Magistrati intercettati, democrazia mutilata

Ave Socii

“Salvini ha ragione, ma va attaccato”… Da queste poche parole, intercettate dal telefono di un magistrato, si comprende che la magistratura (o almeno, una parte di essa) non è poi così staccata dalla politica (o almeno, dalla parte sinistra di essa). E che il potere giudiziario non è poi così indipendente dagli altri poteri e viceversa. Evidentemente c’è qualcosa nel sistema che non funziona. E non da oggi, in realtà. Infatti è da più di venti anni, in Italia, che una certa parte di magistrati è solita muovere attacchi soprattutto verso il ramo destro del Parlamento.

Attaccare le politiche migratorie di Salvini e della Lega è, da diverso tempo ormai, lo sport preferito della sinistra. Prima, del Pd e dei partiti più a sinistra; ora, addirittura, pure dei Cinque Stelle (che sui migranti, almeno fino alla nascita dell’attuale governo, sembravano schierarsi con la Lega). Tuttavia il tema risulta alquanto spinoso. Chi si schiera dalla parte degli immigrati risulta piuttosto impopolare in questi tempi. Se però a schierarsi apertamente fossero dei magistrati, finora considerati “buoni, onesti e al di sopra delle parti”, allora qualche speranza di “acquisire popolarità” potrebbe pure sorgere.

Questo discorso può valere, tuttavia, solo finché i magistrati sono considerati “buoni onesti e imparziali”. Dalle recenti intercettazioni, invece, viene fuori uno spaccato della magistratura tutt’altro che positivo. Molti magistrati, dichiaratamente “di sinistra”, hanno apertamente sostenuto le idee del Pd non “secondo giustizia”, ma “secondo appartenenza politica”. Che vi fosse pericolo di una “deriva giustizialista”, di un “golpe giudiziario”, è affermazione tanto forte quanto probabile. E il fatto che nelle intercettazioni compaiano esclusivamente magistrati di idee sinistrorse e personaggi di sinistra, non fa che corroborare tale tesi.

Ultimamente, poiché sostiene idee piuttosto fuori dal mondo, la sinistra intercetta un elettorato alquanto magro. Acquisire popolarità entrerebbe di diritto fra i suoi interessi. E a quanto pare, pur di acquisire popolarità, non si badava nemmeno alla separazione dei poteri, calpestando deliberatamente i dettami della Costituzione. Non riuscendo a sconfiggere l’avversario nelle urne, la sinistra ha pensato bene di schierare dalla propria parte un manipolo di magistrati compiacenti. Sperando così di riuscire nel suo intento di governare l’Italia, stravolgendo ogni principio democratico. Questa è la cruda realtà. Realtà radicata in Italia già da diversi decenni, purtroppo. Speriamo che queste ultime vicende convincano tutte le forze politiche (specialmente quelle “con le mani in pasta”) del bisogno urgente di una seria riforma del sistema. A cominciare proprio dalla giustizia.

Vostro affezionatissimo PennaNera

Governissimo, un matrimonio che non s’ha da fare

Ave Socii

In piena emergenza coronavirus, il leader della Lega Salvini ha proposto la nascita di un “governissimo” con l’appoggio di tutte le forze politiche. Lo scopo, ha affermato, è traghettare l’Italia “fuori dal pantano” per poi condurla a nuove elezioni. La proposta del governo istituzionale, tuttavia, è stata bocciata dalla quasi totalità dei partiti. Pd e Cinque Stelle in testa.

Tutti sanno, in realtà, che il vero obiettivo di Salvini è togliere di mezzo l’attuale Presidente del Consiglio. In qualche modo, il leader della Lega vorrebbe restituirgli il favore della scorsa estate. L’obiettivo di Salvini è più che comprensibile e condivisibile. Creare un “governissimo”, tuttavia, ci sembra una sciocchezza. Stiamo parlando di partiti diversissimi fra loro. E’ stato già un miracolo che per molti mesi abbia retto il governo gialloverde (formato da Cinque Stelle e Lega). E’ altrettanto miracoloso che da mesi stia reggendo il governo giallorosso (costituito da Cinque Stelle e Pd). Sperare che regga un “governissimo” che imbarchi su tutte queste forze pare francamente fuori dal mondo.

Certo, sarebbe bello vedere che tutte le forze politiche si uniscono in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando. Veder procedere tutti uniti e propensi al bene del Paese sarebbe un bel messaggio anche per i cittadini. Ma le trame politiche sono ben altra cosa dalle buone intenzioni. Ed ogni minima azione ha sempre in fondo una motivazione diversa dal semplice “bene comune”. Sarebbe stato così con il “governissimo”. E’ stato così, come ricordato, con la nascita del secondo governo di questa legislatura. L’obiettivo dichiarato, quella volta, fu l’evitare l’aumento dell’Iva.  L’intento vero, tuttavia, fu il togliere di mezzo un personaggio scomodo come Salvini. Questa volta l’intento è togliere di mezzo il Presidente del Consiglio. Ma i sostenitori di questa maggioranza, ovviamente, ben si guardano dal peggiorare le condizioni di un governo già di per sé traballante.

La strada più giusta da percorrere, per Salvini e per tutta l’opposizione, è continuare a fronteggiare l’attuale maggioranza in attesa di nuove elezioni. Dopo questa parentesi dettata dall’emergenza del coronavirus, per la quale tutti devono necessariamente contribuire, si inizieranno a tirare le somme. Si cominceranno ad attribuire seriamente colpe, responsabilità e negligenze di quanto accaduto. Chi non ha fatto quanto poteva fare ne pagherà pegno dinanzi ai cittadini. Chi continuerà ad arroccarsi nelle torri del Palazzo forse sopravvivrà per un po’, ma col passar del tempo rischierà di crollare sempre più rovinosamente. Il centrodestra resti unito e non tema, perché arriverà il giorno in cui riprenderà in mano le redini del Paese!

Vostro affezionatissimo PennaNera

Coronavirus anche in Italia. Cosa possiamo fare?

