Creato da betulla64 il 22/12/2005
Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)

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"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)

 
 

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Sulla via che mi porta al lavoro c'è una casa abbandonata che, mi hanno detto da qualche giorno, è abitata dai fantasmi.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
 

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"El canto tiene poder,
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(Josè Seves)


 
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Messaggi di Giugno 2007

Post N° 471

Post n°471 pubblicato il 28 Giugno 2007 da betulla64
 




Stamattina sul sentiero....










Lavanda







Majole Anfrùse









Ginepro





Digitale











Iperico



Tasso Barbasso




Cardo Mariano


Nocciole









 

Rosa Canina
 
 

 
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Post N° 470

Post n°470 pubblicato il 27 Giugno 2007 da betulla64
 



No te quiero sino porque te quiero
y de quererte a no quererte llego
de esperarte cuando no te espero
pasa mi corazón del frío al fuego.

Te quiero sólo porque a ti te quiero,
te odio sin fin, y odiándote te ruego,
y la medida de mi amor viajero
es no verte y amarte como un ciego.

Tal vez consumirá la luz de enero,
su rayo cruel, mi corazón entero,
robándome la llave del sosiego.

En esta historia sólo yo me muero
y moriré de amor porque te quiero,
porque te quiero, amor, a sangre y fuego.

(Pablo Neruda)


 
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Post N° 469

Post n°469 pubblicato il 26 Giugno 2007 da betulla64



Ricevo da Ossimora la gatta da pelare dei cinque magnifici film. Ringraziando per l'onore (si sente lo stridìo di denti?) apro una parentesi per dire che non ricordo da quanti anni non metto piede in un cinema, i film in genere li vedo molto tempo dopo la loro uscita, quando vengono trasmessi in TV o quando mi regalo un DVD. Tanto per dire, Matrix l'ho visto tre settimane fa. Chiusa parentesi.

Ricordo che l'anno scorso girava per i blog un giochetto simile a questo in cui i film da elencare erano sette e già mi trovai in difficoltà a fare la dovuta scrematura, ora con cinque la vedo davvero dura.
Allora avevo iniziato con "Lezioni di piano" di Jane Champion e credo di poterlo riconfermare. Mi sono rimasti nel cuore l'eleganza del racconto, i silenzi, gli spazi e la colonna sonora. Un film su cui ho sospirato e sospiro tuttora.
Seguiva "Il pranzo di Babette"di Gabriel Axel. Lo trasmisero su rete4 una notte di mille anni fa e ricordo che era tardi, avevo freddo e sonno, ma me ne rimasi raggomitolata sul divano fino alle tre, dispiacendomi quando partirono i titoli di coda. Da vedere e rivedere senza mai annoiarsi.
"Il danno" di Louis Malle. Film che quando l'ho rivisto mi è mancato qualcosa, forse la condivisione di una follia che mi rapì la prima volta. Però è il film che con "L'amante" ha più stuzzicato il mio lato oscuro.
"Tutto su mia madre" di Pedro Almodovar (ma potrei dire "Tacchi a spillo" o "Donne sull'orlo di una crisi di nervi", trattandosi di Almodovar, come scegliete scegliete bene).

In ultimo, per non smentire il post di cui dicevo prima, stavo per scrivere "La morte e la fanciulla", ma come un flash mi è tornato in mente un altro film ambientato in Sud America. Si intitola "La notte delle matite spezzate" di Hector Olivera. Film terribile, che mi sono costretta a guardare, di notte, da sola, per poter piangere senza imbarazzi.

Fuori da questa classifica restano i film di De Sica e di Rossellini, resta fuori Pietro Germi, resta fuori il "Jesus Christ Superstar" e "Urla del silenzio", resta fuori tutto Buñuel e tanto, tanto cinema francese. Bon, mi fermo, e tanto per stravolgere un poco il format, non lascio il testimone a nessuno. Se chi passa vuol favorire, si accomodi.

Aggiornamento delle ore 15.20

Non c'entra nulla con il cinema, ma sempre una visione è....
Sto guardando il concerto degli Inti Illimani nel estadio nacional, registrato nel 2002 e sto godendo come una riccia la prima notte di nozze con il riccio.
Il cinema è cosa buona e giusta, ma la musica....ah! La musica!


