Abbandonare Tara

Glicine d'aprile

Jean Mannheim, Our wisteria

‎"D'un aprile rammento. Traboccava
il cuore come il glicine dai muri".
(Sergio Solmi)

Ho un figlio nato d'aprile. 
Un aprile che non dimenticheremo mai, un aprile in cui la gioia profonda che ogni figlio dona, fu aumentata indicibilmente dalla gioia di aver creduto in lui, in questo bambino al cui annunciarsi molti scuotevano la testa o si stringevano nelle spalle. Un bambino "troppo presto", un bambino "ancora?", un bambino "ma siete matti?", un bambino "e ora non ti laurerai più".
Che presto fu anche un bambino "che non dovrebbe nascere",  un bambino "a rischio", un bambino "ma ci avete pensato bene?".

Un bambino che non abbiamo mai messo in dubbio, un bambino amatissimo e desideratissimo, comunque. Anzi, no: "comunque" è un brutto avverbio. Meglio dire quello che lui è stato, un bambino "sempre".

Oggi ha compiuto 30 anni.
Un uomo, oltre tutto, particolarmente bello e dolce e sensibile.
Che porta in sé la consapevolezza dell'amore.

Il nostro figlio d'aprile.