Ave Socii

Alla fine è arrivato… Il coronavirus, questo sconosciuto (almeno fino ad ora). Ci sembrava tanto lontano, poiché proveniente dalla Cina. Sembrava tutto sotto controllo. I pazienti ricoverati in Italia migliorano di giorno in giorno. Persino in Cina i casi di contagio sembrano diminuire. Ebbene, proprio quando l’emergenza sembrava a un punto di svolta… ecco che scoppia un focolaio di coronavirus in Nord Italia.

Ovviamente ora il problema non può non ricadere nel campo della politica. I controlli sono stati davvero adeguati? Era davvero tutto sotto controllo? Si poteva fare di più? Non mancano botte e risposte… Salvini accusa il governo di essere stato troppo morbido e invoca la chiusura delle frontiere. I simpatizzanti del Pd accusano Salvini di speculare su queste vicende. Alcuni di loro aggiungono, fra l’altro, che il contagio da coronavirus ha avuto origine in Regioni governate dalla Lega. Quasi che sia colpa della Lega aver portato il virus in Italia.

Il problema delle frontiere sicuramente c’è. Gli Stati che hanno adottato una politica “protezionista” ad oggi fanno registrare pochi casi o addirittura nessuno. Che chi arriva dalla Cina debba essere controllato è fuor di dubbio. Eppure finora i protocolli sono stati tutt’altro che chiari. Speriamo, almeno ora, che ci si renda conto dell’importanza di chiudere (o quantomeno controllare) i confini nazionali.

Promuovere l’immigrazione incontrollata, ovviamente, non aiuta in questo senso. L’aver discusso della modifica ai decreti sicurezza voluti da Salvini, non fa certo onore al governo che attualmente regge le sorti dell’Italia. Peggio che mai averne discusso proprio ora, in piena emergenza coronavirus. Speriamo vivamente che tutte le forze politiche, al di là dei convincimenti ideologici, convengano sul fatto che aprire le frontiere ora sarebbe un suicidio.

La chiusura delle frontiere non è mossa da un problema di razzismo, come vorrebbe far intendere una certa parte politica. E’ mossa, molto più semplicemente, da ragioni di buon senso. Non si cerca di chiudere le porte ai cinesi, ma ad un virus. Un virus il cui mancato controllo può comportare dei seri rischi per l’Italia e non solo. In Europa sembrava che il picco dei contagi si registrasse tra Francia e Germania. Ora, invece, pare che il baricentro si sia spostato un po’ più a sud.

Ma i rischi non vengono solo da Oriente. Nessuno fornisce dati sui contagi in Africa. Probabilmente perché nessuno è in grado di fornirli. Come poter essere sicuri che i migranti che soccorriamo, accogliamo e (forse) distribuiamo in Europa siano in salute e privi di malattie? Speriamo che anche il governo italiano, almeno in questa situazione emergenziale, abbandoni la propria ideologia fondata sul motto “porte aperte a tutti”.

Vostro affezionatissimo PennaNera

Regioni che si legano, Regioni che si inscatolano

Ave Socii

Che le elezioni regionali appena conclusesi fossero test solamente regionali, nessuno lo credeva davvero. Qualcuno, alla vigilia di questi appuntamenti elettorali, si affrettava a dire che non ci sarebbe stato alcun impatto a livello nazionale. Il giorno dopo, invece, scopriamo che il Presidente del Consiglio si sente più ancorato alla sua poltrona… Che lo spread è sceso… Che “in Italia” c’è di nuovo un bipolarismo… Alla faccia dei test regionali e territoriali!

Regioni governate bene, evidentemente, non hanno bisogno di cambiare. Regioni governate male pretendono invece che qualcosa cambi. Questo apprendiamo, il giorno dopo le elezioni: dopo decenni, anche una storica roccaforte rossa ha rischiato di cadere. Mai il centrodestra era stato così competitivo in roccaforti del genere. Merito, senza dubbio, della Lega e di Salvini. Così come è merito del buon governo del governatore uscente (e forse pure della mobilitazione delle sardine) l’aver resistito alla “deriva populista delle destre”. Pur confermandosi primo partito, il Pd è tuttavia tallonato dalla Lega anche nelle roccaforti più rosse.

Ma la vera notizia è la caduta verticale dei Cinque Stelle. Forse è proprio grazie a loro che delle roccaforti rosse possono ancora definirsi “rosse”. La sfiducia nel M5S, unita alla pratica del “voto utile”, ha sicuramente rafforzato l’argine antisalviniano. Ci sono Regioni che celano un significato molto più ampio del territorio che rappresentano. Un significato nazionale. Salvini lo ha sottolineato e ora ne raccoglie i frutti, nel bene come nel male. E chi fa finta di relegare certe competizioni ad ambiti esclusivamente regionali, ora non può far finta di non raccoglierne i frutti, nel bene come nel male.

Evidentemente, il Pd si sentirà legittimato a proseguire l’attuale esperienza di governo. D’altra parte, i Cinque Stelle si sentiranno sempre più schiacciati e indeboliti. Una situazione simile a quella registrata il giorno dopo le elezioni europee. La forza di governo minoritaria in Parlamento (che allora era la Lega) fu in grado di esercitare pressione nei confronti della forza di maggioranza “virtuale” (rappresentata, allora come oggi, dai pentastellati). Sappiamo come andò a finire allora… Andrà a finire in quel modo anche stavolta?

Le elezioni regionali non avranno impatto a livello nazionale… Macché! Prevediamo che presto il Pd prenderà in mano le redini di questo governo, così come ha saputo mantenere le redini delle roccaforti rosse. Forse ci saranno mutamenti in tema di prescrizione. Forse ce ne saranno anche in tema di immigrazione, di decreti sicurezza, di ius soli, di ius culturae. Ci sono navi cariche di migranti in attesa di porti sicuri. Nessuno ne ha parlato in campagna elettorale, soprattutto a sinistra. Nemmeno la “nuova sinistra” rappresentata dalle sardine. Forse per paura di ripercussioni a livello elettorale. Chissà se adesso, dopo l’esito del voto, i porti della penisola si spalancheranno a orde di migranti. Se davvero sarà così, speriamo almeno che ad accoglierli siano proprio quelle Regioni che hanno la perseveranza di definirsi “rosse”. Chiamasi “coerenza”.

