Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

« un buon non compleanno..Turbative di aste emotive »

saveTHEinsanity

Post n°231 pubblicato il 26 Febbraio 2017 da Vasilissaskunk

non siamo fatti per volare....il mio castello di favola di ruppe nel 95 con la morte di mia cugina aveva solo trent'anni....una falla emotiva enorme mi squarciò..e piano piano di anno in anno...scomparivano e scompaiono persone più o meno care...queste ultime le sento altrove in presenza...ieri avrei voluto scriverti...lo stavo facendo...poi la connessione temporale neuronica e' caduta...volevo condividere proprio con te un mio pensiero...avrei voluto....avrei voluto parlarti di ciò che stava accadendo..ed e ' con non poco dolore che..mi sono accorta che già lo stavo facendo..

ero in contatto già con la mia immensa solitudine in cui mi e' convenuto ad oggi visualizzarti..mi sono stretta forte a me e al guscio della mia anima...tutto e' passato molto velocemente come i ricordi ora nel presente...si accumulano e si accatastano ..prepotenti e preponderanti..si ripropongono ululanti....e io si avrei voluto parlarti...ma a chi poi avrei confessato il mio amore se non all'ardito pulsare del mio cuore? io ti amo e tu non lo sai..io ti amo e in me morirai...taci lo sdegno ..cresci piccolo essere invece di rifugiarti nel tuo inutile contegno...

 
 
 
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ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN

Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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