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Una vita a spina di pesce
 

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Fletcher LIV

Post n°53 pubblicato il 26 Febbraio 2015 da marlow17

 







Uscirono, finalmente, ma non si persero tanto nelle vie ampie e ancora sonnacchiose della mattina. Fin tanto che non avessero avuto documenti nuovi di zecca e una certa pianta della metropoli tatuata sul cervello, non era il caso di ciondolare da cazzoni attirando l'attenzione di qualche divisa. Così si mossero svelti e sparsi su tutta la superficie del marciapiede, vicini ma relativamente scialli e con una graziosità che avrebbe compiaciuto il costumista di un balletto d'alto bordo. Fecero quattro incroci e camminarono verso la zona bruciacchiata della Città: casermoni ancora sventrati e condomini sovrappopolati mentre la nazione cominciava a scendere per le strade per indirizzarsi a qualsiasi tipo di lavoro: minuto, precario, ossessivo e alienante ma, pur sempre, un lavoro. Nello stato non esisteva la disoccupazione, solo lavori di merda. I cinque si intubarono lungo Marshall street e il percorso si restrinse fino quasi a potere toccare con entrambe le braccia le mura della minuscola arteria. Da strada la Marshall s'era trasformata in Vicolo. Ed era dannatamente buio, come dentro una microsonda che percorresse una vena. Alla fine del breve tragitto spuntarono in una piazzola con una fontana costruttivista nel mezzo: tutta volumi e cubi sparati verso l'alto. "Si chiama Scheldhop" Proruppe Henry Grassi agitando la mano tutt'intorno. "é una Comunità di artisti e artigiani che gode di una lieve tolleranza da parte del Governo dello Stato. Parecchia gente viene qui anche da fuori per acquistare le produzioni di questi tizi. All'inizio stavano sparpagliati ma poi hanno pensato bene di riunirsi in una specie di Gilda per garantirsi meglio gli Interessi." "Ed Edward che c'entra?": Borbottò Fletcher. "Ah, Lui è uno scultore elettronico. Produce Proiezioni e Materiale in 4-D. La gente, quella dei quartieri alti, fa la fila per accappararselo ma Lui è un po' isterico, e inoltre tiene l'hobby di penetrare nei sistemi di difesa delle grandi Compagnie Commerciali e ci dedica parecchio tempo, così non si concentra abbastanza sul suo lavoro ufficiale. Diciamo che sopravvive...ma ha un cuore d'oro. Chiunque passi da Lui, meglio se in fuga, trova porte aperte e un buon letto". "Un idealista vecchio stampo?". Intervenne improvvisamente Peter. "Un giocatore" Gli rispose Minnie "Che punta sempre un po' di più di quanto potrebbe permettersi. Un siluro che, invece di stare in mare, punta cazzutamente verso il cielo." "Beh" mormorò Fletcher "Sembra un tipo interessante, e la storia che gli racconteremo potrebbe piacergli". "Ci puoi giurare. Lui ha un debole per le vecchie epopee romantiche etc etc. Penso legga ancora montagne di romanzi rosa. Almeno l'ultima volta che l'avevo visitato era così." Christine lanciava occhiate d'attorno nella piazzola e pareva positivamente trasfigurata. Silenziosa e composta, forniva immediatamente l'impressione di trovarsi a suo agio. Biascicava qualche parola appena intelleggibile e si ricalibrava su Fletcher, tenendolo, sorprendentemente per il braccio. In pubblico non l'avrebbe mai fatto, anche per i rischi che si correvano...ma in quell'angiporto oscuro tutta la sua tenerezza era avvampata. Fletcher fece finta di nulla e continuò a bordonare Grassi sulla sicurezza del posto. Henry lo rassicurò ancora una volta agitando le dita cicciotte :"Ed non riceve visite delle Divise, così come nessuno in Marshall Street. Per quanto bizzarro sembri gli Artisti qui dentro hanno veramente potere e una notevole presa sul pubblico. Vivono in una sorta di zona franca o bolla iperbarica . Né Percace né similari possono mettere becco sulle possibili deviazioni delle testematte perché sono scafati, perché nel mondo dei Creatori di Bellezza esiste un passaporto unico e garanzie a fiotti contro la Polizia Morale. Sono attivi, mantengono il saldo della bilancia commerciale dello stato sul positivo costante: sono uno degli introiti maggiori per tutta la Baracca. Non come Voi, se mi permettete. E nemmeno come Me, che sopravvivo tenendo il piede in due scarpe." Fletcher fece un gesto vago con la mano, quasi a scacciare inutili riflessioni sulla sua utilità o meno a quel Mondo. Poi chiese a bruciapelo :"Come facciamo a essere Certi che non tradirai anche Noi per un cazzo di trenta denari?" Henry sorrise quieto arrivando a socchiudere gli occhioni :"Siete garantiti da mio fratello, che è sangue del mio sangue. Posso avere anche pochissimi scrupoli ma una cosa mi è rimasta: l'Onore di difendere il cortile di casa e di pulirlo dalla merda che vi si può accumulare. Il Governo e i Percace hanno distrutto tutto ma non sono riusciti a estirpare il Senso di Appartenenza e il cuore del clan. Potrei fare qualsiasi porcheria per mio fratello, è chiara la cosa?". Chiosò ferocemente. Christine e Peter annuirono un po' sconcertati mentre Fletcher, rassicurato per l'ennesima volta, si stava già immaginando il volto di quell'hacker scultore di nuove dimensioni, un pischello che leggeva probabilmente Colette e Barbara Cartland mentre gettava nel panico grossi Trusts e Concentrazioni di Potere economico.

 
 
 
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