Al museo un febbraio con laboratori di burattini arte e norcini

MUSEO  DI  ARTI  E MESTIERI

Il burattinaio Vittorio Zanella con uno dei pupazzi “parlanti”

Pianoro (Bologna)

Segnalo agli amici di Facebook, e non solo, il calendario delle iniziative organizzate nel febbraio 2020 nel Museo di Arti e Mestieri di Pianoro “Pietro Lazzarini”, in via del Gualando a Pianoro Nuova.

Domenica 2 febbraio, dalle 16 alle 18.30, con il burattinaio Vittorio Zanella, artista del teatro di figura noto a livello internazionale, si terrà un laboratorio di costruzione di burattini, con materiali di recupero come coni di cartone per filati da maglieria, lana, pannolenci, colori e anche stoffe variopinte. Domenica 16 febbraio, ancora dalle 16 alle 18.30 con docente Vittorio Zanella, il laboratorio sarà dedicato alla realizzazione di pupazzi con la bocca mobile “parlante” utilizzando gommaspugna scolpita e grattugiata, lana, pannolenci e gessetti colorati. Al termine dei due laboratori, dedicati a bambini dai quattro ai dieci anni di età, ma non più di trenta ogni appuntamento, ogni bambino si porterà a casa il burattino o pupazzo che ha costruito; il costo è di quattro euro a bambino e a laboratorio. L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con la compagnia “Il teatrino dell’Es” di Castenaso.

Sabato 15 febbraio invece, sempre alle 16, verrà inaugurata una mostra “Antologica” dell’artista Gigi Pillati, curata da Mauro Paolini. La mostra sarà poi visitabile il sabato e la domenica, dalle 15 alle 18, fino all’1 marzo.

Sabato 22 febbraio, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18, ritorna l’iniziativa “Il sacrificio del maiale”, un vero protagonista del mondo rurale, con i norcini maestri macellai Sergio Mazzanti ed Ernesto Rocca che “disferanno” il maiale, poi prepareranno e imbudelleranno la coppa che dalle potrà essere assaggiata calda con pane e vino. “Il sacrificio del maiale” proseguirà domenica 23 febbraio, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 17, con una dimostrazione di insaccatura delle carni con i norcini Sergio Mazzanti ed Ernesto Rocca. Il salame prodotto sarà poi il companatico del pane cotto nel forno a legna durante la festa “Il pane di casa” che si terrà nel prossimo mese di maggio. Nelle stesse due occasioni, ma solo al mattino, potranno essere prenotati i prodotti ricavati dalla macellazione del maiale poi distribuiti nel pomeriggio. E dopo aver preparato la rassicurante provvista per tutto l’anno, come si faceva una volta … vén e brazadèla per tutti.

Per ulteriori informazioni: 051.6529105 (municipio); 051.776927 (museo); info@museodiartiemestier.it; www.museodiartiemestieri.it; www.facebook.com/museodiartiemestieri.

Giancarlo Fabbri

Nella giornata della memoria l’olocausto visto da Angela e dai giovani

Memoria 2020

Pianoro (Bologna)

Come da tradizione nella ricorrenza della “Giornata della Memoria” anche quest’anno il Tavolo per la Pace Pianoro intende ricordare la tragedia dell’olocausto con un’iniziativa che si terrà alle 20.30 dl 31 gennaio 2020 al centro culturale giovanile Pianoro Factory in via dello Sport 2/3 in Pianoro capoluogo. All’iniziativa, che gode di patrocinio del Comune di Pianoro e dell’Unione comunale Savena Idice, hanno contribuito anche le associazioni Anpi Pianoro, Pianoro Factory e la Coop Le Macchine Celibi.

Nell’occasione sarà proiettato il documentario di Alberto Angela “Viaggio senza Ritorno” che è stato trasmesso dalla Rai, due anni fa, proprio in occasione di questa giornata, nel quale si racconta del lungo viaggio senza ritorno degli ebrei che nel rastrellamento del 16 ottobre 1943 furono catturati a Roma, dalle SS naziste, e portati nell’inferno di Auschwitz o in altri campi di sterminio.

