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Fletcher LXXVIII

Post n°77 pubblicato il 12 Giugno 2015 da marlow17

 






"Penso di avere visto abbastanza" Sibilò Fletcher "La visita è stata piacevole ma, effettivamente, Mi mette a disagio sapermi sotto l'occhio di un Uomo che potrebbe ipnotizzarmi da un momento all'altro." Christine fece una smorfia, ma ormai conosceva bene il suo Liberty e iniziò con il prenderlo alla lontana :"Ascoltami. Mio zio ci proteggerà da Percace. anche se Lo conosce sono sicuro che non ci metterà mai nelle sue mani. E abbiamo bisogno di arrestarci un attimo e mettere giù i piani per potere lasciare questo Paese. Fidati di Me per una volta. Quando lo hai fatto non Ti sei mai pentito." Implorò accorata. "Peter si incassò nelle spalle e si astenne dal partecipare a quella discussione tra innamorati mentre Van Huijten giocherellava con una piccola saliera e gli altri presenti si alzavano progressivamente per lasciare la sala. Fletcher sollevò lo sguardo al cielo e borbottò amaramente :"Ma siamo sicuri che tuo zio intenda ospitarci? Per Lui potrebbe essere un rischio o un azzardo troppo grande vista la situazione in cui si trova. è impelagato a doppio nodo con quel dannato Centro di monitoramento psichiatrico della Valle....." "Ci sono cose più forti dei cosiddetti Doveri professionali." L'uomo sollevò un braccio per lasciarlo cadere, esausto. si notava che era molto provato e stanco. Si percepiva chiaramente che avrebbe fatto volentieri una sosta per lasciare alle spalle Percace e tutti i suoi problemi per qualche attimo. Fu così che, sillabando le parole, dopo un po' prese a bofonchiare :"Lei, signor Van Huijten avrebbe veramente un posto dove infilarci per qualche giorno? Non posso negarle che siamo tutti e tre affaticati. E ricercati." Benjamin annuì solennemente ma rimase, per il momento, inchiodato alla sedia. Tutti gli altri ospiti dopo essersi ripresi si erano dileguati e alla tavola restavano solo il Vecchio con i tre fuggiaschi. "Immagino Voi sappiate benissimo che il dottor Percace può rintracciarvi in qualsiasi momento? Non sono certo queste le cose che non lo fanno dormire di notte." Peter annuì ripetutamente :"Però sembra che Gli piaccia tenerci sulla corda. Forse nemmeno Lui sa precisamente cosa farsene di Noi." "O forse" Incalzò Fletcher "Sa che non siamo dei veri matti. Vi è qualcosa di diverso nel suo accanimento. Qualcosa che farei risalire a una vicenda interna, quasi personale." Il Dottor Van Huijten trasalì per un istante poi si ricompose ma quella sua incertezza non sfuggì all'Uomo :"Qualche problema, Dottore? L'ho vista rabbrividire fino al midollo." "Ah, non è nulla. quando facevo praticantato nelle Terre Alte ho patito un mucchio di freddo. E anche adesso, con questo sole, non sono riuscito a scacciarlo completamente. Ho ancora degli improvvisi attacchi di gelo." "E panico?" "Oh no, quello no. Si figuri, alla mia età. Ma non parliamone più. Venite, vi faccio vedere: ho giusto una stanza sopra la canonica dove potete rifugiarvi. E una stanza molto piccola, ma basterà per Voi tre." Si alzarono nello stesso tempo, strascicando le sedie sul pavimento. Poi si avviarono tutti fino a una porticina nella parete che immetteva su una scala a chiocciola ripida e aguzza. Van Huijten faceva strada mentre gli altri lo seguivano in silenzio. Alla fine della scala sbucarono in un sottotetto con abbaino, illuminato da un sole mirabile. il locale era semivuoto con l'eccezione di un tavolaccio grezzo sormontato da un pesante centrino fatto a mano e alcuni attrezzi per le pulizie ammassati in un angolo, vicino a delle sedie di plastica bianca raccolte su sé stesse. "Ecco, che ve ne sembra?" "è un piccolo gioiello, Zio. Grazie." "Oh, non devi preoccuparti. è qualcosa che faccio molto volentieri per la mia bambina e i suoi amici. Non mi costa e non mi pesa nulla." "Tranne nascondere dei Fuggiaschi." Non riuscì a trattenersi Fletcher. Il vecchio stava guardando le pareti in legno di larice e parve prestare orecchio distrattamente alla notazione dell'Uomo. Poi si girò lentamente, a fissarlo :"Vede, Liberty, il mio rapporto con il Dottor Percace è quanto mai elastico: nel senso che una pressione esercitata da Lui nei miei confronti trova una reazione commisurata e naturale. Per certi versi ci bilanciamo perfettamente. Così non ho da temere nulla nel nascondervi alla sua indagine. Anche perché, Le ripeto, ho la pressoché totale certezza che Lui sappia perfettamente dove Voi vi stiate nascondendo. Anche in questo momento." L'Uomo grugnì assentendo e poi chiese se vi fossero dei letti dove coricarsi un attimo dopo il lungo viaggio che avevano fatto. Van Huijten calò dalla parete due letti a scomparsa, e poi chiese il permesso di assentarsi per qualche ora. "Sapete....per quanto strano possa sembrare per un uomo della mia età, ho anch'Io le mie incombenze." "Certo, zio. Non preoccuparti per Noi. Ci sistemeremo qui dentro. Per Noi sapersi relativamente al sicuro sotto la tua protezione significa molto. Abbiamo sempre vissuto gli ultimi giorni con la corda alla gola e trovarsi all'improvviso in una giurisdizione che forse neppure Percace può violare ci rende una sicurezza straordinaria, e un rilassamento che non sperimentavamo da un mucchio di tempo." Detto questo Christine abbracciò e baciò Benjamin Van Huijten. Il vecchio, dopo avere raccolto in un saluto ideale tutta la minuscola stanzetta, richiuse la porta e si avviò lungo le ripide scale a chiocciola mentre Fletcher e Peter si buttavano esausti sui loro lettini, cominciando a esalare sottili mugolii di piacere. Christine nel frattempo dava un'occhiata fuori dal lucernario e si accorse che il sole stava rapidamente digradando a ponente, infiammando nel suo cammino quasi estivo il cielo abbacinante di quello strano angolo di Paradiso.







 
 
 
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