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Messaggi di Luglio 2014
Post n°8996 pubblicato il 31 Luglio 2014 da cile54
Malattie rare: informazioni e tutela per i giovani adulti (18-45 anni) I diritti sul lavoro, i congedi e i permessi retribuiti, l’accesso alla procreazione medicalmente assistita, le cellule staminali da cordone ombelicale, la crioconservazione. Ma anche il ruolo terapeutico e relazionale della medicina narrativa, nonché informazioni sui servizi di supporto psicologico alla malattia. Si arricchisce di queste sezioni e la creazione di un nuovo percorso focalizzato sulle patologie rare nei giovani adulti (18-45 anni), il portale sulle malattie rare www.malattierare.cittadinanzattiva.it, promosso da Cittadinanzattiva dal 2010 e che finora ha realizzato 99.778 visitatori unici e 174.070 pagine visitate L’aggiornamento proposto nasce dalla considerazione che alcune patologie rare, con frequente insorgenza nell’età giovanile, impattano pesantemente sulla qualità della vita, ed in particolare sul lavoro e sulla serena gestione della vita familiare. Inoltre, dedicare una sezione specifica a questa fascia di età offre l’opportunità di cogliere sempre di più le reali necessità dei cittadini e anche delle famiglie, così spesso coinvolte nella gestione della malattia e della vita quotidiana del paziente. L’obiettivo è dare risposte concrete ed individuare strumenti utili, argomenti, strategie di tutela sempre più personalizzati. “Sul tema delle patologie rare e dei diritti delle persone e dei loro familiari, alcune questioni non sono più rinviabili. Il Patto per la salute prevede alcuni impegni in questo senso, ma è necessario garantirne l'effettiva attuazione per passare dalle parole ai fatti”, afferma Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva. “Occorre lavorare all'aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e in particolare alla revisione dell'elenco delle malattie rare esenti da ticket, fermo ancora al 2001; nonché all’aggiornamento del Nomenclatore tariffario dei presidi e delle protesi fermo ormai al 1999. E' giunto il momento che il nostro Paese si doti di un Piano Nazionale sulle Malattie Rare, al quale si sta lavorando da diversi anni ma che ancora non è stato formalmente approvato, nonostante la scadenza fosse il 2013”. Una ricerca condotta da Cittadinanzattiva ha evidenziato che i cittadini cercano informazioni e "sostegno" sulle patologie rare prevalentemente attraverso la rete, ma spesso sono disorientati dalle tante informazioni. Per questo, il portale si propone come bussola informativa per il cittadino che si muove tra le tante fonti, siti, notizie e novità sul tema delle malattie rare, promuovendo maggiormente l’empowerment dei familiari e delle persone affette da patologia rara. Il portale www.malattierare.cittadinanzattiva.it è promosso da Cittadinanzattiva attraverso il Tribunale per i diritti del malato ed il Coordinamento nazionale Associazioni Malati Cronici, ed è realizzato con il sostegno non condizionato di Takeda Italia. Fonte: Cittadinanzattiva Comunicato stampa Roma, 23 luglio 2014 |
Post n°8995 pubblicato il 31 Luglio 2014 da cile54
Quanto vale in Italia il lavoro volontario?