Nel filmato si vedranno le testimonianze di alcuni abitanti dell’ex ghetto della capitale, ora adulti, scampati alla razzia di quel “sabato nero” per fatalità o per la solidarietà di altri cittadini romani. Pochi i sopravvissuti e, tra loro, la combattiva senatrice a vita Liliana Segre e Sami Modiano, una avviata ai campi di concentramento su un treno merci partito dal sotterraneo binario 21 di Milano, l’altro invece su un battello per il trasporto di bestiame salpato da Rodi in Grecia.

Quello realizzato da Alberto Angela, con la cura dello storico, è un documentario piuttosto forte, ma condotto con la delicatezza e la rigorosità che sono proprie di Angela. Soprattutto nelle scene girate all’interno di Auschwitz e nel proporci le immagini girate dalla troupe americana dopo che il campo fu liberato dall’esercito russo il 27 gennaio del 1945. Il filmato si chiude con un’apertura alla speranza e un discorso sulla libertà.

Per l’occasione – ci precisa Paola Rodolfi, presidente de Il Tavolo per la Pace Pianoro – abbiamo allestito una mostra fotografica a titolo “Educare attraverso i luoghi”, realizzata con le fotografie dei giovani del territorio scattate da loro in occasione delle visite effettuate ai campi di concentramento di Fossoli (Modena) e di Mauthausen-Gusen (Austria), mostra che rimarrà aperta fino al 7 febbraio 2020 con ingresso libero e gratuito negli orari di apertura del centro giovanile. Per informazioni: 051.775465; info@pianorofactory.com.

Giancarlo Fabbri

Al museo il 25 gennaio fotografie e il 26 cinema antirazzista

Collage 25 26 01 2020

Pianoro (Bologna)

Segnalo agli amici di Facebook, e non soltanto, due interessanti iniziative che si terranno il 25 e il 26 gennaio 2020 nella sala eventi al primo piano del Museo di Arti e Mestieri di Pianoro “Pietro Lazzarini”, in via del Gualando a Pianoro Nuova.

Sabato 25, alle 16, si inaugura la mostra fotografica di Emanuele Boccafoglia a titolo: “L’alba: strade, piazze e campi” che resterà aperta il sabato e la domenica dalle 15 alle 18 fino al 6 febbraio. A presentare la mostra intervengono Gianluigi Pagani, direttore de L’Idea, e don Giulio Gallerani, parroco di Rastignano. La mostra raccoglie una serie di fotografie accomunate da alcune caratteristiche: scattate la mattina presto, intorno al momento dell’alba; scattate ed elaborate al momento con smartphone; scattate entro un raggio di sei chilometri dalla Piazza di Cento.

«Un vecchio adagio della fotografia – spiega Emanuele Boccafoglia – recita che “la migliore macchina fotografica è quella che hai con te” e grazie ai nuovi strumenti, come i cellulari, questo è sempre più facile e frequente. Sono entrati nelle nostre vite e ci accompagnano tutti i giorni in ogni attività. Il mio cellulare è diventato prima compagno di camminata e poi strumento di scoperta fotografica. La facilità con cui lo si estrae di tasca ed è pronto a scattare, la possibilità di condividere immediatamente lo scatto, la ricchezza di applicazioni utilizzabili – conclude – lo rendono uno strumento dalle grandi possibilità».

Domenica 26, sempre alle 16, ci sarà la proiezione del film “Hotel Rwanda”, in occasione della Giornata della Memoria 2020, un film drammatico con la regia di Terry George con Don Cheadle, Sophie Okonedo, Nick Nolte, Joaquin Phoenix, Roberto Citran e David O’Hara. Un’occasione per riflettere e fare memoria attraverso una storia vera di coraggio e fratellanza; in Rwanda, all’inizio degli anni ’90, un milione di Tutsi è stato letteralmente massacrato dai rivali Hutu, quasi tutti a colpi di machete e mazza, senza che la comunità internazionale facesse nulla, se non lasciare a poche forze dell’Onu un compito di interdizione di scarsa efficacia.

Per ulteriori informazioni: 051.6529105 (municipio); 051.776927 (museo); info@museodiartiemestier.it; www.museodiartiemestieri.it; www.facebook.com/museodiartiemestieri.

