L’Essere Uno, armoniosamente.

Noi siamo la Vita. Noi siamo l’Unica Vita che in questo Universo accomuna tutti.

Noi siamo il Tutto, seppur l’acquisizione e l’illusorio successo siano in ciò che è “limite”.

Quando abbiamo immaginato tutti quei tipi di vincoli che in questa densità procurano indubbiamente tanti problemi, in verità pensavamo sarebbe stato semplice uscirne.

Ma ognuno fa il proprio gioco. Ogni essere che sceglie il proprio senso, e la direzione della propria polarizzazione, in questa alquanto drammatica competizione, mette in tavola tutte le proprie carte per aggiudicarsi il frutto finale. Che, tuttavia, non è mai la fine di tutto.

Visto che fino all’alba della sesta densità, secondo le indicazioni della Legge dell’Uno, ogni polarizzazione risulta essere spinta all’estremo, ciò che possiamo fare è scegliere. Scegliere dove vogliamo andare, scegliere da che parte stare. Scegliere dove polarizzarci, avvalendoci di tutte le nostre energie.

Chi ha scelto la Luce, e il servizio agli altri, cercherà di farlo sempre, fino in fondo, fino alla fine.

Perché non potrà fare altrimenti. Malgrado tutto e tutti. Malgrado gli attacchi, gli ostacoli, le contese, le provocazioni.

Chi ha scelto la Luce non ama i conflitti, e non ama le diatribe. Sa che tutti sono nella verità, perché in quel punto del sistema dove si trovano, e possono sperimentare, vedono solo quella particolare verità.

Coloro che scelgono la Luce non amano le contese. Per certi versi neanche i confronti, che spesso sono sterili, in quanto poco produttive espressioni dell’ego inferiore.

Essi vogliono solo dare un senso alla propria esistenza, ai propri conseguimenti, alle proprie ricchezze. Servire a qualcosa.

Il loro obiettivo è la condivisione. L’eterna compartecipazione.

Non che abbiano sempre la giusta misura nel dare, o nel ricevere [perché ci deve sempre essere un equilibrio, tendendo ogni volta a creare un vortice di energia sacra e pulita]. Ma tentano. Tentano e non smettono mai di farlo.

Chi ama i conflitti, chi polemizza, chi pensa di avere più informazioni o più conoscenza di altri, al di là della specifica realtà fattuale, non è esattamente della Luce. Non in quel momento. Non è un operatore di Luce. Non in quel momento.

È vero che, purtroppo, e lo si è detto tante volte, esiste una terribile e sofisticatissima tecnologia che spinge la quasi totalità degli esseri a comportarsi in un certo modo. Ad andare l’uno contro l’altro. E anche chi ha scelto la Luce tende a cadere inesorabilmente.

Ma l’obiettivo in questa fase, prima dell’affrancamento definitivo, è esserne al corrente. E imparare a riconoscerlo, per non ricascarci.

Perché dobbiamo essere uniti. Uniti nella direzione, nel senso. Nel senso dell’Unione.

Essere uno, essere uniti – ma ognuno potrà dare la propria versione, e sarà probabilmente ugualmente vera – non è stare tutti nello stesso posto, o fare le stesse cose. Si possono fare le cose verso le quali si è più portati. E se proprio non riusciamo a stare con uno o con un altro, stare loro lontani, ma rispettando le loro verità, le loro usanze, i loro gusti, le loro cerimonie, le loro preferenze di ogni tipo, dallo spirituale a tutto il resto, che è sempre parte dell’Uno.

Vivendo ognuno la nostra verità, ed è questo il nucleo, possiamo finalmente essere uniti. Ed essere quell’Uno che è anche i molti, pur rimanendo Uno.

L’essere di Luce in questa densità, e fin dove vi sarà polarizzazione, è sempre attaccato. Si cercherà qualsiasi occasione, qualsiasi pretesto e appiglio, e si troveranno schiere di presupposti e giustificazioni, ragioni, scusanti e discolpe. Ma il motivo sarà solo uno. Ed è perché, semplicemente, ha scelto la Luce, e, quindi, è un pericolo vivente, e perenne, per chi non vuole che tutto venga visto nelle molteplici ed indefinite sfaccettature.

Ma chi ha scelto la Luce non lo ha fatto per contrapporsi a qualcos’altro, o a qualcun altro. Egli sa che è tutto Uno. Egli cerca solo, e vuole comunicare, ed imprimere, equilibrio. E Armonia.

L’Essere Uno, in sostanza. Armoniosamente. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

Il tempo del raccolto.

Noi siamo infinito, e l’esperienza di una esistenza limitata, ed estremamente condizionata, è solo una delle tante nostre scelte, con le quali ardiamo arricchire la conoscenza del Tutto ciò che È, dal punto di vista delle modalità rivelative ed esperienziali.

Il Pianeta Terra, che è al momento la nostra casa, e nostro principale vettore in questa parte di spazio, è nel corso di una trasformazione molto potente, che riguarda tutti noi, e che interessa tante altre realtà dell’universo manifestato, in vari tempi e direzioni di espressione.

Noi siamo chiamati a fare la nostra parte, e non certo e non solo per l’essere che ci ospita, ma per il nostro stesso progresso personale, oltre che per dare libero svolgimento alla natura di ciascuno di noi.

È il tempo delle scelte, che avranno, per un qualche tempo, almeno fino ad un paio di salti dimensionali, carattere di definitività, con tutti i distinguo che possono essere adoperati per un ambiente in perenne, e incessante, mutamento.

Siamo alla fine di un ciclo, e il tempo del raccolto è giunto. Quindi, la priorità è quella di prepararci.

Il nostro Se superiore sa cosa è più giusto per noi, seppur le nostre scelte lo condizionino in una qualche parte, e in connessione con altre modalità esistenziali, che stanno agendo sui campi di nostra pertinenza, darà le giuste direttive alle quali ci dovremo in qualche modo conformare.

L’auspicio è l’Unità, perché l’Uno è tutto ciò che esiste, e – qualsiasi sia la scelta contingente, se in direzione della Luce, che è onore, rispetto e servizio agli altri, o del potere [sugli altri], che è amore e servizio solo per se stessi – anche la nostra meta finale.

Il ricordo di chi/cosa siamo, delle nostre origini in questo universo, della nostra ultima provenienza per questa esperienza terrestre, è fondamentale in effetti, in questo frangente. Perché [ci] permette di comprendere ciò che viviamo, ciò che siamo venuti a fare, quali compiti ci siamo assunti.

La conoscenza di questi ultimi soprattutto, ci garantirà sicuramente la Pace, e Armonia illimitata, e, inoltre, il superamento delle tante frustrazioni e depressioni correlate alla mancata comprensione delle mansioni degli altri compagni, o ritenuti tali, e delle loro relative scelte.

Questo è importante perché è davvero il momento di concentrarci sulle nostre incombenze, sui nostri incarichi, sulle nostre missioni.

