Creato da odio_via_col_vento il 03/11/2005

Abbandonare Tara

abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui

 

Messaggi di Gennaio 2016

questioni di geografia umana

Post n°866 pubblicato il 30 Gennaio 2016 da odio_via_col_vento
 
Tag: Viaggi

 

 

Clima di Washington DC: quando andare? Consigli sul periodo migliore

 

Alla latitudine di Palermo.
Ma col vento di Oslo.
E una lentezza nel rimuovere la neve che fa capire come qui ci si senta al sud: il freddo non può durare, verrà presto un disgelo del tutto naturale (paiono pensare gli amministratori cittadini).

 

 
 
 

Nugae

Post n°865 pubblicato il 21 Gennaio 2016 da odio_via_col_vento

Trompe l'oeil of a Framed Necessary-board 1257236 | National Trust  Collections

 

Samuel van Hoogstraten, Still Life

 

Frammenti di poco valore:
- lo smalto per le unghie anche in inverno. Color Nutella, dicono in casa: che sembra sia stata colta con le mani nel sacco (anzi: nel barattolo);
- un collo di pelliccia (finta) come fosse una sciarpa: non avrei mai immaginato che facesse così bon ton, anche con i jeans;
- un romanzo giallo che ti avvolge: prima era una lettura riservata all'estate, ora ho voglia di evasione anche nelle sere buie d'inverno;
- montagne di videocassette conservate chissà perché: tempo, denaro, passioni che passano come le mode, le tecnologie, il tempo, sempre più velocemente;
- voglia di camicette: bianche, a fiori, a fantasia geometrica, di coltone, di seta, di viscosa. Ma come mai ho tante magliette e così poche camicette? Poi succederà come con le gonne: dopo anni che non ne avevo, adesso ne ho anche troppe;
- un libro da cercare, da inseguire, da ordinare. Benedetto internet, benedette le vendite su Ebay che ti scovano anche l'inscovabile. Arriva, lo sfogli avidamente e....manca proprio quel dettaglio, quella informazione, quella foto che volevi. Vabbè: è stata divertente la caccia al tesoro;
- il programma corto della lavatrice: un bijoux. Ringraziano le puzzolentissime divise da calcio dei miei figli, ringrazia la madre che (non a caso) odia l'inverno, ringraziano le scorte energetiche del pianeta.

A proposito: basta, spegniamo la luce. 
Buonanotte. 


 
 
 

Lazzaretto

Post n°864 pubblicato il 16 Gennaio 2016 da odio_via_col_vento
 

 

Cathleen Rehfeld, Study for Six Cups

 

Ho cominciato io: una di quelle influenze sorde, senza febbre (o quasi), che ha portato l'inevitabile conseguenza (per me succede così, da un po' di anni) della perdita totale della voce. 
Con grande gioia di marito, figli e gatti. Ovviamente
Un'afonia quasi ridicola, a momenti: soprattutto nei rapporti telefonici con coloro che, ignari, insistevano  a chiamarmi.
Le (cosiddette) conversazioni erano surreali. Di solito esordivo con un: "Non ti spaventare, sono io".
Se il malcapitato riusciva ad andare oltre questa prova di accesso (cioè capire qualcosa), seguivano pietosi tentativi di sdrammatizzare: "Credevo fossi .....", cui seguivano accostamenti fantasiosi che svelevano i retroterra culturali dell'interlocutore. E mi sono sentita paragonare a Greta Garbo, a Ungaretti, a Amanda Lear e alla bambina dell'esorcista.

Poi si è ammalato mio marito e, come tutti gli uomini che si rispettino, il suo malessere era "di più". Aveva più caldo, più freddo, più febbre, più mal di testa, più tosse; non puoi immaginarti com'è, non puoi capire, non mi curi abbastanza, non sono mai stato tanto male, non mi reggo in piedi, le medicine non mi fanno niente.

Mentre lui giaceva ancora nella catalessi dell'ipocondria, ho scoperto che Quasi-Nuora n°4 si era presa il virus di tipo gastrico-intestinale ed ho subito, facilmente, espresso la mia profezia da Cassandra.
QUATTRO, infatti, dopo aver passato due pomeriggi e due serate abbracciato caritatevolmente alla sua amata, è tornato a casa ed ha dato sfogo a tutte le caratteristiche (voce esclusa) della bambina dell'Esorcista. Si è curato con 36 ore ininterrotte di sonno, un po' di spremuta di arancia e la nonchalance della sua età, su cui tutto scivola e sembra non lasciare traccia.

