In edicola la natura, la storia e la cultura delle valli bolognesi

Collage SSS Monzuno 2020

Nel collage fotografico la copertina del SSS 58 e due momenti della presentazione

Appennino bolognese

In quel di Monzuno, qualche giorno fa è stato presentato il 58° numero del semestrale di storia, cultura e ambiente “Savena Setta Sambro” edito da Minerva per l’omonimo Gruppo di studi storici che qui ha sede. A rimarcare l’evento la presenza dei sindaci di Monghidoro, Monzuno e San Benedetto Val di Sambro – rispettivamente Barbara Panzacchi, Bruno Pasquini e Alessandro Santoni – e di personalità della cultura. La presentazione e il pranzo erano previsti con un picnic in un fresco bosco a Monte Venere luogo candidato al Fai (Fondo Ambiente Italiano), per la sua tutela e valorizzazione, ma poi ci si è messo di mezzo il maltempo. La presentazione si è quindi svolta nella sala “Ivo Teglia” della locale filiale di Emil Banca e il picnic nella vicina sala della biblioteca comunale di Monzuno sempre rispettando le distanze antivirus. Ospite d’onore il tenore bolognese Cristiano Cremonini.

Un numero 58 che è già disponibile nelle edicole degli otto comuni interessati dalle ricerche del Gruppo di studi: Castiglione dei Pepoli, Grizzana Morandi, Loiano, Monghidoro, Monzuno, Pianoro, San Benedetto Val di Sambro e Sasso Marconi. Il sottotitolo: “Rivista di storia, cultura e ambiente” evidenzia i suoi indirizzi di ricerca, raccolta documentazione e divulgazione su quanto riguarda l’informazione storica, geofisica, naturalistica, culturale e artistica della montagna.

Un libro di conservazione e tutela della memoria locale, che ha come condirettori il presidente del Gruppo Daniele Ravaglia, direttore generale di Emilbanca, e lo scrittore e storico Adriano Simoncini dove la quarantina di articoli che lo compongono possono soddisfare i vari interessi culturali. Come infatti avviene da 29 anni per rispondere alla fame di cultura sentita dagli appassionati di storia locale. Grazie alla rivista è possibile approfondire lo studio del tessuto antropologico e naturalistico di questo territorio ricco di testimonianze storiche. E raccogliere l’intera collana, purtroppo non tutti gli arretrati sono disponibili, è come avere nella propria biblioteca, o in quella della scuola un patrimonio culturale e storico che cresce ogni anno.

La rivista in questo numero è di 200 pagine con interventi, articoli, saggi brevi e immagini, quasi tutte inedite, con un vasto ventaglio di argomenti per poter accontentare ogni persona che ami questi luoghi. Del vostro cronista in questo numero potete leggere, a titolo “Fu il poeta Panzacchi a scoprire Calegari, l’artista del Pero”. Pittore di epoca Liberty e Scapigliatura, i cui eredi hanno donato un dipinto che abbellisce la sala consiliare del municipio di Pianoro. Per info, abbonamenti, arretrati consultare il sito: www.savenasettasambro.com o inviare e-mail a: redazione@savenasettasambro.com.

Giancarlo Fabbri

In un libro “Gente di San Lazzaro. Persone e personaggi dalla A alla Zeta”

Collage Libro San Lazzaro

San Lazzaro (Bologna)

Nelle edicole e librerie di San Lazzaro, Ponticella compresa, di Pian di Macina, Pianoro e Rastignano è in vendita il libro “Gente di San Lazzaro. Persone e personaggi dalla A alla Zeta”. Un volume dato alle stampe dall’autore, come omaggio a chi in vari modi ha portato onore a questa città, recuperando dai suoi archivi quasi trent’anni di attività giornalistica a San Lazzaro. L’autore è stato infatti collaboratore per 15 anni de “il Resto del Carlino”, poi per i quotidiani “Il Domani” e “L’Informazione” abbinati a “La Stampa” di Torino.

Nel libro una settantina di biografie che vede insieme imprenditori, commercianti, poeti, scrittori, architetti, medici, amministratori locali, storici, sportivi, cantanti, attori, donne, uomini, giovani e anziani. Qualche nome? Da Maria Adamo ad Adriana Zarri passando per Pupi Avati, Matteo Belli, Cesare Cremonini, Cristina D’Avena, Riccardo Fogli, Giuseppina Gualtieri, Giuliano Host, Giacomo Lercaro, Olinto Marella, Gabriele Nenzioni, Pier Luigi Perazzini, Werther Romani, Giulio Salmi, Alberto Tomba e Lina Venturi; tanto per citarne almeno uno per lettera iniziale. Dello stesso autore sono stati pubblicati i libri: “Acqua passata. Storie, cronache e personaggi di Pianoro” (2018) e “La Croara e i suoi gessi. Leggende, miracoli, storie vere, tragedie, delitti e messe nere” (2019) entrambi esauriti in pochi mesi.

