Nel libro di Benni la Giben metafora di storia pianorese e non solo

Pianoro (Bologna)

La sala eventi del bel Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini”, in via del Gualando 2 a Pianoro, alle 17 di domenica 4 dicembre ospita la presentazione del nuovo libro di Dino Benni “dalla c@rt@ c@rbone a internet”. Con la partecipazione del sindaco Franca Filippini l’autore sarà intervistato dal direttore de L’Idea Gianluigi Pagani. L’ingresso è libero con al termine firmacopie e buffet. Dino Benni ha pubblicato nel 2013 “Il borgo e i suoi abitanti – Pian di Macina dal 1953 al 1975” e nel 2015 “I Benni. Cento anni – Due valli – Una famiglia”.

Nel nuovo libro un testo ben documentato che racconta cinquant’anni di vita lavorativa e professionale dell’autore all’interno della Giben ma non solo. Un libro che ferma sulla carta un periodo di tempo che scorrendo come un fiume, a volte lento e altre tumultuoso, trasporta nelle pagine più di una storia: la sua personale, quella dell’azienda, di Pianoro, della tecnologia, dei trasporti e della comunicazione.

Con la Giben puntuale metafora di centinaia di altre aziende che oltre cinquant’anni erano sorte a Pianoro sull’onda tumultuosa del boom economico per poi scomparire soppiantate dal progresso tecnologico, dall’incapacità dei successori, dal trasferimento in altre città o nazioni o dall’uscita dal mercato di quelle produzioni. Tanto per far qualche nome: Brams Bagnoli, Domus Nostra, Gris 2000, Harris Europa, Ibbr Clara, La Spagna, Landy Freres, Naarden Leepen, Sebac, Simoncini, Som Sulpizzi, Rhibo, eccetera. Una Pianoro che oggi gode della fortuna importata da Antonio Martelli (1913-1966) del comparto del packaging che ha compensato la scomparsa di aziende e che è tutt’ora in sviluppo grazie a Marchesini Group, Romaco (cinese) e tante altre.

Un volume, che contiene più storie, raccontate per oggi e per i posteri quella della Pianoro del dopoguerra benedetta dal boom economico, quella che dà il titolo al volume, poi dalla bicicletta al Suv, dalla macchina per scrivere meccanica al computer, dal toupie al centro di lavoro. Senza dubbio Dino Benni nella sua vita e attività lavorativa ha tenuto un diario quasi giornaliero. Sembra altrimenti impossibile che si sia ricordato nomi e cognomi di tante persone e date di tanti eventi.

Si dice che il fiume del tempo non risale mai all’origine, che il tempo è il bene più prezioso che ci sia perché quello perso o sprecato non potrai mai recuperarlo. Vero, verissimo, ma con questo nuovo libro Benni il tempo l’ha fermato e possiamo riprenderlo in mano risalendo nei fatti che hanno visto nascita, declino e scomparsa di tante aziende come avvenne per la “Gino Benuzzi”, nata nel 1947 a Bologna, poi “Giben” trasferitasi in Pian di Macina a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. Un testo che piacerà a chi ama la storia di Pianoro.

Giancarlo Fabbri

Attori in scena per ridere con “Chiacchiere, giudizi e magia”

Noel collage la locandina e due foto di scena tratte dalla pagina Facebook della compagnia

Pianoro (Bologna)

Alle 21 di sabato 3 dicembre, nella sala del cineteatro parrocchiale di Rastignano, in largo Don Giorgio Serra 1, la compagnia teatrale “Il Piccolissimo di Rastignano” metterà in scena uno spettacolo di vari atti unici a titolo “Chiacchiere, giudizi e magia”, con la partecipazione di Gigi Pagani nelle vesti di presentatore. Per la finalità senza fini di lucro della rappresentazione teatrale l’iniziativa gode del patrocinio del Comune di Pianoro. Per info  e prenotazioni: 333-1345833.