Vostro affezionatissimo PennaNera

Sardine in piazza… Ma gli italiani abboccheranno?

Ave Socii

Vedere gente che riempie una piazza e manifesta pacificamente è la miglior cosa che possa accadere in democrazia. Purtroppo le frange violente esistono dappertutto e vanno ovviamente condannate. D’altro canto, i movimenti propositivi vanno elogiati e incoraggiati nelle loro battaglie. Negli ultimi giorni sta prendendo piede il fenomeno delle “sardine”, gente comune che organizza manifestazioni, nelle principali piazze italiane, per protestare contro il populismo di una certa politica. Due cose in particolare ci stupiscono di questo movimento: la tempistica e l’obiettivo. Non è un caso, secondo noi, che le sardine nascano e spopolino proprio a ridosso di importanti elezioni regionali. Così come non ci sembra un caso che le sardine abbiano come (unico) obiettivo dichiarato quello di scagliarsi contro una ben precisa parte politica.

Essendo nato da pochi giorni, il movimento delle sardine deve ancora comprendere e far comprendere le sue reali intenzioni. Per ora però una cosa è certa: si sta dimostrando un movimento totalmente “contro”. E “contro” obiettivi specifici: un partito, la Lega, e un avversario, Salvini. Segno evidente che Salvini è ormai talmente forte da riuscire a compattare non solo i salviniani, ma pure gli anti-salviniani. E la paura che presto possa prendere in mano le redini dell’Italia cresce di giorno in giorno. Fossero davvero un movimento contro il populismo, le sardine potrebbero trovare slogan populisti persino a sinistra. I soldi vanno presi dove ci sono… Togliere ai ricchi per dare ai poveri… Pagare tutti per pagare meno… Non è forse ciò che il popolo si aspetta di sentir dire dalla politica? Perché allora, quando si parla di populismo, si è abituati a guardare solo a destra?

Si pensa che dietro il movimento delle sardine si celi la regia di qualche politico di sinistra. Nulla di cui stupirsi, se così fosse: non è la prima volta che a sinistra nascono movimenti alternativi, per giunta più “contro” che “pro”. Se invece si trattasse di un movimento totalmente spontaneo, una cosa sarebbe certa: l’attuale sinistra, in politica, si sta dimostrando assolutamente incapace di rappresentare le istanze che dice di voler rappresentare. Tant’è che queste istanze hanno bisogno di far sentire la propria voce in altro modo. Fossimo nei panni degli attuali esponenti politici di sinistra, non ne andremmo così fieri. Per dirla tutta, in realtà, non è che le sardine rappresentino istanze poi tanto diverse dal passato. Pretendono di costituire il rinnovamento e cantano “bella ciao”… Un buon inizio, non c’è che dire!

A nostro parere, le sardine nascono come risposta a una sinistra inerme di fronte all’avversario politico. Come ultima spiaggia per tentare di salvare il salvabile. Come estremo tentativo di riunire delle pecore rimaste senza pastore, pur consapevoli che il lupo è sempre in agguato. Il Pd plaude per non piangere. Qualcuno forse maledice il giorno in cui ha accettato di dar vita a questo sgorbio di governo. Un governo che macina figuracce su figuracce, commette errori su errori… Ed è ad appena due mesi di vita. A questo punto, sarebbe meglio consegnare l’Italia al centrodestra. E lasciare che anche il centrodestra, a lungo andare, commetta degli errori. Perché è inevitabile che governare produca anche esiti negativi. Solo così la sinistra potrà sperare di ritornare competitiva nella politica italiana.

Sardine o no, allo stato attuale la maggioranza del Paese attribuisce tutto il negativo all’attuale governo e ogni possibile soluzione positiva è riposta nel centrodestra a trazione Lega. Nessuno li ha obbligati a formare questo governo, eppure hanno voluto provarci lo stesso. Per “salvare l’Italia”… Per “mettere Salvini e la Lega all’angolo”… E questi sono i risultati. Hanno voluto la bicicletta? Continuino a pedalare! Oppure accostino e scendano!

Vostro affezionatissimo PennaNera

Svolta doveva essere… e svolta sarà (o quasi)

Ave Socii

E’ passato circa un mese dall’insediamento del “governo della svolta”. E’ evidente che un mese di vita sia assolutamente insufficiente per giudicare l’operato di un governo. Ma le prime avvisaglie ci consegnano già una visione abbastanza nitida del “nuovo corso” in atto. E del corso che rischia di replicarsi a livello regionale, nel caso in cui la strana alleanza Pd-Cinque Stelle andasse davvero in porto alle prossime elezioni. Avranno veramente tutto questo fegato, gli italiani?

Governo delle tasse. Ne abbiamo sentite di tutte… Tasse sulle merendine… Tasse sulle bibite gassate… Tasse sul gasolio… Tasse sul contante… Tasse sui telefonini… Di tagli alla spesa non si parla per nulla… Solo un generico riferimento alla “lotta all’evasione fiscale”… In questo caso nessuna svolta di rilievo: praticamente tutti i governi dicono di voler lottare contro l’evasione fiscale. La nota di aggiornamento al Def è stata approvata, alla Camera, con appena tre voti di scarto… Un risultato ben al di sotto delle aspettative… Evidentemente non tutti sono entusiasti della manovra economica, così come si prospetta. Evidentemente non tutti hanno intenzione di essere additati, in futuro, come “quelli che hanno alzato ancora le tasse agli italiani”. Questa sì che è una svolta!

Governo dell’ambiente. Abbindolato dalle sirene degli ambientalisti, i quali proclamano a gran voce che bisogna ascoltare la scienza. Ma la scienza, questo si sappia, dice che non tutti i mali dell’ambiente provengono dall’uomo. Ma mettiamo dipenda solo dall’uomo… Come si fa a parlare di ridurre l’inquinamento, di green economy, di economia circolare, se i termovalorizzatori sono considerati un abominio e i cassonetti vengono dati alle fiamme? Tasse tasse e ancora tasse, quando già paghiamo servizi tutt’altro che efficienti… Guardate ciò che succede a Roma, a proposito di rifiuti… Regione e Comune continuano a litigare… La situazione nella Capitale è insostenibile già da anni, ma ultimamente sembra essersi acuita ulteriormente. Effettivamente si è trattato di una svolta, un plastico esempio dei risultati del governo Pd-Cinque Stelle.