Perché è quando non convogliamo le nostre energie su questi che corriamo il rischio di perderci in inutili, improduttive, e, a volte dannose, distrazioni.

Ognuno ha qualcosa da fare, da portare a termine, per se stesso, per il pianeta, per la sua famiglia d’origine, e per l’Universo intero. E quando lo scopriamo, questo ci assorbirà più o meno compiutamente, facendo venire meno la voglia, e il tempo, di occuparci di cose meno benefiche per il Tutto.

Noi siamo al momento fortemente condizionati, oltre che manipolati. Lo si è detto tante volte. Degli esseri che hanno temporaneamente perso il contatto con il proprio Se superiore, e con il Primo Creatore, hanno scelto il potere sugli altri, e il servizio a se stessi, e hanno fatto [e continueranno su questa strada probabilmente per ancora qualche tempo] tutto ciò che è nelle loro [notevoli, in verità] possibilità perché la situazione di soggezione nella quale hanno posto la restante umanità, e altre parti del pianeta, perduri.

La loro attività è assidua, massiccia, e talmente invasiva che la pressoché totalità degli umani la ritiene parte di se, e assolutamente non etero indotta.

La quasi generalità dei nostri pensieri, e convincimenti, e credenze, e giudizi [soprattutto sugli altri], dipendono da queste azioni che ormai da millenni vengono perpetrate e portate avanti a danno dell’umanità, e a beneficio di pochissimi, umani e non.

Ed è perché tutto questo possa avere fine, perché la libertà assoluta, illimitata, incondizionata, che è parte della nostra intrinseca natura, provenendo tutti dalla stessa Fonte/Sorgente – possa trionfare, che siamo venuti e ci siamo assunti quei compiti ai quali prima si accennava.

E il primo di questi compiti è la condivisione della nostra essenza, delle nostre realizzazioni, della nostra realtà, in qualsiasi modo [arte, scrittura, disegno, fotografia, canto, danza, e qualsiasi altra possibile espressione personale] siamo portati a fare. E questo, possa piacere a tutti o a nessuno, possa urtare la suscettibilità, o la gelosia, o la frustrazione, di tutti o di qualcuno, possa essere utile a tutti o solo per qualcuno, perfino per nessuno [almeno apparentemente], lo dobbiamo comunque alla nostra famiglia, la nostra vera famiglia, spirituale.

Oltre che al Primo creatore, che conta su di noi per l’espansione di tutto ciò che È. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

La legge della verità.

Noi siamo verità. Unica eterna immutabile. Quella verità che non cambia in qualsiasi tempo, spazio, dimensione. E che è prima di ogni cosa, perfino della coscienza e della consapevolezza di quel Primo Creatore dal quale quanto ci riguarda discende.

Tuttavia, unitamente a questa verità che non può essere nemmeno definita, perché non esistono appropriati sistemi di classificazione, si accompagnano altre realtà, che riteniamo certe per un qualche motivo, per convenzione, o per necessità di disporre di punti di riferimento, o di definirci, conoscerci e chiarirci in qualche modo e senso.

Ma queste presupposte verità hanno una durata, spesso relativa ad altri aspetti cangianti della Manifestazione.

Si dice che la verità è conoscenza. Tuttavia quest’ultima mantiene la caratteristica di “verità” per intervalli spazio-temporali, e ancor più vibratori, spesso molto brevi.

Quante volte siamo stati pronti a morire per qualcosa che avevamo accettato come assioma, per poi scoprire che esistono altre varianti, altre spiegazioni, altre sperimentazioni e modalità di verifica che non avevamo, ancora, neanche gli strumenti per prendere, appena appena, in considerazione?

L’umanità non riesce a trovare intesa, perché assume come verità, spesso universali, semplici punti di comprensione dello spazio conosciuto. E frequentemente accade perché qualcun altro ha detto di seguire un tale sistema.

È una prassi molto condivisa, questa si, a tratti molto istintiva, che neanche ci si sofferma ad analizzare, e ancora meno, a mettere in discussione.

Queste verità, principi, idee, ideali, servono il loro scopo, perché forniscono punti di riferimento in qualche modo solidi, per un certo tratto di strada.

Sono un po’ come delle mappe. Garantiscono degli appigli, e la possibilità di non perdersi totalmente. E di non impazzire.

Oltre all’accenno di eccitazione che assicura la ritenuta convinzione di trovarsi sull’esatto sentiero.

Ma le mappe non sono “universali”. Sono attinenti a particolari luoghi e posizioni. Così, altro luogo, altra mappa.

Questo fa parte del patrimonio comune e non abbiamo difficoltà ad accettarlo. Giudicheremmo poco intelligenti coloro i quali, per orientarsi in un determinato territorio, utilizzassero carte topografiche di località diverse.

Le conoscenze in qualche modo acquisite, anche sperimentate, funzionano come queste cartine. Hanno senso solo con riferimento a particolari “territori”, a specifiche coordinate spazio-temporali, a distintivi livelli vibratori.

A parte l'”Io Sono”, che è la Costante, potremmo dire il “Dio”, di questo Universo, tutto il resto è solo una bolla, con una distintiva durata e una sua specialistica funzione.

E sicuramente, se non dovessimo mantenere la mente interamente aperta ad ogni mutamento, di spazio, frequenza, densità, rischieremmo di fermarci lì, bloccarci, e vincolarci ad un ciclo infinito sempre identico a se stesso.

Tutto è in continua modificazione nell’universo, e noi stessi partecipiamo con le nostre incessanti metamorfosi al rinnovamento dell’insieme.

E per rimanere al passo, il minimo che ci occorre è una mente in grado di contenere l’intero.

È complicato, perché generalmente abbiamo difficoltà ad accettare “verità”, e nuove informazioni, che non riusciamo a “classificare”, perché non troviamo nulla di simile nei nostri archivi. E, oltretutto, i nostri corpi, proprio perchè spesso intasati di molti “insegnamenti” obsoleti dei quali non riusciamo, e molto spesso non vogliamo, ancora disfarci, riescono a contenere una minima parte di ciò che è a dir poco necessario per ricominciare a volare.

E questo è un periodo di grande trasformazione, che richiede tutta la nostra capacità inventiva. E un’inimmaginabile ampiezza di visione.

Perché è l’ignoto che ci aspetta. Un ignoto però, che i nostri, e i cuori di tutti, hanno contribuito a creare.

Con la consapevolezza che possiamo sempre cambiarlo, e che comunque muterà, in un senso o nell’altro. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

Noi Siamo la Luce!

Noi siamo Luce! È così che abbiamo scelto, e questa è ormai la nostra irrinunciabile natura.

La Luce è conoscenza. La Luce è saggezza. Saggezza che deriva dall’esperienza, dalla sperimentazione.

La Luce è come un lume o un faro che si accendono in una stanza. Da quel momento in poi tutto è messo in “Luce”, tutto è percettibile e può essere visto. E ognuno potrà scegliere. Potrà scegliere anche di non vedere, di non interessarsi, di non occuparsene. Ma tutto è lì, perfettamente visibile. Per chiunque.

