salsedine del sogno

Caro blog

Caro blog,

Anche il duemilasedici lo abbiamo messo nel cassetto di ciò che è stato. Se penso a un’immagine mi viene la scopa e la paletta. No, non è una questione di bilanci perché non c’è chi vince e chi perde e poi le sfide non mi sono mai piaciute.

È che avrei voluto in questo anno togliere tanta di quella pesantezza da raccoglierla poco alla volta con la scopa e la paletta e buttarla nell’indifferenziato passato. Tutto questo per stare un po' in pace. Ma non è andata cosi. Cammino con la tristezza gucciniana e respiro controvoglia perché si deve pur cambiare l’aria tra il dentro e il fuori o viceversa.

Forse quest’anno si chiude con la certezza di lasciar perdere la frase “Ho bisogno”.

Frase inutile e dannosa al traffico della mente che il tempo rende sempre più macchina da guerra per fare il karakiri.

Chiamiamo il 2017 con il “SENZA” e mettiamoci davanti quello che ci passa per la testa perché in fondo fare gli spazzini di noi stessi non è indolore.

Auguri!

Gianni

“broom, dustpan, brick” questa foto appartiene a oaklandEarthGirl

solidali per natura

Perche le storie di solidarietà continuano a essere speciali? Come se la normalità non potesse essere questa! Dalla solidarietà che scatta in modo automatico nelle calamità naturali a quella che ha fatto tanto clamore a Vicenza dove i colleghi di una mamma le hanno regalato le loro ferie per consentire di assistere la figlia gravemente ammalata.

Questa è la normalità che non puo’ far rima con il clamore dei media sempre avidi della lacrima facile!

La normalità è sentirsi semplicemente insieme. E a quelli che dicono: Mica lo so se lo farei.” Mi viene da non rispondergli.

“#piano #iphoneography #nofilter” questa foto appartiene a John

siate liberi

è sempre festa ma con gli anni il senso rimane un flebile rumore dei ricordi e tante facce di convenienza che si vedono in giro. Tanto odio per il diverso si legge in giro e purtroppo pochi si chiedono il perché. E allora la retorica dello stare insieme in questi giorni di festa diventa poco sopportabile. Siate liberi

poi

Sono a corto di parole

Sono a corto di sopportazione

Sarà l’influenza sullo stato delle cose

Non faccio parte di una parte

Sento troppo sento male

Guardo storie e mi perdo in possibilità perdute

Guardo i colori di un tramonto e me li faccio bastare

Ascolto troppo e faccio il sordo al mio sentire

La lumaca e il capriolo

“diversi orizzonti” questa foto appartiene a maresogno67

il filo

Il filo logico che deve tenere vicine le persone è aiutarsi da loro a non perdersi. Sono stanco di sentire le persone come somma in un numero finale da usare come percentuale per prevalere sull’altro.

Nel tempo delle insicurezze, perdersi può significare morire e ci vuole poco: una malattia, un lavoro che non c’è più, o una stanchezza a cui non trovare una spiegazione.

Tenere vicine le persone è maledettamente complicato come smettere di pensarsi e dimenticare come si fa a pensare di nuovo.

“dimmi” questa foto appartiene a maresogno67