 
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Post N° 468

Post n°468 pubblicato il 25 Giugno 2007 da betulla64
 

Il programma prevedeva di andare a Cuneo presto presto, fare le solite benedette analisi, prendere il primo treno per Torino e dopo una bella mattinata a fare i turisti, andare a mangiarsi un panino in riva al Po.
Per una serie di ritardi, anticipi, disguidi, scherzi del destino, mi sono ritrovata al Pian del Re, con lo sguardo perso negli intrichi delle amate pareti del Monviso, le mani tese tra i piccoli gorghi, emozionate nell' immergersi in quella limpida semplicità che è il grande fiume quando nasce e ancora si chiama ruscello.







Forse qualcuno ha voluto suggerirmi il giusto percorso: sapere da dove si parte per capire dove si vuole arrivare.


 
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Post N° 467

Post n°467 pubblicato il 20 Giugno 2007 da betulla64
 



Ormai lo sanno anche i sassi. Sono montanara. Badate bene, montanara e non valligiana. La differenza sostanziale tra le due cose è che i valligiani vivono "sotto" la montagna, mentre io vivo "sulla" montagna. Questa differenza, quando ero bambina, stava ad indicare che i valligiani vivevano in paese nelle case belle e io sui monti nella casa rurale con stalla annessa e mosche al seguito; ora significa che abito in una zona di pregio ambientale e che se voglio risistemare il cortile, che un tempo era l'aia con tanto di galline razzolanti, devo farlo secondo i deliri del sindaco, ipotecando mezza casa. Questo per dire i punti di vista...
Questi pensieri sono spuntati come funghi nella notte, ripensando ad un post di Ossimora e ad alcuni commenti che ne sono seguiti riguardo al rispetto della montagna e ad una sorta di ecocompatibilità tra essere umano e territorio, che verrebbe messa in crisi dalla raccolta di fiori protetti. Tirata in ballo nel suo blog, preferisco però approfondire qui, per non recar disturbo nel tentativo di spiegare cosa significhi "montagna" dal mio di punto di vista.
Di montagna vivo da 43 anni, della montagna mi nutro, con la montagna mi curo. Sia questo letto come metafora, sia preso alla lettera, entrambe le cose sono valide.
Se non fosse che sono quella che sono, ora sarebbe il periodo buono per le "majole", fragoline selvatiche che quando le stacchi dalla pianta fanno "sciop" e tra una ventina di giorni sarà tempo di origano e timo serpillo e si vedranno i primi mirtilli maturare nel sottobosco o nelle ultime fasce di vegetazione prima dei pascoli alti. In luglio e agosto , allenate gambe e fiato, si potrà salire ancora, dove l'alchemilla d'argento fa da tappeto ai passi e si lascia raccogliere da chi vuole regolarizzare il ciclo o quando questo sia troppo doloroso. Più sù, tra le rocce dove solo gli arditi o gli incoscienti, occhieggia l'achillea montana o "pevrina" che abbassa la febbre e fa passare i raffreddori e poi ci sono le genzianelle, di cui parlavo nel commento ad Ossimora, che sono toniche, depurative, aiutano nelle bronchiti, danno sollievo durante gli attacchi di gotta e infine migliaia di varietà di fiori e piante, di colori, di profumi che fanno sì che si sia definito tutto ciò "la farmacia del Signore".
Alcune di queste piante sono protette ed è proibito raccoglierle. L'elenco delle piante è stato fatto negli anni '70 credo e mai più rivisto. In quegli anni, un turismo di massa, dissennato e impreparato, fece della montagna la sua pattumiera, lasciando in cambio il deserto. Estirpavano di tutto, dalle stelle alpine, ai martagoni, alle genziane e chi più ne ha più ne metta. Restava un tappeto erboso devastato e costellato di resti di pic-nic. Ci abbiamo messo anni ad educarli e giustamente la legge si è fatta molto severa rispetto alla raccolta dei fiori, ma ora i risultati si vedono. L'ultima volta che sono salita alla Rocca dell'Abisso non sapevo dove mettere i piedi per non calpestare le stelle alpine. Ne ho raccolte cinque e non mi sento colpevole di nulla. Sul colle di Tenda in giugno, la fioritura di genzianelle è tale che i prati a tratti assumono la stessa tonalità blu, fondendosi quasi con il cielo. Ho raccolto 13 fiori prima che se le mangiassero le mucche e non mi sento colpevole. Qualcuno ha commentato che le mucche non dovrebbero stare nei parchi e nelle zone protette. Ora, per quanto le mucche mi stiano poco simpatiche e meno ne incontro in montagna meglio sto, mi viene da ridere al pensiero di quanto i vari Carlin Petrini si dannino l'anima per conservare i formaggi d'alpeggio (uno per tutti il Castelmagno), per far sì che tutto il mondo li conosca e li apprezzi, per trasformare un formaggio millenario che si stava perdendo, in "economia" per il Paese e noi togliamo le mucche dagli alpeggi? I margari, i pastori, tutti a fare gli interinali in qualche call center, così la spopoliamo ancora un po' questa montagna che non a caso Nuto Revelli chiamava "Il mondo dei vinti" e lasciamo tanto infinito spazio al popolo dei SUV, quelli che indossano i loro scarponcini made in China, gli zaini ultra-tech, il satellitare che "si sa mai che ci perdiamo, hai ricaricato le batterie?". Non raccoglieranno un fiore, non li vedranno nemmeno i colori, i miracoli di questa montagna, presi dalla smania di controllare altitudine, media di percorrenza, correggere lo stile con cui maneggiano le modernissime e leggerissime racchette in carbonio da nordic walking. Arrivati in vetta misureranno le pulsazioni, diranno "belin che bello!!" e ripartiranno verso i SUV che li aspettano giù giù, parcheggiati in lunghe macabre file a bestemmiare il bianco dello sterrato delle vie montane.
Ho notato una cosa: troppo spesso chi pontifica su ecologia e territorio vive in un comodo, lussuoso, ultramoderno inquina(n)tissimo appartamento in città. Quelle stesse città sporche, indecorose, ricche di parchi abbandonati a se stessi. Cominciassero da lì la loro opera di eco-compatibilità, dopo, magari, ma proprio solo forse, potrò prendere in considerazione le loro lezioncine di educazione civica.

