Rastignano come tema di un concorso fotografico

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Pianoro (Bologna)

Per la prima volta Rastignano, importante frazione del Comune di Pianoro (Bologna), sarà sotto gli obiettivi di fotografi di tutte le età non professionisti che vogliano cimentarsi sul tema: “Rastignano dal mio punto di vista… ”. Possibili quindi tanti differenti sguardi sul suo territorio, dalle colline al torrente Savena, dalla ferrovia “Direttissima” alla storica ex statale 65 “della Futa”, dal verde dei suoi paesaggi alle case vecchie e nuove, dai (pochi) monumenti ai suoi personaggi.

Il termine di invio delle fotografie all’e-mail gpagani@riparto.it è il 31 agosto 2019 e tutte le fotografie pervenute saranno poi esposte durante la Festa della Madonna dei Boschi che si terrà a metà settembre nella parrocchia di Rastignano. Il regolamento completo con la scheda di adesione sono scaricabili dai siti web: facebook.com/walkingwalley; www.amiciditamaraedavide.it; www.parrocchiadirastignano.it. Questa prima edizione del concorso fotografico dall’associazione Walking Valley, con l’associazione Amici di Tamara e Davide, la parrocchia di Rastignano, la società sportiva Atletico Rastignano 2012, e lo storico Fotoclub Pontevecchio con il patrocinio del Comune di Pianoro.

Come spiega il regolamento l’iniziativa invita a raccontare, attraverso le immagini, una Rastignano che può essere scoperta e riscoperta, e il suo territorio con la sua vita, i ritmi e le relazioni che possono essere viste frettolosamente oppure ammirate, vissute, amate o cambiate. Ogni borgo offre infatti, a chi guarda e osserva, l’occasione di essere riscoperto, guardandolo con occhi nuovi, cercando altri punti di vista. Sguardi diversi su Rastignano, sul suo “Rinascimento culturale” di questi ultimi anni, le tante iniziative e gli eventi che vengono svolti e organizzati. Fate quindi vedere quali sono i vostri punti di vista.

La partecipazione al concorso è gratuita, aperta a tutti i fotografi non professionisti di ogni età. Ogni partecipante potrà inviare un massimo di tre fotografie da inviare insieme alla scheda di iscrizione compilata e firmata. Sono esclusi dal concorso i membri della commissione e i loro familiari, nonché tutti i soggetti che collaborano al concorso.

Sono ammesse fotografie in bianco e nero e a colori sia verticali sia orizzontali. La risoluzione di ciascuna foto deve essere di 300 dpi (pixel per pollice) e in formato jpeg (.jpg). Non sono ammesse opere realizzate al computer. Le foto dovranno essere inedite e le immagini non conformi alle specifiche non verranno prese in considerazione. Saranno premiate le prime tre foto classificate: primo premio pranzo per due persone con prodotti tipici al ristorante Il Cavallino Bianco di Rastignano; secondo premio un prosciutto; terzo premio un salame. Per altre informazioni consultare il regolamento del concorso.

Con “A forza di braccia” un viaggio nelle fatiche d’altri tempi

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Nell’immagine un particolare della locandina della mostra

Pianoro (Bologna)

Dopo l’anteprima al Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini” di Pianoro, nel novembre scorso, la mostra fotografica del monzunese Frediano Salomoni “A forza di braccia. Mestieri in Appennino” è stata esposta in Regione nei locali dell’Assemblea legislativa regionale in via Aldo Moro a Bologna. L’esposizione si avvale delle didascalie dello scrittore e storico Adriano Simoncini, autore dei saggi “Il crepuscolo della civiltà contadina” (1990) e “Il tempo delle favole” (1992), con foto di Mauro Bacci, e dei romanzi in tema “Ugone eroe” e “Ai cancelli del vento” è stata inaugurata il 10 giugno dal presidente dell’Assemblea Simonetta Saliera e resterà aperta fino al 10 luglio a ingresso libero. Ai visitatori sarà offerto il catalogo della mostra.

Immagini di fatica quotidiana della vita contadina con scene che era facile vedere in tanti poderi agricoli del nostro Appennino fino alla metà degli anni ’80 del secolo scorso. Scene e che oggi rivivono in questa mostra dove si vede gente che per scaldarsi nei rigidi mesi invernali davano fuoco a bacchetti e legni. Quando la neve copriva i campi passavano il tempo al calore delle stalle a intrecciare saggina per scope e spazzole, con le donne a intrecciare la paglia per fare la treccia guardando fuori dalle finestre in attesa della primavera.

