Italia bloccata da un governo che non sa decidere

Ave Socii

Sono ormai diversi mesi che tutto il mondo ha a che fare col coronavirus. Praticamente tutti i governanti, all’inizio, hanno sottovalutato gli effetti della pandemia. Ma nella maggioranza dei casi, accortisi dei propri errori, hanno rimediato con provvedimenti drastici. Non solo in ambito sanitario ma pure, soprattutto, in ambito economico. In Italia ciò, purtroppo, non è mai avvenuto. Facendo finta che il nostro governo abbia gestito “discretamente bene” la questione sanitaria, riguardo a quella economica sembra di essere ancora fermi al palo. Miliardi e miliardi di euro che vengono promessi, ma all’atto pratico molte famiglie e imprese continuano a soffrire.

Il problema cruciale è, probabilmente, di esclusiva natura politica. Un governo composto di molteplici anime, ognuna con propri interessi e ambizioni, necessita di negoziazioni interne molto lunghe. Il che allunga notevolmente i tempi di attesa dei provvedimenti i quali, spesso, non sono che un’accozzaglia incoerente di belle intenzioni senza capo né coda. Non è un difetto esclusivo di questo governo, ma di qualsiasi governo di coalizione in cui ciascuna delle parti risulti determinate per la sopravvivenza del governo stesso.

Proprio per questo, tra le molte riforme che andrebbero portate avanti, una dovrebbe assolutamente riguardare il tema della legge elettorale. Modificare il sistema in senso prevalentemente maggioritario, sul modello delle Regioni, garantirebbe maggiore stabilità ai governi in carica. Di destra come di sinistra. L’accordo fra Pd e Cinque Stelle su un sistema proporzionale, invece, è destinato a condannare l’Italia alla perenne ingovernabilità. Il tutto pur di evitare di consegnare l’Italia all’avversario “sovranista”. In fondo, è sempre stato questo il collante in grado di tenere in piedi un governo così instabile.

Ma forse la richiesta di mantenere in vita questo governo proviene anche dal di fuori. Fra circa un paio d’anni, il Parlamento italiano sarà chiamato ad eleggere il prossimo Presidente della Repubblica. E all’Europa sarebbe certamente gradito un Presidente prono ai suoi voleri e senza alcuna macchia di “sovranismo”. Indire proprio ora nuove elezioni, d’altro canto, potrebbe effettivamente consegnare l’Italia ai “sovranisti” e ai “nemici dell’Europa”.

Ma a questo punto la domanda è: l’Italia è disposta ad attendere altri due anni di stallo, pur di arrivare ad eleggere un “europeista” al Quirinale? Perché finché dura questo governo, dura anche l’immobilismo di questo Paese. L’Italia non può permettersi di attendere ancora. Tenere in piedi un governo solo per paura del “sovranismo” appare, alla luce delle precedenti considerazioni, assolutamente insensato e forse ancor più dannoso dei presunti “effetti del sovranismo” per gli interessi nazionali. Persino per gli interessi degli “europeisti” più convinti.

Vostro affezionatissimo PennaNera

Governissimo, un matrimonio che non s’ha da fare

Ave Socii

In piena emergenza coronavirus, il leader della Lega Salvini ha proposto la nascita di un “governissimo” con l’appoggio di tutte le forze politiche. Lo scopo, ha affermato, è traghettare l’Italia “fuori dal pantano” per poi condurla a nuove elezioni. La proposta del governo istituzionale, tuttavia, è stata bocciata dalla quasi totalità dei partiti. Pd e Cinque Stelle in testa.

Tutti sanno, in realtà, che il vero obiettivo di Salvini è togliere di mezzo l’attuale Presidente del Consiglio. In qualche modo, il leader della Lega vorrebbe restituirgli il favore della scorsa estate. L’obiettivo di Salvini è più che comprensibile e condivisibile. Creare un “governissimo”, tuttavia, ci sembra una sciocchezza. Stiamo parlando di partiti diversissimi fra loro. E’ stato già un miracolo che per molti mesi abbia retto il governo gialloverde (formato da Cinque Stelle e Lega). E’ altrettanto miracoloso che da mesi stia reggendo il governo giallorosso (costituito da Cinque Stelle e Pd). Sperare che regga un “governissimo” che imbarchi su tutte queste forze pare francamente fuori dal mondo.

Certo, sarebbe bello vedere che tutte le forze politiche si uniscono in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando. Veder procedere tutti uniti e propensi al bene del Paese sarebbe un bel messaggio anche per i cittadini. Ma le trame politiche sono ben altra cosa dalle buone intenzioni. Ed ogni minima azione ha sempre in fondo una motivazione diversa dal semplice “bene comune”. Sarebbe stato così con il “governissimo”. E’ stato così, come ricordato, con la nascita del secondo governo di questa legislatura. L’obiettivo dichiarato, quella volta, fu l’evitare l’aumento dell’Iva.  L’intento vero, tuttavia, fu il togliere di mezzo un personaggio scomodo come Salvini. Questa volta l’intento è togliere di mezzo il Presidente del Consiglio. Ma i sostenitori di questa maggioranza, ovviamente, ben si guardano dal peggiorare le condizioni di un governo già di per sé traballante.

