Creato da odio_via_col_vento il 03/11/2005

Abbandonare Tara

abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui

 

Messaggi di Dicembre 2014

2015

Post n°792 pubblicato il 31 Dicembre 2014 da odio_via_col_vento
 

 

Karel Dujardin, Bolle di sapone - Allegoria della transitorietà e brevità della vita (particolare) 

 

 

Non ho mai amato molto questa festa.
Solo una volta, un anno, fu davvero memorabile. Quello in cui incontrai, io ragazzina, un ragazzo appena più grande, che mi sembrava adulto e serissimo. Che poi sposai.

Eppure non ero vestita di rosso.
Eppure non mangiai lenticchie (una acquisizione alla mia dieta  che ho imparato ad apprezzare solo da adulta).
E nemmeno posso dire se ci siamo innamorati in un anno che volgeva al termine o ad anno nuovo già cominciato: le "iatture" dell'avere un anniversario molto molto incerto, per sua vera e propria natura.

Gli auguri? Per quello che costano e per il tempo che impegnano, sì, certo: perché non farceli?
Anche se siamo tutti ormai e purtroppo consapevoli delle volte che si sono dimostrati superflui, bugiardi, inutili, densi di sofferenza, ammantati di speranza senza speranza, desiderosi di dimenticare un passato che non si decideva a diventare davvero tale.

Cosa mi auguro o cosa mi aspetto dal 2015? 
Un matrimonio d'estate, per esempio.
Affrontare e vivere quello che mi si prepara, con dignità; conservare la mia etica ed essere libera di scegliere.
Felicità e stabilità per chi amo: ragazzi dritti come giovani alberi e ragazze dai lunghi capelli.
Una giornata d'estate perfetta, cielo limpido, stelle di sole nell'acqua del mare, brezza sulla spiaggia.
Il sapore del freddo. Saltare nelle pozzanghere di pioggia come mai da bambini era concesso.
Tempo per  le cose importanti e capacità di saperle riconoscere.
Bisbigli nei buio e tepore nel letto, di notte. 

Essere di nuovo qui, o altrove, chissà, a parlare così del 2016. 
Tutto sommato, come diceva Trilussa, la felicità è una piccola cosa. 

 

 
 
 

Cinema a Natale

Post n°791 pubblicato il 27 Dicembre 2014 da odio_via_col_vento
 

 

 

Dopo le ansie per la scelta dei regali di Natale (che quest'anno, detto fra parentesi, sono andati benissimo: un incentivo a comprarli SEMPRE tra Washington DC, Philadelphia e New York);
dopo le scelte del menu (che poi, si disquisisce, si disquisisce, ma il menu è sempre lo stesso: impagabile la goia che faceva brillare gli occhi di Nipote Adolescente - non più adolescente - alla vista delle mie lasagne);
dopo i messaggi di auguri (tante mail, tanti sms, tanti what's up.....ma questi non si possono usare come addobbo natalizio, appesi alla porta di ingresso, tra fiocchi e nastri argentati, come usava fare mia madre....o tempora, o mores); 
dopo il rito dei ricordi veri e fittizi, racconti costruiti sulla memoria, personaggi veri e personaggi leggendari, arricchiti dalla fantasia, generazioni che si mescolano e si confondono, passati molto recenti e molto remoti che sono ormai un tutt'uno;
dopo le sessioni all'ultimo sangue di giochi fra cugini, sostituto delle tombolate e dei mercanti in fiera di una volta, tra coalizioni familiari e scherzi e consuete prese di giro che equivalgono ai baci e agli abbracci di generazioni più propense alle smancerie (e noi, ormai, facciamo solo parte del pubblico di questi giochi, tra un assopimento post-prandiale e la cucina da cercare, vanamente, di risistemare).

Eccoci ad un altro passo decisivo della liturgia natalizia: la scelta del film.

Finite ormai le maratone Disney, consacrate a figli e cugini, fra cinema vero e videocassette (all'epoca) o DVD (per i più recenti della figliolanza), adesso ai film, noleggiati, piratati, in streaming, ci dedichiamo noi adulti fatti (e strafatti dal cibo).
E si aprono le discussioni, le rivendicazioni:
"Lo scorso anno ci siamo sorbiti i tuoi polpettoni, quest'anno voglio un filmaccio di azione, io"
"Ma l'ultimo francese....?"
"Ma vorrai scherzare, spero? Qui stanno già appisolandosi tutti: vuoi dare la mazzata finale?"
"Non faccio per dire, ma la fantascienza me la proibite tutti gli anni"
"E io che mi ero scaricata una quintalata di commedie in vernacolo....."

Insomma: fermo restando che di White Christmas, La vita è una cosa meravigliosa, Mamma ho perso l'aereo e simili non se ne può più; ma anche di Love Actually e Quattro matrimoni e un funerale ci saremmo nauseati.....I cinepanettoni italiani, poi, da noi non hanno mai avuto nessunissima fortuna, quindi....
Quest'anno ha prevalso il lato oscuro della famiglia: Gone Girl (ovvero L'amore bugiardo) ci ha stesi definitivamente in un dopo cena che in realtà era un dopo pranzo prolungatissimo. Un inno alla famiglia e ai buoni sentimenti, direi..... NO!
Da guardare per vedere in un'altra ottica il proprio "stagionato" consorte. Se siamo sopravvissuti al matrimonio, non c'è che dire: possiamo sopravvivere anche al Natale!

Buon Natale ancora per questi prossimi 12 giorni!

