Venerdì 25 parte l’ultimo “Fine settimana del pesce di mare”

San Lazzaro

Venerdì 25 settembre nella “Sala ‘77” del circolo Arci di San Lazzaro, in via Bellaria 7 – con self service causa coronavirus –, riprenderà con una seconda puntata la tanto apprezzata iniziativa gastronomica “Fine settimana del pesce di mare” che proseguirà il 26 e 27 settembre, a pranzo e a cena, e con asporto, con ricavato destinato al sostegno dei gruppi sportivi che qui hanno sede o attività. In forma purtroppo ridotta, ma già collaudata e apprezzata, questo è il 32esimo anno che a fine estate il circolo Arci sanlazzarese dà il via alla sagra, nata nel 1988 come “Festival del pesce di mare”, a Rimini, dall’incontro di soci del circolo con pescatori e ristoratori della riviera romagnola.

Il menù proposto dai volontari dell’Arci per gli antipasti insalata di mare e cozze alla tarantina, come primi risotto alla marinara, spaghetti ai moscardini, caserecce pesto gamberi e zucchine, per secondi coda di rospo al forno pesto olive e capperi, fritto misto e gamberi al brandy; contorni, bevande, vini. Per chi non ama il pesce, ma vuol stare con gli amici, ci sono tagliatelle al ragù, salsiccia con patate e, solo la domenica a pranzo, lasagne al ragù. E’ poi possibile l’asporto per tutto l’orario di attività della cucina che apre alle 12 per il pranzo e alle 18.30 per la cena alla sera. In sala si possono anche apprezzare le pizze dell’Arci ma per l’ordinazione e il ritiro bisogna rivolgersi al bar nell’edificio principale. Infine tutte le sere ci sono anche fragranti crescentine con affettato. La stagione 2020 delle grandi iniziative gastronomiche del circolo Arci di San Lazzaro si chiuderanno con i “Fine settimana dei Sapori” nei giorni 31 ottobre e 1, 6, 7 e 8 novembre con i piatti rustici di stagione, e della tradizione bolognese.

Giancarlo Fabbri

Giro della Spipola con Rivalta e Bianco per il museo “Lazzarini”

Pianoro

Nell’ambito della Festa della Storia 2020 il Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini” di Pianoro ha organizzato un Giro della Dolina della Spipola che si terrà nella mattinata di domenica 11 Ottobre. Si tratta di un’escursione storico-naturalistica che sarà guidata da Giuseppe “Pino” Rivalta (biologo, speleologo, esploratore, scrittore, divulgatore scientifico) presidente del comitato tecnico-scientifico del Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa, e da David Bianco (biologo, ambientalista, naturalista) responsabile del settore ambiente dell’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Orientale con diretta competenza sul Parco dei Gessi e sugli altri parchi e oasi naturali del territorio bolognese (Parco dell’abbazia di Monteveglio, Parco del Corno alle Scale, Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone e Parco Storico di Monte Sole. Due veri esperti e profondi conoscitori del territorio gessoso della Croara di San Lazzaro sia sopra (boschi, altipiani selenitici, inghiottitoi, doline e cave), che sottoterra (Cava Prete Santo, Grotta della Spipola, Torrente sotterraneo Acquafredda).

Il programma prevede alle 9.30 il ritrovo nel parcheggio area di sosta “Madonna dei Boschi” sopra a Rastignano all’angolo tra le vie Bruno Buozzi, Montecalvo e Madonna dei Boschi. Partenza subito dopo gli adempimenti anticoronavirus Covid-19, con itinerario antica Cava della Palestrina, Buco delle Candele, altipiano e collina di Miserazzano, Buco dei Vinchi, Grotta della Spipola, Buco dei Buoi, Valle Cieca dell’Acquafredda, Cava a Filo, Casa Il Castello, Oratorio della Madonna dei Boschi, Palestrina e ritorno al parcheggio. La durata è prevista in tre ore considerando le soste nei punti di maggiore interesse. L’escursione, adatta ai ragazzi, è limitata a 25 persone. Si raccomanda l’uso di calzature da campagna, scorte di acqua con mascherine e guanti obbligatori. Consigliata infine la prenotazione all’indirizzo info@museodiartiemestieri.it. Per info: 051.6529105; 051.776927; www.facebook.com/museodiartiemestieri.

