Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

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Ausswaschung oder Uberraschung ?

Post n°161 pubblicato il 08 Novembre 2016 da Vasilissaskunk

in un angolo ai piedi del grande castagno nodoso, scavo a mani nude la terra ora soffice ora sassosa ...odora di decomposizione umorale ..vermi ciechi , arzilli mi fuggono incastrandosi talvolta tra le unghie... non sono mani adatte a scavare le mie ..non in questo contesto ....

" Cosa speri di trovare ' "   " Nulla che ti importi ...è un mio vezzo ...è  uno sfogo " ..goccioline di sudore salato si mischiano a piccole lacrime incontrallabili.. non so dirti se arrivino dallo sforzo o meno ... profumi ...tanti .. di felci ... foglie marce .... funghi che non  vedo ... inummerevoli muffe emotive si accatastano in me pronte a gettare le loro spore velonose a contaminarmi ...

 e scavo scavo ..perchè io voglio andare a fondo ....seppur non affondando .... mi giro ogni tanto perchè mi sembra di percepirti ... il tuo sguardo sulle mie spalle.---- viaggio mentale senz'altro ma tant'è mi prende nelo stomaco uno svolazzare di  farfalla agonizzante ... ricodo " ricordo una piccola tenda in una radura e sguardi lunghi incorciarsi per una notte intera  ..piccolo terremoto emozionale in un attimo che pareva essere eterno "

Ritorno . La consistenza della terra tra le mani mi dona serenità ... il cielo si tinge di grigio ghiaccio ..passano le stagioni e si ricompie un giro ....mi sono stancata di scavare mi appoggio al grande tronco ...stringo i pugni... un po di terra esce dai lati --- così come piano piano scarico le negatività .... " hai presente un discorso che va oltre alle parole ed i desideri ? Hai presente quel pensarti languido che va oltre un ossessione carnale ... quella voglia calda di parlare ? "

Il vento scuote le ultime foglie le gambe si bucano di spine degli ultimi ricci ... erosione neurale scorre lenta e sedimenta i ricordi .... sorpresa ...mi accorgo: altro non  sono che una piccola particella  .... mi movimento apperentemente  senza orientamento ..colgo soltanto un richiamo ...forse lontano ..e il cuore lo sento grande nel petto, rigonfio d'amore ... " vorresti essere il mio vortice ? " ....................................

 
 
 
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ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN

Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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Ciao cara Vasilissa. Ti leggo.
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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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