La strada più giusta da percorrere, per Salvini e per tutta l’opposizione, è continuare a fronteggiare l’attuale maggioranza in attesa di nuove elezioni. Dopo questa parentesi dettata dall’emergenza del coronavirus, per la quale tutti devono necessariamente contribuire, si inizieranno a tirare le somme. Si cominceranno ad attribuire seriamente colpe, responsabilità e negligenze di quanto accaduto. Chi non ha fatto quanto poteva fare ne pagherà pegno dinanzi ai cittadini. Chi continuerà ad arroccarsi nelle torri del Palazzo forse sopravvivrà per un po’, ma col passar del tempo rischierà di crollare sempre più rovinosamente. Il centrodestra resti unito e non tema, perché arriverà il giorno in cui riprenderà in mano le redini del Paese!

Vostro affezionatissimo PennaNera

Regioni che si legano, Regioni che si inscatolano

Ave Socii

Che le elezioni regionali appena conclusesi fossero test solamente regionali, nessuno lo credeva davvero. Qualcuno, alla vigilia di questi appuntamenti elettorali, si affrettava a dire che non ci sarebbe stato alcun impatto a livello nazionale. Il giorno dopo, invece, scopriamo che il Presidente del Consiglio si sente più ancorato alla sua poltrona… Che lo spread è sceso… Che “in Italia” c’è di nuovo un bipolarismo… Alla faccia dei test regionali e territoriali!

Regioni governate bene, evidentemente, non hanno bisogno di cambiare. Regioni governate male pretendono invece che qualcosa cambi. Questo apprendiamo, il giorno dopo le elezioni: dopo decenni, anche una storica roccaforte rossa ha rischiato di cadere. Mai il centrodestra era stato così competitivo in roccaforti del genere. Merito, senza dubbio, della Lega e di Salvini. Così come è merito del buon governo del governatore uscente (e forse pure della mobilitazione delle sardine) l’aver resistito alla “deriva populista delle destre”. Pur confermandosi primo partito, il Pd è tuttavia tallonato dalla Lega anche nelle roccaforti più rosse.

Ma la vera notizia è la caduta verticale dei Cinque Stelle. Forse è proprio grazie a loro che delle roccaforti rosse possono ancora definirsi “rosse”. La sfiducia nel M5S, unita alla pratica del “voto utile”, ha sicuramente rafforzato l’argine antisalviniano. Ci sono Regioni che celano un significato molto più ampio del territorio che rappresentano. Un significato nazionale. Salvini lo ha sottolineato e ora ne raccoglie i frutti, nel bene come nel male. E chi fa finta di relegare certe competizioni ad ambiti esclusivamente regionali, ora non può far finta di non raccoglierne i frutti, nel bene come nel male.

Evidentemente, il Pd si sentirà legittimato a proseguire l’attuale esperienza di governo. D’altra parte, i Cinque Stelle si sentiranno sempre più schiacciati e indeboliti. Una situazione simile a quella registrata il giorno dopo le elezioni europee. La forza di governo minoritaria in Parlamento (che allora era la Lega) fu in grado di esercitare pressione nei confronti della forza di maggioranza “virtuale” (rappresentata, allora come oggi, dai pentastellati). Sappiamo come andò a finire allora… Andrà a finire in quel modo anche stavolta?

Le elezioni regionali non avranno impatto a livello nazionale… Macché! Prevediamo che presto il Pd prenderà in mano le redini di questo governo, così come ha saputo mantenere le redini delle roccaforti rosse. Forse ci saranno mutamenti in tema di prescrizione. Forse ce ne saranno anche in tema di immigrazione, di decreti sicurezza, di ius soli, di ius culturae. Ci sono navi cariche di migranti in attesa di porti sicuri. Nessuno ne ha parlato in campagna elettorale, soprattutto a sinistra. Nemmeno la “nuova sinistra” rappresentata dalle sardine. Forse per paura di ripercussioni a livello elettorale. Chissà se adesso, dopo l’esito del voto, i porti della penisola si spalancheranno a orde di migranti. Se davvero sarà così, speriamo almeno che ad accoglierli siano proprio quelle Regioni che hanno la perseveranza di definirsi “rosse”. Chiamasi “coerenza”.

Vostro affezionatissimo PennaNera

Ideali scomodi. Il coraggio dell’impopolarità

Ave Socii

Lo strumento della politica dovrebbe servire per portare avanti degli ideali e trasformarli in realtà. E’ questo il bello della politica: combattere per degli ideali in cui si crede. Continuare a combattere per essi, anche se sono ideali passati ormai di moda. Oppure ideali che cozzano contro posizioni attualmente di moda. Battersi per degli ideali, in democrazia, espone al rischio di trovarsi contro le mode del tempo, contro le tendenze, contro il popolo. E purtroppo è proprio questo che, molto spesso, impedisce ai politici di lottare liberamente per gli ideali in cui credono davvero.