Tra i vari ecosistemi presenti nella nostra regione quello della Croara è senza dubbio uno dei più complessi sia per la quantità e varietà di ambienti e di nicchie ecologiche sia per alcuni microclimi esistenti con variazioni termiche significative a poca distanza tra loro. La Dolina della Spipola, che ne contiene altre doline minori e inghiottitoi, presenta un dislivello di 99 metri, dai 232 della Palestrina ai 133 del fondo all’ingresso dell’omonima grotta. Dislivello che determina un fenomeno di inversione termica. Scendendo verso il fondo si avverte una diminuzione della temperatura, come salendo su una montagna. Si calcola che una variazione di altitudine in discesa di cento metri, come per la Spipola, corrisponde in salita alla variazione di mille metri.

Questo determina la compresenza, a poca distanza tra loro, di piante tipiche della montagna, sul fondo più fresco e ombreggiato, e altre specie di tipo mediterraneo favorite dal clima sensibilmente più caldo dei bordi soleggiati e degli affioramenti selenitici. E se ci sono essenze dello stesso tipo fioriscono anche due settimane prima quelle situate all’esterno che quelle sul fondo della dolina. Per esempio grazie al microclima fresco e umido nella dolina sono presenti l’isopiro (Isophyrum thalictroides) dalla candida fioritura in primavera, la mercorella canina (Mercurialis perennis) dai fiori verdastri e una rarità come il giglio martagone (Lilium martagon) dai grandi fiori rosa tipico delle radure montane.

Giancarlo Fabbri

Con “Ci siamo” Stefano Franci esce da ogni schema letterario

Pianoro

“Ci siamo”, primo volume di un’avvincente trilogia, è un romanzo molto particolare dove il pianorese Stefano Franci vi ha riversato la sua fantasia miscelandola con verità molto spesso volutamente celate. Il libro inizia con una storia d’amore che darà poi il via a una saga familiare che si concluderà con il terzo volume che, come il secondo, è già in stampa. Ma non è un romanzo d’amore. Con tanta azione non è nemmeno una storia di avventure. E’ infatti un’avvincente miscela di fatti con cui Franci svela la vita quotidiana, e segreta, di un parà. Del libro ne ha già scritto il mensile “Un’Idea di Appennino”, sbagliando però il titolo dell’articolo nell’impaginazione. Il libro è un prodotto letterario, frutto di anni di ricerche, che non trovate in libreria, nelle edicole e nei supermercati; nemmeno sul web come e-book. Per avere “Ci siamo”, con la bella copertina disegnata e colorata dall’illustratrice e fumettista Martina Bolognini, bisogna contattare direttamente l’autore: 391-1314447; f.steve.51@gmail.com.

Per sommi capi e non svelare più di tanto, il personaggio principale, Alessandro Franci, bolognese residente a Livorno, va al lavoro il lunedì mattina e rientra a sera come in altri giorni feriali. Ma spesso, dopo ore di volo, deve compiere assieme ai suoi colleghi il suo lavoro il più rapidamente possibile, senza danni collaterali e tornare con tutti i suoi uomini. Franci è un militare addestrato per eseguire operazioni speciali ovunque lo inviino colpendo dove e come richiesto. E’ un ufficiale del nono reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin”. Decorato reparto di incursori dell’esercito italiano erede degli arditi del nono reparto d’assalto che il 16 giugno 1918 si distinsero sul Grappa conquistando il Col Moschin che poi gli ha dato nome. Un reggimento di stanza a Livorno in forze alla brigata paracadutisti Folgore, dipendente dal Comando forze speciali esercito (Comfose). Altamente specializzato il reparto è stato protagonista di numerose operazioni militari e antiterroristiche in tutto il mondo ed è l’unico, spesso col viso mascherato dal mephisto, ad aver partecipato a tutte le missioni all’estero dell’esercito italiano dal dopoguerra a oggi.

