Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

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QdAM_alive in the night

Post n°260 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Vasilissaskunk

Sono uscita presto stamani … scivolata dal letto e dal caldo per uscire nella notte …luna alta  in cielo cupo

 -4°, nessuno di umano  in giro … il respiro prendeva forma si connotava caldo nello sbuffo animale … io non ho paura del buio …ma come sarà mai quello eterno ? avro’ una luce come quella di stamani ad illuminarmi una nuova parte di cammino … o staro’ semplicemente stesa, assorbita dalle tenebre ?

Cammina e respira …tutto intorno riluccica di galaverna … ghiaccio … fatica che si fa respiro … caldo dentro ma cuore gelato… non si direbbe che un tramonto terso d’inverno si possa trasformare in tutto questo antro ancestrale  ….

Mi sentivo piccina… pollicina che si muoveva a spallate tra sentieri di vacue speranze  …il bosco aveva  i suoi rumori ..l’umanità tace assopita nel sonno …. Faceva  freddo ma non in movimento  … fa freddo …

Siamo tutti dei gran bei vuoti a perdere …eccola qua l’evoluzione dell’umanità: una volgare produzione di mercato !  Pensavo “Non voglio piu’ scandire  giorni di calendari che si impongono insolenti con scadenze non sentite … non voglio piu’…. “

Che cosa è l’aver paura ? riempire forse il buio di luce artificiale come stiamo facendo ? Impersonare nello spreco fasto e ostentazione la nascita di che cosa?

Giravo sola con i mie pensieri in questa gelida mattinata di dicembre …è già inverno … non è poi così brutto sentirsi al di fuori del mondo … oppure anche qui è proprio il contrario… la fiera si aggira per istinto nella notte senza chiedersi alcun perché è il giorno che si impone con la ragione …

Eio avrei voluto parlarti  … ma fortunatamente nel freddo fu  solo silenzio … silenzio fino all’orlo del recipiente del mio esistere … and I was alive in the night

 
 
 
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Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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