivo calo di rendimento e un blocco del trattamento economico (affettivo).

Ecco, questa situazione è per il legislatore e l'italiano medio il massimo.

Sapere che la donna o l'uomo che hai vicino non possono facilmente liberarsi di te porterà a un livellamento verso il basso del proprio rapporto: una donna sposata da un paio di anni ha addosso qualche chilo di ciccia e qualche etto di stoffa in più, come un uomo ha spesso qualche chilo di pancia e qualche migliaiio di capelli bianchi in più.

Nel lavoro è più o meno la stessa cosa: diminuisce il rendimento, la voglia di fare, il tempo dedicato a migliorarsi, allo studio, all'acquisizione di nuove competenze: ormai non servono più.

Tutto questo non serve né a se stessi né alla nostra società, poteva andare bene anni fa, quando c'era poca concorrenza e si viveva ciascuno nel proprio orticello. Ma ora mi sembra fuori dal tempo.

Con questo vorrei comunque precisare che la riforma dell'articolo 18 come si sente dire non mi sembra  granché.

 
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Commenti al Post:
piandeloa
piandeloa il 24/03/12 alle 12:21 via WEB
Ottima similitudine, caro Card, hai reso l'idea. Guarda, io tutta questa polemica, che ormai è quasi esclusivamente di natura politica. Alla fine vedrò cosa ne salta fuori. Ho giusto un paio di migliaia di dipendenti da licenziare.
(Rispondi)
 
 
card.napellus
card.napellus il 24/03/12 alle 21:01 via WEB
Cerco di essere obiettivo, e in questo caso per me è più facile. Infatti non sono sposato, non sono dipendente, non sono imprenditore. Il massimo. So che sia con Chiara che sul lavoro devo dare il meglio di me, non ci sono coperture. E ne sono orgoglioso. Vorrei che Chiara mi lasciasse subito se qualcosa non andasse. Sul lavoro non ci sono orari, e se le cose vanno male sono guai. I discorsi di questi giorni sono solo aria fritta.
(Rispondi)
 
tiffany2021
tiffany2021 il 24/03/12 alle 14:14 via WEB
Ti dico come la penso io. Come al solito i politici devono parlare per "categoria" e non ci si rende conto che, i politici ok faranno schifo, ma la società siamo noi. Non ci vuole una legge per dire che "sciogliere un matrimonio è difficile". Voglio dire. Se tu ti sposi in chiesa credendo in quello che fai (io non ci credo e vabbè ma molti credono nel legame matrimonio come sacramento) allora lo sai che è indissolubile. Ora. Se sei pronto e convinto d sposarti pur sapendo che magari domani tuo marito ti romperà i coglioni a manetta e dovrai sopportarlo..fallo. Senò convivi. Coerenza, cazzo. E invece no. Ci si sposa per "la festa, i fiori, il vestito, il ristorante" e poi si rompe le balle perchè i divorzi son difficili. Se non sei votato al "sacrificio da per sempre" non sposarti, va' a convivere, fa' una scelta coerente. Se tu capo avessi un briciolo di umanità...prima di licenziare un dipendente e lasciarlo con le pezze al culo, pensaci, fai in mdo di riuscire a tenerlo, non assumere 10 persone "per fare lo sborone" e poi lasciarne a casa 8 quando ti sei accorto di fare lo sborone...cioè...vabbè che i politici saranno marci tutti...ma il resto lo facciamo noi, costringendo coi nosti atteggiamenti i politici a dover legiferare sulle stronzate che noi potremmo evitare, vivendo con un po' di coscienza. No?
(Rispondi)
 
 
piandeloa
piandeloa il 24/03/12 alle 15:53 via WEB
Sì ma, cara Tif, a parte il fatto del lavoro, su cui condivido a sufficienza il tuo (probabilmente sofferto in prima persona) giudizio, per il matrimonio la cosa è più complicata. Ti sarai resa conto anche tu che, per chi non è sposato, ci sono un sacco di problemi dal punto di vista economico, legale, per quanto riguarda i figli ecc. In realtà il problema non è tanto facilitare il divorzio (seppure indispensabile), quanto tutelare maggiormente le famiglie di fatto, come avviene in tutti i paesi sviluppati (tutti tranne uno).
(Rispondi)
 
 
card.napellus
card.napellus il 24/03/12 alle 21:06 via WEB
Ma si Tiffany, è proprio così. Se ti sposi perché ami quel pazzo (solo un debole di mente ti sposerebbe, lo sai, non ti sto dicendo niente di nuovo) della festa o del vestito ti importa niente: ti importa di finire alla svelta la cerimonia per sfinirlo a letto. Se sei una persona che crede nel sacro vincolo, benissimo: ma non puoi pretendere che la legge lo imponga a tutti. In quento al lavoro, se sei capace, sei tu che cerchi un altro lavoro, un buon datore di lavoro non ti licenzia di certo. Se ti caccia, peggio per lui!
(Rispondi)
 