La compagnia teatrale “Il Piccolissimo di Rastignano” è un sodalizio culturale ormai storico nato nel 1975 all’ombra del campanile della chiesa di Rastignano dalla passione di Lino Cariani per il teatro. Già a Cento (Ferrara) Lino nei primi anni ‘50 si esercitava in scene comiche nel teatro parrocchiale. Passione che nel 1955, dopo il trasferimento a Rastignano, lo porta a seguire i corsi di recitazione dell’Antoniano di Bologna, e a fare la comparsa al Teatro comunale. Convincendo il parroco don Giorgio Serra riuscì a formare un gruppo di ragazzi che mettono in scena, in uno stanzone della canonica, spettacoli di cabaret. Da questo primo nucleo, con Emilio Persiani capocomico e regista, nasce la compagnia teatrale “Il Piccolissimo di Rastignano” mutuando il nome dall’ampiezza del locale. La prima commedia rappresentata fu “La zia di Carlo” di Thomas Brandon dove Cariani curò solo la regia. Poi le commedie in dialetto di Alfredo Testoni: in ordine cronologico, “El noster prossum”, “El fnester davanti” e “Aqua e ciacher”. Poi ci fermiamo qui perché la storia è lunga col “Piccolissimo” che dopo tanti anni ha finalmente un teatro più grande di un’aula di catechismo.

La storia della compagnia teatrale, con tante foto, è contenuta nel mio libro “Pianoro tra storia e memoria” attualmente in edicola a Pian di Macina, Pianoro, Rastignano e a Ponticella e Pulce a San Lazzaro.

Giancarlo Fabbri

Sauro Fabbri, “Bibi al barbir”, ha chiuso la sua bottega 

Sauro Fabbri in foto del 2018 al lavoro e con la sua (fino a un mese fa) inseparabile bici da corsa

Pianoro (Bologna)

Sauro Fabbri, Bibi per amici e conoscenti, il mese scorso ha chiuso la serranda della sua bottega da barbiere che aprì, a 17 anni di età, in Pian di Macina il 2 maggio 1956. Questa chiusura dispiace non solo perché la frazione pianorese resta senza barbiere ma soprattutto perché “Bibi al barbir” non era solo artigiano di barba e capelli ma una vera istituzione. Dire che si tratta di un evento storico non è un eufemismo. Sauro, anzi Bibi, è un simpatico personaggio molto conosciuto. Fino a poco tempo fa lo si vedeva spesso pedalare per il territorio anche se da tempo aveva accorciato la lunghezza dei suoi percorsi che fino a 14 anni fa raggiungevano i 12mila chilometri l’anno. Dopotutto a 83 anni non si ha più il fisico di una volta.

Sauro Fabbri, che risiede alla Carteria di Rastignano non era un tipo da bar e, tutte le mattine salvo domeniche e festivi, per passarsi il tempo saliva in bici, un modello da corsa per fermarsi dopo cinque chilometri alla sua bottega di via del Savena in Pian di Macina che apriva alle sei. Qui entrava, si sedeva, apriva Stadio o Tuttosport per leggere del Giro d’Italia, o di qualsiasi altra competizione ciclistica in corso in Italia o all’estero. Giornali che riponeva quando entrava qualcuno per una rasatura o una sforbiciata. Fabbri (nessuna parentela con chi scrive) era infatti il barbiere storico di Pian di Macina.

Dopo cinque anni di apprendistato come cinno o garzone di barbiere, dal 1951 a 12 anni fino ai 17 nel 1956, aprì la sua bottega di Pian di Macina mettendosi in proprio. Nella sua bottega, chiusa dopo 66 anni di attività, le pareti erano tappezzate da foto di campioni di ciclismo di ieri e di oggi con quella di Fausto Coppi al posto d’onore. E vi si entrava anche solo per chiacchierare con Bibi, in genere, nelle vesti di ascoltatore quasi come un confessore laico. Nel 2006 per festeggiare i cinquant’anni di attività Fabbri aveva organizzato una festa nel circolo Arci piandimacinese, “Al Poz”, che coinvolse alcune generazioni di clienti amici poi culminata con la consegna di una targa ricordo. Gran festa anche nel 2016, in occasione del 60°, con la partecipazione del sindaco di Pianoro Gabriele Minghetti. E qui Bibi rivelò al sindaco, piandimacinese di nascita, che il primo cliente, quando aprì bottega, fu proprio suo padre che nel parlare gli annunciò la nascita del figlio. «La coincidenza del primo cliente che mi riferiva di un lieto evento – riferì Fabbri al sindaco –, la vidi come buon auspicio riguardo alla mia attività poi confermata dai fatti, e dalle tante soddisfazioni».

