Creato da betulla64 il 22/12/2005
Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)
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"Il mio paese sono quattro baracche e un gran fango,
ma lo attraversa lo stradone provinciale dove giocavo da bambino.
Siccome - ripeto - sono ambizioso,
volevo girare per tutto il mondo e, giunto nei siti più lontani, voltarmi e dire in presenza di tutti:
"Non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là".
(Cesare Pavese)
ma lo attraversa lo stradone provinciale dove giocavo da bambino.
Siccome - ripeto - sono ambizioso,
volevo girare per tutto il mondo e, giunto nei siti più lontani, voltarmi e dire in presenza di tutti:
"Non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là".
(Cesare Pavese)
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Oroscopo
"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)
Blo(g)cco Note
Sulla via che mi porta al lavoro c'è una casa abbandonata che, mi hanno detto da qualche giorno, è abitata dai fantasmi.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
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Citazioni nei Blog Amici: 19
Messaggi di Marzo 2007
(Ascolta)
Scrivimi…
quando il vento avrà spogliato gli alberi
gli altri sono andati al cinema
ma tu vuoi restare sola
poca voglia di parlare allora…
Scrivimi…
servirà a sentirti meno fragile
quando nella gente troverai
solamente indifferenza
non ti dimenticare mai di me..
E se non avrai da dire niente di particolare
non ti devi preoccupare
io saprò capire
a me basta di sapere
che mi pensi anche un minuto..
perché io so accontentarmi anche di un semplice saluto
ci vuole poco..
per sentirsi più vicini
Scrivimi…
quando il cielo sembrerà più limpido
le giornate ormai si allungano
ma tu non aspettar la sera
se hai voglia di cantare
Scrivimi…
anche quando penserai che ti sei innamorata
Tu non ti dimenticare mai di me
e se non sai come dire
se non trovi le parole
non ti devi preoccupare
io saprò capire
a me basta di sapere
che mi pensi anche un minuto
perché io so accontentarmi anche di un semplice saluto
ci vuole poco
per sentirsi più vicini
Scrivimi…
anche quando penserai.. che ti sei innamorata
..Tu scrivimi
(Nino Buonocore)
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Periodo pessimo per la mia salute, così che pure l'umore finisce sotto ai tacchi e la voglia di rintanarsi sotto le coperte ad ascoltare che nevica e "fanculo tutti" è davvero forte, ma non intendo dargliela vinta a questa disperazione incalzante e mi prendo un po' di leggerezza mostrandovi in cosa mi cimento quando i muri della cucina cominciano a stringersi minacciosi.
I MUFFIN
Dedicati a lume, che si alza prima dell'alba e ha bisogno di morbide coccole per affrontare ogni giorno sfide nuove e bimbi pestiferi.... per te mae'!
Ingredienti per 6 muffin:
1 uovo
50 gr. di zucchero
50 grammi di burro fuso
(oppure 25 gr. di burro e 25 gr. di yogurt bianco)
100 ml di latte
150 gr. di farina "00"
1/2 bustina di lievito per dolci
a piacere, uvetta, gocce di cioccolato, ecc..
1 uovo
50 gr. di zucchero
50 grammi di burro fuso
(oppure 25 gr. di burro e 25 gr. di yogurt bianco)
100 ml di latte
150 gr. di farina "00"
1/2 bustina di lievito per dolci
a piacere, uvetta, gocce di cioccolato, ecc..
Preparazione:
Mescolare in una terrina la farina con lo zucchero. A parte sbattere un uovo con il burro fuso fino a renderlo spumoso, quindi aggiungere il latte a temperatura ambiente, la miscela di farina e zucchero e, dopo aver rimestato brevemente, il lievito. Unire l'uvetta o i canditi leggermente infarinati. Riempire per 2/3 gli stampi precedentemente imburrati (se usate quelli in silicone non occorre) e cuocere per 15 minuti circa in forno a 160° (Fornetto De Longhi). Fa fede la prova stuzzicadenti.
