Abbandonare Tara
abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui
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Post n°153 pubblicato il 30 Maggio 2007 da odio_via_col_vento
Tutti hanno un luogo. Per qualcuno è il luogo in cui è si è nati, una identificazione col grembo materno. Per qualcuno il luogo del cuore è fonte di conflittualità, perché istintivamente si associano alla parola "cuore" sentimenti positivi, mentre la realtà del luogo suscita desiderio di separazione, noia, talvolta repulsione. E per quanto questi sentimenti siano oggettivamente motivati dalla realtà (sociale, politica, ambientale) di questo luogo del cuore, comunque se ne ricava l'idae di essere di fronte ad un'anima adolescente. Che cerca di separarsi da questo luogo, ma che al tempo stesso trova difficile farlo. C'è poi il luogo del cuore frutto di una scelta. Non è quello in cui si è nati, non è quello in cui si vive. Spesso è il luogo di un'esperienza, di un avvenimento importante; talvolta solo di una vacanza, o di un momento felice. E poi ci sono anche coloro che si scelgono un luogo immaginario, in cui non si è mai stati, come luogo del cuore, per costruirselo , in definitiva, su misura alle proprie aspettative. Quanto a me devo ammettere che mi riconosco, quando più quando meno, in tutti e quattro questi profili.
Tu che sei in viaggio,
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e poi: sai che tutte queste griglie sono un po' noiose? che male c'è ad andare fuori tema (traduzione del codice "OT")? a me va bene. e a te?
che vuoi, sono fiorentina, difficile che non risponda a tono. genius loci, sai com'è?:))))
C'è un posto a Firenze in cui spesso cullavo malinconie e inquietudini affamate di vita: la stazione di S. Maria Novella. Mi perdevo a immaginare le storie di chi partiva e di chi arrivava, di chi aspettava e di chi salutava.. E il nonno, quel nonno pittore che a volte mi ricordi per altri versi, portava spesso me e il mio fratellino, da piccini, a veder passare i treni, all'altra stazione, quella di Campo di Marte.
I "non luoghi" ti regalano una libertà speciale, non solo dal tuo luogo di lavoro, studio, vita quotidiana, non solo dai luoghi scelti per te dalle svolte della vita, ma anche - in qualche modo - dal tempo. Ci sei e non sei arrivata.. un paradiso!
Nuvola. Mi ha chiamata così un amico speciale, che si fa chiamare "Vento"... Nuvola perché sempre inquieta, senza radici, in apparenza, quando mi ha conosciuta. Nuvola viola nella seconda vita, nata due volte, la seconda volta ho scelto la città che amo e in cui ero già nata la prima volta...
La prossima volta che volerai, mi saluti le sorelle nuvole?
Un mio luogo importante, del cuore e della mente, è Monte Senario. Lo conosci? Quando ero afflitto da qualche peso sentivo il bisogno di arrivarci.
certo che conosco Monte Senario. posto bellissimo. ben riconoscibile anche da lontano. anche i Sette Santi Fondatori lo avevano eletto a luogo del cuore, mi pare di ricordare.:)
grazie!
dev'essere la pena del contrappasso per aver scelto un non-luogo come esempio dei mio luogo!:)
Da ragazzina avevo il terrore di volare, poi col tempo mi sono ricreduta. Ricordo ancora il volo Francoforte - San Francisco, da sola con mio figlio che aveva solo 18 mesi. Stetti a parlare più di un'ora con lo stewart, io in italiano e lui in inglese. Non ho mai capito se facemmo veramente conversazione oppure se ognuno parlava di una cosa differente :-)))
appena qualche giorno fa a Londra visitavo una mostra di quadri della Regina (una infinitesima parte del suo patrimonio) e ammirandoli (splendori assoluti) consideravo amaramente come fossero quasi tutti della perduta collezione Gonzaga. se le cose fossero andate diversamente oggi sarebbero a Mantova.
grazie anche di aver capito le mie motivazioni (e le mie scelte ...di "stile", chiamiamole così, senza nessuna presunzione:).
grazie della riflessione. e bella, veramente bella, l'immagine del tappeto volante!
e poi mi ricordo una volta (che avevo perso l'aereo), viaggia da Parigi a Firenze in treno. si dorme per modo di dire: mi ricordo il dormiveglia che ti dà un senso di irrealtà già di per sé: ci sei e non ci sei, mantieni il controllo della situazione e lo perdi di continuo. e poi, all'improvviso, svegliarsi - era appena giorno - e dal paesaggio cercare di capire se si era ancora in Francia o già in Italia. e mi ricordo l'immagine splendida della catena delle Alpi innevata (ero già in Piemonte). sono rimasta per lunghi minuti, distesa nella cuccetta, a rimirarmela. un lento riappropriarsi della coscienza e di un "luogo".
credo anche che coloro che scelgono un luogo immaginario è perché in realtà non hanno, per molteplici motivi, l'esperienza di sentirsi "a casa" in un luogo preciso.
leggi il mio post 52: http://blog.libero.it/ceraunavolta/924683.html
magari hai una sindrome di peter pan spinta all'ennesima potenza. non solo "isola-che-non-c'è", ma anche "ne-ho-perso-l'indirizzo".