In occasione del 50° Fabbri si era prefisso altri 10 anni di attività poi, superato anche il 60° spostava ancora in avanti il momento di chiudere bottega favorito da un fisico asciutto modellato da chilometri di pedalate, «ormai turistiche e senza fretta». E a chi gli chiedeva a che distanza poneva la nuova linea di traguardo rispondeva, sorridendo, «dopo tanti chilometri, e tante barbe e capelli, faccio programmi di 24 ore senza porre limiti, non si sa mai». Poi la chiusura, 20 giorni fa.

Giancarlo Fabbri

Difendere gli alberi sì, ma cum grano salis 

Pianoro (Bologna)

Martedì 15 novembre nell’auditorium della scuola media “Hack” di Rastignano, nell’ambito dell’assemblea sul secondo lotto del Nodo, il botanico dottor Fausto Bonafede, consulente scientifico e socio del Wwf di Bologna ha criticato l’abbattimento di alberi per realizzare la nuova viabilità. Ricordando che soprattutto in ambito urbano gli alberi sono un presidio per la salute della cittadinanza. Altrettanta condanna di questo “scempio ambientale” era stata espressa sul web e sulla stampa dal gruppo ambientalista Santa Bellezza, che sta realizzando un bosco urbano alla Carteria. Personalmente ambientalista plaudo a questa difesa degli alberi, infatti il mio giardino privato pur piccolo in proporzione è il più alberato del quartiere dove vivo, ma … cum grano salis.

Come non si può mangiare carne o pesce senza uccidere l’animale, non è possibile costruire una nuova strada senza consumare suolo o tagliare piante se ci sono. O continuare a ingolfare di traffico e smog Rastignano o completare una strada attesa da oltre quarant’anni. Il primo progetto, sulla carta come altri, prevedeva il proseguimento della Fondovalle in sinistra orografica Savena, verso nord, passando sul parco del Paleotto fino alla briglia di San Ruffillo per poi passare sotto i ponti stradale e ferroviario fino ad arrivare a via Corelli. Un’altra versione prevedeva, dai pressi della briglia, un tunnel sotto via Toscana e la Ferrovia per sbucare nei pressi di via del Pozzo.

Ci fu l’opposizione dei Verdi bolognesi Anna Donati assessore, e Filippo Boriani consigliere, contrari «al deturpamento del Paleotto e del colle di Jola». Contrario anche l’assessore Ugo Mazza «il Comune di Bologna è, e sarà, contro altro traffico in città. Si devono fare parcheggi scambiatori nell’hinterland ed entrare in città con mezzi pubblici o con la metro Sfm». Metropolitana di superficie mai entrata del tutto in funzione col cadenzamento di mezz’ora dei convogli.

Come potete leggere nel mio libro “Pianoro tra storia e memoria”, nel capitolo sul Nodo di Rastignano che ne riassume cinquant’anni di storia, su questo tema ci furono opposizioni di bolognesi al governo e di politici di minoranza, errori in espropri, compartimenti stagni tra uffici dello stesso ente e tra enti pubblici. Promesse ministeriali mai mantenute sui finanziamento. Ad oggi siamo in ritardo di decenni e il ponte di San Ruffillo ha dei problemi, c’è stato un morto di recente ma non fu un suicidio, Continuiamo a farci passare sopra tutto il traffico?

Che si dica poi che non si sapeva che sarebbero stati abbattuti alberi e fatte una rotatoria nel parco del Paleotto forse cade dalle nuvole nonostante assemblee, discussioni, votazioni in consigli e giunte di Regione, Provincia e comuni. Senza contare le manifestazioni in strada per avere la nuova strada. Chi protesta in questi quarant’anni dov’era? A Rastignano ci abito dal 1945, a parte il bosco sottostante Castel d’Arienti i colli attorno a Rastignano erano coltivati; oggi sono rimboschiti con migliaia di alberi. Giusto e meritevole essere a difesa dell’ambiente dove viviamo ma … cum grano salis.