Questo non importerà a chi ha scelto di non usare gli occhi, perché cieco o perchè preferisce tenere una benda sugli occhi. Mentre sicuramente terrorizzerà chi, fino a quel momento, ha utilizzato la non-Luce della stanza per fare degli altri ciò che voleva, per decidere cosa dire agli altri, in nome di una qualche presunta autorità da chissà chi conferita, riferire ciò che nella stanza vi si trovava, ciò che potevano toccare, dove potevano andare, cosa riguardava loro o meno.

La Luce quindi, permette la conoscenza di chi si è, quali sono le proprie origini, cosa si sia venuti a fare. Permette quindi, di scegliere cosa si voglia fare, e dove si voglia andare.

La Luce è pertanto scelta. Libera, incondizionata, infinita.

Scegliere anche di ascendere, secondo il termine in voga al momento, favorendo il passaggio “fisico” ad altre modalità vibratorie, più raffinate, più sottili.

E ognuno potrà decidere quello che vuole, e ognuno potrà farlo come vuole.

Nelle “Storie dello Yoga Vasishta” Siva pone l’accento sulla disciplina del “non sforzo”. Afferma, con pacifico ardore, che “Dio deve essere adorato con tutto ciò che può essere ottenuto senza sforzo”. “Non sforzo” che è, forse, abbandono assoluto, il lasciare andare.

Ma che non è [forse] il non “agire”. Che è quindi sempre agire, ma, ancora forse, senza l’assillo del frutto. Perché è il desiderio del “frutto” che potrebbe portare a ulteriori legami e concatenazioni, e vincoli nei confronti del ciclo.

Tutto si deve svolgere in maniera naturale. Ma tutto parte da una scelta iniziale. Tutto parte da un idea, e, ancora prima, da un ideale. E tutto dovrà essere direzionato se ci sono interferenze, e se si dovesse prediligere un determinato risultato. Senza frenesie né ossessioni. In maniera armonica e nell’equilibrio più totale.

E nel totale rispetto. Nell’assoluto rispetto, in verità.

Si diceva in un precedente scritto, ma è patrimonio comune alla Luce di questa parte di spazio, che il Pianeta Terra si trova al momento in uno stato di “quarantena”.

Questo ha comportato, e continua a comportare, ignoranza assoluta della quasi totalità della popolazione umana, manipolazione e condizionamento continui di tutti gli esseri [indistintamente tutti, anche di quelli che pensano che mai potranno essere ingannati] che ne fanno in qualche modo parte con suggestioni, distorsioni delle verità, e tecnologie molto avanzate, esterne ed interne, tra le quali impianti specifici su particolari punti e chakra del corpo umano. Proprio questi “impianti”, oltre a disconnettere dalla Fonte/Sorgente e dalla Realtà che si È, portano a continue “ricadute” e incessanti creazioni – perché noi siamo i soli creatori della nostra realtà, mentre questa tecnologia, in modo subdolo e infido, ci porta sempre a ricreare le stesse situazioni di scarsità, inettitudine, sofferenza, separazione, e perenni e infiniti contrasti e conflitti con chiunque – di realtà che, se fossimo in “noi” probabilmente mai porremmo in essere.

Le vibrazioni della terra sono molto aumentate negli ultimi decenni. E continuano ad aumentare. È causa anche del “nuovo” spazio nel quale il pianeta si trova, oltre che dell’innesto temporale. Cosa che, per molti esseri, rappresenta l’occasione per il definitivo completamento del ciclo.

In verità, molti ricercatori di verità avrebbero dovuto completare la sequenza già  da almeno due decenni. Ma, grazie ad una “controffensiva” della non-Luce, le cose, e i relativi sviluppi, sono stati riportati molto indietro nel tempo.

Qualcuno ha di recente proposto una splendida meditazione. Una meditazione per l’Unità, e per l’evoluzione delle coscienze.

Per molti spiritualisti, non c’è mai occasione poco propizia per meditare, essendo la meditazione parte consolidata della propria vita/esistenza e della propria intrinseca natura su questo piano.

Qualcun altro invece, si trova meno d’accordo, ed è legittimo che sia così. Perché tutto è scelta. E, per la Luce, la scelta libera, la scelta sovrana, non è solo sacrosanta, è Legge Divina, indispensabile, irrinunciabile, e presupposto imprescindibile di ogni realtà.

La scelta però, presuppone la sapienza, che porta al discernimento, la conoscenza di tutte le opzioni, che porta all’oculatezza, l’onestà intima, che porta all’umiltà.

Si dice che questa meditazione sia destinata ad accelerare l’ascensione planetaria, cosa che per qualcuno è poco opportuno, visto che essa dovrebbe svolgersi in maniera “naturale” e indipendente.

In verità, finora l’ascensione planetaria non è stata per nulla “naturale”. Essa non solo è stata fortemente ostacolata dalle forze di non-Luce, ma addirittura impedita da queste ultime con tutti i mezzi possibili, immaginabili e inimmaginabili, anche di dubbia liceità.

Ed è proprio per questo che essa si trova fortemente in ritardo rispetto alla “tabella di marcia” postulata. [Alcuni parlano di almeno dieci anni, se non più]. Tra l’altro, se dipendesse dalle potenze del non-Amore, essa non avrebbe mai luogo, come è da sempre nei loro programmi, avendo creato un sistema che impedisce letteralmente alle anime di fuoruscire dal “recinto” terrestre [che include anche i “mondi ultraterreni”].

In verità, esiste una certa differenza tra “ascensione” individuale e ascensione planetaria, la quale ultima attiene al Pianeta come Essere insieme a tutti i suoi ospiti [quelli che così sceglieranno].

E chiaramente, anche le responsabilità sono diverse. Perché, oltre che creatori, noi siamo co-creatori di una realtà condivisa.

Si accennava prima ad una attenta e precisa cognizione della varie opzioni.

La non-Luce, oltre a garantirsi un’umanità divisa, debole, sofferente, malata, apparentemente impotente, e, così, facilmente controllabile, ha occultato e impedito l’accesso alla quasi totalità degli esseri, di risorse e tecnologie che a quasi tutti noi apparirebbero come minimo da fantascienza. Free Energy – energia gratuita e per tutti – strumentazioni in grado di guarire tutte le malattie conosciute – che nella gran parte dei casi loro stessi hanno creato – “replica tori” in grado di manifestare qualsiasi cosa a livello fisico, e risorse tali che appena un millesimo di esse sarebbero già sufficienti a risolvere, immediatamente e per sempre, tutti i problemi di miseria e denutrizione del mondo, oltre che tutti i danni all’ambiente e a tutti gli esseri degli altri mondi terresti.

La sola “liberazione” di tutto questo proietterebbe già la terra in un mondo che, forse, la gran parte, o la quasi totalità di umanità, non è neanche in grado di sognare, e che neanche i più arditi cultori di fantascienza sono forse mai riusciti a vagheggiare.