Giancarlo Fabbri

Un ricordo di Tonino Pirini a cent’anni dalla nascita

Foto Firmata Pirini

Ozzano (Bologna)

Sabato 18 gennaio, alle 10, nel municipio di Ozzano a cura dell’Anpi locale si terrà una cerimonia a ricordo di Tonino Pirini nel centenario della nascita avvenuta il 17 gennaio 1920, nelle campagne a Osteria Grande di Castel San Pietro, da una famiglia contadina poi trasferitasi a Ozzano. Nell’occasione saranno presenti il sindaco Luca Lelli, il nipote Mauro Pirini, lo storico Vincenzo Sardone e Mauro Maggiorani dell’Anpi di Bologna. Personaggio, Pirini, che ha segnato la storia di Ozzano tanto che a raccontarne la vita l’anno scorso è stato pubblicato un libro edito da Bacchilega dal titolo “Dai primi socialisti a Tonino Pirini – Il lungo filo rosso della sinistra a Ozzano dell’Emilia (1895-1975)”. Volume curato dagli storici Mauro Maggiorani e Vincenzo Sardone con testi di Roberta Mira, Tito Menzani e Luca Lelli.

C’è infatti voluto un libro intero per raccontare la vita di Tonino Pirini nato da famiglia contadina, militare al fronte, partigiano, attivista politico e oratore per il Pci, sindacalista Cgil, cooperatore, consigliere comunale, assessore, sindaco di Ozzano dal 1955 al 1958 e dal 1965 al 1976, fondatore e presidente della Cassa Rurale e Artigiana di Ozzano oggi Banca di Bologna, assicuratore dell’Unipol, presidente dell’Anpi locale e presidente della commissione comunale per le celebrazioni delle ricorrenze nazionali fino alla scomparsa avvenuta nel giugno del 2016. Personaggio che ha dedicato la vita allo sviluppo sociale ed economico di Ozzano come mai nessun altro tanto che già nel giugno 2017 al suo nome è stato dedicato il palazzo della cultura di piazza Allende che contiene le biblioteche, le due sale pubbliche, e il museo.

Sempre elegantissimo, signore d’altri tempi, personaggio carismatico, autorevole, giunse a Ozzano nel 1937 con la famiglia. Chiamato alle armi prestò servizio a L’Aquila e a Chieti dov’era all’armistizio dell’8 settembre 1943. Sfuggito ai tedeschi tornò a Ozzano dandosi poi alla clandestinità per far parte del battaglione “Pasquali” della IV brigata “Venturoli Garibaldi” come intendente col nome di battaglia “Leone” raggiungendo il grado di sottotenente. Dopo la liberazione fece parte del Comitato di liberazione nazionale, organizzò la locale sezione del Pci, fu segretario dell’Anpi, del Fronte democratico e amministratore della Cooperativa di consumo del popolo di Ozzano. Membro della federazione bolognese del Pci fu inviato a Porretta e in Sicilia, a Sciacca e Agrigento, per organizzare le locali campagne elettorali.

Alle esequie civili Pirini fu salutato davanti a quel municipio che fu la sua seconda casa per anni, dove fu consigliere comunale (dal 1951), sindaco (dal 1955 al 1958 e dal 1965 al 1976) poi assessore (dal 1976 al 1982). Nel 1958 fu destituito dalla carica di sindaco, dal prefetto di Bologna, dopo aver subito una condanna per aver espresso solidarietà ai lavoratori che si erano opposti allo sfratto forzato dei sindacati e dei partiti di sinistra dalla Casa del popolo (ex Casa del fascio) di Ozzano.

Negli anni seguenti fino alla rielezione a sindaco Pirini fu sindacalista nella Cgil, socio fondatore della Cassa rurale e artigiana di Ozzano di cui fu presidente per dieci anni. Come sindaco rieletto nel 1965 aveva impostato il primo Piano regolatore generale, realizzato scuole, e servizi. Nel 1976 gli fu chiesto di restare in giunta come assessore al bilancio e ai lavori pubblici; impegno che mantenne fino al 1982 dopo 30 anni di incarichi come amministratore pubblico. Ancora a 90 anni di età, e oltre, è stato nel direttivo Spi-Cgil, nella Commissione per la cultura, revisore dei conti del Centro anziani, presidente dei garanti Pd, presidente dell’Anpi e della Commissione per le celebrazioni civili. Nel 2004 fu insignito, con Marco Vacchi (Ima), del premio “Torre d’oro”, simbolo municipale, dal sindaco Valter Conti; e nel 2010 dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del titolo di Cavaliere della Repubblica. Integerrimo, rigoroso con se stesso più che con altri, lo ricordo ancora, non molti anni fa, in giacca e cravatta pedalare su una Bianchi nera, con i freni a bacchetta. E chissà dove starà pedalando ora salutando con un cenno del capo, o della mano.