Nuora-Effettiva è in una fase acuta di mal di denti.
UNO è ammalato di super-lavoro, ma questa sembra una malattia endemica e verosimilmente genetica.

Gli altri? Reggono.
Un po' meno felicemente TRE, su cui ricadono gli oneri di gestire la spesa, con frequentiti puntate in farmacia.

I gatti? No, i gatti pare proprio che siano immuni all'influenza.

 

 
 
 

sul lago - un'altra vita 1

Post n°863 pubblicato il 09 Gennaio 2016 da odio_via_col_vento
 

 

Leo Putz, Frieda am Langenbürger See

 

Avevo un innamorato sul lago.
Un lago piccolo, profondo, immoto come uno stagno. Per me l'idea di lago è quella: non concepisco i laghi che sembrano mari, di cui non vedi le rive.
Per me il lago è una finzione dichiarata, una pozza un po' più grande, uno strano frammento di specchio precipitato dal cielo.
Aveva una barca, la portava a largo, raggiungeva due piccole isole sulle quali mi domandavo come si facesse a vivere, così remoti, mi pareva, all'epoca.
Un'isola nell'isola che era il lago.

A volte mi capita di passare lungo quel lago, di ricordare un tempo remoto ed una vita che non c'è stata.
Sono fantasie leggere, non arrivano mai al rimpianto o al desiderio di rivedere quel ragazzo che fu. Ma il lago, specialmente sotto la luna piena di certe tarde serate di inverno, limpide e chiare, è di una bellezza struggente.

Come quella promessa di gioventù che poi non decollò mai.
Chissà come sarebbe stata la mia vita sul lago. 

 

 
 
 

i rami dell'albero

Post n°862 pubblicato il 05 Gennaio 2016 da odio_via_col_vento
 
Tag: Natale

 

Victorian Christmas Tree

 

I neo sposi, gli sposi maturi, i neo-genitori e i neo-nonni, i minuscoli nipotini (l'inizio della terza generazione);

gli amanti dei cani e i fanatici dei gatti;

chi soffre di colesterolo, chi era vegetariano e ormai mangia di tutto, chi è astemio e chi invece il vino (e che vino!) lo ha prodotto tutta la vita;

i cittadini e i campagnoli; gli italiani che parlano tedesco, gli svizzeri che parlano italiano, l'inglese con accento irlandese, quelli che ascoltano e sorridono;

chi cammina, chi corre, chi preferisce ora (ma ha preferite sempre) stare a guardare;

la fettunta con l'aglio e la fettunta senza aglio; l'olio nuovo che pizzica e i salumi di cinta senese;

il presepe e l'albero: ancora per un giorno; le candele rosse; le calze appese, per ridere e per ricordare;

l'albero genealogico faticosamente ricostruito, le improbabili parentele illustri, la storia fatta di aneddoti, la saga familiare, le frasi fatte, certe parole quasi inventate che solo noi capiamo;

i ragazzi che erano bambini e sono adesso giovani uomini e giovani donne; quelli che si aggiungono e vengono fagocitati, avviluppati, inglobati con amore, il tanto amore di una famiglia allargata allargatissima.

Domani si chiude alla grande: con il pranzo della Befana dei cugini, la nostra tradizione che rende più bello ricominciare l'anno nuovo, quelle vero. Il pranzo che raccoglie tutti, cui nessuno vorrebbe mai mancare. Per cui si cercano le offerte speciali dei biglietti del treno e dei biglietti aerei. A cui si pensa dall'inizio delle vacanze, dall'inizio di dicembre, quasi da un anno all'altro. Si arriva come in corteo, come nel corteo dei Magi, portando vassoi e ciotole e bottiglie. Godendo i profumi e i sapori di una voglia di tradizione.

Come rispose mio figlio lo scorso anno alla zia che si scusava: "Non ti aspettare niente di nuovo: saranno le solite cose". È lui: "Veniamo proprio per quello, guai se ci fosse qualcosa di diverso!".

 

 
 
 

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