Stefano Franci, ex parà della Folgore, dal 2008 è confinato a letto da sclerosi multipla che gli ha tolto anche l’uso della mano destra. Con forza di volontà, un computer portatile, e il tanto tempo disponibile aveva iniziato a fare ricerche sulla sua famiglia che stanno, anche queste, componendosi in un libro che farà luce su episodi mai chiariti avvenuti dal 1922 al 1950. Le sue prime esperienze lavorative le ebbe come metalmeccanico e a 17 anni compì i primi lanci come civile. A vent’anni, chiamato alla leva, chiese l’inquadramento in un corpo di paracadutisti con il Car allo Smipar di Pisa, e il servizio militare a Livorno, nella brigata Folgore, dove ha sede anche il Col Moschin. Al ritorno alla vita civile ha però continuato a lanciarsi col paracadute per passione. Ripreso il lavoro in fabbrica si iscrisse a corsi serali di ragioneria, superando i primi tre anni in un solo anno e gli ultimi due l’anno dopo, ottenendo il diploma che gli consentì di essere assunto nel 1975 in un istituto bancario. Nel 2002 i primi sintomi della malattia progressiva che ora gli consente di evadere dalla stanza solo grazie alla tastiera del computer. Questo gli ha consentito di viaggiare, via web, in tutto il mondo, e di conoscere tante cose vere, veritiere e false, usi, costumi, tecniche, che poi, unendo realtà e immaginazione, offre a tutti per una lettura appassionante e coinvolgente.

Giancarlo Fabbri

“Gente di San Lazzaro” tra gli ulivi della Bonazza


Nel collage la locandina della rassegna, gli ulivi della Bonazza e la copertina del libro

San Lazzaro (Bologna)

Quest’anno, causa pandemia Covid a San Lazzaro non si è svolta la storica “Fira” e tante altre iniziative che richiamavano persone anche da oltre i confini comunali. Attività che l’amministrazione comunale ha intelligentemente sostituito con numerosi appuntamenti all’aperto, sotto il titolo “Estate nell’Aria”, con la musica, il teatro, la cultura, l’arte, l’intrattenimento e il divertimento. Di questi appuntamenti fa parte anche la rassegna “Per campi e per orti” con presentazioni di libri in aziende agricole del territorio. Alle 18 di lunedì 21 settembre nell’azienda agricola Bonazza, in via del Pozzo alla Croara di San Lazzaro, il giornalista Giorgio Tonelli di Rai3 presenterà il libro di Giancarlo Fabbri “Gente di San Lazzaro”. Presentazione che sarà preceduta da assaggi su pane di olio extravergine di oliva biologico. Con la presentazione che si terrà anche in caso di maltempo. L’ingresso è gratuito ma è necessario prenotarsi per consentire la migliore organizzazione dell’evento collegandosi con il sito web: https://www.eventbrite.it/e/120390179267/.
Giorgio Tonelli, che ha letto il libro in anteprima, ne ha anche scritto la prefazione. Citandone alcuni brani Tonelli scrive che «questo è un libro che raccontando vicende liete e tristi di persone, ci spiega cosa è San Lazzaro di Savena oggi e perché tanti l’hanno scelta come propria città di residenza. Perché le città sono fatte dagli uomini, dalle donne e dai bambini che in quello spazio vivono, crescono, studiano, lavorano, si innamorano. E se a San Lazzaro si vive meglio che altrove (come attestano vari indicatori) è anche merito dei tanti (molti di più di quelli che troverete in queste pagine) che con gusto e passione, hanno deciso di rimboccarsi le maniche e di mettersi a disposizione degli altri. E’ dunque un libro di incontri, di impressioni, di appunti».

«Giancarlo Fabbri, inguaribile ragazzo che tutto annota e che si sente vivo – rimarca Tonelli – fra le persone, fra le carte, gli archivi, i ritagli e i ricordi, ha ricostruito, attraverso affettuosi medaglioni, la memoria di protagonisti della comunità sanlazzarese. Ne è nato un volume che  intreccia le biografie più varie, (di commercianti, scienziati, medici, volontari, artisti, beati, cardinali, politici, perfino di un’ostetrica) unite dalla comune appartenenza diretta o casuale, al territorio sanlazzarese. A cui si aggiunge in apertura la figura di Lazzaro, il mendico lebbroso del Vangelo che si sfamava di ciò che cadeva dalla mensa del ricco. Che poi la città che si richiama a un mendicante sia oggi in testa per reddito pro-capite fra i comuni dell’area metropolitana bolognese è un vero paradosso. Un libro che narrando storie di singoli ci parla di una comunità coesa e solidale. Ma è anche un libro che, prendendo spunto dai personaggi di ieri e di oggi, ci indica il cammino da intraprendere anche per domani. Perché solo con radici lunghe e profonde, un albero può crescere liberamente verso l’alto toccando, qualche volta, coi suoi rami – conclude Giorgio Tonelli –, perfino il cielo».

