Il corpo che cambia

Così recitava una vecchia canzone dei Litfiba.
Non posso fare a meno di ‘ascoltare’ il mio corpo.
Con l’età che avanza ogni giorno è buono
per scoprire nuovi acciacchi, fastidi, doloretti.
E così, inevitabilmente, si insinua il tarlo del “e se ci fosse qualcosa che non va in me?”
Sono stata abbastanza fortunata, finora, ma questo non mi impedisce, talvolta, di lasciarmi trasportare dall’ansia
per qualche potenziale male silenzioso che possa farsi strada.
Il più delle volte passo oltre e vado avanti.
Dopotutto non mi posso lamentare per come sono messa,
alla mia età.
(Sto cercando di auto convincermi che  tutto vada bene).
Il corpo che cambiaultima modifica: 2023-08-25T18:36:08+02:00da surfinia60

11 pensieri riguardo “Il corpo che cambia”

  1. Molto spesso ci sentiamo peggio di come stiamo penso. Io ero convinta di non vederci per niente … sono andata da due oculisti e tutti e due mi hanno detto che è fisiologico per la mia età e che vado bene così. Sarà … serena giornata

  2. Ascoltare il corpo che cambia appartiene a tutti e a tutte. Noi donne probabilente siamo anche più attente ai dettagli anche estetici e non solo fisici. Ascoltarsi troppo e accettarsi meno forse però può essere controproducente.

    1. Ho amato mia madre pur consapevole dei suoi difetti e del suo aspetto diciamo discreto. Col passare degli anni mi sono resa conto di assomigliarle molto, e la cosa non mi fa proprio piacere. E dire che in gioventu’ ci vedevo così diverse! Ma cos’è l’estetica in fondo se non un bene effimero?

  3. Il post che ho pubblicato oggi potrebbe legarsi benissimo a questo tuo pensiero per certi versi.
    Pensare troppo è sconveniente diceva Wilde. Pensare troppo e male, direi che è anche peggio per la nostra serenità.
    Non credo tu sia ai limiti, la tua razionalità ti aiuta a tenere i piedi per terra ad essere tutto sommato ragionevole con te stessa, e anche se lo chiami auto convincimento è un modo saggio di approcciarsi ai cambiamenti fisici che dopo una certa età, hanno un triste e inevitabile scopo.
    Non so se è meglio non pensarci e pensare ad altro o esorcizzarli e pensarci più di quando si dovrebbe, in ogni caso sempre meglio che rimanere inermi e in attesa.
    Un saluto.

    1. Ho la sensazione che quello dell’età che avanza sia una sorta di alibi che uso per non fare. Qualche volta, come adesso, me ne rendo conto. Altre volte diventa un automatismo. Forse con i giusti stimoli riuscirei a vincerlo, chissà……. Saluti

      1. Da quel che scrivi e hai scritto da quando ci siamo incontrati in questo luogo, ho sempre percepito un profondo senso autocritico, anche di più direi, un fustigarti per non so quale motivo (mi scuso se sbaglio e ho percepito male). Ho la sensazione che ti punisci per non punire gli altri.
        Quando si pensa di essere deboli perché non si ha nell’anima una violenza tale da terrorizzare e fermare chi osa ferirci, si tende a usare noi stessi come bersaglio. Un meccanismo umano che può creare qualche problema se non si ha lo spirito forte (alla Gandhi) 🙂
        Con l’età le possibilità di rivalersi della vita vissuta si assottigliano e si somatizza tutto quello che si è subito e auto subito, a volte tutto questo diventa dolore: al collo, alla pancia, alla testa.
        Un mal di fare, che diventa mal di vita. La droga (passami il termine) della vita non è semplice da rintracciare, da riconoscere, se si sbaglia è la rovina, la mia compagna pensava, ad esempio, che era il cibo la sua, invece è, la solidarietà, ancora oggi ha difficoltà a rendersi conto della cosa. Dici bene il giusto stimolo salva, il talento salva, la cultura salva. Devo crederci!!!. Devo credere che esiste un taleno, uno scopo, che alla fine da senso a tutto quello che abbiamo vissuto.
        Saluti a te e scusa se sono stato invadente

    2. Pensare è inevitabile quando si trascorre molto tempo in solitudine e con poco da fare. Potrei cercarmi cose da fare, ma il panorama è alquanto scarno e poco attraente. Ma non manco di sentirmi in colpa, talvolta. A presto

  4. Il buon senso è il risultato centrale degli anni che trascorrono, e quando il corpo ha bisogno di riposo, relax e cure, la cosa migliore da fare è concederglieli. E se la nostra mente e il nostro corpo non èsono più partcolarmente attivi, significa che non possiamo richiedere a noi stessi tutto ciò che ci aspettavamo prima.
    Accettare gli anni implica continuare a esercitare le nostre attività , ma sempre in funzione delle nostre possibilità, senza accettare grandi sfide, tranne quella di mantenerci più in salute possibile.
    Un antico proverbio dice che gli alberi più antichi danno i frutti più dolci.
    A ben rileggerci. Gian

    1. Molto logico il tuo pensiero, e anche condivisibile. Il problema nasce quando l’età diventa un pretesto per fare sempre meno e pretendere sempre meno da noi stessi, anche fisicamente. Grazie del passaggio

  5. È la paura di tutti penso,ti metti in ascolto e avverti i cambiamenti che inevitabilmente sono intervenuti.
    A volte senza neanche bisogno d’ascoltare troppo..ma se senti ci sei , e se ci sei ,ce lo puoi raccontare*_*

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