Tanti auguri da “Un’Idea di Appennino”, il mensile per 18 comuni

Un'Idea 97

Città metropolitana bolognese

Il mensile “Un’Idea di Appennino”, numero 97 di questo dicembre 2019, edito dalla Hemingway Editore e diretto da Bruno Di Bernardo, è scaricabile gratuitamente dal sito hemingwayeditore.wordpress.com, e in distribuzione, sempre gratis, in cartaceo su un vasto territorio. Infatti il periodico è distribuito in diciotto comuni Bologna compresa per dare notizie e, soprattutto, per promuovere il territorio collinare e montano anche dai punti di vista economico e turistico. Sostenuto solo dalle inserzioni pubblicitarie degli imprenditori, pone in primo piano le notizie locali facendole conoscere in ambito molto più ampio.

Nel numero di ottobre di “Un’Idea di Appennino” del vostro cronista potete leggere, su Pianoro, le preoccupazioni per le morti da incidenti sulla Fondovalle Savena, del sorgo come cereale del futuro e dello studio ergonomico biomeccanico per ciclisti. Su Ozzano dell’arresto di Milva Magliano ex socia di Wanna Marchi, delle originali figurine Mestieroidi a favore di scuole e commercio locale, della riconferma della Magic Roller a campione d’Italia in due classifiche differenti. Infine su San Lazzaro del nuovo Piano urbanistico generale (Pug) con un nuovo bando di rigenerazione urbana del territorio, del programma delle iniziative natalizie, dell’installazione dei dispositivi salvavita per i motociclisti e delle tra sorelle Dalpozzo, figlie d’arte, che fanno messe di medaglie e titoli nel gioco del bridge riconosciuto dal Coni.

A cura del direttore responsabile Bruno Di Bernardo, e altri colleghi: Filippo Batisti, Sarah Buono, Marica Cavicchi e Roberta Cristofori, inchieste, cronache, notizie e curiosità da: Alto Reno Terme, Camugnano, Casalecchio, Castiglione dei Pepoli, Grizzana, Loiano, Marzabotto, Monghidoro, Monterenzio, Monte San Pietro, Monzuno, San Benedetto Val di Sambro, Sasso Marconi, Valsamoggia, Vergato, Zola Predosa, oltre che da Bologna, dalla Città metropolitana e dalla Regione Emilia-Romagna. Per contattare la redazione: 0534.667927; per richiedere inserzioni pubblicitarie: 339-4233609.

Giancarlo Fabbri

“La Croara e i suoi gessi” un libro da donare a chi ama la natura

Collage Copertina Oratorio

La copertina del libro e l’oratorio della Madonna dei Boschi

Per motivi organizzativi, visto l’esaurimento delle copie, il secondo libro di Giancarlo Fabbri, “La Croara e i suoi gessi”, dopo la prossima Epifania non sarà più disponibile nelle edicole di Pianoro e San Lazzaro e considerato esaurito dopo due ristampe. Chi è interessato al libro per sé, o per farne dono per le festività natalizie, dovrà quindi affrettarsi.

Quello della Croara, che l’autore ha attraversato più volte al giorno per quasi trent’anni, è un territorio ricco di affioramenti selenitici, di caverne, inghiottitoi, doline e misteri su cui valeva la pena di scrivere un libro. L’ultimo di questi misteri, scelto come punto di partenza, è quello del cartello “Croara” montato sulla via omonima tra le vie Santa Rosa e del Pozzo con la scritta in chiaro per chi scende dal colle della Croara e barrato in rosso per chi sale da San Lazzaro. Come dire che la Croara finisce a metà del suo territorio che invece va fino al confine col Comune di Pianoro dove la via Croara prende nome Ca’ Bianca. Il lato curioso è che il cartello di fine Croara taglia fuori dal territorio della frazione proprio la parte più antica e interessante della Corvariae di cui è stata accertata la presenza dell’uomo sin dall’età della pietra.

