La Parola che va diritta al cuore

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Sam 1,9-20

Salmo: 1Sam 2,1.4-8

Vangelo: Mc 1,21b-28

 

Gesù insegna con autorità e non come gli scribi, si perché la sua Parola è Parola del Padre e non parola di uomini. Gesù ci insegna come il Padre, e il fatto che anche gli altri se ne accorgono, vuol dire che ci sono delle parole che fanno pensare a Dio. In qualche modo si riconoscono nelle parole, tanto da sapere individuare da chi provengono.

E a noi capita? Gesù ci invita a far memoria in cui una parola detta o un gesto, ci hanno fatto pensare a Dio, magari era qualcosa di inaspettato e se non l’abbiamo riconosciuto, ora possiamo farlo; come un bambino che sa individuare la voce dei genitori in mezzo alle altre e sorride, reagisce a ciò che li viene detto.

Come è possibile questo? Perché le Parole di Dio che ascoltiamo sono in noi, in quanto siamo Suoi figli ed è proprio per questo che ci risuonano dentro anche quando non lo sappiamo. Riconosciamo che queste parole o gesti, in qualche modo corrispondono a noi, paradossalmente anche qualcosa che ci dà fastidio.

Gesù sa parlare al nostro cuore, sa smuoverci e questo dimostra che ci è vicino, non gli siamo indifferenti e anche se non lo riconosciamo nella nostra vita, Egli è qui per dirci quella Parola che va diritta al cuore.

 

 

Reti da gettare, reti da riparare

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Sam 1,1-8

Salmo: Sal 115 (116)

Vangelo: Mc 1,14-20

 

Anche noi pur non essendo pescatori, abbiamo delle reti da gettare e da riparare. Queste sono la nostra quotidianità, tutto ciò che nella vita gettiamo per raccogliere, come fa il pescatore per pescare o come il contadino che getta il seme per avere il frutto, così noi gettiamo tempo, fatica, impegno nel nostro lavoro per poterlo raccogliere e sostenerci.

Allo stesso tempo abbiamo delle reti da riparare, ovvero ferite, sofferenze, che cerchiamo di cucire per sostenerci e andare avanti.

In entrambi in casi ciò che li accomuna è il sostegno. Gesù viene nel nostro quotidiano e ci invita a seguirlo perché vuole essere Lui il nostro sostegno, affinché tutte le fatiche che incontriamo, abbiano un di più: Egli stesso. Egli desidera essere conforto, aiuto e anche se non può togliere la fatica la porta con te, sarai sempre un “pescatore”, ma non sei più solo perché Egli è avanti a te.

 

 

La nostra esistenza è in quella voce

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 40,1-5.9-11

Salmo: Sal 103 (104)

Seconda lettura: Tt 2,11-14; 3,4-7

Vangelo: Lc 3,15-16.21-22

 

Il Vangelo di oggi con cui si conclude il tempo di Natale, ha a cuore dirci che con il battesimo di Gesù “il cielo si aprì”.

Cosa vorrà dire? Che Dio ha voluto stabilire con noi un legame, tanto da aprirci il cielo, affinché potessimo sentirci non più distanti da Lui. Ed è dal cielo, da Dio, che discende lo Spirito Santo con cui Gesù battezzerà e noi ricevendo questo battesimo, potessimo ricevere un pezzo di cielo.

Solitamente il battesimo per la maggioranza, lo sì è ricevuto da bambini e solo attraverso delle foto è possibile farne memoria. Tuttavia c’è qualcosa di più grande del ricordo che accompagna la nostra esistenza, ed è quella voce dal cielo che è per noi: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”.

È il Padre che ti riconosce come figlio e ha stima di te, e per quanto tu ti senta ancora lontano o in attesa, sei amato, voluto, perdonato ed il Suo amore è forgiato con il fuoco. “Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”, un fuoco che non si spegnerà mai, per questo manda Suo Figlio, perché è Lui ad aspettarti.

Se anche questo momento dovesse arrivare dopo una vita intera, non importa, la tua vita è stata tutta amata, perdonata, voluta da sempre, dal principio, dall’inizio, perché prima che tu nascessi il cielo si era già aperto.