Giancarlo Fabbri

Venerdì 18 al via, all’Arci, due “Fine settimana del pesce di mare”


Questa la locandina con il logo disegnato da Matitaccia (Giorgio Serra)

San Lazzaro

Venerdì 18 settembre nella “Sala ‘77” del circolo Arci di San Lazzaro, in via Bellaria 7 – con una formula self service causa coronavirus –, prenderà il via maratona gastronomica “Fine settimana del pesce di mare” che proseguirà nei giorni 19, 20, 25, 26 e 27 settembre, a pranzo e a cena e con asporto, con ricavato destinato al sostegno dei gruppi sportivi che qui hanno sede o attività. In forma purtroppo ridotta, ma già collaudata e apprezzata, questo è il 32esimo anno che a fine estate il circolo Arci dà il via alla sagra, nata come“Festival del pesce di mare”, a Viserba di Rimini nel 1988, dall’incontro di soci del circolo con pescatori, ristoratori e albergatori della riviera romagnola.

Il menù proposto dai volontari dell’Arci per gli antipasti insalata di mare e cozze alla tarantina, come primi risotto alla marinara, spaghetti ai moscardini, caserecce pesto gamberi e zucchine, per secondi coda di rospo al forno pesto olive e capperi, fritto misto e gamberi al brandy; contorni, bevande, vini. Per chi non ama il pesce, ma vuol stare con gli amici, ci sono tagliatelle al ragù, salsiccia con patate e (solo la domenica a pranzo) lasagne al ragù. E’ poi possibile l’asporto per tutto l’orario di attività della cucina che apre alle 12 per il pranzo e alle 18.30 per la cena alla sera. Tutte le sere crescentine mentre per le pizze per ordinazione e ritiro rivolgersi al bar nell’edificio principale.

La stagione 2020 delle grandi iniziative gastronomiche dell’Arci si chiuderanno con i “Fine settimana dei Sapori” nei giorni 31 ottobre e 1,6,7 e 8 novembre con i piatti rustici di stagione, e della tradizione bolognese. Per alcuni sarà l’occasione per conoscere questo circolo, uno dei più grandi d’Italia, fondato nel 1977 diventato poi un punto di riferimento per tutti i sanlazzaresi e non solo. Qui i circa seimila soci da mattina a sera trovano accoglienza, grazie al bar e alla cucina, a prezzi popolari, e tante attività sportive amatoriali che spaziano dalle bocce al biliardo, dalle carte agli scacchi, dal podismo al ciclismo.

Giancarlo Fabbri

Dopo caffè e carrello arriva anche lo “zaino sospeso”

San Lazzaro

Per dare un aiuto alle famiglie in difficoltà, con problemi acuiti dalle misure di contenimento della pandemia da coronavirus il Comune di San Lazzaro ha lanciato anche l’idea dello “zaino sospeso” per raccogliere materiale scolastico. All’iniziativa benefica hanno aderito le cartolerie Broccoli in via Kennedy 45, Giro di Penna (Buffetti) in via Caselle 3 (angolo via Emilia), Grande Emporio Sterlino divia Emilia 236, e il Quadrifoglio in via Emilia 138. Eventuali titolari di altri negozi che desiderano aderire all’iniziativa possono scrivere mail a: sindaco@comune.sanlazzaro.bo.it. Le attività che hanno aderito, identificabili da apposito cartello raffigurante lo “zaino sospeso”, prenderanno in consegna il materiale scolastico lasciato in dono dai propri clienti per poi farlo pervenire all’emporio solidale comunale Amalio, nell’ex Casa Bastelli della Cicogna in via Emilia 297, che poi provvederà a fornirlo alla famiglie che ne hanno necessità.