Kcal per porzione: 216 se usate tutto burro e 188 se usate metà burro e metà yogurt.
(La bestemmia dello zucchero a velo che compare nella foto è dovuta alla fantasia perversa della mia nipotina...)
Mescolare in una terrina la farina con lo zucchero. A parte sbattere un uovo con il burro fuso fino a renderlo spumoso, quindi aggiungere il latte a temperatura ambiente, la miscela di farina e zucchero e, dopo aver rimestato brevemente, il lievito. Unire l'uvetta o i canditi leggermente infarinati. Riempire per 2/3 gli stampi precedentemente imburrati (se usate quelli in silicone non occorre) e cuocere per 15 minuti circa in forno a 160° (Fornetto De Longhi). Fa fede la prova stuzzicadenti.
Kcal per porzione: 216 se usate tutto burro e 188 se usate metà burro e metà yogurt.
(La bestemmia dello zucchero a velo che compare nella foto è dovuta alla fantasia perversa della mia nipotina...)
RISOTTINO PRIMAVERA
Dedicato a Helena, con cordoglio per il suo dente del giudizio, un piatto che non richiede troppa masticazione e che se avanza ci fai i supplì...
Dedicato a Helena, con cordoglio per il suo dente del giudizio, un piatto che non richiede troppa masticazione e che se avanza ci fai i supplì...
Ingredienti per due persone:
due cucchiai di olio extra vergine di oliva
1/2 cipolla piccola
1/2 carota media
1 l. circa di brodo (vegetale se volessi invitare Graziano)
200 gr. di riso
un cincinìn di vino bianco
un po' di prezzemolo tritato
un pizzico di pistilli di zafferano
una noce di burro
Preparazione:
Tritare la cipolla e la carota e soffriggerle nell'olio, quando cominciano a prendere colore unire il riso e lasciarlo tostare due minuti, badando di non bruciare il soffritto. Sfumare con il vino bianco e una volta evaporato l'alcool, iniziare ad aggiungere il brodo (per l'amor di Dio, non tutto in una volta!)A metà cottura aggiungere i pistilli di zafferano. Quando il riso è cotto spegnere il fuoco, spolverizzare con il prezzemolo tritato e mantecare con il burro.
Kcal per porzione: 504
Tritare la cipolla e la carota e soffriggerle nell'olio, quando cominciano a prendere colore unire il riso e lasciarlo tostare due minuti, badando di non bruciare il soffritto. Sfumare con il vino bianco e una volta evaporato l'alcool, iniziare ad aggiungere il brodo (per l'amor di Dio, non tutto in una volta!)A metà cottura aggiungere i pistilli di zafferano. Quando il riso è cotto spegnere il fuoco, spolverizzare con il prezzemolo tritato e mantecare con il burro.
Kcal per porzione: 504
FIOR DI BRESAOLA
Dedicato a Nim, perchè magari qualcosa di sfiziosello e saporito che non si vada a piazzare dopo tre secondi nel girovita, può rallegrarle questo lunedì di finta primavera e far schiattare tutte le nutrizioniste di questo mondo....
Dedicato a Nim, perchè magari qualcosa di sfiziosello e saporito che non si vada a piazzare dopo tre secondi nel girovita, può rallegrarle questo lunedì di finta primavera e far schiattare tutte le nutrizioniste di questo mondo....
Ingredienti per una porzione:
50 gr. di bresaola
insalata di varietà croccante e magari non proprio dolce (insomma, evitiamo la lattuga)
succo di limone
pepe e sale
olio (un cucchiaio)
scagliette di grana o parmigiano
a piacere e dieta permettendo, olive taggiasche
50 gr. di bresaola
insalata di varietà croccante e magari non proprio dolce (insomma, evitiamo la lattuga)
succo di limone
pepe e sale
olio (un cucchiaio)
scagliette di grana o parmigiano
a piacere e dieta permettendo, olive taggiasche
Preparazione:
Disporre su un piatto le fette di bresaola formando un fiore, esagerare con una bella macinata di pepe nero, irrorare con qualche goccia di succo di limone (a proprio gusto), quindi affettare fina fina fina l'insalata e disporla al centro del piatto (in estate, la morte sua sarebbe con l'aggiunta di peperoni affettati finissimi). Condire con un poco di sale, un cucchiaio di olio. Decorare con le scagliette di grana e le olive.