 

 

Benedizione e sazietà

 

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Prima lettura: 1Gv 4,7-10

Salmo: Sal 71 (72)

Vangelo: Mc 6,34-44

 

All’inizio di questo giorno, sentiamoci parte di quella folla senza pastore, che ora invece ha trovato chi può colmare il loro cuore. Il Signore è venuto per toglierci dalla nostra condizione di mancanza e dirci che siamo nelle sue mani, come quel pane che dopo essere benedetto si moltiplica, sazia ed avanza.

Egli desidera tu faccia esperienza di benedizione e sazietà, e l’unico modo è farsi pane. Lui è il pane che stai mangiando e tu uscendo dalla folla lo porti con te.

Quanto pane hai? Ovvero, quanta esperienza di quel pane hai fatto? Non importa se è poco o nulla, Egli desidera tu abbia consapevolezza che il cielo ti ha donato un pane capace di saziare i tuoi vuoti. Per te Dio, tuo Padre ha mandato Suo figlio affinché tutto ciò che in te è spezzato, diviso possa essere unito, sanato, benedetto e donato.

Egli che ti ha nelle mani, si mette nelle tue, affinché tu sappia cosa vuol dire fidarsi e tu possa sentire che è il primo Lui a credere in te.

 

 

 

Alla ricerca di qualcuno

 

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Prima lettura: 1 Gv 3,22-4,6

Salmo: Sal 2

Vangelo: Mt 4,12-17.23-25

 

Anche Gesù viaggia alla ricerca di qualcosa, di qualcuno, di noi. In questo testo non è più un bambino, ma è un uomo che percorre la Galilea andando a predicare e a guarire ogni malattia.

Il Vangelo parla di “ogni malattia” non è escluso nessuno; quando ci sembra che dalle nostre “malattie” non sia possibile uscirne, nel tuo cammino compare coLui che vuole sanarti, portarti fuori.

In questo brano si parla di strade, è come se volesse portarci al di fuori dai nostri confini, dai nostri schemi, per viaggiare con Lui. Il Suo viaggio diventa il tuo, tu sei il popolo a cui è sorta una luce anche nella notte più buia.

Egli desidera tu sappia, che sei colui per il quale vale la tanta fatica del viaggio, tu sei il suo desiderio di guarigione ed per questo che si mette in cammino. Non importa quanto sia distante la tua regione, in Lui si compie la promessa che Dio ha per te: Il regno dei cieli è vicino.

È un regno che non è in un luogo e quindi non ti può essere distante, questo regno ha un volto, quello di tuo Padre, che come tale, vuole tu sia salvato.

 

 

 

Doni per te

 

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Prima lettura: Is 60,1-6

Salmo: Sal 71 (72)

Seconda lettura: Ef 3,2-3a.5-6

Vangelo: Mt 2,1-12

 

Le nostre notti non sono più solo buio, e il cammino incontra una Luce nata sulla terra, per liberarti dal peso dei tuoi peccati, per dirti che se vedi delle ombre è perché c’è una Luce.

I re della terra si prostrano dinanzi al bambino portando doni, che Egli ora ti dice sono per te:

ORO perché tu sappia che sei prezioso agli occhi di Dio,

INCENSO per ricordarti la tua comunione con il Padre,

MIRRA perché tu faccia memoria di un Amore che offre la Sua vita, affinché tu possa sentirti perdonato, amato e redento.

I tuoi piedi stanchi, possono riprendere il viaggio verso quel paese che è la tua vita, ora sei in possesso di tre doni, ne sei il custode, sei rivestito di luce e nel tuo cuore hai ritrovato la tua stella.

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Basterà per credere?

 

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Prima lettura: 1Gv 3,11-21

Salmo: Sal 99 (98)

Vangelo: Gv 1,43-51

 

Come Natanaele, anche noi possiamo trovarci a dubitare della presenza di Gesù, mettere in discussione chi Egli sia, ma ciò che gli sta a cuore non è dirci chi è, piuttosto comunicare che ci conosce. Viviamo a volte nel dubbio delle nostre azioni, ci sentiamo soli, mettiamo in discussione tutto e tutti e la risposta di Gesù è: ti conosco.

Quando ci nascondiamo persino da noi stessi, neghiamo cosa c’è nel nostro cuore e facciamo delle nostre paure e fragilità una corazza, arriva Lui a dirci: ti conosco! C’è un “prima” nella tua vita, prima che tu dica o faccia una cosa, c’è prima colui che ti conosce.

Basterà a credere?