Infatti dopo l’ampliamento dell’emporio e l’iniziativa del “carrello sospeso”, attuati dall’Amministrazione comunale durante l’emergenza sanitaria, ed economica, da Covid-19, il Comune è sceso nuovamente in campo per sostenere famiglie in difficoltà con la raccolta solidale di materiale scolastico. L’obiettivo è quello di raccogliere tutto quanto può servire ad alunni e studenti (penne, matite, quaderni, astucci, eccetera) al loro rientro in classe, distribuendo il materiale attraverso l’emporio solidale alle famiglie iscritte nel circuito di Amalio.

Come ancora una volta ribadisce il sindaco di San Lazzaro, Isabella Conti, «il Comune di San Lazzaro non ha mai lasciato e non lascerà mai nessuno indietro, soprattutto per quanto riguarda l’istruzione, tassello fondamentale nella creazione del nostro futuro e di quello dei ragazzi. Tra gli interventi messi in campo dall’Amministrazione per garantire il rientro in classe in sicurezza a metà settembre, non poteva mancare una forma di sostegno per quelle famiglie che stanno affrontando un momento di difficoltà economica dovuto alla perdita del lavoro o alla messa in cassa integrazione, e che rischiano di non poter coprire le spese relative al materiale scolastico dei propri figli. L’emporio solidale Amalio c’è, e grazie all’impegno dei volontari e alla solidarietà di tanti, possiamo alleggerire il carico economico e psicologico – rimarca la Conti al rientro a scuola di alunni e studenti – che in questo momento pesa sulle spalle di tante famiglie, alla ripartenza dell’attività scolastica ed educativa dopo mesi di sosta».

L’emporio Amalio, inaugurato nel 2018, è una sorta di minimarket con prodotti di prima necessità, alimentari e non solo, sugli scaffali, con personale volontario, disponibile e sorridente, e con regolare cassa che fa il conteggio di quanto prelevato. Con la particolarità che vi si fa la spesa senza contanti, buoni pasto, bancomat o carte di credito. I prodotti offerti, infatti, sono donati da aziende del territorio, o da privati cittadini direttamente o con la raccolta davanti ai supermercati.

Giancarlo Fabbri

Con Nilde un aiuto alle donne che vogliono fare l’impresa


Il logo Nilde e la sede di via dei Gelsi alla Ponticella

San Lazzaro

Con scadenza 29 settembre il Comune di San Lazzaro ha rinnovato il bando di adesione al progetto Nilde (Nuova impresa libera per donne eccezionali) avviato per la promozione dell’imprenditoria femminile. Entro tale data dovranno pervenire al Comune le manifestazioni di interesse, corredate dal loro progetto imprenditoriale; bando e scheda di adesione sono scaricabili dal sito web municipale.

Con tale progetto il Comune di San Lazzaro facilitare la nascita e lo sviluppo di start up a maggioranza femminile, con il contestuale scopo di rafforzare il tessuto imprenditoriale locale, incentivando progetti innovativi che possano contribuire a migliorare la competitività del territorio, e arricchire le attività economiche sanlazzaresi di nuove competenze che valorizzino esperienze, idee e talenti, mettendo a disposizione per il progetto un percorso di incubatore di impresa e l’assegnazione di spazi all’uopo destinati.

A tale scopo il Comune di San Lazzaro di Savena, titolare di Nilde, uno spazio destinato all’avvio di impresa al femminile, situato al primo piano dell’edificio di via dei Gelsi 2, a Ponticella, per avviare un percorso biennale per l’incubatore di impresa e l’assegnazione gratuita di spazi. Il progetto è infatti rivolto all’individuazione di due realtà imprenditoriali selezionate, con possibilità di fruire di un pacchetto formativo e di servizi su misura, grazie al supporto e alla collaborazione di soggetti pubblici specializzati nell’avvio di impresa e privati legati al tessuto imprenditoriale locale.

Gli interessati potranno anche fruire in forma gratuita e preventiva di: servizio di informazione relativo la documentazione necessaria e le modalità per la presentazione della domanda contattando l’Ufficio Giovani al 051.6228066 o informagiovani@comune.sanlazzaro.bo.it.

