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H2Oevolmente
Post n°278 pubblicato il 09 Maggio 2018 da Vasilissaskunk
Quanto si puo’ percepire un assenza? Come puo’ qualcosa o qualcuno che fisicamente in particelle molecolari non c’è riempirti l’animo con un vuoto immenso come a risucchiarti tutto cio’ che hai dentro e lasciarti solo l’involucro di pelle muscoli e legamenti che senza scheletro si afflosciano come un palloncino gonfiato ma poi non chiuso …. Ti ritrovi allora in un fiume in piena e, vorresti far scorrere questo tuo bisogno di esser consolata verso qualcuno … ma quel qualcuno non c’è … Allora cerchi di aggrapparti, mentre annaspi nelle acque infuriate dell’irrequietezza… ma trovi soltanto rami secchi che cedono alla presa… il fiume della vita è in piena, lo gonfiano anche le lacrime che in lui riversi …. Eh si che sai nuotare! Ma il tuo movimento non si adatta ora alla corrente … provi a rimanere in quel punto ma il fiume scorre e ti fa sbattere contro le pietre dure dei ricordi seppur ti porti avanti ...ti affonda e tenta di affogarti per poi risputarti a galla piu’ in là e il prima e già il fu.
No che non serve a nulla imporre il proprio movimento , tanto vale che tu ti lasciassi andare … brava, cosi come a scorrere… bisogna concedersi anche alla tristezza e lasciare fluire il dolore…
E proprio quando ti i sembra che non si sia altra via che affogare tendi la mano e senti l’acqua solleticarti i polpastrelli fresca fluida fluente e ricominci a nuotare …sensazione magica quel remare … comprendi che basta virare e seguire la corrente anche se porta altrove magari a nuovi complicati mulinelli umorali o a precipitare nella ripida cascata degli eventi in accadimento .. MA non aver paura tu …zitta e nuota e nuota …e tra le bolle del respiro o quelle generate dal tuo notare intravedici un po’ chi o quel che ti pare …
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ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN
Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare ...
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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.
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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA
(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.
Inviato da: cassetta2
il 26/03/2024 alle 20:29
Inviato da: Marion20
il 08/09/2023 alle 01:13
Inviato da: Vasilissaskunk
il 10/03/2023 alle 12:51
Inviato da: zapata71
il 02/03/2023 alle 16:13
Inviato da: je_est_un_autre
il 01/03/2023 alle 18:18