A farci caso quello di San Lazzaro è un territorio strano a partire da quel “di Savena” che lo lambisce appena mentre l’Idice lo attraversa. Non ha più grandi industrie eppure per reddito procapite è tra i comuni più ricchi d’Italia e i più ricchi della regione. Infatti con un reddito di 28.570 euro (Irpef 2018, redditi 2017), supera la stessa Bologna con soli 27.273 euro, ed è al 58esimo posto sui 7.978 comuni italiani. Ma anche a San Lazzaro, ovviamente, vale la legge di Trilussa: «C’è chi se magna un pollo, chi due, e chi fa la fame».

Nonostante questa ricchezza nell’emblema municipale oltre alle scritte Libertas, ha il “Ponte delle Sirene” simbolo di unione, e il mendicante Lazzaro del Vangelo di Luca. Scudo che fino alla corona di Città fu sormontato solo dalla Lupa capitolina come ulteriore segno di carità e di donazione di sé anche a chi è diverso. Il toponimo, in origine Ronco Maruni, deriva dalla presenza sulla via Emilia sin dal 1200 di un lazzaretto per appestati. Col Lazzaro mendico della parabola, forse mai esistito, festeggiato come patrono il 17 dicembre che invece è dedicato al Lazzaro di Betania, dal Vangelo secondo Giovanni, fratello di Maria e Marta, resuscitato da Gesù dopo la sepoltura.

Il prossimo 4 ottobre 2020 a Bologna, festa di San Petronio, sarà proclamato beato il sacerdote don Giuseppe Olinto Marella, più noto come Padre Marella, che si fece mendicante nella ricca Bologna per dare cibo, alloggio, istruzione e un mestiere a migliaia di ragazzi poveri. Prete che fu sospeso a divinis, per modernismo, poi riammesso al culto, che creava imbarazzo alla Curia per il suo accattonaggio accanto a teatri, cinema o a negozi di tortellini. Don Marella è morto a San Lazzaro dove giace nella chiesa dedicata alla Sacra Famiglia della sua Città dei Ragazzi in via dei Ciliegi.

Riprese a Mercatale le lezioni gratuite di produzione musicale

Ricordi 01 Memorie Vocali

Registrazione, a Mercatale, di archivi sonori e memorie

Ozzano

A Ozzano nello studio di registrazione del centro civico di Mercatale, in via della Pace 29, sono già riprese le lezioni gratuite di produzione musicale, per i giovani dai 15 ai 29 anni di età, promosse e curate dall’associazione Archivio Sonoro APS presieduta da Marco Bertoni. Le lezioni si svolgono nel totale rispetto delle norme igieniche previste per la prevenzione di contagi da Covid-19 e prevedono incontri individuali della durata di due ore. Gli allievi, o aspiranti tali, potranno prenotare le lezioni tramite i recapiti social dello studio. Non appena possibile, verrà ripresa anche la normale attività didattica che prevede lezioni di gruppo due giorni alla settimana dalle 15 alle 20.

Nella stessa sede oltre ai corsi di produzione e registrazione musicale l’associazione gestisce l’archivio sonoro comunale “Gianni Gitti” che con le registrazioni audio realizzate a Mercatale (in contatto con la rete nazionale degli archivi sonori), raccoglie ricordi e testimonianze riguardanti il territorio ozzanese e la sua storia. Infatti chiunque, residenti, o persone che hanno in qualche modo legami con Ozzano, può registrare con uno smartphone i suoi ricordi personali e spedirli all’indirizzo: associazionearchiviosonoro@gmail.com.

Quello della memoria sonora ozzanese è uno dei progetti di Archivio Sonoro APS, sostenuto dal bando cultura del Comune di Ozzano è ufficialmente “pubblico” e on line. Collegandosi infatti col sito web: http://ozzanovociememorie.it/, poi cliccando su “Ascolta i ricordi”, si può scegliere chi ascoltare. Cliccando ancora sui singoli argomenti, oppure in fondo a ogni pagina, si trova una playlist per un ascolto completo. Il sito non ha una parte video, perché vuole essere fruito come una radio, la si accende e la si ascolta mentre fa compagnia e non costringe a stare fermi a guardare il monitor del computer.

