Passati i carri armati sono nati piante e fiori

Ozzano (Bologna)

Dopo un quarto di secolo sul terreno dove i cingoli dei carri armati Leopard del 33° reggimento carri stritolavano qualunque cosa – tra polvere o fango, superando fossati, collinette, buche, stagni e laghetti – ora c’è un’oasi naturale che il Wwf bolognese aspira a tutelare. Infatti qui a Ozzano in un terreno a nord della ferrovia, tra le vie Grandi, Marconi, della Grafica e l’ex caserma Gamberini, c’è un’ex area militare di 37 ettari che dagli anni ’60 veniva utilizzata per l’addestramento dei carristi dell’esercito al tempo della leva militare. Successivamente, dal 2001 al 2017, la caserma Gamberini fu utilizzata come sede staccata dal genio ferrovieri di Castel Maggiore lasciando l’area addestramento carri allo sviluppo naturale.

Così qui, con il passare degli anni, è tornata a rispuntare l’erba, poi le prime piante seminate dal vento ed è quindi nato un bosco a costo zero con piante autoctone: querce, frassini, olmi, aceri campestri e pruni selvatici. «Insomma – spiega Fausto Bonafede biologo del Wwf – un valore naturalistico inestimabile nel quale hanno poi nidificato uccelli accogliendo anche tante altre specie animali. Un ecosistema tornato a com’era la pianura prima che fosse occupata dalle attività umane. Da quattro anni il Wwf ha osservato questo piccolo miracolo cresciuto senza ausili né spesa, proponendo infine che venisse salvaguardato da interessi edificatori e lasciato come natura crea. La nostra insistenza – ribadisce Bonafede – ha premiato perché il Comune di Ozzano ha acconsentito che il bosco diventi “Area protetta”. Prossimamente tale decisione verrà formalizzata e inserita nel Piano urbanistico generale preservando quel terreno come area verde protetta. E’ un risultato importante perché boschi e zone umide createsi in modo spontaneo – precisa il biologo del Wwf concludendo – sono eccezionali “spugne” per l’assorbimento dell’anidride carbonica il principale gas serra responsabile del riscaldamento del pianeta».

Anche per l’assessore all’ambiente Mariangela Corrado la zona, che comprende laghetti è ricca di biodiversità per la varietà di habitat creatisi. Ora il Wwf studiando questo polmone verde sta catalogando le specie di flora e di fauna che vi hanno preso alloggio. Per la prima sono state censite oltre trecento specie di cui alcune rare.

Per il sindaco Luca Lelli «l’inserimento dell’area concessaci dal Demanio militare nel piano urbanistico dovrebbe avvenire entro la metà di quest’anno. Nel corso degli anni si erano ventilate svariate ipotesi sulla destinazione di un’area così vasta. Poi è aumentata l’importanza di tutelarla, perché pur apparendo luoghi abbandonati, costituiscono, in realtà, un patrimonio ecologico importante. La cresciuta sensibilità ambientale, confermata dal voto unanime del consiglio comunale dell’aprile scorso, con i 5 Stelle assenti, ne ha escluso uno sfruttamento residenziale o produttivo, approvando, invece, la proposta del Wwf e di altre associazioni ambientaliste».

Giancarlo Fabbri