Creato da odio_via_col_vento il 03/11/2005

Abbandonare Tara

abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui

 

Messaggi di Novembre 2015

L'arazzo

Post n°855 pubblicato il 27 Novembre 2015 da odio_via_col_vento
 
Tag: Amici

 

Gli arazzi del (gran)duca dei sogni | Cultweek

Bronzino, dettaglio di arazzeria medicea, Giuseppe, il Principe dei Sogni

 

E' una raccolta di romanzi, la vita.
Anche la vita più ordinaria, più semplice, più quotidiana. Anche la mia.
Non tanto il mio romanzo, le mie storie.
Ma piuttosto la trama non ostentata ma costante delle vite che si incrociano e si intrecciano al mio ordinario ordito.
Certe trame, la maggior parte, diventano evidenti solo quando si trova un inciampo, un nodo. Spesso la morte, che fa ripercorrere, di corsa, all'indietro, con la mente, tutti gli sprazzi di vita che hanno visto presente, poco o tanto, nel bene o nel male, quella persona, quel filo rosso di lana, nel tuo ordito personale.

Una giornata su una terrazza al mare, un bambino piccolissimo che gioca, la conversazione distratta e leggera di chi lo tiene d'occhio e intanto si intrattiene con gli altri. Considerazioni, incoraggiamenti, blandi sorrisi.
Gli incontri lungo i corridoi del supermercato, le battute sui carrelli stracolmi e sui carrelli semivuoti, l'eleganza del gesto anche nel quotidiano.
La confessione del dolore, le lacrime trattenute, sapere che questa esternazione di un sentimento profondo con l'altro, con quello che hai incontrato quasi per caso, con lui, sì, te la puoi permettere. Che lui capisce e condivide.
Una manciata di lentiggini brune passate con i geni di padre in figlia. Che ritrovi di nuovo su un volto cereo, invecchiato, malato.
I racconti di una gioventù che non hai conosciuto, un nome e dei sapori, una storia d'amore che ti è sembravata talvolta eccessiva e ridocola: quando eri troppo giovane e troppo sciocca per capire, piena dell'illusione e della presunzione dei vent'anni. E che capisci solo oggi.
Che la terra ti sia lieve.

 

 
 
 

Le bambine - strane dimore 8

Post n°854 pubblicato il 20 Novembre 2015 da odio_via_col_vento
 

 

 

Tamara de Lemipicka, Two little girls with ribbons

 

 

Le bambine abitano al piano sotto di noi.

Le bambine vivono in un mondo parallelo.

Quando erano più piccole, questo mondo era fatto di orsacchiotti rosa, unicorni dai capelli biondi, Barbie-luce-di-stelle, merendine cioccolatose e big babol scoppiettanti.

Adesso è un mondo fatto di troppi social networks troppo presto, amoretti su whatsup, film e gridolini.

Le bambine sono sempre state un po' innamorate dei miei figli, che sembrano essere tutto il loro universo maschile di riferimento. Li seguono, li spiano, fanno telefonate strategiche, cercano di insinuarsi nei loro pomeriggi, di accaparrarsene uno per farsi accompagnare in giro nel vicinato e sfoggiarlo come una preda.

Le bambine cercano di attirare l'attenzione inventando mostri notturni, feste di compleanno ogni mese, lettere anonime e storie fantastiche. Fanno finta di lamentarsi del fatto che i maschi (i miei) sono rumorosi, che sentono i loro passi, le loro voci, i loro amici: anche quando sono in viaggio o in vacanza. 

Le bambine sono gelose del sesso femminile di casa mia: anche di me. Mi sento scannerizzata da loro e dalle loro domande che sembrerebbero ingenue: perché sono uscita, perché sono entrata; perché cucino, perché viaggio; perché non mi tingo i capelli, perché mi vesto così; perché rido, perché respiro.

Denigrano con voce suadente e modi dolci le varie ragazze che girano per casa: le hanno sempre viste altrove, in situazioni imbarazzanti. Che poi ci rifletti e ti domandi come fanno anche solo a immaginarle.

Le bambine sono curiose. Entrano in casa e perlustrano tutte le stanze, toccando tutto e chiedendo ragione di tutto ciò che vedono. Se una stanza è chiusa allora diventa la stanza dei tesori e guai non aprirla.

Le bambine un po' fanno tenerezza e un po' scocciano.

 

 
 
 

nessun consiglio - consigli di viaggio 38

Post n°853 pubblicato il 15 Novembre 2015 da odio_via_col_vento
 

 

 

Non ci sono consigli.
Puoi solo sperare di non essere lì. 


 

Spiaggia di Sousse, Tunisia, giugno 2015

 

 

Tunisi, marzo 2015

 

 

Parigi, gennaio 2015

 

 

Boston, aprile 2013

 

 

 

Sharm el-Sheikh, luglio 2005

 

Londra, luglio 2005

 

 

Madrid, marzo 2004

 

 

New York, settembre 2001


 
 
 

Cerimonia del thè - consigli di viaggio 37

Post n°852 pubblicato il 05 Novembre 2015 da odio_via_col_vento
 

 

 

Georges-Daniel de Monfreid - Portrait of the Wife of the Artist with a Cup of Tea

 

Un rito, per molti.
Per gli inglesi un rito sociale; per i giapponesi un rito quasi religioso.

Due categorie di thè molto diverse. 

Amaro, speziato, denso di sapori diversi, di possibilità di scelte, quello inglese.
Irrimediabilmente polversoso quello giapponese: mi resta sempre il senso della sabbia fra i denti.

Poi ci sono i thè che descriverei come "funzionali": il thè per scaldarsi, negli inverni freddi; quello per fare fine, in epoche in cui il caffè sembrava troppo plebeo; quello dei malati (era il thè che conoscevo io, da bambina, inestricabilmente legato all'idea dell'influenza e degli autunni uggiosi, quando comincia a fare buio presto).

Ci sono anche i thè salutisti, per coloro che credono che quello verde allunghi la vita, che quello rosso ridoni vigore, che quello blu illumini d'immenso.
Chissà perché per alcuni tutto quello che vagamente sembra provenire dall'oriente assume un'aura mistica di benessere.

Il thè freddo e il thè caldo; quello al limone e quello al latte; quello con i biscotti e quello filosofico. 

Oggi posso fare finta di fare questo e quello, di essere ognuno di questi personaggi, bevendo dietro i vetri tutto il thè del mondo.

Fuori c'è la più bella Indian Summer che avrei potuto desiderare, sono nella città più ordinata e immacolata degli Stati Uniti......e sono ammalata. 
Meno male che mi porto sempre dietro qualche bustina di infusi varii.
A questo punto mi resta solo la cerimonia del thè e aspettare che passi.

 

 
 
 

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