Governo dell’immigrazione. Qui la svolta è fin troppo palese: in un mese gli sbarchi sono quasi triplicati. Certo, si tratta pur sempre di numeri ben inferiori a quelli di qualche anno fa. Tuttavia, che la tendenza sia cambiata in concomitanza con l’insediamento del governo della svolta è evidente senza ombra di dubbio. Sarà stato un mese sfortunato, mettiamola così… D’altro canto quella di Salvini in quattordici mesi sarà stata solo fortuna, la classica fortuna del principiante… Nei prossimi mesi tutto sarà più chiaro…

Il governo intanto punta sulla redistribuzione e sui rimpatri, rinfacciando a Salvini di essere rimasto all'”anno zero”… Tuttavia, seppur tra spiagge mojito e cubiste, sotto la “gestione Salvini” per lo meno gli sbarchi sono diminuiti drasticamente. Non dubitiamo che sotto la nuova gestione si lavori più alacremente, si stia in ufficio ventiquattro ore al giorno, si stia un po’ meno fuori dai palazzi… Però alla fine i migranti aumentano… Qualcosa non torna… Perché in fondo contano i risultati. E finora il governo della svolta sta portando a casa un pugno di mosche. E’ ancora presto, vedremo se in Europa riusciremo a far valere la nostra linea… Intanto, come se non bastasse, la Turchia minaccia di “aprire i rubinetti” e inondare l’Europa di altri milioni di migranti… Proprio la Turchia, uno Stato che qualcuno ha pagato per tenere chiusi i rubinetti e che qualcun altro voleva addirittura far entrare in Europa…

I prossimi appuntamenti elettorali avranno certamente ricadute sul governo della svolta. Finalmente molti italiani, in diverse Regioni, torneranno al voto nei prossimi mesi. Il governo della svolta dovrà tenere conto dei risultati provenienti dalle urne. Sarà anche un giudizio sul suo operato. Finalmente gli italiani si esprimeranno e sceglieranno fra due modelli di Italia completamente diversi. O per chi vuole più immigrati, più tasse, più Europa, meno plastica ma forse pure più droga, più diritti civili ma meno identità culturale, più giustizialismo, più inciuci di palazzo… O per chi vuole più sicurezza, meno tasse, meno immigrazione incontrollata, più autonomia regionale, più infrastrutture, più chiarezza su chi governa, più identità nazionale… Finalmente gli italiani saranno liberi di dire la loro e di scegliere… Perché in democrazia ogni popolo ha il sacrosanto diritto di scegliere i governanti che merita.

Vostro affezionatissimo PennaNera

Proporzionale o maggioritario? Questo è il dilemma

Ave Socii

Di tutte le questioni che il nuovo governo dovrà affrontare, l’assoluta priorità spetta… alla legge elettorale! Forse veramente questo governo è nato per fermare Salvini e la Lega. Forse una volta approvata una legge elettorale, studiata per impedire il trionfo del centrodestra, il governo potrà anche permettersi di cadere. E al popolo sarà addirittura consentito di votare. Ma andiamoci piano con le previsioni… Ultimamente è davvero difficoltoso prevedere, di sera, cosa accadrà la mattina dopo. Un giorno si tifa per la nascita di un nuovo governo “per il bene del Paese”… Il giorno dopo si fa la scissione, pur assicurando pieno sostegno all’esecutivo… Prima si agita lo spettro dell’Iva, poi l’argomento pian piano sparisce… Di scuola e aziende in difficoltà non si parla quasi più… Si dice che la priorità va data ai temi, ma finora sembra si sia parlato soprattutto di poltrone… E quante altre poltrone ancora bisognerà assegnare…

Però, in compenso, stavolta l’Europa vede di buon occhio l’Italia. Era questo il governo che ci voleva… Un governo stabile, un governo allineato al pensiero dell’Europa, un governo che dovrebbe assistere all’elezione del Capo dello Stato (possibilmente allineato anche lui), un governo cui i mercati danno fiducia… Può forse permettersi di cadere, un governo del genere? Meglio parlare di legge elettorale, qui in Italia… Tanto le questioni più importanti saranno decise per lo più in Europa, manovra economica e ripartizione dei migranti comprese… All’atto pratico, riusciremo a varare una manovra economica espansiva, magari ricorrendo pure a un discreto margine di flessibilità, ora che abbiamo ottenuto un portafoglio di peso presso la Commissione? Riusciremo a farci valere in tema di ripartizione dei migranti? Il governo è appena partito, ma i primi indizi non paiono promettere granché di buono… E meno male che stavolta l’Europa è dalla nostra parte!

Come dicevamo, qui in Italia è meglio distogliere l’attenzione e concentrarsi sulla questione elettorale. Anche perché Salvini e la Lega rappresentano una spina nel fianco pure per l’Europa. Qualsiasi iniziativa volta a garantire l’indebolimento dei “nazionalisti” è ora della massima importanza. A costo di partorire una porcata, Cinque Stelle e Pd ora lavorano a una legge elettorale che, secondo le prime indiscrezioni, si prospetta prevalentemente proporzionale. Come sappiamo tutti, il proporzionale garantisce la rappresentatività, il maggioritario la governabilità. Mai come adesso l’Italia avrebbe bisogno di un governo forte e stabile, per contare davvero ai grandi tavoli internazionali. Realizzare un proporzionale puro vorrebbe dire, al contrario, favorire gli accordi di palazzo fregandosene altamente delle opinioni degli elettori.