In qualche modo, è questo che la “meditazione dell’unità” rappresenta. La libertà di ognuno di scegliere, disponendo però di tutte le opzioni presenti.

Ma di tutte le opzioni, di tutte le possibilità, senza che qualcuno si assuma la prerogativa o il privilegio di farlo in luogo degli altri.

Inutile rilevare che la particolare congiuntura energetica creata dall’eclissi del 21 agosto, sarà utilizzata nel modo più forte e intenso possibile, anche dalla non-Luce. E l’intento di quest’ultima è quello di scongiurare l’ascensione – che per loro significherebbe la fine del regno, e di ogni forma di dominio e controllo – riportando l’umanità quanto più indietro nel tempo possibile.

Lo si evidenzia, ma, si ritiene, è perfettamente comprensibile per tutti.

Molti di noi sono venuti probabilmente da chissà dove per essere testimoni attivi di quanto accade su questo parte di spazio in questo particolare scorcio di tempo. Ma ciò è stato fatto in nome di un’idea di Libertà intrinsecamente e intimamente connaturata alla Vita e alle identità come originariamente pensate dal Creatore.

Perché è questo che è la Luce, in questa parte di Universo. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

Essere finalmente Uno. [Meditazione dell’Unità, 21.8.2017]

Siamo gli infiniti creatori di questo universo, di tutti gli universi finora conosciuti, e di qualsiasi altro universo potrà venire in essere in qualsiasi tempo/spazio/dimensione.

Qualsiasi nostra azione, qualsiasi nostra movenza, qualsiasi cosa dovessimo immaginare, in qualsiasi direzione e senso, avrà degli effetti, e quegli effetti creeranno nuove possibilità, nuovi motivi, nuove modalità esistenziali.

Noi siamo illimitatezza, e non abbiamo né inizio né fine. Ma nella sostanza, la quale è a sua volta effetto di quella causa prima base di tutto, ogni cosa subisce continue trasformazioni, che possono essere considerate in base ai tempi, alle usanze, alle varie e indefinite interpretazioni della verità, fine/inizio, o qualsiasi altra definizione espressa.

Ciascuno di noi crea la propria realtà a proprio uso e consumo, e, senza giudizio, avrà alla fine arricchito il Creatore di tutta la tangibilità sperimentata e della relativa conoscenza acquisita.

Non vi è giudizio. Non può esserci giudizio. Tutto è Uno. Non c’è separazione, non c’è bene o male, non vi è giusto o sbagliato.

Quindi, nessun giudizio. Oltretutto, chi giudicherebbe chi?

Le decisioni che prendiamo, la strada che scegliamo e percorriamo, hanno a che fare solo con noi, e niente e nessuno potrà mettersi tra noi e la realtà che sempre siamo stati e sempre saremo. E che nessuno potrà mai usurparci.

Quindi ognuno sceglie il proprio gioco. E nella dualità, la partita vede sempre vari partecipanti intesi non tanto nel senso di identità dell’Uno che tutto è, ma di entità separate in perenne contrasto tra di loro.

Tutto nell’universo è limitato. È scelta obbligata del creatore. La creazione rimane condizionata. Seppur aperta a qualsiasi sperimentazione, in qualsiasi direzione, vi sono comunque delle leggi che in qualche modo stabiliscono dei confini, delle estremità oltre i quali, in qualche modo, non è possibile spingersi.

Risonanza, libero arbitrio, “garantiscono” che non ci si possa, in questa specifica manifestazione, inoltrare al di là di determinati margini di indagine. E che, dall’altra parte, assicurano, e lasciano presagire, precisi risultati.

Il pianeta Terra è in uno stato di quarantena. È per essere chiari, un pianeta “schiavo”. Tutta l’umanità, intendendo peraltro tutto quanto la concerne, minerali, vegetali, animali, [e ovviamente umani, che, per qualche motivo, non giustificato e neanche giustificabile, si sono innalzati a vertice della catena], è schiava, prigioniera di razze e specie che non nutrono alcun interesse per lei [umanità] se non per l’uso che possono farne [proprio nutrimento].

Si tratta di esseri che, pur anch’essi – come tutto e tutti – provenienti dalla stessa Fonte/Sorgente, hanno perso completamente la connessione con quest’ultima, e sono ciò che spesso noi appelliamo come “oscurità”, seppur abbiano denominazioni e titoli ancora più minuziosi.

Il loro “dominio”, da noi in qualche modo accettato – e, per come funzionano le cose nell’Universo, non potrebbe essere altrimenti – è alla fine ormai, in questa fase del tempo su questo spazio. Perché, come si è detto, nulla dura per sempre, e, ancora di più, ciò che pressa per il superamento dei principi, o per il raggiramento delle anime, facendosi beffa delle leggi del creatore.

Si rilevava prima “da noi in qualche modo accettato”. Ci sono tanti modi per “accettare” qualcosa, ad esempio un accordo, un contratto, uno stato, una situazione, un insieme di fasi e circostanze.

Possiamo prendervi parte ed essere soggetti attivi, o possiamo lasciare fare, ed essere in qualche modo passivi.

È come in politica o nell’amministrazione della cosa pubblica. Alcuni cercano di partecipare attivamente, cercando di fare del proprio meglio, altri cercano solo di ricavarci qualcosa, magari a danno dei propri simili che hanno accordato loro fiducia, mentre tantissimi lasciano fare, per un motivo o un altro, completamente disinteressati [e sono i preferiti di quelli tendenzialmente poco onesti].

Se si aggiunge che la vera amministrazione dei ” patrimoni ” pubblici concerne chi non compare neanche lontanamente nella lista che abbiamo prima elencato, abbiamo il quadro di ciò che con il nostro disinteresse, e con la nostra poca onestà, abbiamo provocato.

Se non prendiamo finalmente posizione, dicendo “no” o “basta” a ciò che non va più bene per una energia che ha a cuore l’interesse di tutti, che non può non essere contraddistinta dal rispetto e dall’onore di tutti, e per tutti, e che serve solo l’Uno che tutti siamo, se non [co-]creiamo immediatamente un mondo migliore, sublime, e il più grandioso che si possa immaginare, fondato sul benessere e l’abbondanza per tutti – tutti gli esseri indistintamente, di qualsiasi ordine, grado, appartenenza, specie e razza – allora meritiamo ciò che finora abbiamo accettato, l’essere cioè servi e schiavi, a dispregio della regalità della nostra origine, e della nostra indubbia e infinita sovranità.

Perché è anche così che finora abbiamo permesso che altri decidessero di questo bellissimo pianeta, e della sua distruzione, e del disfacimento della razza umana e dell’infinito dolore che ad essa è stato nei millenni procurato.