Secondo chi aveva collocato il citato cartello il monte Croara, e l’ex abbazia, non fanno parte della frazione nonostante che a monte di quel cartello ce ne siano altri due, uno in via Madonna dei Boschi e uno nell’ex via Benassi davanti alla chiesa di Santa Cecilia della Croara. Lasciate le incongruenze dei cartelli stradali il libro è un viaggio in un territorio di cui troppi ignorano le bellezze pur essendo a due passi da Bologna. Viaggio che parte dalla sua geologia, proseguendo con la scintillante selenite, poi nella Grotta della Spipola con Luigi Fantini, tra castelli medievali e fortezze ottocentesche, il Monte dei Corvi e Cava Gionni, il caso Polvani ancora senza colpevoli, le morti di Daniele Bianchi e Mariano Cologna. Poi ancora l’ex Cava a Filo, la Palestrina delle prime scalate, l’oratorio e i miracoli della Madonna dei Boschi, le messe nere dei satanisti, l’ex abbazia, i personaggi Loris da Porretta, Libero Vitali, Filippo de Pisis, Luciano Atti, Estenio Mingozzi, il Parco dei Gessi, le polemiche, gli animali e le piante.

L’autore Giancarlo Fabbri, giornalista pubblicista, è stato per quindici anni collaboratore del quotidiano “il Resto del Carlino” poi dei quotidiani bolognesi “Il Domani” e “L’Informazione”. Attualmente è redattore del mensile “Un’Idea di Appennino”, distribuito in 18 comuni della Città metropolitana di Bologna, e collaboratore di periodici del territorio bolognese. Nel 2018 ha pubblicato “Acqua passata. Storie, cronache e personaggi di Pianoro” raccogliendo articoli scritti in oltre venticinque anni sul prestigioso semestrale culturale “Savena Setta Sambro” edito dall’omonimo Gruppo di studi con sede a Monzuno.

Giancarlo Fabbri

Per una settimana la Luna scende sulla Terra

06 Luna Luce della Notte

San Lazzaro (Bologna)

Nel 50° anniversario dei primi passi dell’uomo sul suolo lunare per una settimana la Luna scende sulla Terra per essere studiata sotto tutti i punti di vista. Dal 12 al 19 dicembre a San Lazzaro ci sarà una settimana di eventi e incontri con esperti e scienziati. Tra gli ospiti l’astrofisico e astronauta Umberto Guidoni, lo scrittore e divulgatore scientifico Paolo Attivissimo e il climatologo Luca Mercalli. La Luna, satellite del nostro pianeta, è protagonista della prima rassegna scientifica di San Lazzaro dal titolo “La Luce della Notte”, che si terrà col patrocinio di Inaf–Osservatorio di astrofisica e scienza dello spazio. Una settimana di appuntamenti, proiezioni e incontri gratuiti con esperti e scienziati, che faranno esplorare la Luna pur rimanendo con piedi saldi a terra.

Alla presentazione della rassegna, il mese scorso in municipio, il sindaco Isabella Conti ha spiegato che «la cultura non può essere elitaria e la nostra missione è di creare momenti di incontro e condivisione aperti a tutte le età, per una semina positiva di curiosità, conoscenza e cultura. Per questo – ha precisato – con gli assessori Francesco Aloe e Juri Guidi, abbiamo ideato quattro rassegne che avranno luogo ogni anno, sui temi della scienza, dell’attualità, dell’arte e della letteratura. Iniziamo il percorso con “Il grande racconto della scienza”, dedicato alla Luna, in occasione del 50° anniversario dai primi passi dell’uomo sulla sua superficie. Ospiteremo esperti del settore, e scienziati, ma anche – ha concluso il sindaco – iniziative di qualità, che ci porteranno alla scoperta dello spazio come non lo abbiamo mai visto».

Accanto al Comune ci saranno l’Osservatorio di astrofisica e scienza dello spazio, che ha dato il patrocinio alla rassegna, e Sofos che assieme alla coop Camelot installerà un planetario da 50 posti nella corte del municipio dove si terranno laboratori e spettacoli. Ad aprire gli incontri Umberto Guidoni, alle 21 di giovedì 12 dicembre nella sala eventi della Mediateca. Venerdì 13 dicembre alle 18 la Fondazione Cirulli ospiterà Maria Giulia Adretta e Marco Ciardi alla presentazione del loro ultimo libro “Stregati dalla Luna; e alle 21, in Mediateca, Paolo Attivissimo affronterà invece l’aspetto giornalistico del primo sbarco sulla Luna.