«Le foto di Frediano Salomoni e le didascalie di Adriano Simoncini – ha spiegato Simonetta Saliera inaugurando la mostra – vogliono essere un atto di omaggio ricordando luoghi, mestieri, tradizioni di vita della parte più fragile del nostro territorio raccontano di un mondo ormai scomparso e lontano; ma che però è invece tuttora vivo e attuale nei suoi valori». L’interessante esposizione è stata realizzata grazie alla collaborazione del Parlamento regionale col Gruppo di Studi Savena Setta Sambro e con il Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini”.

Giancarlo Fabbri

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Con la “Sagra della Badessa” Ozzano torna nel medioevo

Badessa 16 Cena Medievale

La cena medievale nell’edizione dell’anno scorso

Ozzano  (Bologna)

La storica “Sagra della Badessa” tradizionalmente posta nell’ultimo fine settimana di maggio in questo 2019 ha purtroppo dovuto subire dei cambi di data e, Giove Pluvio consentendo, si svolgerà con un mese di ritardo nei giorni 29 e 30 giugno.

Infatti per via delle elezioni europee e comunali la grande sagra di Ozzano era prima stata anticipata nei giorni 17, 18 e 19 maggio poi rinviata per il maltempo. Organizzata dai volontari della Proloco Ozzano, e della Promozzano, la sagra era nata 34 anni fa come rievocazione di un’antica storia d’amore e per ricordare le origini medievali del luogo. Il grande merito fu del compianto Adriano Vason (1944-2000), storico locale di origini venete, che compì molte ricerche sulla Beata Lucia di Settefonti trovando concreti riscontri storici alla leggenda un tempo tramandata oralmente. Da documenti dell’epoca ne trasse una recita in costume che fu il preludio della sagra organizzata dall’associazione culturale Promozzano fino alla costituzione della Proloco Ozzano avvenuta nel 2011.

E purtroppo con questi contrattempi non si terrà l’ormai tradizionale “Cena Medievale” del venerdì sera, nella corte del castello (il palazzo municipale), con il rustico menù d’altri tempi e l’allegro pasto allietato da uno spettacolo di figuranti e giocolieri. Sabato 29 la sagra apre alle 17 in via della Repubblica, di fronte al municipio, con mercato medievale, mostre, stand gastronomici, antichi mestieri, giullari, campo militare, duelli, combattimenti, sfilate in vesti storiche, giochi e animazioni per tutti fino a tarda sera. Domenica 30 alle 10 riaprono le mostre e le attività con anche un grande mercato straordinario nelle aree adiacenti. Alle 12 apertura degli stand gastronomici con a seguire spettacoli itineranti, giochi per i bambini, duelli e dimostrazioni di antiche arti. Alle 20 partenza dell’ultimo corteo storico dei figuranti seguito dal giuramento dei terzieri, la disputa del “Palio dell’Oca”, infine le premiazioni e gran finale con i fuochi artificiali.

Con la Sagra torna a rivivere la storia del cavaliere, tal Rolando Fava, e di Lucia Clari o Chiari monaca del monastero camaldolese di Santa Cristina a Settefonti sui colli ozzanesi. Rolando se ne innamorò ma non riuscendo a togliere l’amata dal convento partì per le crociate dove fu ferito in battaglia e fatto prigioniero. Nel frattempo Lucia divenne badessa e morì in odore di santità. Al suo decesso il crociato in cella sognò l’amata che lo chiamava e, miracolosamente, si trovò trasportato alla chiesa di Settefonti dove vide la tomba dell’amata; qui lasciò i ceppi che l’imprigionarono poi di lui non si seppe più nulla. All’epoca la Chiesa bolognese riconobbe il miracolo e iniziò il culto della Beata autorizzato nel 1508. Miracoli a parte partecipare alla “Sagra della Badessa” è un’occasione di festa, di divertimento, di occasioni culturali immersi in atmosfere d’altri tempi.

Grazie all’Europa arriva il wi-fi gratuito nei luoghi pubblici

A Boracci 01 Viviana

Viviana Boracci direttore dell’Unione Savena – Idice

Pianoro (Bologna)

Non è un mistero che quasi tutto il centro di Ozzano capoluogo da tempo è già coperto dalle connessioni informatiche senza fili dove tutti possono agganciarsi per navigare sul web o utilizzare la posta elettronica. A Pianoro invece tale possibilità è resa possibile ora grazie alla partecipazione a un bando europeo avanzata tramite l’Unione dei comuni Savena-Idice che svolge il servizio informatico e informativo su delega e per conto dei comuni associati di Loiano, Monghidoro, Monterenzio, Ozzano e Pianoro. Con comunicazione giunta a metà del mese scorso il Comune di Pianoro è infatti risultato tra i vincitori del bando “WiFi4EU”, anno 2019, promosso della Commissione europea aggiudicandosi così un buono spesa da 15mila euro utilizzabile, entro 18 mesi, per installare apparecchiature Wi-Fi negli spazi pubblici del territorio comunale pianorese che non siano già dotati di un punto di accesso, o connessione, Wi-Fi gratuito.