In realtà, un po’ tutte le forze politiche tendono a comportarsi come il popolo vorrebbe si comportassero. Il populismo, checché se ne dica, alberga a sinistra così come a destra. Mettere nuove tasse è certamente impopolare, specie in uno Stato dove la pressione fiscale è già alta. Se tuttavia una forza politica ha il coraggio di proporre simili misure, dovrebbe poi avere anche il coraggio di sostenerle fino in fondo. Ciò che in sostanza questo governo negli ultimi giorni non ha fatto, rinviando tasse proposte e avallate proprio da alcune forze di maggioranza. Pur di mostrarsi compatto e “favorevole al popolo” ha deciso di non decidere, spacciando questa “non decisione” per un “miracolo”. Pensando magari che gli italiani avrebbero ringraziato elettoralmente, quasi avessero l’anello al naso. Dalle tasse rinviate alle sardine, se le stanno inventando tutte pur di riacquistare consensi. Se alle prossime elezioni regionali non dovessero farcela neanche così…

L’essere popolari, come detto, è un vincolo che caratterizza e influenza tutti i partiti, soprattutto i più grandi. Accanto ad argomenti popolari, invece, ogni partito dovrebbe pure sostenere posizioni e ideali che vadano al di là del proprio tornaconto elettorale. C’è chi propone lo ius culturae per i minorenni nati in Italia da persone immigrate, benissimo… C’è chi propone di superare il concetto di “modica quantità” e trattare con durezza ogni tipo di detenzione di stupefacente, benissimo… Si abbia, però, anche il coraggio di portare avanti queste battaglie. Con serietà, determinazione e coerenza. Perché la coerenza paga. E se non paga adesso, perché momentaneamente vanno di moda altri ideali, magari pagherà in un futuro neanche troppo lontano. Perché le bandiere che il popolo segue possono cambiare. La sfida è farsi trovare pronti. E farcisi trovare, per quanto possibile, da una posizione che nel tempo si è mantenuta coerente.

Secondo noi, esistono molte battaglie politiche per cui varrebbe la pena combattere, in questo preciso momento storico. Andare in mezzo ai giovani e spiegare che la cannabis fa male. Legalizzare la prostituzione, invece che le droghe. Colpire i consumatori, oltre che i trafficanti di stupefacenti. Almeno discutere di pena di morte per i criminali, così come si discute di aborto e eutanasia per gli innocenti. Consentire l’organizzazione di ronde per sopperire alla carenza di pubbliche forze dell’ordine, oltre che regolamentare la legittima difesa nella proprietà. In casi eccezionali, per salvaguardare la sicurezza pubblica, provvedere a limitare alcuni diritti.  Affermare che l’integrazione è sì buona e bella, ma impraticabile perché ogni immigrato ha i suoi valori, spesso incompatibili con quelli del Paese che lo ospita. Sostenere che alcune famiglie, nell’accudimento dei figli, sono più adatte di altre. Schierarsi contro la deriva ambientalista, sostenendo che avvantaggia i petrolieri piuttosto che l’ambiente…

Quante battaglie si potrebbero sostenere, se non si badasse esclusivamente al consenso del popolo! Ma schierarsi apertamente contro certi ideali significherebbe, per alcuni partiti, crollo sicuro nei sondaggi. Visto che ultimamente si tengono elezioni a distanza molto ravvicinata, certe battaglie non vengono intraprese. Ce li vedete, voi, i politici ad andare in mezzo ai giovani, spiegando loro che la cannabis fa male? Gli riderebbero addosso, in fondo “è solo una cannetta, tutta roba naturale”… O a dire che, a determinate condizioni, certi diritti vanno limitati? Darebbero loro dei “barbari”… O a sostenere che certi nuclei familiari, pur legittimati da un Parlamento, sono una spanna al di sotto della “famiglia tradizionale” nella cura dei figli? Politici del genere sarebbero etichettati come “retrogradi e sfigati”… O a mettersi contro l'”onda verde”, contro chi riempie le piazze manifestando a favore dell’ambiente? Tali politici verrebbero messi al rogo, pure a costo di inquinare l’atmosfera…

Ci auguriamo che alcuni abbiano il coraggio di assumere queste (ed altre) posizioni scomode. E di assumerle in maniera continuativa, senza timore per una situazione di impopolarità temporanea o prolungata nel tempo. E di continuare a navigare nella stessa direzione, pure quando il popolo volta le spalle e il vento cambia. Perché un giorno il vento tornerà a soffiare in questa direzione. Perché un giorno il popolo volgerà di nuovo lo sguardo verso questa parte. Perché quel giorno chi è rimasto coerente raccoglierà i frutti della propria coerenza.

Vostro affezionatissimo PennaNera

Centrodestra unito. Destinazione governo

Ave Socii

Finalmente l’intesa sulla manovra economica è stata trovata. Le tasse su plastica e zucchero saranno rinviate… di qualche mese! E’ evidente, tutte le forze politiche sono in campagna elettorale. E specialmente le forze, al momento in evidente difficoltà, che sostengono l’attuale governo. L’unico modo che hanno per riacquisire qualche consenso è rimediare agli errori detti e fatti. E far passare questi rimedi per grandi risultati. Così, non è tanto un errore aver ideato nuove tasse, piuttosto è un gran risultato averle evitate o rinviate. Se dunque la sinistra confermerà alcune Regioni alle prossime elezioni, sapremo forse intuirne il perché. Chissà, potrebbe anche darsi che gli italiani si accontentino dell’uovo oggi… In ogni caso, sanno cosa li aspetterà domani…

Ora la manovra economica è attesa al vaglio delle Camere. Visti i tempi stretti, si prevede (come di consueto) il ricorso al voto di fiducia. E dire che quest’anno, a sentire i membri dell’attuale maggioranza, avrebbe dovuto essere l’anno della discussione e della centralità del Parlamento… In occasione della precedente manovra, il Pd minacciò addirittura di ricorrere alla Consulta per affermare la centralità del Parlamento. Un anno dopo finalmente capiamo, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che quello altro non era che l’ennesimo sgarbo nei confronti della Lega.