Durante il periodo di presentazione delle manifestazioni di interesse sarà anche possibile effettuare una visita dello spazio Nilde previo appuntamento via mail, da richiedere indicando in oggetto “Richiesta visita Nilde per bando assegnazione spazi”.

La commissione di valutazione si riserva la possibilità di selezionare un numero superiore di startup fino ad un massimo di tre. Saranno privilegiati i progetti presentati riguardanti i seguenti ambiti: artigianato nel settore tessile, abbigliamento, calzature, moda e sua applicazione anche creativa, design applicato alla moda e artigianato artistico. Al fine di favorire maggiori occasioni di inserimento lavorativo anche attraverso l‘autoimprenditorialità, favorendo in particolare l‘avvio di impresa al femminile, saranno privilegiati i progetti presentati da persone disoccupate, inoccupate, occupate ma con Isee inferiore a 6.500 euro o in condizione di cassa integrazione ordinaria o straordinaria, residenti nel territorio della Città metropolitana di Bologna, ferma restando la volontà di valorizzare i progetti imprenditoriali proposti da soggetti residenti nel territorio del Comune di San Lazzaro.

Giancarlo Fabbri

“Gente di San Lazzaro” alla Festa della Madonna dei Boschi

Rastignano (Bologna)

Ricordando quasi trent’anni di giornalismo su San Lazzaro di Savena – per 15 anni per “il Resto del Carlino”, poi per i quotidiani “Il Domani” e “L’Informazione” abbinati a “La Stampa” di Torino –, il rastignanese Giancarlo Fabbri, ha dato alle stampe il libro “Gente di San Lazzaro. Persone e personaggi dalla A alla Zeta”, come omaggio ai tanti sanlazzaresi che hanno portato onore a questa città. E che in un modo o nell’altro lo hanno aiutato a raccontare la città e la sua gente.

Il libro, infatti, raccoglie una settantina di biografie che vede insieme imprenditori, commercianti, scrittori, architetti, medici, amministratori locali, storici, sportivi, cantanti, attori, poeti, donne, uomini, giovani e anziani. Qualche nome? Da Maria Adamo ad Adriana Zarri passando per Pupi Avati, Matteo Belli, Cesare Cremonini, Cristina D’Avena, Riccardo Fogli, Giuseppina Gualtieri, Giuliano Host, Giacomo Lercaro, Olinto Marella, Gabriele Nenzioni, Pier Luigi Perazzini, Werther Romani, Giulio Salmi, Alberto Tomba e Lina Venturi; tanto per citarne almeno uno per lettera iniziale. Persone e personaggi che troverete in edicola a Pian di Macina, Pianoro, Rastignano e San Lazzaro. Dello stesso autore sono stati pubblicati: “Acqua passata. Storie, cronache e personaggi di Pianoro” (2018) e “La Croara e i suoi gessi” (2019) entrambi esauriti in pochi mesi.

A farci caso San Lazzaro è strano. A partire da quel “Savena” che lo lambisce, dopo la deviazione del 1776 sul rio Polo; mentre l’Idice lo attraversa. Non ha più grandi industrie eppure per reddito procapite è tra i comuni più ricchi d’Italia e il più ricco della regione. Infatti con un reddito di 28.570 euro (Irpef 2018, redditi 2017), supera Bologna con soli 27.273 euro, ed è 58esimo sui 7.978 comuni italiani esistenti quell’anno. Ma anche a San Lazzaro, però, vale la legge di Trilussa: «C’è chi se magna un pollo, chi due e chi fa la fame».

Nonostante questa ricchezza nello stemma municipale ha il “Ponte delle Sirene”, simbolo di unione, e il mendicante Lazzaro del Vangelo di Luca. Arma municipale che fino alla corona di Città fu sormontata solo dalla Lupa capitolina come altro segno di carità e di donazione di sé anche a chi è diverso. Infatti il toponimo, in origine Ronco Maruni, deriva dalla presenza sulla via Emilia di un lazzaretto per gli appestati. Col Lazzaro mendico, forse mai esistito, festeggiato come patrono il 17 dicembre che invece è dedicato al Lazzaro di Betania, dal Vangelo di Giovanni resuscitato da Gesù dopo la sepoltura.

