Abbandonare Tara
abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui
Messaggi di Marzo 2015
Madeleine Jeanne Lemaire:Woman Sitting in a 'Dagobert' Armchair
io: - Certo che si comincia bene: il volo non è nemmeno decollato e questo davanti ha già il sedile reclinato. collega: - .... io: - ora danno l'annuncio che si devono allacciare le cinture e tirare su i sedili, speriamo lo faccia collega: - ...... io: - ma lo vedi? non se ne cura. collega: - Ma ora passa l'hostess, glielo dirà io: L'hostess è passata e non gli ha detto nulla. Ma certo, che roba! collega: ----- io: Ma dico io! collega: Ma insomma, ma ti dà tanta noia? non hai posto? vuoi che facciamo cambio? io: Figurati: accavallo anche le gambe, Ma son questioni di pricipio. amico: - le tue preferite! io: ........ ---------- (mi conosce bene: ma, sbaglio o la sua constatazione non era un complimento?)
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Eugène Delacroix - Giovane orfana al cimitero
Per quanto ti sforzi, non puoi prevedere tutto, nel viaggio. Non saprai quale, non saprai quando, ma in qualche modo non ti farai sorprendere dal fatto che ci possa essere un inciampo, qualunque, per via. Il tipo di consapevolezza che dovrebbero instillare nei giovani futuri sposi: non sarà sempre rose e fiori. Anche: forse lo sarà per molto poco. Così è il viaggio. Magari cerca di prevedere di avere l'essenziale sempre nel bagaglio a mano. Poi, se puoi, compra un itiniterario in cui le tappe sono protette: un'amica in ogni città che tocchi, una ciambella di salvataggio se cancellano il volo, l'ultimo, quello che doveva portarti a casa. Così è per me Parigi. Così vicina che sembra di toccare la meta. Così lontana che devi per forza aspettare una notte e un giorno. Così calda (nel gelido marzo francese) perché c'è chi ti accoglie, ti prepara un letto fresco di bucato, girgio e arancione, per smaltire il jet lag e per consolarti del ritardo. Quasi quasi un imprevisto così bisognerebbe inventarselo apposta.
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Danny O'Connor
«La prima guglia sparata in cielo, il primo marciapiede gremito, il colore della pelle del primo incontro. Il primo odore inatteso, che per qualcuno è di oceano, o di carne arrostita, o di zucchero a velo, o di ruggine e foglie marce, anche se quello che sta marcendo è legno, cemento, ferro, mattoni, perché l'intera città sembra attaccata dalla ruggine e dalla muffa. Sono inaspettati anche i colori. Non il bagliore freddo del vetro e dell'acciaio, ma le tonalità pastello del rosso, dell'arancio, del marrone. La sorpresa di sbarcare nel Nuovo Mondo e scoprire una città vecchia: non come sono vecchie quelle europee, che sono vecchie come monumenti, ma vecchia come una fabbrica abbandonata, o una casa di famiglia, o gli edifici ferroviari che si vedono appena fuori dalle stazioni, o i luna park in disuso.» (Paolo Cognetti, New York è una finestra senza tende)
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Giotto, Cappella degli Scrovegni (particolare)
dico solo questo: sono in volo sull'oceano (Atlantico) e sto scrivendo questo post. Così ci ricasco: nel multitasking, voglio dire. Al di là della eccitazione della novità, sarà poi proprio tutto questo beneficio? |
Margaret Bowland, Flower Girl Spesso insieme all'acquisto di un biglietto ti viene proposta l'opzione: "scegli il tuo posto". Sembra una gradita possibilità l'occasione di passare meglio i pochi minuti o le molte ore del viaggio. Ma quando mai funziona a dovere? Il senso di marcia del treno non è indicato. Poi ci si mettono anche le stazioni di testa, a capovolgerlo un numero imprecisato di volte. Illusorio pensare di poter trovare dal computer di casa l'araba fenice: il posto che ti consente di viaggiare secondo il senso di marcia. Ti studi accuratamente tutto, cerchi di capire, ti dici "questa volta ho indovinato senz'altro". E ti ritrovi invariabilmente contro marcia, col paesaggio che scorre al contrario, la testa che confusa segue un andamento a ritroso, il senso di nausea che sale, l'impossibilità di leggere o lavorare. E perdi la bussola, quando scendi non sai bene quale direzione prendere per uscire dalla stazione. Così è la vita: difficile indovinare a priori in quale direzione andrà. Tra il momento in cui sogni, progetti, ti immagini di essere davvero tu a scegliere; e il momento in cui poi davvero cominci a viaggiare: sempre, quasi sempre, capita l'imponderabile. Così ti ritrovi imprigionata in un contromarcia non voluto e spesso disturbante. Per qualche viaggio fortunato, quanti ce ne sono che sembrano essere solo un ricominciare da capo! (E, certo, quella maledetta, incomprensibile, fuorviante piantina del treno non ti dirà mai chi sarà il tuo vicino di posto). |
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E allora ho deciso di aprire un FOTOLOG:
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