Se le cose non cambieranno presto, purtroppo sperimenteremo a breve gli effetti di un governo di sadici filo-europeisti e filo-cinesi. Un governo che, per strappare un briciolo in più di flessibilità sul debito, non esiterà a trasformarci nuovamente nel campo profughi d’Europa. Un governo che, per racimolare qualche soldo in più, non esiterà a svendere le nostre eccellenze a Paesi come la Cina. “Abbiamo firmato accordi commerciali con la Cina, la nuova via della seta”… “Abbiamo ottenuto un rinvio sul Mes”…  Anche qui ce li hanno presentati come “grandi risultati”, i Cinque Stelle prima e il Pd poi… Non vorremmo fossero invece segnali di umiliazione e prostrazione nei confronti di Europa e Cina. Le ingerenze verso l’Italia, da parte di entrambi, sono spesso tutt’altro che amichevoli. Lo abbiamo visto anche recentemente… E l’atteggiamento del nostro attuale governo si è spesso rivelato tutt’altro che inamovibile…

Noi, semplicemente, vogliamo un governo diverso. Un governo meno moralista e più legato alla realtà. Un governo che, per evasori e categorie simili, preveda anche misure diverse dal carcere, visto che se le carceri sono sovraffollate è difficile trovarvi posto per tutti i colpevoli. Un governo che eviti di mettere nuove tasse, quando la pressione fiscale è già abbastanza elevata. Un governo che non faccia il finto salutista, ossessionando la filiera delle bevande zuccherate ma al contempo strizzando l’occhio ai sostenitori della legalizzazione delle droghe. Un governo che, anzi, dica chiaramente che la droga fa male in ogni forma e agisca di conseguenza. Un governo che parli seriamente di ambiente, senza creare allarmismi, promuovendo l’economia circolare e non penalizzando l’economia esistente. Un governo che faccia costruire termovalorizzatori, invece di costringerci ad esportare i nostri rifiuti e a comprare energia dagli altri Paesi. Un governo che metta finalmente mano alle infrastrutture…

Allo stato attuale delle cose, un governo così può esser guidato solo e soltanto da una coalizione di centrodestra. Il centrodestra unito è attualmente l’unico vero argine al giogo delle potenze straniere, come l’Europa e la Cina. Un centrodestra che è e deve rimanere plurale, dotato di un’anima liberale e un’anima sovranista, in grado di rispondere di volta in volta alle esigenze contingenti. Perché il sovranismo non è sbagliato a priori, così come il liberalismo. Ciascuno di essi contiene in sé delle risposte che possono rivelarsi giuste in alcuni momenti, meno adatte in altri. Un centrodestra che sappia arginare la deriva ambientalista che ora imperversa in Italia e nel mondo, coniugando l’attenzione per l’ambiente alla tutela dell’occupazione. Un centrodestra che combatta l’immigrazione incontrollata e chi vi lucra sopra. Un centrodestra che sappia tutelare le nostre tradizioni, la nostra patria, la nostra identità.

Vostro affezionatissimo PennaNera

Sardine in piazza… Ma gli italiani abboccheranno?

Ave Socii

Vedere gente che riempie una piazza e manifesta pacificamente è la miglior cosa che possa accadere in democrazia. Purtroppo le frange violente esistono dappertutto e vanno ovviamente condannate. D’altro canto, i movimenti propositivi vanno elogiati e incoraggiati nelle loro battaglie. Negli ultimi giorni sta prendendo piede il fenomeno delle “sardine”, gente comune che organizza manifestazioni, nelle principali piazze italiane, per protestare contro il populismo di una certa politica. Due cose in particolare ci stupiscono di questo movimento: la tempistica e l’obiettivo. Non è un caso, secondo noi, che le sardine nascano e spopolino proprio a ridosso di importanti elezioni regionali. Così come non ci sembra un caso che le sardine abbiano come (unico) obiettivo dichiarato quello di scagliarsi contro una ben precisa parte politica.

Essendo nato da pochi giorni, il movimento delle sardine deve ancora comprendere e far comprendere le sue reali intenzioni. Per ora però una cosa è certa: si sta dimostrando un movimento totalmente “contro”. E “contro” obiettivi specifici: un partito, la Lega, e un avversario, Salvini. Segno evidente che Salvini è ormai talmente forte da riuscire a compattare non solo i salviniani, ma pure gli anti-salviniani. E la paura che presto possa prendere in mano le redini dell’Italia cresce di giorno in giorno. Fossero davvero un movimento contro il populismo, le sardine potrebbero trovare slogan populisti persino a sinistra. I soldi vanno presi dove ci sono… Togliere ai ricchi per dare ai poveri… Pagare tutti per pagare meno… Non è forse ciò che il popolo si aspetta di sentir dire dalla politica? Perché allora, quando si parla di populismo, si è abituati a guardare solo a destra?