Giancarlo Fabbri

Partiti i lavori per completare le case Acer di via Canova 

Marco Bertuzzi (Acer) con Isabella Conti e Monica Falciatore incrociano le dita sperando …

San Lazzaro (Bologna)

Dopo alcuni anni di fermo del cantiere alla fine del mese scorso sono, o sarebbero, finalmente partiti i lavori di completamento delle due palazzine ancora prive di tetto corrispondenti ai civici 34 e 36 di via Canova a San Lazzaro. Il dubbio viene vedendo che dopo una ventina di giorni chi vive al civico 32 riferisce che in cantiere non si è visto ancora nessuno, e dal fatto che affisso a uno dei due edifici c’è ancora il tabellone da cantiere della ditta che circa due anni fa aveva già rinunciato a completare gli edifici privi del tetto da oltre cinque anni.

Infatti dopo il fallimento dell’impresa edile costruttrice l’Azienda Casa Emilia-Romagna (Acer) ha riassegnato di nuovo i lavori che entro l’inizio del 2024 dovrebbero consegnare, finiti, 24 appartamenti di varia metratura in edilizia residenziale pubblica (Erp). Alloggi, in classe energetica A, che si aggiungono ai 13 già ultimati al civico 32 della stessa via assegnati nel 2015.

Con i due edifici in via Canova verrà quindi completato il Pruacs Case Canova, sottoscritto nel 2010 tra il Comune di San Lazzaro, Regione e Acer per alloggi a canone sostenibile e il recupero del patrimonio Erp esistente. Il Pruacs include i 37 alloggi di via Canova e i 30 di via Spinelli, inaugurati nel 2019, con un investimento di oltre 5,2 milioni di euro sostenuto dal Comune di San Lazzaro (1,2 milioni) e da Acer (95.500 euro) con un contributo Stato-Regione di 3,9 milioni.

Alla consegna del cantiere alla nuova impresa erano presenti il sindaco Isabella Conti, il presidente di Acer Marco Bertuzzi e Monica Falciatore assessore al welfare. Per il sindaco «l’avvio dei lavori in via Canova in un momento di crisi energetica e di difficoltà per tante persone, è un segnale dell’impegno delle istituzioni a sostegno delle famiglie. Anche queste abitazioni avranno soluzioni innovative di risparmio energetico. La dignità delle persone passa infatti anche dalla funzionalità dei luoghi dove vivono».

Ma nel frattempo i residenti del civico 32 lamentano l’impossibilità di accedere alla loro area cortiliva, lasciando le auto in strada, nonostante che il cancello di accesso non abbia alcun collegamento col cantiere. E che, quindi, le retrostante autorimesse non sono usate pur completate oltre un lustro fa. Per non parlare poi delle altre costruzioni accessorie, retrostanti ai civici da completare: sale condominiali e rimesse, che stanno andando in degrado senza essere mai state utilizzate. Da qui la speranza, anche dei residenti del 32, di cui alcuni proprietari degli alloggi, che tali palazzine senza tetto vengano completate, e abitate, per eliminare il senso di degrado esistente davanti al Museo “Donini”.

Giancarlo Fabbri

I botroidi di Fantini all’attenzione del mondo scientifico 

Nel collage i loghi dell’evento, Lamberto Monti e l’esterno del Museo dei Botroidi di Luigi Fantini

Pianoro (Bologna)

Con entusiasmo e soddisfazione segnalo a chi ama il proprio territorio pianorese, e la sua multiforme natura, la conferenza che si terrà alle 16.30 del 19 novembre, sul tema “Il museo come trasmissione di curiosità” a cura di Lamberto Monti del Museo dei Botroidi di Luigi Fantini sito a Tazzola di Pianoro (Bologna). Conferenza che si terrà, a ingresso libero, nell’aula G1 (Aula Magna al piano rialzato) del Dipartimento Bigea (Scienze biologiche, geologiche e ambientali) dell’Università di Bologna in via Zamboni 67 (edificio di Geologia).