Protagonista dell’incontro di sabato 14 dicembre, alle 17 in Mediateca, il professor Fabrizio Bonoli, docente di Storia della Cosmologia in un viaggio dai miti antichi fino allo sbarco dell’uomo Luna. Domenica 15 dalle 17 alle 23 in MediatecaLunar Party” con musica, proiezioni, installazioni, postazioni interattive a cura di Sofos. Lunedì 16 dicembre, alle 18.30 in Mediateca, il professor Luca Alessandrini parlerà della Luna in chiave simbolica e storica. Il 18 dicembre alle 18.30, si passerà alle altre lune del sistema solare, con Roberto Bedogni e Flavio Fusi Pecci. Martedì 19 alle 21, al PalaYuri, a chiudere la rassegna sarà Luca Mercalli sul tema della crisi climatica del nostro pianeta e la ricerca di una “Terra 2” mentre la Luna, lassù, ci osserva e … illumina la notte.

Giancarlo Fabbri

Sotto gli occhi di tutti … ma sconosciuto: il Contrafforte Pliocenico

Collage Contrafforte Pliocenico

Pianoro (Bologna)

Alle 21 di giovedì 5 dicembre, organizzato dalla locale associazione di camminatori ed esploratori del territorio Walking Valley, nella sala del cineteatro parrocchiale di Rastignano, in largo Don Giorgio Serra 1, si terrà una serata culturale con immagini dedicata all’aspetto naturalistico del Contrafforte Pliocenico. Sull’argomento ne parleranno gli attivisti della Lega italiana protezione uccelli (Lipu) di Pianoro, Umberto Fusini e Stefano Galli, con l’ausilio di bellissime foto del fotografo naturalista William Vivarelli sempre a caccia con fotocamere e teleobiettivi.

Una serata senz’altro utile e istruttiva rivolta all’imponente formazione rocciosa in arenaria che taglia trasversalmente, dal territorio di Sasso Marconi a quello di Monterenzio le valli del Reno, del Setta, del Savena, dello Zena e dell’Idice con una sequenza imponente di rupi e torrioni dove negli anfratti nidificano rare specie di uccelli come il falco pellegrino, il falco pecchiaiolo, il lanario (Falco biarmicus), l’albanella minore, l’averla piccola, il calandro, l’ortolano, il succiacapre, e la tottavilla. Oltre a tanti mammiferi selvatici, rettili, anfibi, eccetera, senza dimenticare particolarità botaniche caratteristiche di altri climi.

Una ricchezza naturalistica che, su sollecitazione delle associazioni ambientaliste, ha indotto la Regione a istituire nel 2006 la Riserva Regionale del Contrafforte Pliocenico affidata all’Ente regionale di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Orientale, che governa anche tutti i parchi e le oasi naturalistiche della provincia bolognese.

Come si rileva dal sito istituzionale dell’Ente regionale l’area del Contrafforte, già riconosciuta come Sito di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale nella Rete Natura 2000 e tutelata dal Piano Territoriale Regionale e dall’Oasi Faunistica esistente, è costituita da un complesso, lungo circa 15 chilometri, di affioramenti rocciosi di arenaria pliocenica, disposto trasversalmente alle valli già citate. La riserva naturale riguarda un’area di più ridotte dimensioni (circa 757 ettari) con i bastioni arenacei dei boschi che ne costituiscono il contesto più immediato e alcune porzioni coltivate. La riserva è stata istituita per conservare gli ambienti naturali, le emergenze geologiche, la flora e la fauna e per promuovere interventi di riqualificazione ambientale, tutela della biodiversità, ricerca scientifica ed educazione ambientale. La superficie interessata dalla riserva è stata suddivisa in due zone: la “zona 1” di interesse geologico, vegetazionale e faunistico e la “zona 2” agroforestale destinata alla qualità ambientale e al governo dei rapporti tra le attività umane e l’ambiente naturale.

Giancarlo Fabbri