Si, come Natanaele, a cui Gesù rivela di averlo visto sotto l’albero di fichi, un dato che prima nel testo non viene descritto e quindi può conoscerlo solo lui. Oppure no, e Gesù ci assicura che vedremo delle cose più grandi di queste. Come mai? Perché Egli vuole dirti che gli stai a cuore. Non si stancherà di farti capire questo, non mollerà nel suo intento dovesse scomodare il cielo; arriverà un momento in cui scoprirai che Egli ti conosceva e tu lo riconoscerai nei tuoi giorni e davanti a Lui rassicurerai il tuo cuore.

 

 

Che cosa cercate?

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Gv 3,7-10

Salmo: Sal 97 (98)

Vangelo: Gv 1,35-42

 

Gesù si volta indietro e cosa vede? Due uomini mossi dal desiderio di conoscerlo. Gesù voltandosi non vede solo due uomini, ma due storie di vita. Si volta affinché tu non abbia più bisogno di guardare indietro, Egli vede la tua storia, perché tu possa camminare in avanti e chiede: “che cosa cercate?” Come mai questa domanda? È un invito a ripartire da qui, dai tuoi desideri, dalle tue speranze, da tutto ciò che hai nel cuore e ti garantisce che Egli cammina avanti a te. Egli voltandosi vede il passato e la tua storia e desidera risanarla. Hai una strada che per quanto difficile sia, è fatta per andare avanti nonostante tutto, attraverso tutto, con tutto quello che sei.

Che cosa cerchi?

È la domanda che va diritta al cuore! Tutti cerchiamo qualcosa, qualcuno e siamo inquieti fino a quando non lo troviamo. È una domanda che indica una direzione, e allo stesso tempo ci dà un’implicita risposta: colui che ti domanda è colui che è con te, è venuto a dare voce a tutto il nostro sentire inquieto per dargli pace, affinché tu andando avanti possa camminare.

 

 

Luogo d’incontro

 

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Prima lettura: 1Gv 2,29-3,6

Salmo: Sal 97 (98)

Vangelo: Gv 1,29-34

 

“Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo”, è ciò che dice Giovanni per presentarci Gesù e sono le stesse parole che sentiamo a Messa nella formula dell’invito del sacerdote alla comunione. Prima di ricevere l’Eucarestia, abbiamo delle parole che ci presentano chi stiamo per ricevere: colui che della nostra vita, vuole fare un luogo d’incontro con Lui.

Egli è venuto per dirti che è presente, a volte siamo così appesantiti, ci sono tante preoccupazioni che assillano la nostra vita, andiamo a Messa un po’ frettolosamente e la nostra mente, in quel momento, vaga in mille pensieri e ci perdiamo un po’, ma ecco che prima della comunione arriva un invito a prestare attenzione: “ecco l’agnello di Dio”. Proprio per dirti che l’unico pensiero che Dio ha sei tu, così come sei. A tutto ciò che stai vivendo ti viene incontro colui che ha cura di te, anche se ti sembra di non sentirlo, non conoscerlo, Egli è accanto a te.

La tua comunione con Lui non si ferma con l’Eucarestia, ma continua nella tua vita. Porta all’altare il tuo affanno che diventerà in Lui luogo di incontro, di comunione affinché tu possa dire come Giovanni: “ecco l’agnello di Dio”, “io non lo conoscevo”, ed aggiungere: ma a Lui è bastato.

 

 

Tornare a casa

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Sir 24,1-4.12-16

Salmo: Sal 147

Seconda lettura: Ef 1,3-6.15-18

Vangelo: Gv 1,1-18

 

Gesù viene ad abitare in mezzo a noi. Entrare in una casa è far parte della vita di chi vi abita, ci si adatta alle sue usanze; allo stesso tempo, chi accoglie utilizza quello che ha per far sentire tutti a proprio agio.

L’accoglienza è un gesto di cura e Gesù entra in casa nostra per curarci attraverso la Sua presenza.

Oggi questo Vangelo ci riporta a casa, per scoprire che Egli è già lì che abita il tuo cuore da sempre. Egli che è tuo Padre viene a entrare nella tua realtà, affinché tu faccia del tuo cuore una dimora in cui collocarti come Figlio, e tu nella tua casa possa tirar fuori il meglio di te.

Il meglio di te è il desiderio più grande che un padre ha per un figlio, è il desiderio di un Dio che ha scelto di venire a dimorare da te. Apri la porta, torna a casa, Egli è già lì.