La conferenza si terrà nell’ambito della mostra “Mente et malleo. Da Ulisse Aldrovandi a Giovanni Capellini: storie dal primo museo geologico” indetto in occasione del cinquecentenario della nascita del naturalista Ulisse Aldrovandi (1522-1605) e del centenario della morte del primo professore di geologia dell’Università di Bologna, Giovanni Capellini (1833-1922). Esposizione culturale e scientifica iniziata il 15 ottobre nelle sale della Collezione di Geologia “Museo Giovanni Capellini, in via Zamboni 63 a Bologna, che si concluderà il 31 agosto 2023. Un’occasione per riscoprire le curiosità che avevano catturato l’interesse del padre delle scienze naturali moderne e anche i fossili che hanno appassionato il grande geologo. Tra questi reperti ci sono infatti anche i botroidi, concrezioni dalle forme bizzarre che avevano attirato Aldrovandi, poi Luigi Fantini, in quanto spesso somiglianti a elementi della realtà naturale circostante.

I botroidi in mostra provengono da arenarie affioranti nel bolognese. Quelli storici, “aldrovandiani”, furono rinvenuti nel “Rio delle Meraviglie”, piccolo torrente che scorre a sud-ovest di Bologna. Alcuni di quelli esposti provengono infatti dalle raccolte di Aldrovandi, insieme alle matrici xilografiche originali usate per la realizzazione del “Musaeum Metallicum” opera a stampa postuma dove il naturalista descrisse e raffigurò rocce e fossili. Gli altri botroidi sono stati concessi in prestito dal Museo dei Botroidi di Luigi Fantini, piccolo museo che si trova sulle pendici del Monte delle Formiche dove le raccolte dello speleologo e appassionato naturalista Fantini, si possono toccare ed esplorare in prima persona.

Il Museo dei Botroidi di Luigi Fantini, nato nel 2008 da un’idea di Lamberto Monti, è visitabile gratuitamente tutti i giorni dalle 9.30 alle 17 e su appuntamento, per le visite guidate, al numero 333-6124867. La sede è un’antica stalla dove sono raccolti fossili, minerali, rocce e reperti naturalistici curiosi della Valle dell’Zena. Proprio nei giorni scorsi è uscito un mio libro, a titolo “Pianoro tra storia e memoria”, con un capitolo dedicato proprio al Museo dei Botroidi. Volume disponibile nelle edicole di Pian di Macina, Pianoro e Rastignano.

Giancarlo Fabbri

Inaugurato Pass il Polo di Accoglienza e Servizi Solidali

Nel collage alcune fasi dell’inaugurazione di Pass

San Lazzaro (Bologna)

Anche se è passato qualche giorno è bene saperlo sperando poi di non averne bisogno per motivi sanitari ma solo per quelli sociali. Da un’idea di Alessandro Arcidiacono, presidente dell’associazione di volontariato sanitario Bimbo Tu, e con il contributo di tante persone e aziende, lo scorso 17 ottobre è stato inaugurato, in via Roma a San Lazzaro, il Pass: sigla che sta per “Polo di Accoglienza e Servizi Solidali”. Una casa che Bimbo Tu metterà a disposizione come alloggio gratuito per le famiglie dei bambini ricoverati negli ospedali bolognesi Bellaria, Maggiore e Sant’Orsola. All’inaugurazione hanno partecipato Stefano Bonaccini presidente della Regione, il direttore dell’Ausl bolognese Pietro Bordon, il direttore del Sant’Orsola Chiara Gibertoni, autorità e tante persone che da anni sostengono l’associazione. Al taglio del nastro, a sorpresa, anche Marco Di Vaio ds del Bologna e Roberto Mancini mister della nazionale.

Con questa prima ristrutturazione l’ex Casa Sant’Angela, oggi Pass, è pronta ad accogliere le prime famiglie di bambini ricoverati, provenienti da altre città e regioni, in cinque stanze con bagno, e due appartamenti per un totale di 25 posti letto. Sono poi a disposizione degli ospiti una cucina, sala da pranzo e lavanderia in comune. Pass è anche aperto alla cittadinanza con due sale per riunioni, corsi e laboratori, e due ambulatori per i professionisti che collaborano con Bimbo Tu: dal supporto psicologico alla riabilitazione. Alloggi temporanei ma anche luogo aperto alla comunità in grado di ospitare molte attività dedicate a bambini e adolescenti. Con una fase successiva la ristrutturazione interesserà l’altra metà dell’edificio ampliando lo spazio disponibile.

