Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

« körperlicher AusdruckIn der stille Nacht »

KURZIGhaarig

Post n°311 pubblicato il 22 Dicembre 2020 da Vasilissaskunk

 

Le mie intenzioni non sono assolutamente frazionabili in vacui desideri … i buoni propositi sono in fila alla cassa della volontà.

Avevo pensato di farmi crescere i capelli … ma mi sono già arresa all’evidenza che il mio volto non ha bisogno di tante cornici per stagliarsi tondo nel furore quotidiano … in vena di frivola civetteria oggi però, mi sono disegnata un tirabaci sulla fronte che andrò a sacrificare alle cesoie questa sera… in ricordo della nonna gran campionessa di charleston…

Siedo dubbiosa sulla spina dorsale del mio vissuto talvolta dolente … volto lievemente imbronciato poggiato sui pugni e gomiti alle ginocchia ..la boccuccia è  corruccia … ecco diciamo che un decennio fa questo stato d’animo poteva precedere un qualcosa di speciale che magari ero persino capace di inventare … ora, non è che io sia preda della disperazione ormonale …ma come dire, mi duol dirlo cedo un po’ il passo al disincanto connotando e annotando  

Comunque sia la tana del passato rimane sempre lì languida e in agguato … ed io avverto una certa premura …

Non ho ricordi particolari dei Natali passati, perché quando ero bambina li passavamo sempre in viaggio dal Nord verso il Gran Ducato e non ho mai avuto un albero mio … ricordo solo che una volta ricevetti in dono un Cicciobello che aveva una culletta in polistirolo e che mio padre, in preda alla sua solita rabbia, di cui ad oggi non ne comprendo la natura … mi sfracassò’ in mille pezzi … poi tentò di rimediare mettendola insieme con lo scotch nero isolante …

Sono sopravvissuta …e per certo so che io non sono e non voglio essere la mia rabbia, semmai sono tutta la mia solitudine… e aspetto comunque sempre fiduciosa quel non so che … che si trova a volte e caso … è nel vuoto che si carpisce l’essenza …

 
 
 
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ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN

Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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