Chi sa che qualsiasi male, qualsiasi sofferenza, qualsiasi dolore a chiunque è impartito all’Uno, e quindi a tutti quanti che l’Uno sono,  non può permettere, quando finalmente riesce ad apprendere la vera verità sul reale svolgimento delle cose – che la decisione sulla propria sussistenza e su quella di tutti gli altri, competa ancora a chi non ha neanche lontanamente a cuore il bene di questa stessa esistenza. E se può agire, se è nella possibilità di dare una propria contribuzione alla fine risolutiva di questa sofferenza smisurata, qualsiasi cosa possa fare – anche una piccola meditazione, o un mantra, o un pensiero – del resto, a chi può fare del male meditare per qualche minuto, o recitare un qualche mantra, o cantare un qualche bhajan?, certamente non a chi lo fa, e neanche a chi è nel proprio cuore e vicinanze, sempre che l’intento sia puro e lo scopo nobile – cosa gli dovrebbe impedire di farlo [se non la programmazione e il condizionamento di quella parte di mondo fatta di non-luce e di non-amore che vuole solo che nulla cambi]?

E se si è uniti in questo, e la razza umana lo dovrebbe sempre essere, perché è Una nell’Uno, il risultato è assicurato, e l’effetto non potrà non essere che clamoroso e stupefacente.

Chi ha, da diversi millenni a questa parte, soggiogato e signoreggiato il pianeta e l’umanità, lo sa bene, visto che in pochi uniti hanno raggiunto risultati portentosi, seppur in contrasto con il cuore del creatore che vuole innanzitutto il rispetto di tutti gli esseri.

Adesso, è il momento che decidiamo di muoverci anche noi nella direzione dell’Unità. Ovviamente nel bene, nell’Unione e nell’Uno che tutto È, e che tutti noi siamo. Perché noi Siamo la Luce!. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

Solo l’Uno è reale.

Anche se potremmo azzardare di essere agli ultimi fotogrammi di questo raccapricciante dramma filmico, la battaglia tra Luce e non-Luce, tra Amore e non-Amore, risulta purtroppo ancora in corso.

Potrebbero anche essere istanti tragici, visto che chi tende a vivere nella non-Luce, mostrando, a dispetto di qualsiasi conoscenza e capacità, una spaventosa cecità di ciò che è questo Universo, oltre che delle sue regole e meccanismi, potrebbe addirittura decidere di giocarsi il tutto per tutto.

Da millenni questo piano, e questo pianeta, è teatro di questo conflitto che si chiarisce alla fine, nel diverso modo di intendere se stessi e gli altri, le libertà degli uni e degli altri, il diverso modo di recepire il concetto di libero arbitrio – che per alcuni vale solo per se stessi, e non per gli altri – e nell’ignoranza di alcuni circa le modalità di funzionamento nell’esatto infinito delle cose.

La tristezza maggiore di tutto questo è il constatare come gli esseri trattano gli altri della loro stessa razza.

Tutti gli esseri ovviamente, meritano più che rispetto. Il mondo è di tutti, e nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di dominare, vessare, o controllare, chiunque altro, a qualsiasi specie, razza, genere, dovesse appartenere. Ma tiranneggiare altri della stessa razza, e defraudarli di risorse ed energie, in un universo che – basterebbe solo avere un minimo di consapevolezza – è soprattutto abbondanza, e tutti ne siamo potenziali artefici e destinatari, è sicuramente cosa poco comprensibile.

La piramide di chi ha scelto la non-Luce e il non-Amore, ha la caratteristica di essere molto protesa verso l’alto. E la quasi totalità della base, non ha neanche la minima comprensione delle potenze a beneficio  delle quali presta servizio, di quanto poco sia remunerata per questo – ciò che potrebbe essere equiparato nella sostanza all’osso buttato al proprio cane [con tutto il rispetto nei confronti di una splendida famiglia che è già, forse, interamente nella dimensione verso la quale la maggior parte di umanità avrà probabilmente difficoltà a transitare] – oltre che del prezzo che un giorno verrà loro chiesto di pagare.

In verità, molti non sono nemmeno coscienti di essere al servizio della non-Luce. È un po’ ciò che accade nel film “Matrix”, dove viene detto che “chi non è con noi [i risvegliati], è un potenziale agente”.

I livelli di condizionamento e manipolazione – spesso camuffati in dogmi, assiomi, e convinzioni apparentemente sublimi – sono infatti talmente elevati, in uno stato di pseudo sonnambulismo della popolazione asservita, che chiunque può essere velocemente trasformato in feroce inquisitore, soprattutto quando i presunti capisaldi della vita in comune sembrano rivelarsi in grave pericolo.

E nella gran parte dei casi, a farne le spese sono coloro i cui occhi iniziano ad aprirsi, mentre la verità sottostante comincia ad emergere, e che tendono in maniera naturale a manifestare il desiderio di abbracciare il cambiamento, e che, nell’ingenua estasi che da ciò scaturisce, non riescono a non esortare gli altri a fare lo stesso.

Spesso assistiamo a grossolani scontri nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle comunità. Forse faticheremmo a credere quanti di questi conflitti siano “voluti” dalla non-Luce, e siano nella loro reale essenza violenti battaglie tra Luce e oscurità.

Basterebbe guardare agli esseri coinvolti, e, al di là dell’opinione che potrà essere espressa nei confronti dell’uno o dell’altro, scavando a fondo, vedremmo che una parte è proprio quella che ha scelto il cambiamento, un nuovo modo di vivere, e la libertà per tutti gli esseri.

L’obiettivo, raramente noto a chi è modesto servo di chi ama il potere sugli altri, è quello di abbassare la vibrazione dell’essere, operatore, guerriero di Luce, al fine di riportarla a soglie accettabili per un sistema che predilige la schiavitù piuttosto che l’emancipazione, l’asservimento piuttosto che la sovranità [degli esseri].

Del resto, non necessita molto per una struttura totalmente controllata. Una piccola fenditura nel campo del servo, generata, ad esempio, da gelosia o invidia, avidità o sadismo, malignità o acredine, che immediatamente la programmazione produce i suoi risultati, mentre la quasi totalità non saprà nemmeno scorgere le vere motivazioni alla base di quelle apparentemente banali interazioni tra parenti, presunti amici, e presunti colleghi.

E, spesso, neanche gli operatori di Luce – per i lacchè dell’oscurità il problema ovviamente neanche si pone – riescono a riconoscerne il senso.

Come è stato sempre detto, questa vita, tutti questi drammi, e farse e recite di ogni genere, sono solo illusione. La “maya” a cui accennano i maestri, e di cui parla la tradizione.

Ma la “sofferenza”, come veniva detto nel Mahabharata [da Yudhisthira Dharmaraja], è “vera”. Perché c’è l’identificazione con lo strumento che utilizziamo per la sperimentazione. E fino a quando vi sarà quest’ultima. O meglio, forse, perché siamo disconnessi – magari grazie alla tecnologia e a quella programmazione “oscura” alle quali abbiamo spesso alluso – e fino a quando opererà questa disconnessione.