Giancarlo Fabbri

In edicola “Pianoro tra storia e memoria”

Nell’immagine l’autore in una foto di Gianluigi Pagani e la copertina del libro

Pianoro (Bologna)

Da qualche giorno è già nelle edicole di Pian di Macina, Pianoro, Ponticella, Pulce, da Spinelli a Pianoro Vecchio e a Rastignano il mio ultimo libro a titolo Pianoro tra storia e memoria. Volume di 244 pagine, e altrettante foto, che è stato presentato con successo a un folto pubblico lo scorso 6 novembre, nel Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini” di Pianoro, con il sindaco di Pianoro Franca Filippini e il direttore de L’Idea Gianluigi Pagani. Il libro Pianoro tra storia e memoria nasce dall’idea di proporre ai pianoresi, e non soltanto, pagine di storia e cronaca locale quasi mai trattate nei libri pubblicati da altri autori. E soprattutto dall’enorme patrimonio archivistico e fotografico raccolto in oltre trent’anni di attività giornalistica, per dare ai lettori nuove prospettive di conoscenza del territorio in cui vivono.

Il volume è diviso in tre parti: Tra storia e cronacaPersonaggi pianoresiI Vip di Pianoro. Nella prima gli argomenti trattati sono il fallito “Ribaltamento di Rastignano”, lo scomparso eden naturale del laghetto del Castello, il Museo dei Botroidi di Luigi Fantini, il ponte del Paleotto che non sarà più come prima, la storia del Nodo di Rastignano, le fontane che non danno sempre acqua, poi il teatro con Il Piccolissimo, la cultura e la stampa per finire con il cinema per la prossima apertura dello Star City Cinemas di Sesto. Poi i personaggi con Angiolino Fabbri, don Orfeo Facchini, Umberto Fusini, Stefano Galli, Antonio Martelli, Eliana Nerozzi, Arcido Parisi, Francesco Persiani, Adriano Simoncini, Roberto Vitali e William Vivarelli. Infine i Vip con Luca Cordero di Montezemolo, Paolo Fresu, Franco Grillini, Maurizio Marchesini, Alberto Monti, Emanuela Pierantozzi, Franco Piro, Gianni Raimondi, Diana Sabbi e Simonetta Saliera.

Giornalisticamente nato sulle pagine de il Punto, dopo una vita in fabbrica, chi scrive dopo la pensione, ha collaborato per 15 anni con il Resto del Carlino, poi con i quotidiani Il Domani e L’Informazione legati a La Stampa di Torino. Trovando anche il tempo per scrivere su vari periodici locali e sul semestrale Savena Setta Sambro storie che riguardavano più il pianorese di un tempo che di oggi. Testi raccolti nel volume, già esaurito, Acqua passata (2018) al quale sono seguiti tre libri dedicati a San Lazzaro: La Croara e i suoi gessi (2019, esaurito), Gente di San Lazzaro (2020) e Farneto e dintorni (2021); e oggi Pianoro tra storia e memoria dedicato al territorio dove vive.

Giancarlo Fabbri

Al museo di Arti e Mestieri il nuovo libro di Giancarlo Fabbri

Pianoro (Bologna)

Domenica 6 novembre, alle 16.30, nella sala eventi del Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini” di Pianoro, in via del Gualando 2, con la partecipazione del sindaco di Pianoro Franca Filippini e l’autore intervistato dal direttore del periodico locale L’Idea Gianluigi Pagani verrà presentato il mio nuovo libro Pianoro tra storia e memoria. Volume che sarà nelle edicole e librerie del pianorese, e non soltanto. L’ingresso è gratuito con al termine firmacopie a richiesta e buffet.

Il libro nasce dall’idea di proporre ai pianoresi, e non solo, pagine di storia e cronaca locale quasi mai trattate nei libri sin qui pubblicati da altri autori. E anche, o soprattutto, dall’enorme patrimonio archivistico e fotografico raccolto in trent’anni di attività giornalistica, per dare ai lettori nuove prospettive di conoscenza del territorio in cui vivono.