 
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Post N° 466

Post n°466 pubblicato il 18 Giugno 2007 da betulla64




Se domani qualcuno bombardasse una chiesa perchè forse, magari, chissà, dentro ci potrebbero  essere dei "nemici", e in seguito a questo ci toccasse di andare a raccogliere i brandelli dei nostri bambini  che in quell'edificio considerato "SACRO" frequentavano il catechismo, o l'oratorio o le prove di canto....
Li vogliamo aprire gli occhi o preferiamo continuare a tenere le televisioni accese solo per riempire il vuoto assordante delle nostre coscienze?

Siamo maledetti.  Nessuno scampo e nessuna pietà. Siamo maledetti e basta.


 
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Post N° 465

Post n°465 pubblicato il 17 Giugno 2007 da betulla64
 

Carnevalate...


Roma, Giugno 2006



Pontida, Giugno 2005



Arcore, ieri oggi domani...



 
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Post N° 464

Post n°464 pubblicato il 15 Giugno 2007 da betulla64
 



Andai a Piazza Vittorio e comprai un vestito cinese.
Era azzurro e frusciava su di me, vivo come solo certe carezze sanno essere.
Quando lo indossavo cambiavo pelle. Cambiavo sguardo.
Non ci entrerei più in quel vestito e anche la pelle, ho dimenticato come si fa a cambiarla.
Ma lo sguardo, quello sguardo.....

 
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Post N° 463

Post n°463 pubblicato il 13 Giugno 2007 da betulla64
 
Tag: Cucina

Tempo fa, parlando tra me e me, mi dissi che forse era giunto il momento di cimentarmi in una cosa che mi ha sempre terrorizzata: la marmellata.

Destino ha voluto che il contadino a cui avevo ordinato le fragole mi consegnasse il prodotto giusto il giorno prima della mia partenza, così che, appena tornata a casa ho dovuto mettermi ai fornelli per evitare di buttare tutto quel ben di Dio.

Il risultato è questo qui:


... e di seguito il procedimento ...