Ma al di là di tutto questo, è la soluzione che conta. E la soluzione è che, semplicemente, siamo Uno. E nessuno è più grande, nessuno è più piccolo. Perché solo l’Uno esiste, al di là di qualunque cosa possiamo presumere reale in un qualsiasi attimo delle nostre esistenze.

Solo l’Uno e nient’altro! Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita]. Marius L.

L’emozione della Memoria.

Noi siamo esseri infiniti, arriviamo da tutte le parti dell’Universo, conosciuto e non, e uno degli scopi che ci siamo assunti fin da quando abbiamo accettato di sobbarcarci in questo viaggio terrestre è quello di ricordare chi siamo, oltre che da dove veniamo.

Una delle caratteristiche del vettore fisico per la sperimentazione di questa densità, è la “disconnessione” dalla nostra vera natura, e l’oblio più o meno assoluto di chi/cosa siamo, da dove veniamo, e cosa siamo venuti a fare.

Così volendo, grazie alle categorie e convinzioni, trasmesse dalla famiglia, dalla scuola, e dai vari canali di insegnamento/informazione, e più o meno dominanti nell’ambito della consapevolezza sociale, chiunque potrebbe sollecitarci in qualsivoglia direzione, senza rilevanti resistenze da parte nostra.

Anche questo convincimento, il ritenere che chiunque possa fare di noi qualunque cosa gli passi per la testa, quando conosciuta la nostra ignoranza di base e la gran parte delle nostre debolezze, fa parte della programmazione di base.

Per eredità familiare, sociale, di razza “oppressa”, è una delle prime cose che ritroviamo nel nostro cervello, e nella quasi totalità dei nostri corpi inferiori.

Tuttavia, la nostra origine è ben più regale. Quindi qualsiasi inganno, qualsiasi illusione, non può fondarsi su basamenti eterni, e neanche troppo duraturi.

Noi siamo la stessa sostanza del Creatore, e sua diretta emanazione. E il nostro mandato è quello di arricchire la creazione con la nostra sperimentazione e costante ideazione.

E, si può stare certi, malgrado questa tuta terrestre, e l’enormità di astrazioni e idee, e credenze e certezze più o meno trasfuse, ad un certo punto la memoria riaffiora.

Ci supporteranno al riguardo situazioni, oggetti, esseri, oltre agli appunti e ai dispacci provenienti dalla più intima parte del nostro essere.

La memoria è molto variegata e complessa. È composta da immagini, emozioni, ispirazioni, rivelazioni, illuminazioni. E dal “sapere”, che ne rappresenta la parte essenziale.

Il “sapere” è una cosa estremamente interessante. È ciò che, per certi versi, ha costituito il più significativo spartiacque tra le varie classi di creature. In pratica, tra chi “sa”, e chi non riesce, o, meglio, non ha ancora deciso, in tal senso.

In verità tutti sanno. Tutti sanno di “essere”, innanzitutto. L’Io Sono, che è, per certi versi, il Dio di questo Universo, è presente in tutti in eguale misura. Ed è il primo barlume di qualunque realtà ci possa riguardare. Quello che viene cioè, appena dopo ciò che è sempre “Prima” di qualsiasi coscienza, o qualsiasi cosa possa considerarsi esistente.

Tutti siamo e sappiamo di essere. Nessuno potrebbe affermare in perfetta coerenza il contrario.

E il “sapere” è ciò che ci rende tranquilli nella nostra verità. In un certo senso è come quando siamo seduti. Lo sappiamo, seppur anche questo lo abbiamo in qualche modo ereditato.

E avere cognizione di essere qualcosa o molto di più di semplici “umani”, pur tributando alla forma umana la magnificenza che le è dovuta nei tanti universi nei quali gioca la parte da protagonista, è anch’esso qualcosa che, se vogliamo, non facciamo grossa fatica a “sapere”.

Quando siamo certi che “non può non essere così”, e che “non può essere tutto qui”, o “lì”, quando ci sentiamo re, pur apparendo servi o giullari, quando pulsiamo di infinito, pur constatando l’apparente “fine” di tutte le cose, quello è “sapere”.

I corpi che abbiamo assunto per scandagliare queste coordinate spazio-temporali, non riescono a contenere tutto, pur potendo conoscere tutto. Perché qualcosa potrebbe non reggere, e bruciarsi. Pertanto, il ricordo, la memoria, assume, nella sua incommensurabile gentilezza, molteplici fattezze.

Tra le quali, il “sapere”, al quale abbiamo accennato prima. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

 

Scegliere la Vita

Quando abbiamo deciso di prendere un corpo su questo piano, in questo preciso scorcio temporale, al di là della molteplicità di motivazioni che ci hanno spinto in tal senso, la più forte delle quali era l’eccitazione di partecipare ad una fase in qualche modo unica della storia di questo pianeta e del cosmo in generale – abbiamo, insieme alle anime che ci avrebbero accompagnato nel viaggio che da lì a poco avremmo intrapreso, preso visione di tutte le condizioni di vita che avremmo attraversato, e di tutti gli esseri con i quali avremmo avuto delle importanti interazioni.

Probabilmente le reazioni di ognuno saranno state diverse, e le più disparate. In ogni caso, con qualche probabilità, più di uno di noi ha avvertito un riflesso del tipo: “no, con questi non voglio assolutamente avere a che fare!”.

E, forse, queste suggestioni sono state talmente intense che quando li abbiamo alla fine incrociati, malgrado l’oblio determinato dalla struttura fisica, e da tutta la variegata tecnologia messa in atto, su questo piano, da chi ha scelto la non-Luce e il non-Amore, optando per il potere sugli altri, li abbiamo “istintivamente” riconosciuti.

Certo, molto giocano, su questa dimensione, le esperienze pregresse, e le emozioni che, per eredità familiare, di gruppo, e della collettività sociale, oltre, come si diceva alla strumentazione di cui prima – ci siamo ritrovati in qualche modo, o senso, nostro malgrado, a “collaudare”.

Così molte combinazioni sono state altresì influenzate da queste ultime.

Tuttavia, questo non ha “limitato” l’identificazione, nel bene e nel male, di quegli elementi che avevamo intravisto al momento di quella scelta alla quale si accennava all’inizio.

È spesso il motivo per quale guardiamo con molto sospetto alcuni esseri – che sono poi emozioni, schemi, energie in atto – malgrado i loro equivoci e ambivalenti atteggiamenti e comportamenti. Perché sappiamo con quasi obiettiva certezza di quali tipo di forze si tratta, e a quali parti di potere hanno ceduto la loro volontà e sovranità.

Per chi ha scelto la Luce, l’Unione, il rispetto di tutti gli esseri, l’Onore potremmo dire, riferendoci a questo piano dimensionale, la scelta non si rivela alla fine solo obbligata, o l’unica ragione di vita, nel significato come spesso viene inteso su questa densità. Per chi ha scelto la Luce è qualcosa in più. Non esiste più nient’altro, e non si riuscirebbe ad immaginare qualsiasi altra opzione.

