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Riprendiamo possesso degli spazi vitali

Post n°85 pubblicato il 02 Luglio 2009 da harthefiti
 

 

Domenica mattina mi godo il mio primo risveglio nel mio lettone dopo i 15 giorni di trasferta....

Decido subito che per iniziare bene la giornata ci vuole una colazione dal "Tenebroso" e subito dopo un "Tristezza vattene via" fatto come si deve.

Dopo essermi preparata con la solita pignoleria, interrogo lo specchio che mi dice "Ok! Sei a posto!", e mi dirigo felice e abbronzata verso il mio adorato cappuccino denso e brioches.

Ma....


NOOOOOO!!!!!!   ....IL BAR DEL TENEBROSO E' CHIUSO!!!!!!

Ci rimango talmente male che resto davanti alla saracinesca chiusa con un espressione da ebete triste stampata in volto per almeno 30 secondi.... poi, ad un certo punto arriva una voce dall'alto:


"La domenica ha deciso di aprire solo il pomeriggio, si era rotto di alzarsi presto tutti i giorni.... sono tutti al bar della rotonda... vada, vada anche lei!"


Guardo perplessa il signore affacciato alla finestra.... mi chiedo chi possa essere e, malignamente, se prenda una provvigione per mandare clienti del Tenebroso nel locale poco distante... comunque sia lo ringrazio e mi incammino.


Arrivata al bar della rotonda, entro e mi rendo conto subito dell'atmosfera diversa... mi trovo in un posto luminosissimo e asettico, dove le ragazze che servono al banco e ai tavoli hanno modi affettati e i clienti sono come ingessati... le loro espressioni potrebbero essere definite arroganti... le donne presenti, prima mi squadrano, prendono le misure e poi si incupiscono fingendo indifferenza.... sento tutti quegli occhi ancora sulla schiena mentre arrivo al tavolino vicino al vetro....



Ad un tratto mi sembra di sentire un profumo... una voce mi sussurra all'orecchio

"Questo posto è di plastica come le brioches che servono.... ma non ci provare ad andartene!"

Lui è dietro di me e mi sta spostando la sedia per farmi sedere.

Gli chiedo se è stato mandato qui dal tizio alla finestra e, di fronte alla sua espressione perplessa, rido e gli spiego quanto successo pochi minuti prima.

Mi guarda serio e, alla fine del racconto, risponde in maniera sbrigativa che non sa chi possa essere... per un attimo sembra seccato e la sua espressione diventa dura, poi ritorna a sorridere e si complimenta con me per l'abbronzatura...

Faccio finta di nulla, anche se sono un po' perplessa di fronte a questo atteggiamento strano.

Eccoci a colazione insieme per la prima volta, ma se oggi è piacevole per la complicità del luogo diverso, so che domani non sarà più così e mi ritrovo a sperare che bere il caffè la mattina allo stesso tavolo sia un eccezione alla regola e che rimanga tale.

Ad un certo punto mi chiede a bruciapelo perchè ieri non l'ho chiamato....  i suoi occhi diventano ancora freddi...  gli spiego che mi sono addormentata sul divano, ma la sua espressione non cambia e mi domanda cosa ho intenzione di fare oggi.

Inizio a sentirmi "cavia in trappola" e la cosa mi infastidisce.


Insiste con l'interrogatorio ed io penso che a questo punto potrebbe anche puntarmi una lampada in faccia.

Glielo dico mentre sto per alzarmi.... la sua mano scatta e mi prende un braccio.... un sibilo tremendo gli esce dai denti serrati:

"Tanto non mi scappi"

Lo guardo sconvolta.... La sua espressione cambia nuovamente e mi ritrovo a fissare la sua bocca sensuale che dice:

"Mi sei mancata... mi piaci più di quanto ricordavo"

Gli rispondo che non è un buon motivo per smontarmi il braccio e me ne vado.

Mi corre dietro, mi raggiunge, mi abbraccia, ma io sono ormai inferocita e gli do' dello psicopatico...

Sorride...

"Mi piaci tantissimo...."

Mi bacia ...

"Voglio vederti presto"

Lo guardo seria...

"Non credo succederà"

Sorride...

"Io credo di si"

Lo sfido...

"Perchè?"

Diventa serio...

"Tu mi appartieni già"

Ostento sicurezza con la mia espressione sprezzante, ma l'animo è in allarme, mentre mi giro e me ne vado...

"Non ne sarei così sicuro..."

La mattinata procede con uno shopping furioso.... tre sandali a tacco alto e una borsetta firmata non riescono a chetare le mie emozioni contrastanti e il mio umore non proprio idilliaco.

Ripenso al momento in cui, attraversando la strada, l'ho guardato con la coda dell'occhio....

La sua immagine mi si è stampata nella mente...

Ha le braccia conserte, la testa piegata sul lato e quel suo ghigno beffardo da uomo vincente...

Decido di comprare anche la camicetta di seta....

 
 
 
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