E nella forbice tra ricchezza (spesso apparente) e povertà (purtroppo in crescita) il 4 ottobre 2020 a Bologna, festa di San Petronio, sarà proclamato beato il sacerdote don Giuseppe Olinto Marella, più noto come Padre Marella, che si fece mendicante nell’opulenta Bologna per dare cibo, alloggio, istruzione e un mestiere a migliaia di ragazzi poveri. Prete che fu sospeso a divinis, per modernismo, poi riammesso al culto, che però creava imbarazzo alla Curia per il suo accattonaggio accanto a teatri, o a negozi di tortellini. Morto a San Lazzaro giace nella chiesa della sua Città dei Ragazzi in via dei Ciliegi.

“Un’idea di Appennino” è già in edicola

Città metropolitana di Bologna

Il numero di settembre del mensile “Un’Idea di Appennino” è già nelle edicole di Bologna e dei 18 comuni della collina e montagna bolognese. Il periodico, edito da Hemingway Editore, era nato dieci anni fa per promuovere e valorizzare il territorio montano bolognese dai punti di vista culturale, economico e turistico. Sostenuto solo dalle inserzioni di commercianti, artigiani, imprenditori e professionisti del territorio fa tuttora con successo conoscere, con informazioni e notizie locali, imprese e servizi su un vasto territorio dell’area bolognese. Anche in questo numero c’è la scheda per partecipare, entro il 15 settembre, al concorso a premi “Il Borgo Ideale 2020”.

A cura del vostro cronista, sulla pagina della mobilità ecologica c’è la notizia dell’omologazione ministeriale del sistema di alimentazione dual-fuel a gasolio e metano ai veicoli con motori diesel Euro6D. Nelle pagine di Pianoro si dà notizia degli interventi effettuati per poter garantire un nuovo anno scolastico in sicurezza in epoca Covid-19. Della chiusura del bilancio 2019 della Marchesini Group con un fatturato di 441 milioni di euro e di nuove acquisizioni di aziende. Poi ancora dei misteri del Mezzo Nodo di Rastignano completato fino al Trappolone di San Lazzaro ma chiuso da oltre un mese. Infine della pubblicazione del libro appassionante e coinvolgente “Ci siamo” del pianorese Stefano Franci primo volume di una trilogia col secondo in corso di stampa e il terzo alle battute finali. Opera non in commercio in edicole o librerie da richiedere con e-mail a f.steve.51@gmail.com.

Sulla pagina di Ozzano dell’inizio del nuovo anno scolastico con le misure anti Covid e con il plesso “Rodari” per ora inagibile per lavori. Dell’appello della giunta per diffondere sempre più fiori nei giardini al fine di dare nutrimento alle api e altri insetti importanti per garantire l’impollinazione delle piante in orti e frutteti. Infine del successo che l’azienda ozzanese Ar.pa Lieviti sta ottenendo sul mercato nazionale dopo l’acquisizione della proprietà da parte di alcuni dipendenti.

Su quelle di San Lazzaro, oltre al tema del nuovo anno scolastico con le misure contro il coronavirus, si dà notizia del prossimo ritorno della festa mercantile “Contadini Bio in Piazza” (Bracci). Della criticata istituzione di nuovi limiti di velocità nel centro cittadino con 20 e 30 km/h; con motivazioni tecniche espresse dall’assessore alla mobilità Luca Melega. Per concludere con le nozze d’argento dell’edicola di Betta e Remo Persici con la Cicogna di San Lazzaro

A cura di altri colleghi, inchieste e cronache da: Alto Reno Terme, Camugnano, Casalecchio, Castiglione dei Pepoli, Grizzana, Loiano, Marzabotto, Monghidoro, Monterenzio, Monte San Pietro, Monzuno, San Benedetto Val di Sambro, Sasso Marconi, Valsamoggia, Vergato, Zola Predosa, oltre che da Bologna, dalla Città metropolitana e dalla Regione Emilia-Romagna. Per contattare direttamente la redazione: 0534.667927; per richiedere inserzioni pubblicitarie: 339-4233609.

Giancarlo Fabbri