 
 
card.napellus
card.napellus il 24/03/12 alle 21:10 via WEB
Io sono contrario a qualunque forma di registro o simili: accetto ogni obbligo, quando riconosci un figlio poco importa che tu sia sposato o no. La cosa che manca è decidere del proprio. Io voglio decidere a chi dare i miei averi alla mia morte, chi mi deve accudire in caso di infermità, a chi dare l'assicurazione sulla vita. Non parlo della pensione di reversibilità: la cancellerei, sostituendola con la restituzione del capitale versato all'Inps ancora non goduto.
(Rispondi)
 
 
 
tiffany2021
tiffany2021 il 24/03/12 alle 22:35 via WEB
Ahahhaahaa dici che mi solo un pazzo mi si può pigliare? Card...per qualche strana intuizione tua ( non è che eri un maori pure te come la Daniela in un'altra vita che capite le cose mie senza sapere? ) mi sta succedendo proprio così...e non sono contenta...sto andando a rovinarmi la vita, probabilmente, ma siccome ho paura degli Dei che mi puniscono...vabbè è una cosa lunga...comunque...comunque sì Card sono proprio in balia di un pazzo ed è per questo che ho preferito portarmi avanti coi saluti perchè poi, se decido, non potrò più chattare qui. Così come non potrò fare molte altre cose...boh...forse la pazza sono io.
(Rispondi)
 
 
 
 
card.napellus
card.napellus il 25/03/12 alle 01:00 via WEB
Non farti del male. Io non sono la reincarnazione di nessuno, conosco le cose e le persone, è un mio vanto. Perché vuoi rovinarti la vita? Per te è appena iniziata, e bene, anche. Ed è bellissima e splendida e luminosa e terribile, la vita, ed è necessario che tu viva consapevolmente. Si, uno dei segreti, e l'ho scritto nel nome del blog, è la consapevolezza. Grazie.
(Rispondi)
 
angelorosa2010
angelorosa2010 il 24/03/12 alle 16:23 via WEB
Temo da sempre che la libertà ed autonomia siano elemento fondamentale e vitale di ogni rapporto di convivenza, sentimentale, erotico, matrimoniale, lavorativo. Senza di queste due cose si parla di situazione imposta, scelta non libera, entusiasmi e rendimenti bassissimi, insomma uno squallore. Perchè poi i politici s'incarogniscono a voler mettere confini, specifiche, normative ? Forse perchè i borboni col trattamento coatto del popolo bue non sono poi così distanti, e santamadrechiesa, che per regole e divieti ha una passione perfida e perversa, ce l'abbiamo dentro casa... e dentro la capoccia...
(Rispondi)
 
 
card.napellus
card.napellus il 24/03/12 alle 21:13 via WEB
La rigida struttura famigliare e la Chiesa che la sponsorizza, come la rigida struttura dei rapporti di lavoro e i sindacati che ci campano sono, mi pare evidente, sistemi di controllo del popolo da parte del potere. Non l'ho scritto sopra, mi pareva evidente. La realtà è che l'Italia è un paese pieno di leggi e leggine liberticide o limitatrici della libertà da essere quasi una dittatura.
(Rispondi)
 
gecchiit
gecchiit il 24/03/12 alle 20:22 via WEB
La legge che non esiste: accordi pre-matrimoniali (di ogni tipo) obbligatori e per quanto riguarda il lavoro stessa cosa con premio alla produttività e all'efficienza, messa alla prova periodicamente e con la possibilità di poter acquisire nuove conpetenze, Beh, questo nel matrimonio potrebbe suonare un po' equivoco, ma alla fine...nessuno avrebbe più ragione di lamentarsi.
(Rispondi)
 
 
card.napellus
card.napellus il 24/03/12 alle 21:15 via WEB
Visto che il matrimonio civile è un contratto a tutti gli effetti, non si vede perché non specificare il caso dello scioglimento della società. Sul lavoro uno dei problemi maggiori è la mancanza di aggiornamento e di stimolo dei dipendenti.
(Rispondi)
 
minia.tura
minia.tura il 25/03/12 alle 09:02 via WEB
Matrimonio: viviamo in Italia, siamo italiani e in Italia c'è il vaticano... Per quanto riguarda l'art.18 sono molto dubbiosa e la penso come te: non mi sembra granché!
(Rispondi)
 
 
card.napellus
card.napellus il 25/03/12 alle 09:59 via WEB
Come il matrimonio per sempre poteva avere un suo significato in un paese contadino, povero, ignorante, l'articolo 18 serviva in un ambiente industriale fatto di grandi aziende con migliaia di dipendenti a bassissima specializzazione, facilmente intercambiabili e rimpiazzabili. Oggi è fuori dal tempo.
(Rispondi)
 
