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1984
Post n°208 pubblicato il 03 Gennaio 2017 da Vasilissaskunk
ero già entrata nel magico mondo delle medie...era estate ..un estate lunga ...ricordo che per non fare la galleria della direttissima, dove da poco era successo l'attentato,scendemmo a Bologna...Bologna ..la stazione famosa per i cestini di ristoro...Bologna dove un ventennio dopo sarei migrata...ma come potevo sapere....scendemmo io mamma e Scarlett e prendemmo la porrettana....da porretta a val di Brana i freni del trenino stridevano...si sentiva un gran odore di bruciato..ma poco importava...il treno era vivo...la gente parlava e faceva amicizia....la nonna però non stava bene....era giugno..mi ricordo a pelare le pere sotto il portico della gran casa ..di sopra nuovi inquilini...una bimba della mia eta'...pelavamo le pere per fare la marmellata...la nonna non poteva mangiarne perché aveva anche il diabete....ma era ghiotta..e mamma essendo solo sua nuora non osava sgridarla più di quel tanto....io venivo da Milano e grazie alla mia nuova inquilinbambina conobbi nuovi amici...che bello...la lunga via che porta dai colli alla porta della città era chiusa per lavori e noi potevamo scorrazzare liberi su e giù...giunse luglio..e tutti sempre più amici...c'eri tu poi Alb che ti distinguevi da tutti....il nonnino mi prometteva volentieri sposa a te!...tutte le sere era festa..la collina era profumata...giunse agosto...la nonna si aggravò...per poi morire...e' il primo morto di cui io ricordi il dolore della perdita....venne il funerale e la fine dell estate...capisco ora quel che possano avere provato i miei a quei tempi....allora era per me un estate tragicamente magica... dove sarei voluta stare per sempre a Pistoia....e ora che ci riSONO..e so che sei vicino...sto male a pensare che l'unico ostacolo tra noi sia la prigione della tua mente... |
ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN
Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare ...
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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.
ULTIMI COMMENTI
CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA
(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.
Inviato da: cassetta2
il 26/03/2024 alle 20:29
Inviato da: Marion20
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