Come ci spiega il segretario e direttore dell’Unione comunale Savena-Idice, Viviana Boracci, «l’iniziativa WiFi4EU, che fu annunciata dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker nel suo discorso sullo stato dell’Unione del 2016, rientra nell’ambiziosa revisione delle norme della Comunità europea in materia di sviluppo delle telecomunicazioni che comprende nuove misure per rispondere alle crescenti esigenze di connettività dei cittadini europei e per rafforzare nel mondo e nell’economia la competitività dell’Europa. L’iniziativa WiFi4EU promuove infatti il libero e gratuito accesso alla connettività Wi-Fi per i cittadini negli spazi pubblici, fra cui parchi, piazze, edifici pubblici, biblioteche, centri sanitari e musei nei comuni di tutta l’Europa. Grazie al finanziamento europeo ampie zone esterne ai luoghi già raggiunti dalla fibra ottica, come le scuole di Pianoro, Rastignano e Pianoro Vecchio, le biblioteche, il Centro Giovani, il municipio e l’adiacente piazza dei Martiri, eccetera potranno così vedere l’installazione di ripetitori per connessioni senza fili e offrire, tramite collegamento a Emilia-Romagna Wifi, accesso libero e gratuito alla rete internet, con navigazione semplice, veloce e senza bisogno di registrazione, attivo 24 ore su 24, tutti i giorni. A breve – conclude Viviana Boracci direttore dell’Unione comunale Savena Idice – verranno intraprese le azioni per concretizzare l’investimento a partire dalla mappatura dei principali luoghi di interesse pubblico per l’installazione di ripetitori di segnale esterni e interni e anche il relativo bando per individuare il fornitore di punti di accesso».

Se tutto va bene, forse entro l’anno, senza pagare un euro ci si potrà collegare col mondo intero dal proprio computer portatile ponendosi nei pressi dei vari ripetitori. E magari qualcuno avrà la fortuna di avere il segnale su linea veloce anche accanto alla propria abitazione.

Un’Idea di Appennino ? Sostenere il turismo e l’economia locale

91 Testata Un'Idea

La supervolontaria Lina Venturi in occasione di un mercatino benefico

Città metropolitana bolognese (Cmb)

Il numero 91, giugno 2019, del mensile “Un’Idea di Appennino”, edito da Hemingway Editore e diretto da Bruno Di Bernardo, è già scaricabile e consultabile dal sito hemingwayeditore.wordpress.com, e già distribuita, sempre gratuitamente, anche la versione cartacea sul suo vasto territorio di riferimento. Il periodico viene infatti distribuito in diciotto comuni della Città metropolitana bolognese (Cmb), dalla via Emilia al confine toscano, per dare notizie sui territori interessati. E soprattutto per promuovere l’Appennino bolognese anche dai punti di vista economici e turistici. Indipendente e sostenuto soltanto dalle inserzioni pubblicitarie pone da sempre in primo piano le notizie dei territori locali facendole conoscere in un ambito molto più ampio.

Nel numero di giugno di “Un’Idea di Appennino” del vostro cronista potete leggere, su Pianoro (pagine 10, 11 e 12), dei risultati elettorali, Della premiazione di due classi di Rastignano da parte del presidente Mattarella, del rovinoso crollo di un muraglione a Pianoro Vecchia, e della riapertura della stazione ecologica di Pian di Macina dopo oltre un anno di lavori. Su San Lazzaro (pagine 13, 14 e 15) del lascito di Lina Venturi di beni per mezzo milione di euro al gattile comunale di cui è volontaria, della straordinaria vittoria di Isabella Conti con quasi l’81% dei consensi, della Bocciofila Arci in vista di un campionato nazionale, della ripresa del mercato immobiliare, dell’associazione Juvenilia Club alle soglie del 30° compleanno. Su Ozzano (pagine 16, 17 e 18) dell’ex stabilimento Haworth Castelli ridotto a discarica abusiva, della collaborazione tra Comune e Parco per l’uso di Villa Torre a sostegno dell’associazione Centro 21, dei risultati elettorali con la riconferma di Lelli, e infine dell’uscita di un libro dedicato all’ex sindaco Tonino Pirini che pose le basi dello sviluppo ozzanese.

