Non C’è La Prova Che Serva A Tutti

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Vaccini, Esperti Divisi Sulla Terza Dose “Non C’è La Prova Che Serva A Tutti”

8 minuti di lettura

Vaccini, esperti divisi sulla terza dose
“Non c’è la prova che serva a tutti”
“È sicuramente utile per fragili e over ottanta” Promossa la linea italiana Brusaferro: “Ora i medici a rischio, poi gli altri”

“Follow the science”: segui la scienza. È il principio più spesso citato per battere il Covid. A volte però è più facile a dirsi che a farsi. Prendiamo la terza dose del vaccino. Su un aspetto la scienza ha le idee chiare: fragili e anziani ne hanno bisogno. L’Italia così ha deciso di offrire l’ulteriore richiamo prima ai pazienti con varie malattie, poi a ultra 80enni, ospiti di Rsa e operatori sanitari. Fra questi ultimi, la priorità andrà ai più fragili, ma la terza dose sarà poi estesa a tutti, come ha precisato ieri Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, rispondendo ai timori del presidente dell’ordine dei medici, Fnomceo. «I sanitari a rischio — aveva lamentato Filippo Anelli — sono tutti quanti». Ma perché i fragili e gli anziani hanno bisogno della terza dose? «Il vaccino non è un farmaco, è uno stimolo», spiega Guido Forni, immunologo dell’Accademia dei Lincei. «Immaginiamo che sia una ginnastica, al termine della quale ci aspetta una corsa. Una persona anziana faticherà più di una giovane ad arrivare al traguardo». Andrea Cossarizza, immunologo dell’università di Modena, trova «sensata» la scelta italiana di partire con i fragili: «Chi ha risposto poco alle prime due dosi ha bisogno di una dose aggiuntiva. Non vedo invece la necessità di vaccinare gli operatori sanitari, se sono sani e
“È come la ginnastica in vista della corsa Ecco perché serve di più agli anziani”
hanno risposto bene al primo ciclo». E per gli altri individui? Israele somministra la terza dose a tutti, sopra ai 12 anni. Gli Stati Uniti hanno fissato un criterio anagrafico — sopra ai 65 anni — per poi allargarlo a elastico, includendo categorie più esposte al contagio: dai poliziotti agli insegnanti, dai postini agli agricoltori fino ai lavoratori dei trasporti e i cassieri del supermercato. Entrambi i Paesi prevedono che per gli
ulteriori richiami venga usato solo Pfizer. È una scelta temporanea: negli Usa è attesa l’autorizzazione anche per Moderna. «Ma nel caso di Israele, che condivide i suoi dati con Pfizer, non dico che siamo in conflitto di interessi, ma un po’ ci avviciniamo», dice Cossarizza. L’abbandono di AstraZeneca e JohnsoneJohnson ci preclude poi in parte la strada della vaccinazione eterologa (l’uso di vaccini di tipo diverso) che aveva dimostrato ottima efficacia. La scienza, poi, parla di un’efficacia in calo (da 90 a 70% circa) per la protezione dal contagio, ma di una protezione sempre alta nei confronti della malattia grave. Una piccola breccia — la riportano i dati di Israele — sembra comparire nei ricoveri dei vaccinati con più di 65 anni. L’Ema,Agenzia europea per i medicinali, ha deciso di aspettare ottobre per dare raccomandazioni per avere un quadro più chiaro. «Quel che ancora non sappiamo — spiega Cossarizza è quale sia il numero minimo di anti
“Se gli operatori sanitari stanno bene non e necessaria Il pasticcio degli Usa
corpi che ci protegge. Né conosciamo la durata della memoria immunitaria». Ci sono poi i dubbi sulla terza dose, che Forni sintetizza così: «Che una nuova somministrazione riporti in alto i valori degli anticorpi è fuori di dubbio. Ma per quanto tempo? Riesce anche ad allungare la memoria immunitaria o andrà poi rinnovata con sempre nuovi richiami?» Gli Usa non aiutano a fare chiarezza. A metà agosto il presidente Joe Biden ha annunciato la terza dose per tutti. Una settimana dopo si sono dimessi il direttore della ricerca sui vaccini dell’Fda (la Food and Drug Administration) e il suo vice, che il 13 settembre hanno firmato con altri colleghi uno studio su Lancet in cui si nega la necessità della terza dose per tutti: «I vaccini continuano a essere efficaci contro la forma severa della malattia, anche con la variante Delta». La parola è passata poi al comitato consultivo dell’Fda, che il 17 settembre ha consigliato la terza dose solo sopra ai 65 anni. Per ricomporre il puzzle sono intervenuti venerdì i Centers for Disease Control (Cdc). Per non smentire troppo Biden hanno previsto l’ulteriore richiamo agli ultra 65enni ma anche ai più giovani, se hanno malattie o appunto vivono in contesti a rischio. Tra una sterzata e l’altra, dicono sempre i Cdc, un milione di americani ha chiesto e ottenuto la terza dose senza avere i requisiti.