Kcal per porzione 238 (escudendo le olive)
Disporre su un piatto le fette di bresaola formando un fiore, esagerare con una bella macinata di pepe nero, irrorare con qualche goccia di succo di limone (a proprio gusto), quindi affettare fina fina fina l'insalata e disporla al centro del piatto (in estate, la morte sua sarebbe con l'aggiunta di peperoni affettati finissimi). Condire con un poco di sale, un cucchiaio di olio. Decorare con le scagliette di grana e le olive.
Kcal per porzione 238 (escudendo le olive)
IL PANE
Questo è per Graziano detto Che. Perchè ho comprato la macchina del pane e ci passo le ore a sperimentare farine, lieviti... e viene una forma che mi sa di tascapane e di coltello a serramanico. E mi sa di racconti mentre si taglia il formaggio e si versa il vino.... Insomma, non sarà la volpe tra le robinie, ma mi sa che pure io all'alba non scherzo mica!
Questo è per Graziano detto Che. Perchè ho comprato la macchina del pane e ci passo le ore a sperimentare farine, lieviti... e viene una forma che mi sa di tascapane e di coltello a serramanico. E mi sa di racconti mentre si taglia il formaggio e si versa il vino.... Insomma, non sarà la volpe tra le robinie, ma mi sa che pure io all'alba non scherzo mica!
Ingredienti per il programma da 750 gr:
260 gr di acqua a temperatura ambiente
11 gr. di sale
2 cucchiai di olio EVO
200 gr. di semola di grano duro rimacinata
70 gr. di farina Manitoba
180 gr. di farina integrale
7 gr. di zucchero
7 gr. di lievito secco (mastrofornaio)
Inserire gli ingredienti nell'ordine sopra indicato
Programma: Integrale
Doratura: Scura
Kcal per pagnotta 1621
TORTA DI MELE ALLA CANNELLA
Dedicata a dap che combatte perchè la sua gnoma cresca libera e consapevole, a Isotta che lotta con le sue immense parole, ad Alex che libero e consapevole lo è già e che lotta a prescindere perchè non può farne a meno. Per falco che cerca la sua Compostela, per Marco portatore di sorrisi e Elaborando portatore di matematiche consolazioni. E ad Antoine, con immensa solidarietà. A elaj di là del monte e a Lilith che guarda le mie strade con i suoi occhi belli... e a tutti quelli che sicuramente dimentico...
Dedicata a dap che combatte perchè la sua gnoma cresca libera e consapevole, a Isotta che lotta con le sue immense parole, ad Alex che libero e consapevole lo è già e che lotta a prescindere perchè non può farne a meno. Per falco che cerca la sua Compostela, per Marco portatore di sorrisi e Elaborando portatore di matematiche consolazioni. E ad Antoine, con immensa solidarietà. A elaj di là del monte e a Lilith che guarda le mie strade con i suoi occhi belli... e a tutti quelli che sicuramente dimentico...