A cura del direttore Bruno Di Bernardo, e di altri colleghi: Filippo Batisti, Sarah Buono, Marica Cavicchi e Roberta Cristofori, inchieste, cronache e notizie da: Alto Reno Terme, Camugnano, Casalecchio, Castiglione dei Pepoli, Grizzana, Loiano, Marzabotto, Monghidoro, Monterenzio, Monte San Pietro, Monzuno, San Benedetto Val di Sambro, Sasso Marconi, Valsamoggia, Vergato, Zola Predosa, oltre a notizie da Bologna, dalla Città metropolitana e dalla Regione Emilia-Romagna. Per informazioni e per contattare la nostra redazione: 335-7777604; per richiedere inserzioni pubblicitarie: 339-4233609.

In edicola “La Croara e i suoi gessi”

Copertina e foto

Città metropolitana di Bologna

Fresco di stampa è nelle edicole dei comuni di Pianoro e San Lazzaro il libro “La Croara e i suoi gessi”. Quello della Croara, che chi scrive ha attraversato più volte al giorno per oltre vent’anni, è un territorio di affioramenti selenitici, di caverne, inghiottitoi, doline e misteri su cui secondo l’autore valeva la pena di scrivere un libro. L’ultimo di questi misteri, preso a pretesto come punto di partenza, è quello del cartello “Croara” montato sulla via omonima tra le vie Santa Rosa e del Pozzo poche decine di metri più a valle di Villa Malvasia. Con la scritta in chiaro per chi scende dal colle della Croara e barrato in rosso per chi sale da San Lazzaro. Come dire che la Croara inizia, e finisce, a metà del suo territorio naturale che va, come conferma il cartello a valle, da via Plabusia (però esistente soltanto sulla carta) accanto alla cisterna dell’acquedotto fino al confine con il Comune di Pianoro dove via Croara prosegue prendendo nome Ca’ Bianca.

A poche centinaia di metri da via Croara, in via Madonna dei Boschi, c’è un antico complesso rurale col toponimo Castello e gli storici pensano che qui, o qui accanto sul colle della Cava a Filo, noto come Monte Castello, sorgesse il medievale Castro Corvariae (Castello dei corvi, o della Croara) citato in un documento del 1084. Poi poco più a valle, su via Croara, si trova l’antica ex Abbazia di Santa Cecilia della Croara, citata in un documento del 1120. Il curioso è che il cartello di inizio-fine Croara taglierebbe fuori dal territorio della frazione proprio la parte più antica e interessante della Corvariae di cui sono state accertate frequentazioni umane sin dall’età della pietra.

Secondo chi aveva collocato il citato cartello il monte Croara, e l’ex abbazia, non fanno parte della frazione nonostante che a monte di quel cartello ce ne siano altri due, uno in via Madonna dei Boschi e uno nell’ex via Benassi davanti alla chiesa di Santa Cecilia della Croara. Lasciate le incongruenze dei cartelli stradali il libro è un viaggio in un territorio di cui troppi ignorano le bellezze pur essendo a due passi da Bologna. Viaggio che parte dalla sua geologia, proseguendo con la scintillante selenite, poi nella Grotta della Spipola con Luigi Fantini, tra castelli medievali e fortezze ottocentesche, il Monte dei Corvi e Cava Gionni, il caso Polvani ancora senza colpevoli, le morti di Daniele Bianchi e Mariano Cologna. Poi ancora l’ex Cava a Filo, la Palestrina delle prime scalate, l’oratorio e i miracoli della Madonna dei Boschi, le messe nere dei satanisti, l’ex abbazia, i personaggi Loris da Porretta, Libero Vitali, Filippo de Pisis, Luciano Atti, Estenio Mingozzi, il Parco dei Gessi, le polemiche, gli animali e le piante.

L’autore Giancarlo Fabbri, giornalista pubblicista, è stato per 15 anni collaboratore corrispondente dei quotidiani “il Resto del Carlino” poi de “Il Domani” e de “L’Informazione”. Dal 2012, pur pensionato, è tuttora collaboratore o redattore di periodici della Città metropolitana bolognese. Nel 2018 ha pubblicato “Acqua passata. Storie, cronache e personaggi di Pianoro” raccogliendo gli articoli scritti sul semestrale “Savena Setta Sambro” edito dall’omonimo Gruppo di studi.