Un governo che nasce nei palazzi, dai compromessi, dalle trattative, ha tuttavia maggiori probabilità di tener conto delle indicazioni provenienti dall’Europa. Un verdetto chiaro dalle urne, che piaccia o meno, deve essere accettato così com’è dall’Europa. Un governo forte e deciso fa paura. Quando invece il consenso è frammentato, così come la composizione del Parlamento in base ad una legge elettorale proporzionale, l’Europa può scegliere quale combinazione di forze politiche meglio rispecchia la propria visione. D’altronde, già l’attuale governo nasce da manovre di palazzo… Le decisioni vengono prese dall’alto, mentre il popolo è ridotto a mero bacino di voti… L’Europa è contenta così: meglio avere a che fare con un governo “zerbino”, obbediente in tema di immigrazione e accondiscendente in tema di economia… Del parere del popolo cosa importa, tanto gli elettori hanno già dato e questo è più che sufficiente… Tutte prove di un possibile “ritorno al proporzionale”?

Forse tornare al proporzionale non è che una delle tappe che ci condurranno dritti dritti alla riedizione della Prima Repubblica. L’attuale governo ha in pratica ristabilito un sostanziale bipolarismo tra le forze politiche. Bipolarismo rafforzato anche dal fatto che i due poli sono occupati, rispettivamente, da maggioranza e opposizione in blocco. Il centro è sempre più vuoto, ma natura e politica insegnano che il vuoto non esiste. Ben presto il centro dovrà essere occupato. E qualcuno, attraverso abbandoni o scissioni, è già pronto a occuparlo… Magari con l’intento di dialogare sia a sinistra che a destra… Un ritorno alla vecchia Dc? Staremo a vedere. L’impressione è che si stia tornando indietro, invece di andare avanti. E che a voler tornare indietro siano anche quei partiti che, un tempo ormai lontano, volevano cambiare tutto e mandare tutti a casa… Il potere, evidentemente, non logora soltanto chi non ce l’ha…

Vostro affezionatissimo PennaNera

Pd e Cinque Stelle vogliono sparire

Ave Socii

La strada per il “governo della svolta” è ufficialmente spianata… La parola d’ordine è “discontinuità”… Bisogna mettere una pietra sopra alla precedente esperienza di governo e creare qualcosa di nuovo per il bene del Paese… Sì, per intanto una cosa sola è certa: il Presidente del Consiglio sarà lo stesso che ha guidato il governo dimissionario. In nome della “discontinuità”… Persino il Presidente Trump ha elogiato l’operato del Presidente del Consiglio auspicando una sua permanenza a Palazzo Chigi… Pur di rimanere al potere, il Pd sarà disposto a ingoiare questo e simili altri rospi?

Per alcuni viene prima la squadra, per altri vengono prima i programmi… Per alcuni dovranno essere adottate soluzioni totalmente nuove, per altri è necessario proseguire con gli obiettivi già fissati un anno fa… Dinanzi a questo spettacolo indecoroso, gli italiani dovranno stare a guardare senza avere minima voce in capitolo. Al massimo, sarà loro concessa qualche manifestazione di piazza. Per il voto, evidentemente, c’è ancora tempo… Anche in democrazia…

E lo sputtanamento non finisce qui… Sembra ormai chiaro quale sia il collante che tiene assieme i due azionisti di questo nuovo governo, Cinque Stelle e Pd: la spartizione delle poltrone. Un collante forse anche più forte dell’opposizione verso Salvini e la Lega. In questo senso, perlomeno, Salvini è quello che fra tutti ha mostrato meno attaccamento alla poltrona… I leghisti, pur sedendo in sette Ministeri, non hanno avuto paura di perdere la poltrona e aprire la crisi… Altri, un po’ per sete di potere e un po’ per paura di tornare al voto, ne hanno approfittato e si sono inchiodati agli scranni…

Ma questa nuova esperienza di governo parte già in salita. E a lungo andare, prevediamo, la salita si farà sempre più ripida. Forse questo non sarà davvero il “governo della discontinuità”, come piace al Pd… Forse gli azionisti di questo governo, per ingraziarsi la benevolenza del popolo, saranno condannati a lasciare in vigore molte delle misure adottate da Salvini. Se non lo facessero, rischierebbero di uscirne con le ossa rotte e di consegnargli l’Italia su un piatto d’argento.

Magari ci sbagliamo… Magari col tempo Pd e Cinque Stelle riusciranno davvero a farsi benvolere dal popolo… Magari riusciranno davvero a relegare Salvini e la Lega ai margini della scena politica… Ma devono sperare che gli italiani non si facciano nuovamente trascinare dall’impeto di Salvini… Il quale certamente non starà fermo a guardare che qualcuno, magari fra i Cinque Stelle un tempo suoi alleati, cancelli in tutto o in parte il suo precedente operato.

E poi c’è la questione dei numeri… Soprattutto al Senato, la maggioranza appare piuttosto ballerina. Chissà se i partiti minori saranno davvero l’ago della bilancia per dar vita a questo “governo forte e autorevole”. Forse anche per loro si dovranno allestire delle poltrone, in qualità di Ministri o Viceministri o Sottosegretari o Presidenti di Commissione… Altrimenti addio fiducia! E sui singoli provvedimenti? Basta che la Lega presenti una mozione pro-Tav, restituendo il favore ai Cinque Stelle, perché il governo appena concepito sia costretto ad abortire. A meno che uno fra Pd e Cinque Stelle si umili e si appiattisca sulle posizioni dell’altro, a costo di perdere ancor di più la faccia dinanzi al proprio elettorato.

Facciamo i migliori auguri a questo governo in procinto di nascere. E speriamo che davvero Pd e Cinque Stelle non facciano dell’anti-salvinismo e dell’anti-leghismo la loro bandiera… Rimaniamo dell’avviso che questa potrebbe trasformarsi nella tomba che li seppellirà. Pensino invece ai problemi del Paese e al bene dei cittadini, ai quali forse già troppo è stato tolto… Non da ultima, la possibilità di esprimere il proprio parere con il voto. Dimostrino che negare al popolo l’essenza stessa della democrazia sia servito veramente a realizzare qualcosa di buono e concreto.