Più di 6 milioni e mezzo di volontari stimati operativi, oltre 4 dei quali attivi in organizzazioni: è il dato prodotto in un’indagine presentata da ISTAT, CSVnet (Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato) e FVP (Fondazione Volontariato e Partecipazione), per la prima volta confrome agli standard internazionali, che testimonia come il volontariato sia ormai un fenomeno maturo e radicato in tutto il nostro Paese
Disegno che rappresenta alcuni settori di impegno del volontariato6 milioni e 630.000 volontari stimati operativi, di cui 4 milioni e 140.000 attivi in organizzazioni. Il Nord Italia che segna il record di tasso di volontariato (16%) e il Sud che ne ha uno più basso (8,6%). Sono i dati principali del dossier che quantifica il lavoro volontario, pubblicato in questi giorni da ISTAT, CSVnet (Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato) e FVP (Fondazione Volontariato e Partecipazione), con il titolo Attività gratuite a beneficio di altri, ove si svelano appunto tutti i numeri del fenomeno volontario in Italia, tratteggiandone anche le caratteristiche, come quella che vuole una percentuale molto più alta di volontari fra chi ha conseguito un titolo di studio più alto come la laurea (22,1%) e inferiore fra chi ha la licenza elementare (6,1%). O che racconta anche di un volontariato sempre più appannaggio di chi ha situazioni occupazionali stabili (14,8%) e di chi vive in famiglie agiate (23,4%). Il report, inoltre, evidenzia il ruolo fondamentale di donne e anziani nelle attività di aiuto non organizzate e quantifica in 19 il monte ore – calcolate su quattro settimane – che in media gli italiani svolgono in volontariato le quali coincidono, se quantificate con il criterio del monte ore lavorativo, con circa 875.000 unità occupate a tempo pieno.
«Grazie a questa indagine – commenta Stefano Tabò, presidente del CSVnet – siamo in grado di conoscere meglio i “profili” di quei milioni di cittadini che ogni giorno spendono gratuitamente il loro tempo per gli altri. Il fatto poi che 4 milioni di questi preferiscano impegnarsi in organizzazioni strutturate dimostra come il volontariato sia ormai un fenomeno maturo e radicato in tutto il Paese, una realtà che il sistema dei Centri di Servizio per il Volontariato contribuisce a valorizzare con competenze e professionalità diffuse e capillari. La possibilità di equiparare i dati agli standard internazionali non può che accrescere il valore della ricerca, primo frutto di una nostra positiva collaborazione con l’ISTAT e la Fondazione Volontariato e Partecipazione». «La quantificazione del lavoro volontario in Italia – sottolinea dal canto suo Alessandro Bianchini, presidente della Fondazione Volontariato e Partecipazione – è una sperimentazione di grande rilievo perché fornisce dei numeri che fanno comprendere più a fondo cosa rappresenti oggi in Italia il volontariato e quali siano i tratti distintivi di esso, senza togliere importanza al valore dell’aspetto umano e relazionale del volontariato stesso. Abbiamo partecipato alla sperimentazione dando il nostro contributo scientifico perché crediamo che possa rappresentare un utile strumento di analisi, approfondimento e discussione per tutti i soggetti che a più livelli operano nell’attività volontaria, dalle reti del volontariato ai decisori pubblici». «La misurazione del lavoro volontario – conclude Edoardo Patriarca, deputato, presidente del CNV (Centro Nazionale per il Volontariato) e dell’IID (Istituto Italiano della Donazione) – quantifica in maniera dettagliata il fenomeno, misurandolo dal punto di vista del valore occupazionale. I risultati sono interessanti e si dimostra ancora una volta la solidità del fenomeno volontario la cui caratteristica principale risiede nel valore relazionale e solidale della propria opera. Senza snaturare questa chiave di lettura del volontariato – che è fondamentale, e lo si nota anche osservando i dati sulle motivazioni dei volontari italiani – la sperimentazione del “Metodo ILO” [ove ILO sta per “Organizzazione Internazionale del Lavoro”, N.d.R.] dà ulteriori e concreti spunti di approfondimento, fornendoci una motivazione strutturale in più per andare avanti con la riforma del Terzo Settore lanciata in questi mesi dal Governo, che ha fra i suoi obiettivi proprio quello di liberare queste energie sociali, economiche e culturali, fondamentali per la ripresa del nostro Paese».
E a proposito del “Metodo ILO” citato da Patriarca, va ricordato che il report presentato in questi giorni è stato realizzato nel contesto dell’indagine multiscopo Aspetti della vita quotidiana del 2013, che ha ospitato un modulo di approfondimento per implementare appunto il Manuale ILO (in italiano OIL, ovvero Organizzazione Internazionale del Lavoro), sulla misurazione del valore economico e sociale del lavoro volontario, prima rilevazione sul lavoro volontario armonizzata agli standard internazionali. In tal senso, nel report di cui si parla nella presente nota, ci si riferisce a un’accezione ampia di volontariato, non legata solo alla partecipazione a un’organizzazione del Terzo Settore, ma anche a comitati, movimenti, gruppi informali e altro.