L’associazione invita poi gli ascoltatori a fargli sapere ogni miglioria possibile per rendere l’archivio sonoro sempre più utile e fruibile. Sono poi già in programma, entro l’anno, altri sei incontri di ascolto per effettuare altrettante nuove registrazioni da inserire. Con anche l’intenzione di realizzare una pagina web di ricordi “geografici”, e “grafici”, per raccogliere e rendere fruibili copie di antichi mappali. La speranza dell’associazione è che qualche ozzanese trovi lo stimolo, il tempo e la voglia, di inviare registrazioni o, soprattutto in caso di anziani, di richiedere un incontro a domicilio per andare a registrare ulteriori interviste. E che questo progetto di memoria storica audio possa trovare nuova linfa vitale coinvolgendo i ragazzi delle scuole ozzanesi. Per altre informazioni è possibile contattare l’associazione inviando mail all’indirizzo associazionearchiviosonoro@gmail.com. 

In sede è anche possibile accontentare i ragazzi, solisti o componenti di band emergenti, che cercano spazi dove suonare e, soprattutto, dove registrare i loro brani originali da inviare alle case discografiche con la speranza di un successo futuro. A Mercatale di Ozzano si può.

Giancarlo Fabbri

Per i ragazzi, ma non solo, c’è anche un’estate “spettacolare”

Teatro 01 Circo ph Luciano Paselli

Teatro-circo. Foto di Luciano Paselli

 

San Lazzaro

Pur con le regole dettate dalla giusta prevenzione di nuovi contagi da coronavirus tornano le occasioni per bambini e ragazzi di trascorrere l’estate in attività ludiche e sportive. Con la compagnia del Teatro dell’Arte che ha invece proposto anche centri estivi sul filone della cultura e dello spettacolo: CinemArte per bambini dai sei agli 11 anni dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13.15 fino a settembre; e Laboratori Creativi per ragazzi e giovani dai 12 ai 17 anni di età. Attività giocose e in sicurezza per bambini, bambine e adolescenti che si svolgono dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19.40 fino al mese di agosto.

Con CinemArte il Teatro dell’Argine propone attività sul tema del cinema con recitazione, improvvisazione, scrittura creativa e gioco! In pratica si crea un copione, una sceneggiatura, si disegnano le varie scene e inquadrature, infine si recita davanti alla telecamera. Con i Laboratori Creativi sono invece previsti vari corsi di teatro, danza e circo per divertirsi nella pratica delle diverse discipline. Occasioni per imparare cose e trucchi che faranno stupire amici e familiari. Per informazioni più dettagliate, calendari, programmi e iscrizioni: consultare il sito web: www.teatrodellaregine.org; oppure scrivere a: info@teatrodellargine.org; federica.dibianco@teatrodellargine.org.

Però il Teatro dell’Argine non ha pensato solo all’estate per bambini e ragazzi ma anche a varie attività per tutti. Sono infatti già aperte le iscrizioni a laboratori intensivi di recitazione, regia e drammaturgia, teatro circo, giocoleria, danza e a lezioni di tessuti aerei. Un’occasione per approfondire le discipline dello spettacolo in sicurezza. Uno degli stage di recitazione è curato da Micaela Casalboni e Giacomo Armaroli con il teatro come arte della relazione e della dialettica. Un altro stage, curato da Micaela Casalboni e Silvia Lamboglia, esamina la condizione di solitudine e di esclusione che ha dato vita ad alcuni dei più bei monologhi della storia della letteratura. E uno stage di regia e drammaturgia curato da Nicola Bonazzi e Andrea Paolucci, per approfondire i difficili mestieri di regista teatrale e di drammaturgo.

C’è poi lo stage di teatro circo, a cura di Clio Abbate e Caterina Bartoletti, aperto a tutti per scoprire discipline circensi: l’acrobatica a terra, la clownerie, il verticalismo e l’equilibrismo. Poi un mini corso di giocoleria a cura di Giovanni Dispenza per sfidare la gravità, vincere se stessi… e stare in allegria. Quello di danza a cura di Patrizia Proclivi in quattro incontri dove utilizzare il linguaggio del corpo per creare quadri in movimento. Infine lezioni individuali di tessuti aerei, a cura di Clio Abbate, dove ogni allievo avrà a disposizione il proprio tessuto, pulito e sanificato in precedenza. A fine giornata tutti i tessuti utilizzati verranno nuovamente puliti e sanificati in modo da garantire pulizia e igiene ogni giorno e nel rispetto delle regole. Per informazioni e iscrizioni riferirsi ai recapiti indicati in precedenza.

Giancarlo Fabbri

In un libro le vie transappenniniche perdute

“Alla ricerca delle vie transappenniniche perdute. Da Bologna ad Arezzo e Firenze” è il titolo di un bel libro, con prefazione di Giorgio Tonelli di Rai3, che in 200 pagine raccoglie la sintesi di tutti i percorsi tra un versante all’altro dell’Appennino tosco-emiliano. Infatti dopo quasi cinque anni di ricerche, il libro nasce, presentandola in maniera corretta, la situazione storica riguardante l’esistenza delle diverse strade antiche del comprensorio bolognese, che, per secoli, sono state quasi dimenticate o scomparse. Per info e copie: unjriv@tin.it.

