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Gibt es eine Wendung zum Glück?
Post n°355 pubblicato il 08 Ottobre 2021 da Vasilissaskunk
>>>Gibt es eine Wendung zum Glück? Es ist eine Wendung zum Glück! <<< le piattaforme viscerali della grande frittata sinuose lanciavano tentacoli amichevoli seppur irruenti per spronare gli indecisi ... bisognava scollegarsi del tutto dalle sinapsi intenzionali .. e lasciare soltanto attaccati gli altoparlanti neurali vocianti in ogni secondo subliminali messaggi volti ad annullare dignità e possibilità in nome di una patetica e fasulla libertà ... >>> I capelli di Domitilla tendevano in quel momento all'amaranto .. di nascosto e al limitare del bosco scopri l'innestoanomaloneurale ... un piccolo forellino a cui si poteva in opportuna spina collegarsi con il mareverticale ... c'erano altre persone restie alla grande frittata ..anche perchè da un po' di tempo a questa parte chi vi si era unito non rispuntava piu' in elemento singolare ... forse era venuto veramente il tempo di onorare i gloriosi antenati ... si chiedeva comunque delicatamente affranta se davvero esistesse un turno per la felicità e se lei semplicemente non se ne fosse accorta nel suo divenire ... >>> NEL MARE verticale le essenze viveano libere ed incondizionate nascoste agli altoparlanti neurali dallo spumeggiare perpetuo delle onde emozionali... dall'alto osservava i vermicapratronoci brucare allegramente nel passato ... una lezione certo, mai ripescar con essi quel che fu stato e ora non piu' ne quel che le sarebbe piaciuto aver avuto >>> I marinaipsicotropi inalzaron il loro canto era il tempo in cui l'anima colletiva ... per chi ancora aveva la capacità di percepirla... parlava alle essenze ... un tempo di solida divisa unione ... nel mentre la grande frittata nel buio scuro del blackoutperineale eliminava in liquame...squame residue dipseudoindivudualvolontà... |
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Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare ...
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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.
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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA
(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.
Inviato da: cassetta2
il 26/03/2024 alle 20:29
Inviato da: Marion20
il 08/09/2023 alle 01:13
Inviato da: Vasilissaskunk
il 10/03/2023 alle 12:51
Inviato da: zapata71
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Inviato da: je_est_un_autre
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