 

 

 
 
 

Mamma Natale

Post n°790 pubblicato il 21 Dicembre 2014 da odio_via_col_vento
 

 

Trisha Romance, 1951

 

La slitta di Babbo Natale è una valigia di policarbonato con quattro ruote (essenziali: cammina da sola): di colore dorato (tanto per preservare le tradizioni).
Babbo Natale ha fatto spese in USA, dove hanno il buon senso di continuare ad avere un cambio favorevole a noi portatori sani dell'euro. E soprattutto dove hanno il buon senso di fare le svendite natalizie PRIMA di Natale e non dopo, come da noi (dove ancora certe fasce del paese credono di vivere nell'abbondanza).

Babbo Natale sarà Mamma Natale, quest'anno (non che sia una novità.....mi chiedo in quante famiglie sia il signor marito o signor padre ad occuparsi di questo).

E Mamma Natale, signora Santa Claus o Mrs. Claus, come preferite, parlerà con il linguaggio di un amore tinteggiato a stelle e strisce, cercando, sperando, di compensare con l'accento esotico aspettative forse non completamente adempiute.

Mamma Natale è tornata carica come si conviene, moderatamente soddisfatta, con gli occhi e il cuore pieni della gioia del cercare, trovare, pensare con amore, sentirsi benedetta da casualità fortunate, colpi di genialità, anticipazioni sul gradimento finale.

Mamma Natale adesso sta impazzendo a confezionare pacchetti adeguati e ha deciso di non lasciarsi deludere dalle usuali problematiche.
Se la cerbiatta sarà indifferente, pazienza: è un problema della cerbiatta.
Nel frattempo la "gazzella", la "gatta saggia" e la "pomerania" saranno felici: lo sono sempre.

L'amore passa anche attraverso qualche disappunto. Mamma Natale è felice di dimostrare amore, questo è tutto.

E i quattro moschettieri, i baldi UNO, DUE, TRE e QUATTRO saranno tutti qui: bisogna gioirne e non dare mai niente per scontato. Si avvicinano pericolosamente (e naturalmente) le fasi in cui inizieranno i tempi degli equilibri, "un anno dai tuoi e un anno dai miei".
Bisogna consolarsi che col fatto che sono quattro, probabilmente non resteremo mai "scoperti".

Mamma Natale si adagerà poi nel nido di una sorella minore molto molto maggiore di lei quanto a tradizioni familiari, forze e inventiva; con il cognato matto e i nipoti che stanno felicemente uscendo dalla fase scorbutica.
Aspettando anche le scie di poppa, babordo e tribordo, dei pranzi fra cugini, amici, parenti acquisiti.

Che dire? che Mamma Natale si stia ammansendo, che diventi più saggia? Che stia, forse, al fine, crescendo?

 

 

 
 
 

lo sguardo liquido

Post n°789 pubblicato il 17 Dicembre 2014 da odio_via_col_vento
 
Tag: USA, Viaggi

 

Alyssa Monks

 

Lo sguardo liquido del ritorno, lo sguardo leggero, lo sguardo di occhi che sfiorano quello che sta intorno senza davvero vedere niente, senza soffermarsi e catturare un'immagine.
Lo sguardo che si posa su una realtà ben nota, le cose di sempre, che riemergono dall'ipnotico sonno dell'ibernazione in cui sono state immerse mentre non c'eri.
La vita che non sembra essere andata avanti, in tua assenza.
Tutto si è fermato, sospeso nel senza tempo del non esserci.

Tutto riemerge, lentamente, come in un fermo immagine.
Tutto era lì, che ti aspettava.
Le cose, le persone, le sensazioni interrotte, gli affetti immutati, il passato remoto e il passato prossimo.
Tutto bloccato in un presente che adesso, solo adesso, può ricominciare.

Ritorni e lo spaesamento di un altro jet lag, un jet lag più gentile e meno opprimente, si tramuta in uno sguardo liquido, in un sonno non imperioso, che si fa leggero appisolamento, nebbia, vaghezza del pensiero.

Tutto bene, specialmente se funziona come difesa contro un Natale troppo, pericolosamente vicino. 

 

 
 
 

camere di albergo

Post n°788 pubblicato il 12 Dicembre 2014 da odio_via_col_vento
 

 

Alyssa Monks

 

Spesso mi chiedo cosa raccontino le camere d'albergo.
I letti sfatti lasciati abbandonati, aperti come un libro che parla; le piccole cose lasciate in giro; gli oggetti da toilette; i libri sul comodino; le medicine e i profumi. Niente di nascosto, tutto squadernato.

Le mie camere di hotel, questa volta, sembrano lo scenario dello scoppio di una bomba.

Per abitudine difficilmente vuoto la valigia: ho una naturale diffidenza verso i cassetti e gli armadi degli hotel, sento sempre, poi, indossando le cose lì riposte, un odore che non è mio, che mi disturba.   

Se poi aggiungo shopping a lavoro, fra buste di acquisti, computer e fogli sparsi, tutto che tracima e tutto che dovrebbe trovare spazio e ricomporsi, lo scenario è allucinante.

Chissà quale sarà il racconto di me che la cameriera al piano ricostruirà. SE mai ne ricostruirà uno, se mai ne avrà voglia.
Penso che anche loro, alla lunga, diventino immunizzate nei confronti della curiosità che il loro lavoro stimolerebbe.
Penso che interessi loro, alla fin fine, solo se trovano una mancia ad aspettarle, alla partenza. 

 

 
 
 

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