Si pensa che dietro il movimento delle sardine si celi la regia di qualche politico di sinistra. Nulla di cui stupirsi, se così fosse: non è la prima volta che a sinistra nascono movimenti alternativi, per giunta più “contro” che “pro”. Se invece si trattasse di un movimento totalmente spontaneo, una cosa sarebbe certa: l’attuale sinistra, in politica, si sta dimostrando assolutamente incapace di rappresentare le istanze che dice di voler rappresentare. Tant’è che queste istanze hanno bisogno di far sentire la propria voce in altro modo. Fossimo nei panni degli attuali esponenti politici di sinistra, non ne andremmo così fieri. Per dirla tutta, in realtà, non è che le sardine rappresentino istanze poi tanto diverse dal passato. Pretendono di costituire il rinnovamento e cantano “bella ciao”… Un buon inizio, non c’è che dire!

A nostro parere, le sardine nascono come risposta a una sinistra inerme di fronte all’avversario politico. Come ultima spiaggia per tentare di salvare il salvabile. Come estremo tentativo di riunire delle pecore rimaste senza pastore, pur consapevoli che il lupo è sempre in agguato. Il Pd plaude per non piangere. Qualcuno forse maledice il giorno in cui ha accettato di dar vita a questo sgorbio di governo. Un governo che macina figuracce su figuracce, commette errori su errori… Ed è ad appena due mesi di vita. A questo punto, sarebbe meglio consegnare l’Italia al centrodestra. E lasciare che anche il centrodestra, a lungo andare, commetta degli errori. Perché è inevitabile che governare produca anche esiti negativi. Solo così la sinistra potrà sperare di ritornare competitiva nella politica italiana.

Sardine o no, allo stato attuale la maggioranza del Paese attribuisce tutto il negativo all’attuale governo e ogni possibile soluzione positiva è riposta nel centrodestra a trazione Lega. Nessuno li ha obbligati a formare questo governo, eppure hanno voluto provarci lo stesso. Per “salvare l’Italia”… Per “mettere Salvini e la Lega all’angolo”… E questi sono i risultati. Hanno voluto la bicicletta? Continuino a pedalare! Oppure accostino e scendano!

Vostro affezionatissimo PennaNera

Fisco etico… E’ giusto tassare pure lo zucchero?

Ave Socii

L’etica è una delle bandiere in grado di guidare la linea politica e l’operato di un governo. Attraverso provvedimenti che incidono sul fisco, è possibile orientare i comportamenti dei soggetti economici. Sarebbe bene, però, che il fisco possa influenzare i soggetti economici nel pieno rispetto della loro libertà. In poche parole, non tanto penalizzando i comportamenti ritenuti sbagliati quanto, piuttosto, incentivando i comportamenti ritenuti giusti. Non tutto quel che è etico per il governo di turno lo è anche per la Nazione. Nel dubbio, meglio incentivare che vessare. Pena il tracollo elettorale, come dimostrato dalle ultime elezioni regionali.

Questo governo nasce, ufficialmente, per evitare l’aumento dell’Iva. Allo stato attuale delle cose, si direbbe che l’obiettivo si voglia raggiungere davvero e che, forse, sia già stato raggiunto. Più a livello formale che sostanziale, tuttavia. Formalmente, l’attuale governo ha disinnescato i famosi 23 miliardi di clausole di salvaguardia… Sostanzialmente, lo ha fatto prevedendo diversi miliardi di nuove tasse o “microtasse” in più. Tasse “micro”, tanto per evitare di chiamarle con il loro vero nome: tasse. Il nostro Paese ha bisogno di un fisco più snello e non di altre tasse, né micro né xxl.

Questo governo è stato (non a torto) denominato “governo delle tasse”. E il bello è che i suoi principali componenti continuano a negarlo, come se gli italiani fossero un branco di stupidi. A questo punto, non è meglio che cada il prima possibile? Purtroppo abbiamo l’impressione che ciò non avverrà nell’immediato… Ricordiamo che questo governo non nasce tanto per evitare “l’aumento dell’Iva”, quanto piuttosto per evitare il “trionfo del populismo di destra”. Questo governo nasce su impulso dell’Europa, o meglio di certi Paesi europei che vogliono l’Italia nuovamente genuflessa dinanzi ai loro comodi. Questo governo risponde agli interessi dell’Europa… Non illudiamoci: finché l’Europa non darà il proprio ok, questo governo non cadrà. E poi, cosa direbbero l’Europa e il mondo di un Presidente della Repubblica Italiana votato con una maggioranza di “populisti di destra”?