Alla Lodi dopo la Torre, il Nettuno d’oro e la laurea ad honorem

Collage Lodi

Ozzano (Bologna)

Lo scorso 9 novembre, in occasione del 50° anniversario dell’apertura a Bologna dell’asilo nido comunale “Patini”, il sindaco di Bologna Virginio Merola ha consegnato ad Adriana Lodi il “Nettuno d’oro”. Un alto riconoscimento assegnato «a chi ha onorato con la propria attività la città di Bologna». Riconoscimento che le è stato consegnato nella sala “Cesare Masina”, al Quartiere Navile, a pochi passi da quel primo asilo comunale d’Italia ideato e realizzato dalla Lodi su un terreno ex sede del circolo ricreativo dell’azienda tranviaria bolognese. Apertura che avvenne con personale di educatori qualificatie non con badanti, come consuetudine, «che non facevano nulla» disse la Lodi.

Nemmeno venti giorni dopo Adriana Lodi è stata omaggiata da Luca Lelli sindaco del Comune di Ozzano, dove risiede, con una targa dorata come ringraziamento «per aver condotto e vinto la grande battaglia contro l’istituzionalizzazione degli anziani e dei bambini e per i risultati ottenuti a favore dei diritti delle donne e delle persone più deboli». E per finire in bellezza la Lodi il mese scorso ha anche ricevuto una laurea ad honorem in Pedagogia dalle mani del rettore Francesco Ubertini dell’Università di Bologna. E dire che a 14 anni lavorava come operaia in una fabbrica di saponi diventando subito sindacalista e attivista.

Non a caso il Comune di Ozzano nel 2013 aveva già reso omaggio alla Lodi conferendole il premio “La Torre”. Riconoscimento istituito dall’amministrazione comunale rivolto alle «personalità che in vita si siano distinte per particolari meriti letterari, storici, artistici, sportivi, economici, scientifici o per l’impegno civile e nel volontariato».

Adriana Lodi, nata a San Giovanni in Persiceto nel 1933 da famiglia operaia, nel 1937 si trasferì a Borgo Panigale. Dopo la scuola iniziò a lavorare a 15 anni come operaia e in fabbrica maturò il suo impegno politico e sindacale che la portò ancora minorenne a iscriversi al Pci e alla Cgil. A 16 anni fu eletta nella commissione interna dell’azienda dove lavorava e il passaggio dalla fabbrica al sindacato fu scandito dalla partecipazione nel 1950 alla scuola sindacale al termine della quale entrò a far parte della Federazione lavoratori chimici del bolognese.

Nel 1955, a 22 anni divenne responsabile della commissione femminile della Camera del lavoro di Bologna. Dal 1956 al 1960 ottenne incarichidi responsabilità per poi essere eletta in consiglio comunale a Bologna.

Rieletta nel 1964 entrò a far parte della giunta di Giuseppe Dozza, come assessore al lavoro, all’anagrafe e ai servizi elettorali, assumendo poi anche deleghe all’assistenza, igiene e sanità. Nel 1966 con la giunta di Guido Fanti divenne assessore ai servizi sociali, ricoprendo tale incarico fino al 1969 quando entrò in Parlamento tra le fila del Pci, dopo le dimissioni di Luciano Lama. E in quell’anno si inaugurò il primo nido comunale bolognese con due annidi anticipo sulla legge nazionale, di cui lei stessa fu fautrice. Adriana Lodi è stata poi parlamentare alla Camera dei deputati per sei legislature fino al 1991.

Giancarlo Fabbri

Alla Lodi dopo la Torre, il Nettuno d’oro e la laurea ad honorem

Collage Lodi

Ozzano (Bologna)

Lo scorso 9 novembre, in occasione del 50° anniversario dell’apertura a Bologna dell’asilo nido comunale “Patini”, il sindaco di Bologna Virginio Merola ha consegnato ad Adriana Lodi il “Nettuno d’oro”. Un alto riconoscimento assegnato «a chi ha onorato con la propria attività la città di Bologna». Riconoscimento che le è stato consegnato nella sala “Cesare Masina”, al Quartiere Navile, a pochi passi da quel primo asilo comunale d’Italia ideato e realizzato dalla Lodi su un terreno ex sede del circolo ricreativo dell’azienda tranviaria bolognese. Apertura che avvenne con personale di educatori qualificatie non con badanti, come consuetudine, «che non facevano nulla» disse la Lodi.

