A PRESTO!
Cari amici vicini e lontani, in questo periodo, purtroppo, non ho proprio tempo di aggiornare il blog.
Aspettando giorni migliori, vi lascio in gentile compagnia...
...le trasmissioni riprenderanno in tempi ragionevoli, abbiate fiducia!
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Se vorrete segnalarmi il vostro blog sarò felice di ricambiare la vostra visita.
PICCOLO DIZIONARIO REGGIANO
Alcuni termini dialettali sono spesso utilizzati in questo blog. Ecco un piccolo dizionario per una più immediata comprensione del testo:
- Bimblòn = fannullone. Spesso utilizzato anche come sinonimo di sempliciotto, tatone, susinone.
- Nani = piccina, tesorino, termine affettuoso utilizzato dalle nonne.
- Nèsi = sempliciotto, cretino... termine meno affettuoso del primo.
- Pita = tacchino. Questo termine si usa soprattutto nell'espressione "Fèr la pita" (traducibile più o meno con "fare l'oca") quando si vuole indicare un essere femminile particolarmente petulante e poco sveglio. Curiosamente anche l'aquila raffigurata sull'asso di denari delle carte da briscola piacentine è denominata "La pita".
- Rezdòra o Resdora (italianizzato) = donna di casa, "reggitrice" della dimora e signora dei fornelli... insomma: quella che comanda!
Se volete allenarvi nella pronuncia potete seguire anche qualche lezione on line.
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I beni necessari
Post n°56 pubblicato il 09 Ottobre 2008 da Azzurro_Blu
Noi della Bassa, gente di campagna raccolta in piccoli paesi dalle piene del Po, siamo molto legati alla nostra terra fatta di nere zolle scintillanti di brina. I centri urbani sono attorniati da canali, fossi, campi e anche le zone industriali si esauriscono ben presto per lasciar spazio al grano, al mais e all’erba medica. I nostri anziani ci aiutano a mantenere vivo questo legame attraverso i ricordi, le meravigliose espressioni dialettali e un vero e proprio culto per la “materia prima”. Anni luce avanti rispetto alle mode salutiste, minimaliste e culinarie odierne, hanno sempre osteggiato i processi di industrializzazione e globalizzazione degli alimenti, difendendo a spada tratta la causa della genuinità e del “ruspante”. Così anch’io ho finito per interiorizzare una serie di principi cardine della cultura nonnesca che mi hanno sempre provocato mille scrupoli, ripensamenti e sensi di colpa tra gli scaffali dei supermercati: - le uova si prendono in campagna, così come le galline e i conigli, perché quelli di allevamento chissà come li tengono e chissà cosa gli danno da mangiare; - il formaggio (e da noi “il formaggio” [al formaj] è solo il Parmigiano-Reggiano) si compra al casello (caseificio) perché è più buono e si può scegliere tra quello da pasteggio e quello da grattare (grattugiare); - per i salami rivolgersi a chi ancora li fa in casa e che siano stagionati a dovere, rigorosamente appesi in buie cantine regolate da una perfetta umidità; - al vino, invece, siano dedicati lunghi pellegrinaggi, con tanto di damigiane vuote e pronte all’uso nel baule dell’auto, perché va preso direttamente da chi lo produce per poi essere imbottigliato in casa a seconda della luna e in base al tipo di vino (per ulteriori dettagli vedasi la bibbia del nonno, ossia il mitico calendario “Il Pescatore Reggiano”)… Da ciò risulta evidente come per attuare questa disciplina zen dell’acquisto sia necessario governare una gran quantità di tempo libero… ma non solo! Il segreto dei nostri anziani è che hanno sempre “Un mê amîgh” [un mio amico] disperso in qualche angolo della Bassa a cui possono rivolgersi per rifornirsi di ogni ben di Dio. Perché per loro il commercio è prima di tutto socialità, un entrare in relazione con qualcuno, uno scambio di beni, un dare e ricevere per entrambe le parti. Fare la spesa non è prendere un carrello, correre tra due corsie ed accaparrare alla rinfusa ciò che capita sotto mano, ma è passeggiare sotto ai portici, fermarsi dal lattaio, dal macellaio, dal fornaio, dal fruttivendolo, dal giornalaio… è dire “Buongiorno” e “Buonasera” e “Come sta?” e “Che caldo che fa!” e “Et vîst la Maria?!” [Hai visto la Maria?!] e “A j’han portè quelchidûn?” [Hanno portato qualcuno?]*… e tutte quelle frasi di cui, ormai, ignoriamo l’esistenza. Questo piccolo mondo si regge sulle loro antiche spalle ed è un meraviglioso universo che pian piano stiamo schiacciando con la nostra ignoranza e le nostre frenesie. Ci sentiamo moderni perché usiamo computer, palmari, cellulari e tutti quegli aggeggi che fino a pochi anni fa non erano neanche immaginabili, ma siamo profondamente antiquati ed incivili dal punto di vista umano e forse dovremmo prenderci qualche attimo per fermarci all’ombra di questi alberi dalle radici profonde per riposarci la testa e il cuore prima che Fratello Tempo possa privarci della loro insostituibile presenza.
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ISTRUZIONI PER L'USO
Azzurroblu è un progetto fatto in casa come le buone torte di una volta.
A volte serio, molto spesso ironico e allegro,
si propone di allietare con semplicità le tue giornate.
Ciò che trovi scritto è frutto dei due neuroni
che rimbalzano nel mio cervello.
Se ti piace passalo agli amici
come i giornaletti di quando eravamo piccoli.
Se hai voglia di contribuire aggiungi pure le tue creazioni.
Ti ringrazio per l’attenzione.
Buona lettura.
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