Ingredienti:
200 gr. di farina "00"
100 gr. di burro
100 gr. di zucchero
2 uova
1/2 bicchiere di latte
1 bustina di lievito
250 gr. di mele a fette
cannella in polvere e un poco di rum
200 gr. di farina "00"
100 gr. di burro
100 gr. di zucchero
2 uova
1/2 bicchiere di latte
1 bustina di lievito
250 gr. di mele a fette
cannella in polvere e un poco di rum
Preparazione:
Tagliare a fette le mele, spolverizzarle con un poco di zucchero e un po' di cannella in polvere, irrorare con un bicchierino di rum e lasciarle lì a crogiolarsi. Sbattere le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso, quindi aggiungere il burro morbido, il latte, la farina e in ultimo il lievito. Versare il composto nello stampo preventivamente imburrato e infarinato, farcire con le mele crogiolate, inserendole leggermente nell'impasto. Cuocere in forno a 160° per 30 /35 minuti (Fornetto De Longhi)
Kcal per porzione: non ce ne può fregar di meno!!
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Ci sono giorni, come oggi, in cui mi chiedo a cosa siano serviti tutti quegli anni spesi in analisi, scavandomi l'anima in cerca del "me" più profondo. Succede senza preavviso che il pensiero si liberi dal buio dove solitamente lo costringo e capita nei momenti più impensati, come stamattina, mentre avvolgevo sulla spazzola una ciocca di capelli e contandone due bianchi non riuscivo a sorriderne come di solito faccio, così che nel mordermi il labbro per la rabbia, mi accorgevo di una nuova ulcera spuntata come un fungo nella notte. Afte le chiamano. Io ne soffro da sempre, ma solo nell'ultimo anno è diventato un problema continuo, con tregue che non superano quasi mai le due settimane. Un dolore acuto e costante in bocca, che mi fa soffrire nel mangiare, nel bere e mi impedisce qualsiasi genere di affettività orale.
A questo pensavo con la ciocca in mano ed è così che ho risentito la genuina risata della mia analista, la sera che le raccontai della mia tiroide ammalata. Rise non perchè volesse sottovalutare il problema, ma perchè finalmente aveva modo di farmi capire il legame profondo tra psiche e malattia. Parlammo a lungo dei magoni che mi toglievano il respiro e di come quasi sempre l'attacco di panico arrivasse dopo che mi ero costretta ad ingoiare qualche dispiacere, qualche rabbia, qualche dolore. Tutto lì, imprigionato in gola pronto ad esplodere. Ed esplose nel Basedow. Se fossi sul lettino ora, gli occhi puntati a filtrare il cielo di Cuneo tra le tapparelle semi chiuse, sarebbe così semplice buttare fuori il pensiero che qui in questa cucina diventa misteriosamente sterile. Saprei raccontarle di come, da quando ho avuto certezza che la ghiandola, povera vittima delle mie disperazioni, sarebbe stata estirpata, sia stata così brava da trovare un nuovo sito nel mio corpo dove accumulare ogni silenzio, ogni urlo negato, ogni ribellione. Mi costringo a non abusare della mia bocca, nè per i piaceri, nè per la parola e le impongo un bruciante sigillo pur di non rivelare.
Le labbra, la bocca, la lingua. Il tramite affinchè il pensiero diventi voce, l'amore diventi sesso, la contentezza diventi sorriso.
A questo pensavo con la ciocca in mano ed è così che ho risentito la genuina risata della mia analista, la sera che le raccontai della mia tiroide ammalata. Rise non perchè volesse sottovalutare il problema, ma perchè finalmente aveva modo di farmi capire il legame profondo tra psiche e malattia. Parlammo a lungo dei magoni che mi toglievano il respiro e di come quasi sempre l'attacco di panico arrivasse dopo che mi ero costretta ad ingoiare qualche dispiacere, qualche rabbia, qualche dolore. Tutto lì, imprigionato in gola pronto ad esplodere. Ed esplose nel Basedow. Se fossi sul lettino ora, gli occhi puntati a filtrare il cielo di Cuneo tra le tapparelle semi chiuse, sarebbe così semplice buttare fuori il pensiero che qui in questa cucina diventa misteriosamente sterile. Saprei raccontarle di come, da quando ho avuto certezza che la ghiandola, povera vittima delle mie disperazioni, sarebbe stata estirpata, sia stata così brava da trovare un nuovo sito nel mio corpo dove accumulare ogni silenzio, ogni urlo negato, ogni ribellione. Mi costringo a non abusare della mia bocca, nè per i piaceri, nè per la parola e le impongo un bruciante sigillo pur di non rivelare.
