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Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)

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"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)

 
 

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Sulla via che mi porta al lavoro c'è una casa abbandonata che, mi hanno detto da qualche giorno, è abitata dai fantasmi.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
 

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Post N° 579

Post n°579 pubblicato il 03 Luglio 2008 da betulla64
 

Da quando manca papà, non faccio altro che sentirmi dire di non lasciar sola mamma. Siamo in tre sorelle e abitiamo tutte vicino a lei, ma la più vicina sono io (quando si dice il culo!) così le mie giornate trascorrono facendo su e giù per le scale a vedere se mamma sta bene, se mamma si sente sola, se mamma è triste... e quelle volte che capita di farmi gli affari miei, mi bussa la zia alla porta per chiedermi se sono passata da mamma, perchè non bisogna lasciarla sola. (E qui apro una parentesi per dire che nel caso mi succedesse di rimanere vedova, non so se sarei così felice di avere sempre qualcuno tra i piedi ad impedirmi di vivermi il dolore come cappero mi pare, ma quando dico queste cose mi guardano tutti strano, così chiudo la parentesi). Ora, siccome io e mia madre non abbiamo mai avuto un gran dialogo (a meno che le eterne discussioni del tutto prive di costrutto si possano chiamare dialogo) ho pensato di metterla sul culinario, che non impegna troppo i neuroni e tiene lontani i litigi (anche se lei cucina ad occhio e io col bilancino) e ieri mattina ho avuto la felice idea di proporle di fare gli gnocchi. Badate, mi sono mantenuta sul vago eh, limitandomi a buttare lì un "magari un giorno facciamo gli gnocchi..." per poi ritornarmene in casa a dedicarmi alle mie casalingose faccende. Alla 16,40 sento bussare e me la trovo tutta sorridente sull'uscio.
- "Hai da fare? Puoi scendere un momento?"
- "Certo mammina cara, cosa ti serve?" (insomma.... circa...)
- "Son pronte le patate per gli gnocchi!"
Sorriso goduto della matriarca, sguardo allibito della tapina.
Arranco, penso, mi dibatto... alle 17 ho appuntamento con Fra' che sta a Parigi, è prevista una chat al volo, ma le patate son cotte, mammina è tutta speranzosa e il senso di colpa che si insinua nel mio animo è talmente potente da fornirmi due ali ai piedi e un robot da cucina nelle braccia. Parto in quarta e:
- alle 16, 45 stavo passando le patate
- alle 16, 50 imprecavo perchè non si raffreddavano abbastanza in fretta
- alle 16, 55 impastavo
- alle 17,08 aprivo vittoriosa Kopete e mi godevo una chiacchierata col mio amico grande.
Quando a ora di cena mi accingevo a cuocere i famigerati gnocchi, devo essere sincera, mi attendevo un disastro, e invece eccole le "couatte" come le fa mamma (e che però le ho fatte io), quelle rigate con i rebbi della forchetta che così il condimento prende meglio, quelle che papà non poteva più mangiare "perchè il diabete" e che alla fine si era smesso di cucinare. Quelle che se avanzavano, la sera si ripassavano in padella con tanto burro perchè la dieta non si sapeva cosa volesse dire e a volte se eran venute un po' molli (ahhh, le patate nuove che fanno acqua) nella padella risultava poi una sorta di frittata da tagliare con il coltello e a litigarci i pezzi bruciacchiati...
Mi hai scaravoltato un po' la giornata mami, però quei 28 minuti netti trascorsi nella tua cucina, sono di quelli che ho imparato a riporre tra le cose preziose.





Ingredienti:

Patate (sarà stato un chilo?)
Farina (a manciate è andata, l'incosciente.... secondo me erano 250/300 gr)
1 uovo intero (su questo andiamo sicuri)

Ha cotto le patate in acqua salata (io invece salo l'impasto, ma forse è meglio come fa lei), poi sono arrivata io e le ho passate col passapatate e non col passaverdure come voleva fare lei (cosa te lo sei comprato a fare il passapatate?), le ho lasciate intiepidire (circa) poi lei ha iniziato a spargere manciate di farina dicendo "l'uovo lo mettiamo o non lo mettiamo?" Ho tagliato la testa al toro, rotto il guscio all'uovo e non se n'è parlato più. Lei ha iniziato a impastare con una mano sola. Ho chiesto perchè e la risposta è stata fulminante:
- "Perchè così sporco solo quella"
Ho buttato un occhio all'orologio, l'ho scostata gentilmente dal tavolo e ho iniziato a impastare a due mani. In tutto ciò Helena mi messaggiava come una pazza :))))
Una volta ottenuta una bella palla di pasta per gnocchi (quelli si dovevan fare...) l'ho divisa in tanti pezzettoni (io avrei usato una spatola, lei mi ha porto il coltello che da almeno 46 anni usa per tagliare le torte di compleanno) e ho cominciato a fare i cordoncini allineandoli paralleli uno all'altro e tagliandoli poi a tocchetti che ho passato sui rebbi della forchetta e sistemato sui vassoi dei pasticcini dei compleanni (non si butta via niente a casa di mia madre dopo i compleanni). Cotti in acqua salata, appena vengono a galla son pronti (i miei. Quelli che cuoce mia madre devono bollire e bollire e bollire...) li ho conditi con un velocissimo sugo di pomodoro aglio e basilico e spolverata di grana padano.
Il Dio delle piccole cose, son sicura, aveva la bavetta alla bocca.



 
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da "La coscienza di Zeno"
 
 

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