Vostro affezionatissimo PennaNera

Salvini li ha sputtanati tutti (compreso se stesso)

Ave Socii

Il battito d’ali di una farfalla può generare uragani. Perfino in politica. Ma raramente in politica si vedono uragani simili a quello scatenato negli ultimi giorni dalla Lega. Innescato dal battito d’ali di una mozione anti-Tav targata Cinque Stelle, conclusosi con le dimissioni del Presidente del Consiglio e con la caduta del governo. Ma non solo… Nel giro di una settimana o poco più, praticamente tutti i principali attori di questo teatrino hanno cambiato posizione. Con la mossa della sfiducia al Presidente del Consiglio, Salvini è riuscito a mostrare l’incoerenza che regna nel sottobosco delle trame di partito. A quanto pare, quasi nessun partito è immune a simili voltagabbana.

Fino al giorno prima della mozione di sfiducia della Lega, tutti dicevano di non aver paura del voto anticipato… Che questo governo doveva andare a casa… Che Lega e Cinque Stelle erano “divisi su tutto” e che bisognava restituire la parola ai cittadini… Poi è arrivata la mozione della Lega… Finalmente l’occasione per concretizzare ciò che da tempo tutti affermavano a parole: subito al voto! E invece…

Con una singola mossa, che difficilmente trova eguali nella storia della politica, Salvini ha sputtanato quasi tre quarti del Parlamento costringendoli a gettare la maschera e a mostrare il loro vero volto. A sinistra come a destra. Chi vuol mantenere ben salda la poltrona ora prega per un governo istituzionale… Anche a costo di governare con chi criticava (e talvolta insultava) fino a pochi giorni prima… Il Presidente del Consiglio affermava che il governo gialloverde sarebbe stata per lui la sola esperienza politica… Il suo discorso al Senato, invece, ci è parso tutto fuorché un discorso di commiato… Perfino la Lega, ignara forse della portata degli effetti che la sua devastante mossa avrebbe scatenato, sembra ora in difficoltà e destinata a perdere il ruolo di primo piano avuto finora.

Forse la vera preoccupazione di tre quarti del Parlamento non è quella di interpellare la volontà popolare. Per loro, oltre la poltrona, la preoccupazione più grande si chiama Salvini. Probabilmente da più di un anno attendevano la prima occasione utile per buttarlo fuori. I recenti fatti, secondo noi, dimostrano e rendono evidente una verità che da tempo aleggiava nell’aria: Salvini è visto come il vero nemico da battere. E, pur di batterlo, molti partiti sono disposti a perdere la faccia e la coerenza. Di qui il possibile colpo di mano di Cinque Stelle e Pd. Possibilità che ha spiazzato (ma forse nemmeno troppo) lo stesso Salvini, convinto ormai di poter agevolmente capitalizzare i consensi acquisiti in questi mesi.

Secondo molti, la mozione di sfiducia è stato il più grave errore di Salvini… E se, invece, alla lunga si dimostrasse il suo più grande investimento politico? Da un lato, Pd e Cinque Stelle avrebbero l’occasione di rifarsi dopo le recenti sconfitte. D’altro canto, c’è il rischio che questa occasione di governare insieme si trasformi in una tomba per entrambi. E la Lega, a quel punto, non avrà più alcun ostacolo di rilievo che le impedirà di tornare al potere. Più forte, molto più forte di prima. Concentrare tutti gli attacchi verso un unico obiettivo può sortire l’effetto esattamente opposto a quello preventivato. Specie se chi attacca si dimostra, a lungo andare, poco credibile in quello che promuove e fa. A tutto vantaggio dell’obiettivo degli attacchi: in questo caso, Salvini.

Ora la palla passa nelle mani del Capo dello Stato. Sarà lui a dover decidere se affidare le sorti del Paese alla volontà popolare, o piuttosto a un governo di trombati. Qualora si verificasse questa seconda ipotesi, auspichiamo che il governo nascituro non si fondi prevalentemente sull’anti-salvinismo. E che non abbia come preoccupazione primaria quella di cancellare quanto fatto dal governo precedente. In particolare dalla Lega. Perché ciò, lungi dal relegare Salvini ai margini della scena politica, potrebbe al contrario restituirgli linfa e vigore. Perché Salvini, oltre a “parlare alla pancia” degli italiani, è anche abile a intercettare il buon senso e la mentalità comune. Qualità oggigiorno tutt’altro che scontata, anzi spesso perfino snobbata da certi buonisti di professione, prigionieri come sono di complicate sovrastrutture e schemi rigidi. Se costoro pensano di attaccare Salvini pure quando va in spiaggia, a nostro avviso non se ne libereranno facilmente…

Ci sono principi che non dovrebbero appartenere ad una singola fazione politica, come la lotta alle droghe o all’immigrazione incontrollata. Si tratta di principi di semplice buon senso. Perché oggi sembra invece che il buon senso regni prevalentemente a destra, sostituito da un asfissiante buonismo a sinistra? Se la sinistra non imparerà a riconquistare un po’ di buon senso, combattendo seriamente l’immigrazione incontrollata ad esempio, la destra tornerà al governo e ci resterà per i prossimi cinquant’anni. O forse ci sbagliamo… Per i prossimi cento anni!

Vostro affezionatissimo PennaNera

Pregiudizio. Alcuni miti da sfatare

Ave Socii

Quante volte avete sentito dire che “per conoscere il diverso non bisogna avere pregiudizi”? Della serie: se hai pregiudizi sarai sempre un ignorante e non conoscerai mai davvero… Perciò apriamo le frontiere, abbattiamo i muri e superiamo i limiti! In realtà, la questione è un po’ più complessa di come viene semplicisticamente insegnata. Siamo esseri umani, pertanto sempre inclini all’errore. Per di più siamo quasi sempre influenzati dalle nostre esperienze passate, nelle scelte attuali e future. Cancellare i pregiudizi non è affar da poco, dunque. Ognuno di noi, chi più chi meno, corre il rischio di essere influenzato da qualche pregiudizio. La differenza, pertanto, non è tra chi ha pregiudizi e chi non li ha. La differenza, semmai, è tra chi ammette di averli e chi vuol far credere di non averli. Chi dice di non avere pregiudizi è un ipocrita. Speriamo perlomeno che non lo sia in mala fede.