Giornalisticamente nato sulle pagine de il Punto, dopo una vita in fabbrica da metalmeccanico, chi qui scrive grazie al mensile La Gazzetta dell’Appennino, dopo la pensione, ha collaborato per 15 anni con il Resto del Carlino, poi con i quotidiani Il Domani e L’Informazione legati a La Stampa di Torino. Trovando comunque il tempo per scrivere su vari periodici locali e sul semestrale Savena Setta Sambro storie che riguardavano più il pianorese di un tempo che di oggi. Testi infine raccolti nel volume, già esaurito, Acqua passata (2018). A questo sono seguiti tre volumi dedicati al territorio e ai personaggi di San Lazzaro: La Croara e i suoi gessi (2019, esaurito), Gente di San Lazzaro (2020) e Farneto e dintorni (2021); e oggi Pianoro tra storia e memoria dedicato al territorio dove l’autore vive.

Scorrendo il sommario del mio ultimo libro si va dal fallito Piano integrato di Rastignano al Museo dei Botroidi di Tazzola, dal vecchio ponte del Paleotto al Nodo di Rastignano e alle fontane senza acqua. Con un occhio alla cultura con il teatro, la stampa e gli scrittori locali fino alla prossima riapertura del multisala Star City Cinemas. E a proposito di personaggi nel libro sono ricordati 11 personaggi e dieci vip pianoresi conosciuti anche a livello nazionale e internazionale.

Giancarlo Fabbri

Lasagne contro il cancro a sostegno dell’Istituto Ramazzini

Nel collage il logo del Ramazzini, l’oncologo Cesare Maltoni e immagini di pranzi precedenti

San Lazzaro (Bologna)

Anche la buona tavola in lieta compagnia può dare un contributo alla lotta contro il cancro avviata decenni fa dallo scienziato sanlazzarese Cesare Maltoni (1930-2001) fondatore a Bentivoglio di un importante centro di ricerche, dedicato al suo nome, e dell’Istituto Ramazzini.

Quindi già ora, ed entro il prossimo 9 novembre, è possibile telefonare a Giusi (360-884207), Anna (339-8948252) o Leda (338-1154683), per prenotare posti a tavola per una “Sagra della Lasagna” organizzata dalla sezione “Teresa Silvagni” di San Lazzaro dell’onlus “Istituto Ramazzini” assieme all’Arci sanlazzarese. Pranzo che si terrà dalle 12 di domenica 13 novembre nella “Sala 77” dell’Arci, in via Bellaria 7 a San Lazzaro, con prenotazioni obbligatorie. Pranzo di beneficenza, con offerta minima di 25 euro per gli adulti, 15 per i bimbi dai cinque ai dieci anni e 20 euro per l’asporto (sette euro a porzione nell’asporto della sola lasagna), che propone, dopo l’aperitivo al tavolo, un menù con lasagne al ragù, arista con funghi, arrosto di tacchino, salsiccia e costoline con patatine fritte, dolce, acqua e vino. In alternativa alle lasagne, da comunicare alla prenotazione, tagliatelle con ragù. Si tratta di una mini sagra preparata dagli chef dell’Arci, con ricavato che sarà destinato alle attività di studio, ricerca e prevenzione dei tumori e delle malattie ambientali e professionali del “Ramazzini”.

Per tutti, anche per i non soci del “Ramazzini” la sezione sanlazzarese, presieduta da Paolo Nicoli, ha organizzato interessanti gite con il loro programma distribuito nel corso del pranzo che avrà come finale una sottoscrizione a premi. Per informazioni rivolgersi ai numeri citati o al negozio “Le Ramazzine” gestito dalle volontarie sanlazzaresi in via Casanova 14, dove trovare a prezzi d’occasione capi di abbigliamento, oggetti da arredamento, e articoli vari, nuovi o usati; anche i regali di Natale per sé, per i propri familiari e per gli amici. Anche questo è un modo per sostenere le attività di prevenzione dei tumori, e non solo, effettuate nei poliambulatori di via Libia, a Bologna, e sulla via Emilia a Ozzano, con visite specialistiche ed esami di laboratorio.

Giancarlo Fabbri