Nemmeno venti giorni dopo Adriana Lodi è stata omaggiata da Luca Lelli sindaco del Comune di Ozzano, dove risiede, con una targa dorata come ringraziamento «per aver condotto e vinto la grande battaglia contro l’istituzionalizzazione degli anziani e dei bambini e per i risultati ottenuti a favore dei diritti delle donne e delle persone più deboli». E per finire in bellezza la Lodi il mese scorso ha anche ricevuto una laurea ad honorem in Pedagogia dalle mani del rettore Francesco Ubertini dell’Università di Bologna. E dire che a 14 anni lavorava come operaia in una fabbrica di saponi diventando subito sindacalista e attivista.

Non a caso il Comune di Ozzano nel 2013 aveva già reso omaggio alla Lodi conferendole il premio “La Torre”. Riconoscimento istituito dall’amministrazione comunale rivolto alle «personalità che in vita si siano distinte per particolari meriti letterari, storici, artistici, sportivi, economici, scientifici o per l’impegno civile e nel volontariato».

Adriana Lodi, nata a San Giovanni in Persiceto nel 1933 da famiglia operaia, nel 1937 si trasferì a Borgo Panigale. Dopo la scuola iniziò a lavorare a 15 anni come operaia e in fabbrica maturò il suo impegno politico e sindacale che la portò ancora minorenne a iscriversi al Pci e alla Cgil. A 16 anni fu eletta nella commissione interna dell’azienda dove lavorava e il passaggio dalla fabbrica al sindacato fu scandito dalla partecipazione nel 1950 alla scuola sindacale al termine della quale entrò a far parte della Federazione lavoratori chimici del bolognese.

Nel 1955, a 22 anni divenne responsabile della commissione femminile della Camera del lavoro di Bologna. Dal 1956 al 1960 ottenne incarichidi responsabilità per poi essere eletta in consiglio comunale a Bologna.

Rieletta nel 1964 entrò a far parte della giunta di Giuseppe Dozza, come assessore al lavoro, all’anagrafe e ai servizi elettorali, assumendo poi anche deleghe all’assistenza, igiene e sanità. Nel 1966 con la giunta di Guido Fanti divenne assessore ai servizi sociali, ricoprendo tale incarico fino al 1969 quando entrò in Parlamento tra le fila del Pci, dopo le dimissioni di Luciano Lama. E in quell’anno si inaugurò il primo nido comunale bolognese con due annidi anticipo sulla legge nazionale, di cui lei stessa fu fautrice. Adriana Lodi è stata poi parlamentare alla Camera dei deputati per sei legislature fino al 1991.

Giancarlo Fabbri

Paola Tattini fa ancora centro, Collare d’oro al Merito Sportivo

Collage Tattini

Ozzano (Bologna)

Con una grande cerimonia al Foro Italico di Roma alla presenza del presidente del consiglio Giuseppe Conte, di quello del Coni Giovanni Malagò, di alte cariche istituzionali e sportive, e di atleti, l’ozzanese di Ponte Rizzoli Paola Tattini è stata premiata col Collare d’oro al Merito sportivo; la massima onorificenza che un’atleta può ricevere in Italia. Per la super campionessa nel tiro a volo, disciplina nella quale ha vinto, dal 1982 a oggi, titoli italiani, europei e mondiali – nelle specialità fossa olimpica (trap), fossa universale, e infine nel tiro all’elica (electrocibles) – è il coronamento di una carriera condotta sempre ai massimi livelli.

Tanto che ha conquistato 11 titoli mondiali in tutte e tre le categorie, sia individuali che a squadre. Ha invece perso il conto dei titoli europei e italiani, e dal 2009 al 2019 ha vinto sei campionati tricolori nell’elica. Una specialità più difficile del piattello col volo più simile a quello di un uccello. L’obiettivo è infatti quello di frantumare le due ali arancioni di plastica, mentre il dischetto bianco, per ottenere il punto, deve cadere in una rete posta a 21 metri di distanza, se il disco bianco cade fuori dalla rete non dà punteggio. L’ultimo successo in questa specialità è dell’ottobre scorso, a Roma, con la forte tiratrice che con 28 su 30 ha conquistato l’oro mondiale individuale e a squadre; e nella prova di Coppa del Mondo l’oro a squadre e l’argento individuale. L’unico suo cruccio è che non ha mai partecipato alle Olimpiadi.