 
 
cappottinonero
cappottinonero il 25/03/12 alle 16:34 via WEB
fOreVER!
Sono d'accordo con quanto hai detto... ma mi domando anche quanto possa servire la Riforma dell' Art. 18 per risollevare le sorti dell' economia italiana... BOH!
Devo ammettere che non mi sono ancora sufficientemente documentata, quindi non mi esprimo.
Non ancora per il momento.
Paradossalmente (paradossalmente per i miei "standard")... e' piu' facile che un matrimonio (non inteso come "contratto", ma come promessa d' amore eterno) duri per sempre, piuttosto che non che l' Italia riesca a risollevarsi da questa "prostrazione" economica.
(Rispondi)
 
 
 
 
cappottinonero
cappottinonero il 25/03/12 alle 16:37 via WEB
E perche' poi, non dovrebbe riguardare anche i dipendenti pubblici????
Anzi... io comincerei da lì.
(Rispondi)
 
 
 
 
card.napellus
card.napellus il 25/03/12 alle 23:21 via WEB
Forse la riforma potrebbe servire, ma quella prospettata è un mix di misure fra loro contrastanti. Non mi pare possano fare molto. La situazione economica italiana deriva anche da una situazione politica penosa che dura da ormai una quindicina di anni. Nel matrimonio si mettono d'accordo due persone, in Italia occorre fare lo stesso con sessanta milioni... Certo il pubblico innanzi tutto. L'estensione alle piccole aziende serve a poco: se devo licenziare per motivi economici quattro persone pagando a ciascuna 25 mensilità, faccio prima a liquidare la società.
(Rispondi) (Vedi gli altri 2 commenti )
 
 
 
 
piandeloa
piandeloa il 26/03/12 alle 08:28 via WEB
Guarda, io nel mio piccolo stavo pensando di allungare l'orario della mia attività, assumendo una persona atempo indeterminato. Ma se le regole sono queste me ne guarderò bene: dovesse calare il lavoro non potrei mai permettermi di pagare una ventina di mensilità gratis a un dipendente. Mi sembra talmente ovvio, che mi stupisco che un governo di tecnici non se ne accorga. O forse anche questo governo pensa a un mercato del lavoro del secolo scorso, come quello che descrivi tu poco sopra?
(Rispondi)
 
 
 
 
card.napellus
card.napellus il 26/03/12 alle 13:08 via WEB
Sono persone che vivono sopra di noi e non si rendono conto di come è il mondo reale. Se l'IBM, per dirne una, vuole levarsi dai piedi una persona gli paga venti mensilità, nemmeno se ne accorge. Ma in realtà questo non accade: gli è sufficiente trasferirla a Enna, o a Bombay. Per i piccoli pochi vantaggi, e nemmeno ci sono norme per farli crescere: si rande quasi impossibile la strutturazione di una azienda. Non si riducono le pastoie burocratiche, la necessità di un notaio anche solo per cambiare una virgola in una società di persone. Ridicolo.
(Rispondi)
 
charquai67
charquai67 il 26/03/12 alle 09:53 via WEB
Malafede, come al solito: malafede!
Fumo negli occhi!
Un datore di lavoro, a logica, non licenzia un dipendente che lavora bene, così "a caxxo". Come, del resto, non si può pensare che se l'azienda va male un datore di lavoro possa pagare gli stipendi.
In paesi con la testa sulle spalle, i dipendenti si riducono temporaneamente anche lo stipendio per non perdere il lavoro definitivamente.
Il problema più grosso, che nessuno (i sindacati per primi) menzina è il
PRECARIATO!
Inoltre le aziende non dovrebbero andare all'estero, cosiccome se l'itaGlia fosse un paese serio, incentiverebbe investitori esteri che però, visto il luridume, ben se ne guardano di venire in itaGlia.
Questi sono i problemi, non "l'art. 18". Non sarà certo un cazzo di articoletto del caxxo a rimettere in moto l'economia e farci vedere un possibile futuro.
Bleah!
(Rispondi)
 