Forse parlare di “pregiudizio” non è che l’arma migliore per scatenare sensi di colpa e di inadeguatezza in persone che hanno pensieri scomodi e “politicamente scorretti”, in modo da farle tacere. Un’arma utilizzata per affermare determinate idee e deprecare le idee di chi la pensa diversamente. Il senso di colpa che chi condanna il pregiudizio vorrebbe scatenare, nella nostra società occidentale, scaturisce il più delle volte dalla apparente discordanza fra norma giuridica e morale cristiana. Ma esse hanno campi di applicazione diversi, non dovrebbero essere confuse. Alcuni invece vorrebbero trasformare questo dualismo in un punto debole per la società occidentale. Avranno certamente i loro (loschi) interessi per fare una cosa del genere… Magari favorire determinate culture tradizionalmente ostili a quella occidentale… Culture che magari confondono il culto con la legge e ne fanno, al contrario di noi, un punto di forza… Intenda chi ha orecchie…

Il pregiudizio agisce sempre a doppio senso: c’è chi pre-giudica, ma c’è anche chi si sente pre-giudicato e vorrebbe far sentire agli altri il peso di questo pregiudizio. Per farli sentire in colpa facendosi vedere “vittime”, metterli in difficoltà e cercare di ottenere quanto desiderato. Magari trattamenti “più umani”, invocando un fantomatico “stato di necessità”, pure a costo di violare la legge. Prendete il caso dei rom… Costoro dovrebbero spostarsi periodicamente, in quanto “nomadi”… Tuttavia se hanno la possibilità di avere un alloggio stabile e confortevole, non fanno certo troppi complimenti… Magari occupano abusivamente le case altrui, oppure si allacciano abusivamente ai servizi, o entrambe le cose… Si circondano di donne incinte, così nessuno può cacciarli… Rubano e magari pretendono pure di essere compresi, perché “povere vittime” in “stato di necessità”! Contrastare le leggi con la “presunta umanità”: così fanno le “vittime”, appoggiate spesso da qualche “paladino dei diritti umani”.

Pregiudizio nell’immigrazione. Per fronteggiare il continuo calo di popolarità, ogni tanto i fascio-buonisti ricorrono ad immagini forti e tentano di “scuotere le coscienze”… Adesso tutti si turbano, per quella foto che ritrae padre e figlia morti annegati durante l’attraversamento del fiume… Chissà in quanti saranno morti in quel modo e per quanto tempo, purtroppo, senza che a nessuno sia mai passata per la mente l’idea di parlarne… Perché se ne parla solo in certi momenti? Perché certe immagini vengono esibite solo quando i fascio-buonisti sembrano trovarsi in difficoltà? Ah, questi ipocriti “paladini dell’umanità” a intermittenza! Si attaccano a tutto, pur di screditare l’avversario politico… Anche se i flussi totali sono crollati, dicono che la linea dura non paga perché tanto i migranti arrivano coi “barchini”… Tutti a dire che il problema è l’Italia che non accoglie, invece di dire che il problema vero sta in Africa…

Dovrebbero solo vergognarsi, certi politici millantatori di presunta umanità! Prima consentono che arrivino immigrati a frotte… Poi fanno gli scandalizzati e gridano al pregiudizio e al razzismo, perché il “decreto sicurezza” lascia per strada migliaia di “disperati”. Forse la responsabilità è pure di chi a suo tempo ha ingiustificatamente aperto le porte a tutti questi “disperati”, o no? Le tensioni in Libia ormai fungono quasi da pretesto… Improvvisamente l’Italia sembra essere diventata l’unico porto sicuro del mondo, anche con quel “selvaggio razzista disumano troglodita” di Salvini al Ministero dell’Interno. Trasformare l’Africa in una polveriera forse fa comodo a qualcuno, almeno i migranti saranno sempre giustificati a non mettervi più piede e andare altrove. Sennò non si spiegherebbero il silenzio e l’immobilismo dell’Onu… Con tutti gli “ambasciatori dei diritti umani” che annovera tra le sue fila, qualcuno potrebbe pure preoccuparsi di cosa succede in Libia! O no?

L’ultimo ricorso presentato “dai migranti” della nave olandese è stato respinto dalla Corte Europea… Vuol forse dire che anche i giudici hanno dei pregiudizi verso gli immigrati? L’assistenza va garantita, ma perché la nave deve per forza puntare in Italia, quando batte bandiera olandese e l’equipaggio è tedesco? L’Italia che c’entra? La nave forza più volte il blocco perché “i migranti sono allo stremo”… E c’è pure chi applaude, invece di invocarne l’affondamento. Siamo noi quelli disumani? Chi invece viola deliberatamente le leggi per ottenere un po’ di visibilità, mettendo a rischio la vita di decine di persone, è forse meno disumano? E se la prossima volta schierassimo i cannoni? Non lasciamoci intenerire da chi fa finta di stare dalla parte dei più deboli. L’immigrazione non è un diritto. L’accoglienza si fa in ben altro modo. Non confondiamo i principi evangelici con le prese per il c…

Finché in Italia c’erano altri governi andava tutto bene. Nessuno in Europa si preoccupava della questione migranti, tanto c’era l’Italia che pigliava su tutti… Finché accoglievamo porci e cani potevamo pure sperare in un minimo di flessibilità… Ora invece rischiamo perfino la procedura di infrazione per debito eccessivo. L’ipocrisia dell’Europa è stata svelata, è dunque evidente che questo governo vada di traverso a qualcuno. E non solo in Europa… Nel mondo c’è chi pensa che l’immigrazione sia un diritto… Quando forse non è altro che la risposta (spesso patologica) alle carenze di Paesi che non riescono a dare un futuro ai propri abitanti. Mettiamocelo in testa: il problema dell’immigrazione non sta da noi, sta da loro! Ed è “a casa loro” che va risolto, creando condizioni tali affinché queste persone non siano costrette ad emigrare e ad essere trattate come “disperati”.