Originaria di Castenaso, oggi anche nonna, fu avvicinata al tiro dal marito cacciatore che la convinse a seguirlo ma sentendosi non molto portata nel 1982 iniziò un corso di tiro al poligono della Borgatella di San Lazzaro; non più esistente. Qui con il suo sovrapposto (non una carabina come hanno titolato alcuni giornali) nacque la passione per il tiro con ottimi risultati visto che solo tre anni dopo entrò in Nazionale senza più uscirne. Partita dal piattello, nelle specialità fossa olimpica e universale, decise poi di passare all’elica che le dava più soddisfazioni. Con una passione che se l’è addirittura tatuata addosso. Un fucile e due cartucce sulle braccia e un’elica sul polpaccio sinistro.

I successi di Paola Tattini nel tiro a segno, uno sport che raramente sale nelle cronache sportive come tante altre discipline ritenute “minori”, erano già stati riconosciuti dal Comune di Ozzano che nel marzo scorso l’aveva già insignita del premio “La Torre”. Il massimo riconoscimento che il Comune conferisce a chi “si è particolarmente distinto in ambito locale, nazionale o internazionale per meriti letterari, storici, artistici, sportivi, economici, scientifici o nel volontariato”.  Con il sindaco di Ozzano, Luca Lelli, a osservare che «per arrivare ai livelli di Paolaci vuole tanto impegno e tanta forza. La stessa forza e tenacia che ha messo nello sport e anche nell’affrontare la vita di tutti i giorni, che con lei non è sempre stata tenera. Per questo sono molto feliceche anche a livello nazionale sia stato tributato a Paola Tattini, nostra concittadina, l’onore che merita».

Giancarlo Fabbri

In distribuzione “Un’Idea di Appennino”, un mensile per 18 comuni

98 Un'Idea

Città metropolitana bolognese

E’ già in distribuzione gratuita in 18 comuni della Città metropolitana di Bologna la versione cartacea del numero 98, gennaio 2020, del mensile “Un’Idea di Appennino”. Periodico edito dalla Hemingway Editore, diretto da Bruno Di Bernardo, che già da alcuni giorni è scaricabile gratuitamente dal sito hemingwayeditore.wordpress.com. Infatti il periodico è distribuito in area vasta, Bologna compresa, per dare notizie di cronaca e promuovere il nostro territorio collinare e montano anche dai punti di vista economico e turistico. Sostenuto solo dalle inserzioni pubblicitarie degli imprenditori, pone in primo piano le notizie locali facendole conoscere in ambito molto più ampio.

Nel numero di gennaio di “Un’Idea di Appennino” del vostro cronista potete leggere, su Pianoro, dei cinghiali e dei problemi che provocano, della realizzazione in corso del percorso trekking Via del Fantini, di un giorno col traffico bloccato per la rottura di un acquedotto al ponte di San Ruffillo. Su San Lazzaro della festa sociale del circolo Arci che ha visto anche la breve presenza del cardinale Matteo Zuppi, della consegna del Lazzarino d’oro alla cantante Cristina D’Avena, della prossima realizzazione di un distaccamento dei vigili del fuoco. Infine su Ozzano della richiesta del capogruppo di Progresso Ozzano, Aldo Gori, di sospendere l’installazione di antenne a 5G, e già da quest’anno del calo delle rette per la frequenza negli asili nido.

A cura del direttore responsabile Bruno Di Bernardo, e altri colleghi: Filippo Batisti, Roberta Cristofori, Federico Del Prete e Riccardo Fioravanti, inchieste, cronache e curiosità da: Alto Reno Terme, Camugnano, Casalecchio, Castiglione dei Pepoli, Grizzana, Loiano, Marzabotto, Monghidoro, Monterenzio, Monte San Pietro, Monzuno, San Benedetto Val di Sambro, Sasso Marconi, Valsamoggia, Vergato, Zola Predosa, oltre cheda Bologna, dalla Città metropolitana e dalla Regione Emilia-Romagna. Per contattare la redazione: 0534.667927; per richiedere inserzioni pubblicitarie: 339-4233609.

Giancarlo Fabbri