Le labbra, la bocca, la lingua. Il tramite affinchè il pensiero diventi voce, l'amore diventi sesso, la contentezza diventi sorriso.
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Bièn. Riflettevo in questi giorni su quanto abbia accontonato l'argomento "panico" da dopo l'intervento. Il problema è rimasto sospeso in un limbo che continuo a non voler esplorare, ma pur se chiudo gli occhi e tappo le orecchie, il cervello scalpita e pretende un minimo di attività. Così mi sono resa conto che ormai sono entrata nel circolo vizioso della rinuncia a prescindere. Quando penso ad un luogo, quando immagino un luogo, quando mi si propone un luogo, scatta la risposta automatica "tanto non ci andrò mai" e lo stesso si può dire se mi lascio andare alla fantasia di un lavoro o di una qualsiasi attività extra casalinga: il percorso mentale è quello di un cammello davanti alla cruna di un ago. Un enorme "ma sarete mica matti?" Ecco, mi sto ripiegando nella rassegnazione e il mio corpo rifiuta il sacrificio del tentativo. Come se fossi giunta al termine di un viaggio, dopo l'ospedale non ho più fatto programmi, immaginando la mia vita futura come un lento declino e nulla più. Anche qui non mi sento più a mio agio. Ho iniziato a scrivere i miei pensieri per non impazzire e mi sono abituata a questo comodo tavolino con vista sui vostri mondi, ma mi rendo conto di non avere più nulla da dire, o meglio, di non saper più lasciare libere le falangi sui tasti, forse perchè natura vorrebbe che fossero le mie labbra a lasciar sfuggire le angosce. Ho bisogno di realtà, di materia, di intimità.
Per carattere non so dire basta e chiudere le porte, quindi esco lasciando uno spiraglio e un po' di buona, sana, romanticissima musica. Che sia di augurio a tutti voi.
P.S. Resta inteso, per le personcine simpatiche che sanno di starmi a cuore, che sospendo il blog, non il mio affetto per loro ...
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Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel '54
E vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant'anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perchè non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un'emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare
Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L'accordo dissonante di un'orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto
perchè ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio... misurate le distanze
E guardate tra me e voi... chi è più pericoloso?
Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l'ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita son vent'anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un'emozione?
Sorprenditi di nuovo perchè Antonio sa volare.
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel '54
E vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant'anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perchè non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un'emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare
Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L'accordo dissonante di un'orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto
perchè ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio... misurate le distanze
E guardate tra me e voi... chi è più pericoloso?
Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l'ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita son vent'anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un'emozione?
Sorprenditi di nuovo perchè Antonio sa volare.
Simone Cristicchi
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Radiobet
Pensieri e parole in un click
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L'inizio del Blog
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E se non c'è più religione
andremo a casa un'ora prima...
(Alessandro Bergonzoni)
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Grazie a Quotidianamente H.
...Il capitano arrivò, lesse il biglietto, squadrò l'uomo da capo a piedi, e gli rivolse la domanda che il re aveva dimenticato di fare, Sapete navigare, avete la patente nautica, al che l'uomo rispose, Imparerò dal mare....
(Josè Saramago, Racconto dell'Isola sconosciuta)
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Caminante, son tus huellas el camino y nada mas; caminante non hay camino; se hace el camino al andar.
(Antonio Machado)
Parole al vento...
"Laudato sie, mi signore,
cun tucte le tue creature..."
"El bosque precede al ombre
pero le sigue el desierto"
cun tucte le tue creature..."
"El bosque precede al ombre
pero le sigue el desierto"
"Grande importante malattia quella di Basedow!... tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale, il battito di un cuore stremato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica..."
da "La coscienza di Zeno"
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