1,5 kg di fragole
750 gr di zucchero
una mela con la buccia lavata bene bene bene bene
il succo di un limone

Ho lavato delicatamente le fragole e con altrettanta delicatezza le ho asciugate. Le ho private del picciolo e tagliate a pezzettoni, quindi le ho messe in una capiente pentola e ho iniziato la cottura.
Intanto che il delizioso frutto prendeva calore ho tagliato la mela in quattro e l'ho privata dei semi, poi con tutta la buccia l'ho frullata e ho aggiunto il succo di limone. Questa operazione serve a ricavare la pectina che aiuta ad addensare la marmellata. Ho quindi unito il tutto alle fragole che già bollivano alla grande e infine ho aggiunto lo zucchero. Da lì in poi è stato un gran mescolare per circa un'ora. A quel punto ho preso il frullatore a immersione e ho dato una bella strapazzata perchè la marmellata troppo pezzettosa non è una delle mie passioni. Per essere certa che il prodotto fosse cotto al punto giusto ho fatto la prova piattino, che consiste nel far cadere una goccia di marmellata su un piattino (e dove altrimenti???) e lasciarla raffreddare. Se quando si inclina il piatto la marmellata non cola o cola piano piano pianissimo, vuol dire che ci siamo, altrimenti si prosegue la cottura ancora per un po'. Prendete i vasetti (io uso i Bormioli 4 stagioni) metteteli in forno a 150° per 15 minuti, riempiteli con la marmellata bollente e tappate subito avendo cura di pulire bene i bordi da eventuali colate marmellatose. Appoggiate i vasetti a testa in giù per alcuni minuti, poi rigirateli e lasciate raffreddare. Sentirete il clack delle capsule che segnalano l'ottima riuscita dell' operazione "sottovuoto"... portate tutto in cantina o in un luogo buio e portate pazienza per almeno 60 giorni ..... Io non ho resistito e ho già assaggiato. Veri veri veri gud!!


 
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Post N° 462

Post n°462 pubblicato il 11 Giugno 2007 da betulla64
 



Solo per raccontare che sono a casa e che è andato tutto bene.
Grazie per i pensieri, i messaggi, le preghiere (lume, lume....sei stata preziosa a quanto pare) e i segnalibri...
A presto dunque. Quando avrò smaltito tutte le radiazioni, la stanchezza, le emozioni che, nel bene e nel male, sono state per il mio corpicino qualcosa di simile ad un corso intensivo di montagne russe....
Besos!

 
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Post N° 461

Post n°461 pubblicato il 05 Giugno 2007 da betulla64
 



Bene.
Domani si parte.
Prima assoluta in mai laif! Sola in un ospedale di una megalopoli (ma sì, dai....confronto al mio paesello Torino è quasi New York)
A parte la sensazione di smarrimento dovuta al fatto che veramente non sono mai rimasta una notte fuori casa senza che ci fosse una sorella, un'amica, un fidanzato, un amante, un marito, un qualcuno a farmi da angelo custode, devo confessare che al momento quasi quasi provo una sesazione di stupita (stupida?) eccitazione. Tre giorni (due e mezzo va) senza contatti con l'esterno, senza visite parenti, senza obbligo di dire, fare, baciare, ecc. ecc... Senza! Questa idea del senza mi ringalluzzisce, mi affascina, mi avvolge nella voglia di partire subito, ora. Non sono nemmeno così certa di volermi portare il PC. Forse bastano un buon libro e la mia musica. Forse devo proprio approfittare di questa occasione per tagliare, sfoltire, ripulire. Lo faranno loro con le mie cellule, non posso farlo io con alcuni inutili e a volte soffocanti orpelli? Anche solo per 48 ore, ma.... Senza!
Starò impazzendo, ma ho come un vago ricordo che questa sensazione si chiami godimento.


P.S. Lunatico: Domani la Luna sarà bonariamente calante, com'era il giorno dell'intervento.
Di luna vecchia, le cose che si estirpano faticano di più a ricrescere e quando lo fanno, di solito vengon sù buone.

 
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Post N° 460

Post n°460 pubblicato il 04 Giugno 2007 da betulla64
 


Con un po' di timidezza, rendendomi conto.... ma voglio farlo anche io il gioco degl'incipit :)

Non c'è nessuno al mondo, proprio nessuno, che sappia tante storie come il vecchio folletto Dormiesogna.
E come le racconta bene!
Quando si fa notte e i fanciulli sono intenti ai loro giochi, egli sale pian piano le scale con un paio di pantofole d'ovatta che non fanno alcun rumore, apre adagino la porta e.... pf! soffia nei loro occhi una polverina dolce dolce. Ahimè! sebbene la polvere sia fine, gli occhi non stanno più aperti e il furbo folletto può entrare senza che i bambini lo vedano. Poi, quando sono bene addormentati nei loro lettini, egli siede al loro capezzale e racconta le sue storie.
(Hans Christian Andersen - Il folletto Dormiesogna)

Il mio primo libro. Lo lessi lentamente, con fatica, fiaba dopo fiaba, piangendo sui soldatini di stagno senza una gamba e ridendo nel guardare l'illustrazione della Principessa sul pisello, tutta tronfia sui suoi venti materassi di lana e venti piumini di peluria di cigno....

Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien quasi a un tratto, tra un promontorio a destra e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda ricomincia per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni...
(Alessandro Manzoni - I promessi sposi)

Sarà che era parte del programma scolastico del mio primo anno di superiori e sarà che quell'anno fu anche l'unico o sarà che anni dopo lo avrei letto per tre volte di seguito bevendomelo pagina dopo pagina chiedendomi perchè lo avessi odiato tanto...

In principio, prima che sorgesse Sarum, ci fu un tempo in cui il mondo era freddo e buio.
Su un'enorme zona dell'emisfero nord (forse un sesto dell'intera superficie terrestre) si estendeva una pesante coltre di ghiaccio. Copriva tutta l'Asia settentrionale, il Canada, La Scandinavia, e circa due terzi della futura terra di Britannia. Se fosse stato possibile attraversare questo questo gigantesco continente gelato, sarebbe occorso un viaggio di almeno ottomila chilometri, da qualsiasi parte lo si fosse voluto affrontare. Il volume del ghiaccio era formidabile: anche ai bordi esterni raggiungeva uno spessore di quasi dieci metri.
In una fascia buia e desolata a sud della distesa ghiacciata, si stendeva una vasta zona subartica di tundra deserta, larga diverse centinaia di chilometri.
Questo era il mondo buio e freddo di circa vetimila anni prima della nascita di Cristo.
(Edward Rutherfurd - Sarum)

Era il 1987 e la mia passione per la Storia e la Geografia erano davvero grandi. In 1072 pagine si sviluppa il racconto di una famiglia e della sua discendenza, a partire dal 7.500 a.C. fino ai giorni nostri, e con le persone racconta i luoghi, sacri e misteriosi, da noi conosciuti con i nomi di Salisbury e Stonehenge. Mi sa che me lo rileggo....

Mi chiamo Eva, che vuol dire vita, secondo un libro che mia madre consultò per scegliermi il nome. Sono nata nell'ultima stanza di una casa buia e sono cresciuta fra mobili antichi, libri in latino e mummie, ma questo non mi ha resa malinconica, perchè sono venuta al mondo con un soffio di foresta nella memoria.
(Isabel Allende - Eva Luna)

Incommentabile Isabel. Un grande amore.

La donna e l'uomo sognavano che Dio li stava sognando.
Dio li sognava mentre cantava e agitava le sue maracas, avvolto in fumo di tabacco, e si sentiva felice e insieme turbato dal dubbio e dal mistero.
Gli indios makiritare sanno che, se Dio sogna cibo, fruttifica e dà da mangiare. Se Dio sogna la vita, nasce e dà la nascita.
La donna e l'uomo sognavano che nel sogno di Dio c'era un grande uovo splendente. Dentro l'uovo essi cantavano e ballavano e facevano un grande baccano, perchè erano pazzi di voglia di nascere. Sognavano che nel sogno di Dio la gioia era più forte del dubbio e del mistero; e Dio, sognando, li creava, e cantando diceva:
- Rompo quest'uovo e nasce la donna e nasce l'uomo. E insieme vivranno e moriranno. Ma nasceranno nuovamente. Nasceranno e torneranno a morire un'altra volta. E mai cesseranno di nascere, perchè la morte è menzogna.
(Eduardo Galeano - Memoria del Fuoco)

Ordinai i tre volumi della Memoria del Fuoco nel 1997. Li centellinai a tratti, ne bevvi lunghi avidi sorsi in altri. Me ne saziai o credetti di esserne sazia, ma mi basta sfiorarne le colorate copertine per sentire la voglia, l'ingorda voglia di parole che hanno sempre un senso.
Dimenticavo: lo lessi la prima volta quando in me il desiderio di morire era più forte di ogni fame, sete, desiderio. E sono sopravvissuta.

 
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È tempo di...



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Parole al vento...

 "Laudato sie, mi signore,
cun tucte le tue creature..."


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"El bosque precede al ombre
pero le sigue el desierto"
 

"Grande importante malattia quella di Basedow!... tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale, il battito di un cuore stremato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica..."

da "La coscienza di Zeno"
 
 

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