Certo, una tassa in più è il modo più semplice per far cassa. Piuttosto che attuare tagli alla spesa pubblica, specie a quella improduttiva, si preferisce accrescere un prelievo fiscale già abbastanza ostile a famiglie e imprese. Eppure, non è detto che il gettito preventivato aggiungendo nuove tasse corrisponda al gettito reale effettivamente conseguito a distanza di tempo. E non è neanche detto che a maggiori tasse corrispondano servizi migliori, come ci si dovrebbe attendere dal buon senso. Anzi, spesso è vero l’esatto contrario: ad un fisco più flessibile è associata una miglior qualità di servizi. E’ evidente come i progressisti prendano a modello i Paesi scandinavi… Ma non tutto il mondo è Scandinavia. Spesso l’efficienza, nel settore pubblico, si raggiunge limitando le risorse a disposizione. E costringendo gli enti pubblici a servirsene nel modo migliore possibile.

E’ etico tassare la plastica… Chi avrebbe il coraggio di dire di no, dinanzi a una platea di giovani che riempiono le piazze chiedendo a gran voce agli adulti di stare più attenti all’ambiente? E’ etico tassare il contante… Chi mai potrebbe affermare il contrario, di fronte a chi in maniera roboante proclama che la lotta all’evasione fiscale passa anche attraverso la digitalizzazione dei pagamenti? L’unica realtà è che, per giustificare un fisco sempre più opprimente, si ricorre a fantomatici principi etici… La tutela dell’ambiente… Pagare tutti per pagare meno… Nessuno che dica che certe plastiche inquinano meno del vetro… Nessuno che dica che, piuttosto che “pagare tutti per pagare meno”, sarebbe meglio “pagare meno per pagare tutti”…

La tassa sulle bevande zuccherate rappresenta il massimo dell’ipocrisia raggiunta. L’attuale governo vuol tassare le bibite e le merendine perché “fanno male alla salute”… Perché “il tasso di obesità giovanile in Italia è fra i più alti”… In compenso, però, praticamente tutti i sostenitori dell’attuale governo sono favorevoli alla legalizzazione della cannabis (e, magari, pure di altre droghe). Qual è il messaggio che passa? Se a ricreazione un ragazzo mangia una merendina è da sanzionare. Se invece fuma uno spinello o altro è da lasciar stare. Anzi, magari gli fa pure bene!

La recente sconfitta elettorale comincia a pesare enormemente anche sulla manovra economica. Pian pianino, qualche tassa comincia a sparire dalla circolazione. Ma guai a cantar vittoria: dietro le pieghe del Def può ancora celarsi di tutto. D’altronde le hanno sparate di tutti i colori, gli azionisti di questo governo. Di tutte le tasse che hanno proposto qualcosa sicuramente rimarrà. E chissà se altre sottobanco verranno aggiunte. Sempre con la motivazione dell’eticità, ovviamente. Basta un poco di zucchero e la pillola va giù… Pure se lo zucchero è tassato!

Vostro affezionatissimo PennaNera

Svolta doveva essere… e svolta sarà (o quasi)

Ave Socii

E’ passato circa un mese dall’insediamento del “governo della svolta”. E’ evidente che un mese di vita sia assolutamente insufficiente per giudicare l’operato di un governo. Ma le prime avvisaglie ci consegnano già una visione abbastanza nitida del “nuovo corso” in atto. E del corso che rischia di replicarsi a livello regionale, nel caso in cui la strana alleanza Pd-Cinque Stelle andasse davvero in porto alle prossime elezioni. Avranno veramente tutto questo fegato, gli italiani?

Governo delle tasse. Ne abbiamo sentite di tutte… Tasse sulle merendine… Tasse sulle bibite gassate… Tasse sul gasolio… Tasse sul contante… Tasse sui telefonini… Di tagli alla spesa non si parla per nulla… Solo un generico riferimento alla “lotta all’evasione fiscale”… In questo caso nessuna svolta di rilievo: praticamente tutti i governi dicono di voler lottare contro l’evasione fiscale. La nota di aggiornamento al Def è stata approvata, alla Camera, con appena tre voti di scarto… Un risultato ben al di sotto delle aspettative… Evidentemente non tutti sono entusiasti della manovra economica, così come si prospetta. Evidentemente non tutti hanno intenzione di essere additati, in futuro, come “quelli che hanno alzato ancora le tasse agli italiani”. Questa sì che è una svolta!

Governo dell’ambiente. Abbindolato dalle sirene degli ambientalisti, i quali proclamano a gran voce che bisogna ascoltare la scienza. Ma la scienza, questo si sappia, dice che non tutti i mali dell’ambiente provengono dall’uomo. Ma mettiamo dipenda solo dall’uomo… Come si fa a parlare di ridurre l’inquinamento, di green economy, di economia circolare, se i termovalorizzatori sono considerati un abominio e i cassonetti vengono dati alle fiamme? Tasse tasse e ancora tasse, quando già paghiamo servizi tutt’altro che efficienti… Guardate ciò che succede a Roma, a proposito di rifiuti… Regione e Comune continuano a litigare… La situazione nella Capitale è insostenibile già da anni, ma ultimamente sembra essersi acuita ulteriormente. Effettivamente si è trattato di una svolta, un plastico esempio dei risultati del governo Pd-Cinque Stelle.

