Se le Poste Italiane non funzionano non funziona lo Stato italiano


Appello urgente in vista del Natale

Qui e ovunque

Lo scorso 20 dicembre 2021 ho ricevuto via sms dalla mia compagnia telefonica la comunicazione che era stata emessa la bolletta per il pagamento dell’utenza. Bolletta che mi è poi arrivata il 13 gennaio 2022 ossia lo stesso giorno di scadenza del pagamento. A un parente, tanto per fare un altro esempio, il bollettino di pagamento dell’utenza telefonica è arrivato una settimana dopo la scadenza. E non capita solo per quelle telefoniche. Infatti da un po’ di tempo a questa parte, e non se ne spiega la ragione, le bollette per i pagamenti delle varie utenze arrivano o in prossimità oppure dopo la scadenza.

Venerdì 21 gennaio 2022 ho ricevuto dall’associazione Progetto Arca Onlus un appello con richiesta di contributo liberale a sostegno delle persone senza dimora che vivono e dormono per strada anche mesi più freddi con temperature che scendono anche sotto lo zero. Appello, che faceva riferimento a un Natale di solidarietà verso i più sfortunati, che era stato spedito da Milano nel novembre dell’anno scorso per poi restare fermo nei magazzini per almeno due mesi. E non credo che l’associazione Progetto Arca sia stata esentata dal pagamento.

Il punto è che Poste Italiane è un’azienda pagata dagli utenti, clienti, per svolgere un servizio che, non si capisce il perché, diventa sempre più carente. Tanto che molti si sono rivolti a servizi postali e corrieri privati per l’invio della corrispondenza aziendale e privata. Per fare un esempio la Nexive – azienda postale privata fondata come TNT Post Italia a Milano nel 1998 da TNT Post Group – con la liberalizzazione del mercato postale in Italia era poi diventata il primo operatore privato seconda solo a Poste Italiane. Nel 2011 con lo scorporo dalla casa madre, l’olandese TNT, l’azienda madre muta il nome in PostNL (Poste Nederland) e nel 2014 la TNT Post Italia diventa Nexive. Nel 2018 PostNL inizia una cessione di Nexive con l’80% acquisito da Mutares conclusasi poi nel gennaio 2021 con l’acquisizione totale di Nexive da parte di Poste Italiane con 34,4 milioni di euro. Acquisto che così elimina di fatto dal mercato il principale concorrente privato.

Da parte sua Poste Italiane, 159 anni di storia, è una società per azioni quotata alla Borsa di Milano, dal 2015, partecipata per il 29,3% dal Ministero del tesoro (Stato), e per il 35% dalla Cassa depositi e prestiti a sua volta controllata dal Ministero del tesoro. Quindi Poste Italiane è per il 64,3% di proprietà dello Stato. Solo il 35,7% delle azioni è sul mercato per gli inve­stitori istituzionali (27%) e retail (privati) 8,7%. Da qui un assioma che può anche non piacere, ma evidente nei fatti: se Poste Italiane non funzionano … non funziona lo Stato italiano.

Giancarlo Fabbri

Se le Poste Italiane non funzionano non funziona lo Stato italianoultima modifica: 2022-01-24T18:06:31+01:00da fabbri.giancarlo