Per questo sarebbe inutile parlarne, esprimersi sull’argomento, ragionare su eventuali pro o contro. Perché non esistono argomenti di dibattito, non esistono alternative. La Luce è solo ciò che È, e basta!

Certo, come si è detto tante volte, questa consistenza, così come strutturata, così come gestita e diventata nei millenni, è qualcosa che affligge, soffoca, e sopprime ogni forma di vitalità. Soprattutto per chi ha già sperimentato altre modalità di esistenza, per chi conosce la libertà, la sovranità. Per chi sa, o ha comunque un’idea, su chi è e sul suo ruolo nel Multiverso.

Tuttavia essa può essere cambiata. E magari il momento è quello.

Tutto cambia del resto. Niente è mai come l’istante prima, e la trasformazione è l’unica costante nel cosmo, lo si è detto tante volte.

Il Pianeta viaggia nell’intero Spazio, e la sostanza sulla quale appena appena si adagia, non è mai identica a se stessa. Così, ad ogni lampo, le condizioni, i presupposti, risultano già differenti. E tutto ne viene in qualche modo soggetto e ispirato.

E le varietà di vita, le produzioni, gli assortimenti, le alternative, si rinnovano e riformano. E tutto, in appena un battito di ciglia, è già dissimile.

La Vita è la più splendida delle prime creazioni. Già da quel primo accenno di consapevolezza si è compreso che era un favoloso sistema di sperimentazione.

È tutto ciò che è, in effetti, anche se le possibilità sono talmente infinite e inimmaginabili, che potrebbero essere ipotizzati contesti di ogni genere e qualità.

Ma ciò che è vita deve essere celebrato. E onorato. Secondo già come lo conosciamo, o abbiamo imparato a fare, su questo piano.

E la celebrazione della vita, di ogni vita, e della Vita che tutto È, deve, sempre e comunque, essere la prima scelta di tutti.

Ed è su questo soprattutto che non vi è, e non vi può essere, opzione. Perché non vi può essere altro, seppur nel rispetto della piena libertà di ognuno. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

La frequenza di un Gruppo di Luce.

La nostra è una libertà senza confini. È così che è, ed è questo che tutti dovremmo reclamare.

Niente e nessuno può restringere la nostra sovranità. E qualsiasi limitazione, condizionamento, manipolazione, della nostra libertà, può essere raggiunto solo con il nostro consenso. Un consenso “estorto”, a volte. Sottinteso, in altre circostanze. A volte più esplicito, seppur magari, facendoci credere essere in quella particolare circostanza la cosa più giusta, e migliore per noi, o per altri che ci stanno a Cuore.

Noi siamo esseri sovrani per diritto di essenza. Noi siamo così perché siamo diretta espressione – e qualsiasi altra cosa lo è allo stesso modo – del Creatore, o di Ciò, qualsiasi cosa sia, che ne sta alla base, esistendone, ammesso che si possa in tal modo definire, a prescindere.

Ciascuno sceglie, nella pienezza della sua autodeterminazione, la vibrazione che vuole sperimentare. La crea per certi versi, entrandoci dentro con parti di se stesso.

Così, un mondo è fatto da esseri sovrani che scelgono, e insieme creano, una gamma di esperienze connesse ad un particolare livello vibratorio/dimensionale.

La frequenza dominante di quel particolare mondo sarà definita da coloro che esprimeranno la tonalità più bassa. Pertanto, se quel mondo vorrà passare ad una gradazione “superiore”, ammesso che di questo si tratti, tutti dovranno agire in tal senso, oppure scegliere qualcos’altro.

In ogni caso, l’eventuale nuovo mondo, o, meglio, la sua frequenza, sarà determinata da chi si trova sullo scalino più basso di quella particolare scala energetica.

Di conseguenza, se la Terra, come sta accadendo – sceglie di passare ad un livello più “elevato”, tutti dovranno farlo, o optare per un piano diverso, più adatto alle proprie “corde dimensionali”.

La stessa cosa avviene in un gruppo di Luce. La sua “frequenza”, il suo livello di “vibrazione”, è determinato dai componenti che esprimono la carica energetica più bassa.

Quindi, basta un solo essere che si esprima ad un valore più “sommesso” della gradazione, che tutto il gruppo non solo ne risenta, ma è lì che in qualche modo, nel senso più generale del termine, verrà trasportato.

Questo lo sa bene anche chi vuole tenere in giù la vibrazione complessiva dell’umanità. Da qui il condizionamento e la programmazione, oltre che la manipolazione incessante, ripetuta, persistente.

E se un popolo, una razza, dovesse alzare la propria frequenza, basterà introdurre esseri che si esprimano a livelli più contenuti, che il risultato sarà subito ribaltato, o, comunque, fortemente ostacolato.

Per questo nei gruppi di Luce avvengono continue “infiltrazioni” di esseri a frequenza più modesta.

Noi siamo abituati ad accogliere, a manifestare “misericordia”, ad essere aperti e accessibili per chiunque.

Questo non è sbagliato in se stesso, e comunque va in qualche modo bene per noi. Sempre se dimostriamo di conoscere l’intera verità su come le cose effettivamente funzionino.

È come tenere la cassaforte di casa sempre aperta, dando la possibilità a chiunque di poter prendere ciò che il suo ego desidera. In una situazione in cui si convive con gente magari poco onesta, quanto tempo passerà perché la cassaforte irrimediabilmente si svuoti, lasciandoci probabilmente anche nell’impossibilità di provvedere al necessario per sopravvivere?

La stessa cosa avviene a livello energetico. Se siamo aperti e disponibili con chiunque, quanto tempo durerà la nostra capacità energia? Saremo in grado di ricostituirla, e in quanto tempo, se depredati e saccheggiati?

Un gruppo di Luce, per definizione, deve essere aperto a tutti. Ma questa apertura è necessariamente “condizionata” dal sincero desiderio altrui, da autentiche onestà ed integrità altrui.

Il desiderio della Verità, della Luce, della Libertà. Il desiderio di conoscere chi si è, e di vivere in coerenza con questo tipo di realizzazioni.

Molti gruppi di Luce sono falliti, e falliscono, proprio per questa inesperta e sprovveduta breccia, illimitata e senza riserve, nei confronti di chicchessia. Anche, quindi, di chi non possiede le opportune credenziali.

E, anche, degli “infiltrati”.

Infiltrato è chi non accetta. Chi ha solo dubbi e nessuna stima. Chi vuole solo “smascherare”, che è un altro modo per qualificare gelosia, invidia e frustrazione. Chi afferma di non poter mai essere ingannato, e non riesce ad accorgersi di quale “padrone” stia realmente “servendo”.

In un gruppo di Luce un infiltrato può essere subito riconosciuto per come partecipa, per gli altri “amici” che frequenta, per gli “alleati” dai quali si fa accompagnare.