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Così negli altri Paesi Dalle iniezioni a pioggia promesse da Washington agli over 50 di Londra
Israele
II 30 luglio Israele ha iniziato le terze dosi per chi ha più di 60 anni. Poi l’ulteriore richiamo è stato esteso a tutti i cittadini dai 12 anni in su
d A Napoli Un vaccinato mostra il numero della dose che sta ricevendo (ieri alla Mostra d’Oltremare, l’hub di Napoli)
Stati Uniti
Il presidente Biden ha promesso terze dosi a pioggia. Le autorità sanitarie hanno poi frenato: oltre ai 65 anni e chi vive e lavora in contesti a rischio
Gran Bretagna
La Gran Bretagna prevede terze dosi per i cittadini sopra ai 50 anni. Dopo aver usato AstraZeneca, farà i richiami con Pfizer o con mezza dose di Moderna

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Poliziotta No Pass, Lamorgese: Grave Ma Salvini: Ha Espresso Un’opinione

LE PROTESTE Poliziotta no pass, Lamorgese: grave Ma Salvini: ha espresso un’opinione
Via all’azione disciplinare, potrebbe essere sospesa Lei insiste: vado avanti. I sindacati: deve dimettersi
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Seguo di persona la vicenda affinché vengano accertate le responsabilità sotto ogni profilo giuridicamente rilevante a carico di Schilirò
Luciana Lamorgese
Ministra dell’Interno
ROMA In poche ore il suo profilo Facebook è inondato di messaggi. Molti di sostegno, qualcuno critico. Ben i.5oo comunque. In serata il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese taglia corto: «Riguardo alle gravissime dichiarazioni del vicequestore Schilirò, sto seguendo la vicenda personalmente con il capo della polizia Lamberto Giannini, affinché vengano accertate, con assoluta celerità, le responsabilità sotto ogni pronto giuridicamente rilevante in carico all’interessata». Sempre ai social Nunzia Alessandra Schilirò, affida la replica al Dipartimento di Ps che ha avviato nei suoi confronti un procedimento disciplinare per l’intervento sabato pomeriggio in piazza San Giovanni contro il green pass. «È bello apprendere dai giornali, anziché dalla propria amministrazione, di essere già sotto procedimento disciplinare. Sono molto serena — scrive l’ex capo della sezione anti violenze della Squadra mobile romana —. Mi è capitata l’occasione di esercitare i miei diritti previsti dalla Costituzione e l’ho fatto. II mestiere che svolgo è pubblico. Sono stata in moltissime trasmissioni W rappresentando l’amministrazione». Che, «se non gradisce la mia fedeltà alla Costituzione e al popolo italiano, mi dispiace, andrò avanti lo stesso. Ho scelto il mio mestiere perché credevo che non ci fosse niente di più nobile del garantire la sicurezza di ogni cittadino, in modo che chiunque fosse libero di esprimere il proprio vero sé. Se questo mi viene negato, il mio mestiere non ha più senso. Andrò avanti sempre, con o senza divisa, per amore del mio Paese», conclude la poliziotta. A sostegno interviene Matteo Salvini: «A me piacerebbe che il ministro dell’Interno fosse altrettanto solerte con gli sbarchi di migliaia di clandestini o che fosse stata altrettanto solerte a ferragosto quando c’è stato un rave party di sei giorni a base di droga, alcool, stupri. Troppo facile prendersela con una donna delle forze dell’ordine. Non era in divisa e ha espresso una sua posizione». Nei prossimi giorni verrà completata l’istruttoria da parte del Dipartimento, anche se Schilirò potrebbe non essere sospesa e potrà replicare alle contestazioni. Nel frattempo alcuni sindacati della polizia sono perplessi. «Per coerenza dovrebbe smettere di servire con l’uniforme di uno Stato nel quale sembra non credere», attacca il portavoce dell’Associazione nazionale funzionari di polizia Girolamo Lacquaniti, che sottolinea come abbia «arringato quella stessa folla da cui si è staccato un gruppo di facinorosi che ha usato le sue parole mentre attaccava poliziotti e carabinieri in servizio». Non tutte
sulla stessa linea anche le reazioni politiche: la forzista Licia Ronzulli (FI) chiede «l’intervento del ministro Lamorgese per sospenderla dall’incarico che ricopre e che chiaramente non è in grado di onorare» ed Enrico Borghi, (Pd) considera il comportamento della poliziotta «uno schiaffo alle forze dell’ordine». Ma l’europarlamentare ex Lega, Francesca Donato, esprime «totale solidarietà a Schilirò. L’azione disciplinare conferma la fondatezza della sua denuncia».

• L’incarico
VICEQUESTORE
Nunzia Alessandra Schilirò, 43 anni, vicequestore di Roma, ora alla Criminalpol, ha guidato la sezione reati sessuali della Mobile

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Non C’è La Prova Che Serva A Tuttiultima modifica: 2021-09-27T10:08:05+02:00da SensoAstratto
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