Governo dell’immigrazione. Qui la svolta è fin troppo palese: in un mese gli sbarchi sono quasi triplicati. Certo, si tratta pur sempre di numeri ben inferiori a quelli di qualche anno fa. Tuttavia, che la tendenza sia cambiata in concomitanza con l’insediamento del governo della svolta è evidente senza ombra di dubbio. Sarà stato un mese sfortunato, mettiamola così… D’altro canto quella di Salvini in quattordici mesi sarà stata solo fortuna, la classica fortuna del principiante… Nei prossimi mesi tutto sarà più chiaro…

Il governo intanto punta sulla redistribuzione e sui rimpatri, rinfacciando a Salvini di essere rimasto all'”anno zero”… Tuttavia, seppur tra spiagge mojito e cubiste, sotto la “gestione Salvini” per lo meno gli sbarchi sono diminuiti drasticamente. Non dubitiamo che sotto la nuova gestione si lavori più alacremente, si stia in ufficio ventiquattro ore al giorno, si stia un po’ meno fuori dai palazzi… Però alla fine i migranti aumentano… Qualcosa non torna… Perché in fondo contano i risultati. E finora il governo della svolta sta portando a casa un pugno di mosche. E’ ancora presto, vedremo se in Europa riusciremo a far valere la nostra linea… Intanto, come se non bastasse, la Turchia minaccia di “aprire i rubinetti” e inondare l’Europa di altri milioni di migranti… Proprio la Turchia, uno Stato che qualcuno ha pagato per tenere chiusi i rubinetti e che qualcun altro voleva addirittura far entrare in Europa…

I prossimi appuntamenti elettorali avranno certamente ricadute sul governo della svolta. Finalmente molti italiani, in diverse Regioni, torneranno al voto nei prossimi mesi. Il governo della svolta dovrà tenere conto dei risultati provenienti dalle urne. Sarà anche un giudizio sul suo operato. Finalmente gli italiani si esprimeranno e sceglieranno fra due modelli di Italia completamente diversi. O per chi vuole più immigrati, più tasse, più Europa, meno plastica ma forse pure più droga, più diritti civili ma meno identità culturale, più giustizialismo, più inciuci di palazzo… O per chi vuole più sicurezza, meno tasse, meno immigrazione incontrollata, più autonomia regionale, più infrastrutture, più chiarezza su chi governa, più identità nazionale… Finalmente gli italiani saranno liberi di dire la loro e di scegliere… Perché in democrazia ogni popolo ha il sacrosanto diritto di scegliere i governanti che merita.

Vostro affezionatissimo PennaNera

Voto ai sedicenni: un’altra trovata elettorale

Ave Socii

Dopo la riforma della legge elettorale, l’attenzione del governo si è spostata sull’estensione del diritto di voto ai sedicenni… Ma quanta attenzione stanno riservando Pd e Cinque Stelle alla tematica elettorale, negli ultimi tempi! Proprio gli stessi partiti che, solo qualche settimana prima, si sono opposti con tutte le loro forze al ritorno al voto degli italiani… Che strano cambio di rotta! Forse sperano che la presunta “svolta ambientalista” del governo faccia racimolare loro qualche voto in più, magari proprio da parte di quella generazione che scende in piazza per manifestare a favore dell’ambiente.

Ma la proposta di far votare i sedicenni casca proprio in concomitanza con un’altra proposta: lo ius culturae. In pratica, cittadinanza italiana per i figli di immigrati nati in Italia che abbiano completato un ciclo di studi in Italia. Fatalità? La circostanza ci pare un po’ strana… Che Pd e Cinque Stelle stiano cercando di ingrossare i loro attualmente magri consensi coi voti di questa nuova gente? Il ciclo di studi obbligatorio, in Italia, si completa a sedici anni… Le forze politiche premono per far votare i sedicenni… I Cinque Stelle hanno tuttavia precisato che lo ius culturae non è una priorità… Ma ultimamente siamo fin troppo abituati ai voltafaccia…

Poi ci si stupisce se i giovani sono disillusi e disinteressati alla politica… Dare il voto ai sedicenni potrebbe in qualche modo riavvicinarli? Siamo più che dubbiosi sul fatto che un adolescente sia abbastanza maturo per le urne. C’è gente immatura pure a diciotto e passa anni, vero… Ma abbassare ulteriormente l’età di acquisizione del diritto di voto non ci sembra la soluzione migliore per riavvicinare i giovani alla politica. E’ la proposta di chi, memore forse delle recenti manifestazioni ambientaliste, crede che tutti i giovani siano interessati alla questione ambientale e quindi anche alla politica. Forse, ben più realisticamente, quei giovani sono intereressati a saltare un giorno di scuola. Tutti siamo stati studenti, sappiamo bene come funziona…

Far votare i sedicenni, inoltre, significa far votare persone più facilmente influenzabili dal politico di turno. Lo diciamo ai cosiddetti “buonisti”: non c’è il rischio di fare un favore ai politici che parlano “alla pancia degli elettori”? I sedicenni potrebbero ingrossare le fila del cosiddetto “popolo bue”… Sarebbe un autogol clamoroso per le forze politiche attualmente schierate dalla parte del sistema: Pd e Cinque Stelle. Estendere il diritto di voto ai sedicenni rischia di estremizzare i consensi, togliendone invece proprio agli attuali propugnatori della proposta… Per questo, forse, tale proposta è arrivata dopo quella dello ius culturae… Rendere cittadini italiani i figli (almeno sedicenni) di immigrati consente loro di votare in Italia. E di votare, nelle intenzioni dell’attuale governo, per chi ha regalato loro questo diritto. Dunque finché lo ius culturae resterà al palo, questo il nostro parere, dimentichiamoci pure del voto ai sedicenni!