Il suo obiettivo, seppur egli stesso possa anche esserne poco,  ma è certamente chiaro in chi lo ha mandato/manipolato/condizionato – è quello di far affondare, fallire, il gruppo. Perché non lo sopporta. In verità lo odia, visto che alla fine rappresenta il fallimento del suo percorso di vita, non riuscendo a “provare”, a sentire, ciò che gli altri del gruppo avvertono e sperimentano, e, perciò, a scorgerne il valore.

E chi ne consente l’ingresso, pur nel suo candore, nel suo ingenuo presupposto di dover abbracciare tutto il mondo, è, suo malgrado, complice di quel naufragio.

Tutti sono Dio. Tutti sono divini. Tutto è la stessa Essenza. Tutto origina dalla stessa Fonte.

Ma è proprio questo che dovrebbe portare ciascuno di noi a rispettare le scelte di ogni altro. Se qualcuno chiede qualcosa che noi possediamo, perché ne abbiamo immagazzinato l’esperienza, possiamo condividerla, e non c’è niente di male in questo. Ma se qualcuno va oltre, o contro, il nostro tragitto, perché non lasciarlo andare?, perché volerlo a tutti i costi coinvolgere?

Tutti sono, e devono essere, liberi.

Forse qualcuno dirà, anche liberi di farci del “male”, o danneggiarci”!

Si, perché no! Ma noi siamo allo stesso modo liberi di non permetterlo. Anzi di neanche lontanamente permetterlo.

Un gruppo di Luce è composto anche da due sole persone, già solo due esseri, che seguono però la stessa strada con il comune intento di supportarsi, sorreggersi, aiutarsi lungo il percorso. E, perché no, farsi “compagnia” anche.

Ma si tratta di esseri affini, almeno in quello che si propongono di conseguire.

Esso è, e deve essere aperto, a chiunque esprima questo stesso intendimento, e metta le sue energie a disposizione dello stesso progetto.

Anzi, deve essere pronto ad accogliere immediatamente chi si dimostra di tale fatta.

Ma deve allo stesso modo essere pronto a respingere chi ha altre volontà. E tutti i membri devono fare fronte unico in tale direzione.

Perché, agendo altrimenti, non si farebbe bene ad alcuno.

Sicuramente non al gruppo, ma neanche a coloro che al momento sembrano persi per altri itinerari. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

I “pugnali” d’Assisi

Niente accade per caso, e anche il riaffiorare di un qualche ricordo segue a volte lo stesso schema.

Quando – parlo di io/noi come gruppo – cominciammo la seconda parte del nostro ciclo di trasformazione, quando, per intenderci, ci scoprimmo fortemente legati e interconnessi con Francesco degli Universi [conosciuto come d’Assisi], e il suo gruppo – una delle prime cose che ci furono dette, era che “avremmo subìto, soprattutto chi era chiamato a gestire in maniera più diretta il gruppo, molti attacchi”. E, fin qui, nulla di nuovo. Era cosa abbastanza usuale, e faceva parte, per così dire, della normale routine di un gruppo di Luce.

La cosa più singolare fu però, che, per questi attacchi, sarebbero stati utilizzati anche i “pugnali di Assisi”.

I “pugnali di Assisi” non sono altro che gli stessi compagni, gli amici, del percorso di Luce, che aveva caratterizzato quel particolare periodo del nostro cammino sulla terra.

In verità, si trattava di cosa che abbiamo avuto modo di sperimentare sulla nostra “pelle”, secondo l’espressione che viene spesso usata su questo piano, moltissime volte.

La gente non se ne rende conto, gli operatori di Luce non se ne rendono conto, noi stessi non ce ne rendiamo conto – e se accade, capita abbastanza raramente, e, comunque, dopo che il danno è stato fatto – ma la realtà che viviamo è fortemente programmata, condizionata, manipolata.

È stato detto talmente tante volte che si rischia anche di essere scontati. Tuttavia, è forse l’unica cosa alla quale sul serio, e, lo si ripete, sul serio, occorre prestare la più attenta delle nostre attenzioni.

La permanenza, e tutte le nostre attività sulla terra, richiedono molta vigilanza. Questa “vigilanza” ha un senso, perché raramente possiamo permetterci di cedere il passo, e la nostra concentrazione. Perché possiamo perderci. Perché possiamo perdere molto. Perché, ancora più importante, possiamo essere utilizzati come dei “pugnali di Assisi” [ciascuno secondo le proprie identità o affinità d’origine].

Tutti siamo diversi, e ognuno ha le proprie opinioni, credenze, schemi di riferimento. Perfino idee e ideali.

Non è questa diversità a doverci preoccupare, visto che l’Universo è proprio così, multiforme, differenziato, diversificato. Abbiamo recitato/vissuto probabilmente tutte le varietà del mondo, direttamente o indirettamente. Siamo stati una cosa o un’altra, senza alcun tipo di remora, e identificandoci totalmente nella parte interpretata. Se non accettiamo qualcosa è perché, forse, non l’abbiamo interiorizzata abbastanza, o perché le ferite ci fanno ancora male. O qualcos’altro, magari. Ma non importa.

Questo tuttavia, dovrebbe farci pensare che nulla dovrebbe esserci estraneo, e nessuna cosa è nell’Universo “anormale”, e non meritevole di accettazione.

Possiamo preferire una cosa o un’altra, ed è abbastanza “normale”. Possiamo non volere avere a che fare con una cosa o un’altra, o un particolare tipo di energia, e questo continua ad essere “normale”. Ma, si ripete, questo non dovrà mai significare che quella realtà sia meno divina, provenendo allo stesso identico modo dalla Fonte/Sorgente dalla quale hanno avuto origine tutte le cose.

Le preferenze sono pertanto gradite, ma il conflitto non è quasi mai necessario. E non lo è sicuramente a livello di principio.

Se poi, una parte di Dio – magari quella che non accetta la Luce, o l’Unione – vuole imporre la lotta, allora dovrà reperirsi un modo per risolvere il tutto con il minor dispendio di energie, e di vita, possibile. Ma questa è un’altra storia.

Chi però, ha – o dovrebbe avere – a Cuore il Pianeta, e la razza umana, e tutti gli esseri senzienti o meno, di tutti gli Universi, dovrebbe avere un altro atteggiamento nel Cuore, che dovrebbe portarlo verso tutt’altre direzioni, e movenze e azioni.

I “pugnali di Assisi” sono dappertutto. Pensano di sapere tutto, di avere le idee chiare. Pensano di seguire i puri sentieri della Luce e delle illuminazioni.

Ma nessun sentiero della Luce è esente dall’Onore. Nessun cammino verso l’illuminazione non ha a Cuore il benessere di tutti.

Possiamo essere diversi, ma non nell’Unione.

Quando tutti sono Uno, tutti sono di Assisi. E nessun pugnale sarà mai rivolto ad un proprio compagno. Anche se dovesse prendere un’altra strada.

Perché non c’è altra strada, e non c’è “altro”, quando tutto è Uno. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

1 3 4 5