Un blog creato da Azzurro_Blu il 28/01/2008

Azzurroblu

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PICCOLO DIZIONARIO REGGIANO

Alcuni termini dialettali sono spesso utilizzati in questo blog. Ecco un piccolo dizionario per una più immediata comprensione del testo:

- Bimblòn = fannullone. Spesso utilizzato anche come sinonimo di sempliciotto, tatone, susinone.
-
Nani = piccina, tesorino, termine affettuoso utilizzato dalle nonne.
- Nèsi = sempliciotto, cretino... termine meno affettuoso del primo.
- Pita = tacchino. Questo termine si usa soprattutto nell'espressione "Fèr la pita" (traducibile più o meno con "fare l'oca") quando si vuole indicare un essere femminile particolarmente petulante e poco sveglio. Curiosamente anche l'aquila raffigurata sull'asso di denari delle carte da briscola piacentine è denominata "La pita".
- Rezdòra o Resdora (italianizzato) = donna di casa, "reggitrice" della dimora e signora dei fornelli... insomma: quella che comanda!

Se volete allenarvi nella pronuncia potete seguire anche qualche lezione on line.

 
 
 
 
 
 
 

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Don Roccia

Post n°41 pubblicato il 10 Giugno 2008 da Azzurro_Blu
 
Foto di Azzurro_Blu

Fu così che, quell’anno, don Roccia decise di venire in montagna con noi.

Originario dell’alto appennino era finito nella Bassa in affiancamento al vecchio parroco, ma si vedeva lontano un chilometro che la pianura gli andava stretta… o meglio… gli andava piatta!

Avevamo scelto un percorso abbastanza tranquillo in Vajont, all’interno del parco delle dolomiti friulane.

All’inizio non fu facile adattarsi ai suoi ritmi, perché il don era uno di quei soggetti del tipo: “non fatemi fermare perché poi mi si fredda il sudore sulla schiena!”.

Uno di quei personaggi, cioè, che appena possibile partono a scheggia, fanno perdere le loro tracce e te li ritrovi freschi come una rosa, lavati e stirati, al primo punto tappa. Quei camminatori crudeli che, incuranti di facce stravolte e lingue penzolanti, appena li raggiungi ti dicono: “Allora, partiamo?!!!”.

Ma dopo poco ingranammo anche con lui e anche quella vacanza rimase davvero memorabile.

Indimenticabile, infatti, sarà per sempre la mitica “Faraonica”, la tenda di don Roccia, così chiamata perché più che un igloo sembrava una piramide egizia per le forme squadrate e l’imponente abside trapezioidale. Ad una certa ora il don ci si tumulava dentro e fino all’alba non dava segno di vita.

La sua presenza, inoltre, fu davvero provvidenziale perché ci impedì di interrompere miseramente il tour appena iniziato. All’alba del secondo giorno, in uscita dalla casera Feron, accadde un terribile imprevisto: la suola dello scarpone di Fede decise di staccarsi completamente dal resto della calzatura!

A nulla valsero i tentativi artigianali di recupero e il mio amico fu costretto ad affrontare la discesa in ciabatte (e qui anche gli alpinisti meno esperti converranno con me che tra Vibram e De Fonseca esiste una certa differenza rispetto alla tenuta su strada sterrata!).

Grazie al cielo (o meglio, al clero) proprio in quel punto ci raggiunse don Roccia.

Così, una volta recuperata la sacra vettura (noi avevamo viaggiato in treno), lui e il malcapitato poterono finalmente partire alla ricerca di nuovi scarponi. L’impresa non fu semplice e dovettero passare in rassegna più di un negozio sportivo tra Cimolais e Claut visto che la suola in questione aveva pensato bene di sganciarsi da una tomaia numero 49!

Ma quella settimana ci regalò soprattutto una spiritualità rinnovata, perché quando le salite si facevano più dure c’era sempre chi (per fermare il caterpillar consacrato) veniva colto da estasi mistica ed esclamava: “Don, facciamo la Messa?!!!”.

Così noi tutti non potevamo che ringraziare nostro Signore delle cime per quell’ora di riposo in mezzo ai prati del Friuli e per quel nettare bianco leggermente marsalato che don Roccia aveva saggiamente pensato di portarsi dietro per le celebrazioni.

Oh! Spirito di vino!!!



N.B. Nell'immagine: bivacco Gervasutti

www.caserebivacchi.it

 
 
 
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Azzurroblu è un progetto fatto in casa come le buone torte di una volta.

A volte serio, molto spesso ironico e allegro,

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che rimbalzano nel mio cervello.

Se ti piace passalo agli amici

come i giornaletti di quando eravamo piccoli.

Se hai voglia di contribuire aggiungi pure le tue creazioni.


Ti ringrazio per l’attenzione.

Buona lettura.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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