 
piandeloa
piandeloa il 26/03/12 alle 12:11 via WEB
quando mai il sindacato ha difeso le false partite iva, i lavoratori finti soci delle coop pagati 4 euro all'ora, i precari con contratti contiinuamente rinnovati a cui non pagano gli straordinari? La cgil difende, piuttosto, i nullafacenti. Tanto per fare un esempio, i bidelli in pratica non possono più muovere un dito. E quando è uscita quella porccheria delle babypensioni, vent'anni fa? I sindacati facevano le capriole di gioia. fanculo la CGIL.
(Rispondi)
 
 
card.napellus
card.napellus il 26/03/12 alle 13:18 via WEB
Ma se per quarant'anni l'articolo 18 ha escluso i dipendenti delle piccole aziende e il sindacato non ha mai battuto ciglio: perché in quelle aziende non ci sono rappresentanti sindacali e quindi in pratica non esistono. Ma anche in una ditta di 1000 dipendenti, che ci fa il rappresentante sindacale? Se c'è un problema uno va dai sindacati, o chiama un funzionario. Altrimenti che ci sta a fare? Il dipendente più produttivo è (non è un luogo comune, ho dati di prima mano) quello tedesco. Un reparto di una fabbrica si autogestisce anche senza una filza di quadri o dirigenti, e i dipendenti si accordano per finire il lavoro gestendo da soli i tempi e i modi. Non si vedono antagonisti dei padroni, e fra l'altro guadagnano ben di più di un operaio italiano. Il precariato è quello tipico degli stessi lavoratori in carico ai sindacati, ai quali per legge NON SI APPLICA L'ART.18!
(Rispondi)
 
 
 
card.napellus
card.napellus il 26/03/12 alle 13:19 via WEB
Per me i bidelli delle scuole sono come il fumo negli occhi. Vorrei sapere solo per quale motivo vengono pagati, solo per curiosità.
(Rispondi)
 
indyveg
indyveg il 26/03/12 alle 10:15 via WEB
Caro Card, sapessi invece i contratti atipici che botta "de vita"... ma non può semplicemente dipendere tutto dalle persone? Da chi fa le cose con coscienza e metodo e chi no? :(
(Rispondi)
 
 
card.napellus
card.napellus il 26/03/12 alle 13:12 via WEB
Magari, occorre invece che la legge stabilisca anche il numero di peli del culo di un dipendente. L'impossibilità assoluta di assumere una persona con un contratto scritto fra me e lui, punto e basta. La produttivitò bassissima tipica delle aziente italiane e dovuta in massima parte alla penosa organizzazione interna, le spese fisse altissime a fronte di servizi zero, le tutele inesistenti per chi ha un'attività...
(Rispondi)
 
brun_barb5
brun_barb5 il 26/03/12 alle 14:18 via WEB
....le aziende hanno in maggior parte una realtà Risorse Umane Selezione del Personale da schifo....quando si assume una persona, in primis si devono valutare le COMPETENZE X QUEL RUOLO ..le aspirazioni e le motivazioni.... perchè IL SOGGETTO vuole lavorare in quel dato ambito...invece moltissime volte si assume senza un vero e reale bisogno dell'azienda DI QUELLA FIGURA PARTICOLARE CON FUNZIONI SPECIFICHE ADATTA AL RUOLO VACANTE!!!!......a furia di assumere poi ci si ritrova con dosi massicce di cassa integrazione e mobilità.. x esubero e mancata QUALITA'DEL LAVORO !!!!...il discorso è molto lungo e complesso....
(Rispondi)
 
 
card.napellus
card.napellus il 26/03/12 alle 14:33 via WEB
Certamente, lungo e complesso. Ma considera che da noi l'ultimo arrivato è in teoria un diplomato dell'istituto tecnico, ma le competenze sono piuttosto deficitarie. Eppure ti sembrerà strano, non si trova niente o quasi. Vado a riunioni per lavori da iniziare o da preventivare, ci sono persone che decidono o progettano, hanno carenze paurose. Le aspirazioni... normalmente ti chiedono se si fanno straordinari, se si va a lavorare fuori, se fa freddo d'inverno e caldo d'estate. Si, è anche probabile. Il sogno è una scrivania da dove talora spedire qualche mail, mettere qualche riga qua e là, fare non si sa bene cosa. Per le grandi aziende, talora chi dovrebbe gestirle non ha ben chiaro il suo lavoro.
(Rispondi)
 
angelorosa2010
angelorosa2010 il 26/03/12 alle 15:48 via WEB
Ciao Cardina' (oggi ho il dono della sintesi)
(Rispondi)
 
 
card.napellus
card.napellus il 26/03/12 alle 16:53 via WEB
Click!!!
(Rispondi)
 
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