Vostro affezionatissimo PennaNera

Proporzionale o maggioritario? Questo è il dilemma

Ave Socii

Di tutte le questioni che il nuovo governo dovrà affrontare, l’assoluta priorità spetta… alla legge elettorale! Forse veramente questo governo è nato per fermare Salvini e la Lega. Forse una volta approvata una legge elettorale, studiata per impedire il trionfo del centrodestra, il governo potrà anche permettersi di cadere. E al popolo sarà addirittura consentito di votare. Ma andiamoci piano con le previsioni… Ultimamente è davvero difficoltoso prevedere, di sera, cosa accadrà la mattina dopo. Un giorno si tifa per la nascita di un nuovo governo “per il bene del Paese”… Il giorno dopo si fa la scissione, pur assicurando pieno sostegno all’esecutivo… Prima si agita lo spettro dell’Iva, poi l’argomento pian piano sparisce… Di scuola e aziende in difficoltà non si parla quasi più… Si dice che la priorità va data ai temi, ma finora sembra si sia parlato soprattutto di poltrone… E quante altre poltrone ancora bisognerà assegnare…

Però, in compenso, stavolta l’Europa vede di buon occhio l’Italia. Era questo il governo che ci voleva… Un governo stabile, un governo allineato al pensiero dell’Europa, un governo che dovrebbe assistere all’elezione del Capo dello Stato (possibilmente allineato anche lui), un governo cui i mercati danno fiducia… Può forse permettersi di cadere, un governo del genere? Meglio parlare di legge elettorale, qui in Italia… Tanto le questioni più importanti saranno decise per lo più in Europa, manovra economica e ripartizione dei migranti comprese… All’atto pratico, riusciremo a varare una manovra economica espansiva, magari ricorrendo pure a un discreto margine di flessibilità, ora che abbiamo ottenuto un portafoglio di peso presso la Commissione? Riusciremo a farci valere in tema di ripartizione dei migranti? Il governo è appena partito, ma i primi indizi non paiono promettere granché di buono… E meno male che stavolta l’Europa è dalla nostra parte!

Come dicevamo, qui in Italia è meglio distogliere l’attenzione e concentrarsi sulla questione elettorale. Anche perché Salvini e la Lega rappresentano una spina nel fianco pure per l’Europa. Qualsiasi iniziativa volta a garantire l’indebolimento dei “nazionalisti” è ora della massima importanza. A costo di partorire una porcata, Cinque Stelle e Pd ora lavorano a una legge elettorale che, secondo le prime indiscrezioni, si prospetta prevalentemente proporzionale. Come sappiamo tutti, il proporzionale garantisce la rappresentatività, il maggioritario la governabilità. Mai come adesso l’Italia avrebbe bisogno di un governo forte e stabile, per contare davvero ai grandi tavoli internazionali. Realizzare un proporzionale puro vorrebbe dire, al contrario, favorire gli accordi di palazzo fregandosene altamente delle opinioni degli elettori.

Un governo che nasce nei palazzi, dai compromessi, dalle trattative, ha tuttavia maggiori probabilità di tener conto delle indicazioni provenienti dall’Europa. Un verdetto chiaro dalle urne, che piaccia o meno, deve essere accettato così com’è dall’Europa. Un governo forte e deciso fa paura. Quando invece il consenso è frammentato, così come la composizione del Parlamento in base ad una legge elettorale proporzionale, l’Europa può scegliere quale combinazione di forze politiche meglio rispecchia la propria visione. D’altronde, già l’attuale governo nasce da manovre di palazzo… Le decisioni vengono prese dall’alto, mentre il popolo è ridotto a mero bacino di voti… L’Europa è contenta così: meglio avere a che fare con un governo “zerbino”, obbediente in tema di immigrazione e accondiscendente in tema di economia… Del parere del popolo cosa importa, tanto gli elettori hanno già dato e questo è più che sufficiente… Tutte prove di un possibile “ritorno al proporzionale”?

Forse tornare al proporzionale non è che una delle tappe che ci condurranno dritti dritti alla riedizione della Prima Repubblica. L’attuale governo ha in pratica ristabilito un sostanziale bipolarismo tra le forze politiche. Bipolarismo rafforzato anche dal fatto che i due poli sono occupati, rispettivamente, da maggioranza e opposizione in blocco. Il centro è sempre più vuoto, ma natura e politica insegnano che il vuoto non esiste. Ben presto il centro dovrà essere occupato. E qualcuno, attraverso abbandoni o scissioni, è già pronto a occuparlo… Magari con l’intento di dialogare sia a sinistra che a destra… Un ritorno alla vecchia Dc? Staremo a vedere. L’impressione è che si stia tornando indietro, invece di andare avanti. E che a voler tornare indietro siano anche quei partiti che, un tempo ormai lontano, volevano cambiare tutto e mandare tutti a casa… Il potere, evidentemente, non logora soltanto chi non ce l’ha…

Vostro affezionatissimo PennaNera