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questioni di adoloscenza in età matura _1
Post n°257 pubblicato il 01 Dicembre 2017 da Vasilissaskunk
A volte penso davvero che non ci si alcuna via di scampo…
Le persone muoiono …o semplicemente scompaiono e riappaiono … il disegno non è comprensibile e la mente ricama e cuce storie a misura dei propri bisogni e a seconda delle necessità del momento
Sarebbe facile riperdersi, tornare indietro con la memoria… ma cio’ che non fu’ benchè possa essere, non sarà come avresti sperato che fosse in quel dato momento
Non c’è scappatoia dall’età matura … ci sono tappe ben precise ..orizzonti incerti che mettono inquietudine …e il perdere chi ti ha potato in grembo ti fa sentire così perso e tristemente solo ….
Non c’è scampo aspetti quel qualcosa di speciale che tarda ad arrivare …rimani li tremendamente pietrificato dalle e nelle tue piu intime paure.. prima tra tutte quella di stare sprecando tempo
…di non godere del poco tempo che ci è dato ….
Comunque sia l’esistere in questa forma è limitato e in quale altra non si sa…
Ed è tutto molto delirante perche certe cose nell’adolecenza dell’eta di mezzo ti appaiono proprio come sono ( ? ) e vedi chi ti sta accanto ed è avanti come una possibile fine –uscita di scena ….
Non è la vita che sfugge sei tu che sfuggi alla vita … per imbambolarti chissa’ dove .., risucchiato dalla rete o nella idea che ti sei fatto dell’amore … obblighi … doveri … remore … oblio … ma la mutazione non è ancora completa … quanto è buona la cioccolata che si scioglie piano piano sulla lingua impastricciandoti denti e gengive ... |
ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN
Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare ...
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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.
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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA
(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.
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