(S.B.)
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Post n°8994 pubblicato il 30 Luglio 2014 da cile54
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Post n°8993 pubblicato il 30 Luglio 2014 da cile54
Gaza, nemmeno più le chiese sono luoghi sicuri. Israele si accanisce ancora contro gli ospedali
Dopo gli ospedali, le scuole e i rifugi, Israele prende di mira anche le chiese. Da questa notte nel quartiere Zeitun è l’inferno. “Basta con questo orrore", urla al telefono il Parroco di Gaza City, Padre Jorge Hernandez. Il bilancio di oggi è superiore alla media dall'inizio del conflitto, con più di cento vittime.
Ieri sera Padre Jorge aveva ricevuto l’avviso di sgombrare la Chiesa e la Parrocchia, dopo l'annuncio che il quartiere di al-Zeitun sarebbe stato bombardato. Oggi le bombe sono arrivate davvero. E una trentina di persone se la sono cavata per miracolo. “Ma dove possono andare il parroco, le tre suore di Madre Teresa con 29 bambini handicappati e 9 anziane inferme?”,chede padre Jorge. Già ieri mattina la comunità cristiana di Gaza era stata sconvolta dalla morte di due anziane, causata dalle difficile condizioni in cui erano costrette a vivere, dopo il loro trasferimento nella Chiesa, e dalla tragica notizia di un missile che aveva colpito la casa della famiglia di Jalila UmFarah Aiad Jerjis, riducendola in macerie. La famiglia era composta dal padre di Jalila, dalla moglie Aiad Kamal e dai due figli piccoli Jerjis e Anton. Jalila è morto carbonizzato. Il padre è stato leggermente ferito. Il figlio maggiore, Jerjis, è in coma profondo. Ha subito l'amputazione delle gambe e di una mano e ha ustioni profonde sul viso e sul petto. Anton, il figlio più giovane, non era in casa quando è successo, ma a messa nella Chiesa. “Esigiamo lo stop immediato del fuoco per fermare questo massacro – dice padre Jorge. Nessuna di queste persone che sono morte oggi erano terroristi".
Medici Senza Frontiere, intanto, condanna duramente l'attacco sferrato ieri contro l'ospedale di Al Shifa a Gaza City, l'ospedale di riferimento per l'intera Striscia di Gaza, dove lavora anche un'e'quipe chirurgica di Msf. Il bombardamento di questa struttura sanitaria, che ha offerto rifugio a migliaia di sfollati da quando Israele ha lanciato l'operazione "Margine Protettivo" tre settimane fa, secondo Msf dimostra che i civili a Gaza non hanno un luogo sicuro dove andare e mostra quanto sia difficile fornire aiuti di emergenza nell'area. Continuano a essere i civili le vittime dei bombardamenti di Israele “nella loro folle ricerca delle 73 persone che devono essere eliminate. Come si legge su un volantino che hanno lanciato dagli aerei sulla popolazione di Gaza”. Meri Cervelli, cooperatrice italiana a Gaza, in un messaggio spiega: "Hanno tirato giù alcune palazzine con dentro famiglie intere lanciano attacchi continui non si fermano…Oggi hanno lanciato un volantino dagli aerei, con su il disegno della Striscia di Gaza e 4 tombe sulla striscia dal nord al sud … dietro 73 nomi di persone che volevano colpire … diceva che avrebbero trovato posto solo sotto queste tombe …. lo stanno facendo su tutta la striscia … è un massacro indicibile ….” Fabio Sebastiani 29/7/2014 www.controlacrisi.org
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L'informazione dipendente, dai fatti
Nel Paese della bugia la verità è una malattia
(Gianni Rodari)
SI IUS SOLI
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
omicidio di Stato
DARE CORPO ALLE ICONE