Pregiudizio di chi si droga verso l’autorità e il resto della società. Chi si droga lo fa in aperto contrasto con l’autorità e con una società percepita come contraddittoria nei messaggi che manda. La società prima mi dice che sono libero, poi però mi giudica se mi comporto in certi modi… L’autorità non mi ama, è buona solo a bacchettarmi e a mettermi in difficoltà… Perciò l’autorità deve sentirsi in colpa e io, pure a costo di rischiare la vita, voglio farla sentire in colpa… Così ragiona chi si droga o, in generale, assume comportamenti rischiosi. L’autorità trova difficile sanzionare tali comportamenti, se di mezzo c’è una relazione che potrebbe naufragare. Perché una relazione che naufraga genera sensi di colpa. E l’autorità si trova in difficoltà, poiché sente tutto il peso del senso di colpa. Peso mitigato dalla sostanza, invece, per chi si droga o assume comportamenti simili.

Tutto il precedente ragionamento è sostenuto, guarda un po’, da un pregiudizio di fondo: il drogato crede che all’origine della sofferenza sia sempre l’autorità, mai la relazione. E se una relazione va male, la colpa è sempre dell’autorità e mai della “vittima”. E’ l’autorità, con le sue regole, che mette a repentaglio la relazione, non la vittima con i suoi comportamenti rischiosi. Perciò è l’autorità che deve piegarsi, eliminando le regole e liberalizzando questi comportamenti. Ma proviamo a cambiare prospettiva: dal lato dell’autorità, se essa è stata coerente nelle sue scelte e nell’applicazione delle regole, non c’è nulla che le possa essere rimproverato. Se l’autorità, nella relazione, ha dato tutto l’amore di cui era capace, ogni suo senso di colpa è ingiustificato. La sofferenza, in tal caso, non può che provenire dal capriccio di una relazione malata. Questa autorità, pertanto, non trova alcuna difficoltà a troncare una relazione del genere.

Ma quale autorità riesce a mostrarsi davvero credibile e coerente, alla luce di una società contraddittoria come la nostra? Quale genitore oggi avrebbe il coraggio di dire a un figlio drogato “io ho fatto tutto il possibile per te, se il tuo desiderio è morire va’ e ammazzati!”, senza sentirsi più o meno in colpa per questo? Molti in questa società dicono che è bene provare qualsiasi esperienza, ma che in caso di difficoltà bisogna intervenire in ogni modo per evitare il peggio… Messaggio che va a nozze con l’atteggiamento del drogato, il quale per definizione prova esperienze al limite così da scatenare sensi di colpa in chi non si mostra capace di aiutarlo fino in fondo. E molte volte l’autorità, per inseguire i capricci del drogato, tollera certi comportamenti financo a liberalizzarli.

La società deve tornare ad essere coerente, se vuol sperare di generare delle autorità credibili. Solo allora si potrà invertire la rotta, in tema di liberalizzazione e simili, relegando ai margini i comportamenti “da drogato”. Tutto il contrario di ciò che accade ora, poiché oggi al margine forse stanno proprio quelli che non si sono mai fatti una canna. Da diversi studi sta emergendo pure che il consumo di cannabis aumenta spaventosamente, proprio qui in Europa ad esempio… E che questo può comportare un aumento del rischio di dipendenza… Bella scoperta, meglio tardi che mai! Allora speriamo che vengano presi conseguenti provvedimenti nelle opportune sedi. Perché drogarsi non è un diritto.

Altri pregiudizi. Bello vedere che nel calcio c’è posto anche per le donne. E’ certamente un segnale di integrazione e di abbattimento di pregiudizi. Alcuni vorrebbero che uomini e donne fossero equamente retribuiti in ogni lavoro… Un sogno, ma davvero un giorno si realizzerà? Certamente lo speriamo tutti. Però ricordiamoci di questo: se le donne sono pagate meno degli uomini, non è perché la società ha dei pregiudizi verso di loro. Ma per una questione ben più pratica: ad un’azienda, a parità di altre condizioni, le donne costano più degli uomini. E questo per motivi tutt’altro che sociali. Che le donne siano predisposte ad attraversare una gravidanza non lo decide la società, ma la natura. Una donna che va in maternità rappresenta un costo per l’azienda. Non sempre una donna gravida è in grado di lavorare e “produrre” tanto quanto una donna non gravida. E’ la natura, non è pregiudizio…

Anche per questo siamo dell’idea che ognuno di noi, che sia uomo o donna, debba essere libero di svolgere lavori domestici, pure in via esclusiva rispetto ad altri lavori. E che il lavoro casalingo debba essere retribuito come un qualsiasi altro mestiere. Sarebbe un toccasana per tutti i nuclei familiari, soprattutto per i figli. Ma ad alcuni questo ricorda troppo la famiglia “tradizionale”, ovvero il “Medioevo”… Così si costringono le donne a stare a casa… Ecco, anche questo è un pregiudizio secondo noi. Chi ha detto che debba essere per forza la donna a stare a casa e badare ai figli e alle faccende domestiche? Anche un padre può farlo, se la madre lavora al di fuori dell’ambito domestico. Nessuno lo vieta.

Madre, padre e figli: questo secondo noi è il modello di famiglia che dovrebbe prevalere, rispetto a famiglie affidatarie e altri tipi di famiglia. Nella nostra cultura, ogni altro tipo di famiglia non può che prendere a modello la famiglia nucleare suddetta. Siamo noi che abbiamo un pregiudizio verso i “genitori” omosessuali e le famiglie “arcobaleno”, o piuttosto altri che hanno pregiudizi verso la famiglia “tradizionale”? Per poterli affidare, i figli bisogna prima farli. E’ la natura, non è pregiudizio…

Condannare il pregiudizio verso i diritti civili, le minoranze, il “diverso”… spesso non è che una trovata dei fascio-buonisti per disgregare la società democratica e indebolirne l’identità culturale. Come se tutto quel che è stato conquistato in passato sia da dare per scontato, oppure da accantonare per far posto al “nuovo”. Intanto l’identità culturale occidentale traballa pericolosamente: scossa dall’avanzata dei “diritti civili”, all’interno, e dall’avanzata di culture ostili e intolleranti, all’esterno. Accogliere tutti per creare un’accozzaglia sociale indistinta, senza radici certe e dunque più influenzabile e controllabile da certi centri di potere… Forse è questo l’obiettivo che alcuni intendono raggiungere, ben consapevoli che il pregiudizio non smetterà mai di esistere e di influenzarci.

Vostro affezionatissimo PennaNera