Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

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In DunkelHEIT

Post n°327 pubblicato il 05 Febbraio 2021 da Vasilissaskunk
Foto di Vasilissaskunk

Costretta al buio per dolorosa incombenza ...per sanre il dolore agli occhi lesi ...riscopro che è  nel buio che prendono forma i sogni... se è si vero, che il buio inghiotte, lo è anche che al mattino ti risputi nella luce ...è nel buio che vorticano in misticanza desideri, fantasie invischiate  a ricordi ....

 

Ecco allora prender forma me seduta sul bagnasciuga della spaiggia di Samui ..l'acqua calda tropicale e qualcosa che tocca la mia gamba... mi volto verso il basso e vedo una vongola enorme che si apre e fa spuntar fuori un pedulcolo arancione che tasta il territorio di me comprensivo ... quale meraviglia ... poi si rchiude... arriva una piccola onda ..si ribalta ... si assesta e piano piano si riapre ... sbuffa fuori una goccia d'acqua ..e di nuovo fuori il peduncolo ... così mi sento io in questo buio ...butto fuori il peduncolo sensoriale e afferro nel buio un'altra visione ...

Un anno fa ... la visita a Maggiano ( ex Manicomio di Lucca ) ...le grandi mura ... le porte a chiudersi in quei cortili dove il cielo ha forma di quadrato e dove i rami urlano verso l'alto l il biosgno di libertà ... e io, tesa e commossa a cercare di sentire l'essenza passata della mia bisnonna che li fu rinchiusa,  come diagnosi la melanconia ....e di melanconia li dentro vi morì... ricordo le camerate spoglie ma soprattutto le alte finestre ...le finestre e i loro giochi di luci ...le finestre a fare entrare raggi di una speranza perduta ... quanta gente è stata sepolta e dimenticata li dentro ? Quante donne soprattutto ... mia nonna non era pazza ...con emozione ho letto le sue cartelle ... era depressa forse per la situazione di miseria in cui viveva  epoca contadina di fine '800 due grandi guerre ) ... e poi mi sono sempre chiesta come abbia potuto sopravvivere per 40 anni rinchiusa ... a quale incombenza si sia aggrappata ...  scappa la mia mente nuovamente nel buio ....

Cimitero contadino di Sant'Alessio ... io per mano al nonno paterno ... una tomba antica griga  ...lui che punta il pugno verso la foto del padre ( di aspetto praticamente identico al suo ) e che dice " Lui era un gran disonesto ... cattivo " e poi voltandosi verso la foto della madre con voce rotta dai sighiozzi e piagnuncolante " Lei era buona e bellina ..."... ecco, t non sai cosa darei io ora, per ritrovare il tuo volto nonna Anna nel buio della mia memoria ... ti invoco ogni notte affinchè mi torni l'immagine di quella fotografia ...ma ahimè questo mio desiderio rimane non esaudito... avevo persino scordato che io e te nello stesso mese e nello stesso giorno eravam nate ....

Io, anche nel buio sempre ti ricordero' in essenza poichè della tua immagine non miè dato ricordo ...ed è nel buio sempre  che cedo allo sgomento del tuo patimento ...fintanto' che  l'incoscienza del sonno momentanemente giunge a separarci  ... per poi riunirci chissa' ...un giorno ...spero in un sogno ....

 

ALLE TAGE IS kein SONNTAG  https://www.youtube.com/watch?v=bhwh44le3HY

 

 

 

 
 
 
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Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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