L’autore, con facili e schematici capitoli corredati da molte immagini e cartine, ripercorre la storia delle numerose vie di collegamento fra gli insediamenti umani a partire dalla preistoria. Fra testimonianze e ipotesi, uno spaccato delle frequentazioni umane tra Emilia e Toscana nel corso di migliaia di anni in luoghi noti, meno noti o scomparsi.

L’interesse verso questi antichi percorsi è confermato dal boom di presenze, italiane e straniere, sulla “Via degli Dei” che ha generato un positivo ritorno economico non indifferente alle attività delle località dell’Appennino attraversate da questo cammino nato dopo la scoperta nel 1979 della “Flaminia militare” a opera di Cesare Agostini e Franco Santi. Un fenomeno che ha portato alla promozione, spesso proprio su antichi percorsi, di altri tracciati come le vie “Della lana e della seta”, la “Mater Dei” e il “Cammino di Sant’Antonio” da Venezia ad Assisi in 10 tappe passando per Padova e Bologna.

Giuseppe (Pino) Rivalta è indubbiamente un personaggio singolare molto noto a chi ama la natura e l’ambiente. Nato a Bologna nel 1945 fin da ragazzo mostra interesse per le scienze naturali, e la preistoria, allevando insetti e raccogliendo fossili e minerali. Nel 1959 con amici inizia l’attività speleologica nei gessi bolognesi, poi nel trentino, e nel 1968 entra nel Gruppo speleologico bolognese del Cai (Club alpino italiano) interessandosi di biospeleologia. Dopo la laurea in Scienze biologiche, ottenuta nel 1972 con una tesi in Antropologia, nel 1975 presenta all’Istituto di Antropologia di Firenze una ricerca fatta in Uganda sulla popolazione dei Lugbara. Entrato come biologo analista nell’ospedale di San Giovanni in Persiceto vi rimane fino al 2006 come direttore della microbiologia dell’Ausl Bologna Nord. I suoi studi biospeleologici si orientano alle popolazioni batteriche ipogee dei gessi bolognesi, con ricerche condotte nel Laboratorio della Grotta Novella, riportate in numerose pubblicazioni.

Moderno esploratore a partire dal 1974 visita numerosi paesi in viaggi da cui ha poi tratto spunto per mostre e conferenze in varie regioni italiane. Nel 2007 ha organizzato la spedizione “Rediscovering the Americas”, attraversando con fuoristrada le tre Americhe dalla Terra del Fuoco all’Alaska, riportandone migliaia di foto e la realizzazione di un libro. Dal 2004 è nell’associazione “Ardito Desio” alla quale collabora con mostre e conferenze. E’ socio dell’associazione “Quelli della notte”, dedicata alla salvaguardia e studio dei pipistrelli, ed è presidente dell’associazione “Parco Museale della Val di Zena”.

Giancarlo Fabbri

Annunci

Di tanto in tanto, alcuni dei tuoi visitatori potrebbero vedere qui un annuncio pubblicitario,
oltre a un banner sulla privacy e sui cookie nella parte inferiore della pagina.
Puoi nascondere completamente questi annunci pubblicitari eseguendo l’aggiornamento a uno dei nostri piani a pagamento.

Aggiorna ora Ignora messaggio

Informazioni su savenaidice

Giornalista freelance

Questa voce è stata pubblicata in Uncategorized e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink. Modifica

Rispondi

Assemblea aperta sulla futura viabilità di Rastignano

57678_o

A confronto la proposta presentata dal Comune e quella del Comitato

Pianoro

Lunedì 20 luglio, alle 21, il portico-chiostro della chiesa parrocchiale di Rastignano accoglierà un atteso incontro pubblico sul tema della viabilità interna alla frazione a seguito del completamento del primo lotto del cosiddetto “Nodo di Rastignano”. Incontro, promosso dal “Comitato Civico di Rastignano” aperto a chi vive, abita, lavora a Rastignano e dintorni per incontrarsi e confrontarsi sul tema del Nodo di Rastignano. E soprattutto sulle modifiche all’attuale viabilità locale, sugli interventi di mitigazione previsti, dal Comune di Pianoro e dalla Città metropolitana di Bologna, e sul loro impatto sulla frazione.

Questa sarà anche l’occasione del Comitato di presentare proposte che consentano ai residenti della frazione, e a chi vi ha un’attività, di poter passare in ambo i sensi a est della ferrovia senza essere costretti a transitare sulla problematica via Andrea Costa. Per questo il Comitato Civico – Riccardo Petrucci coordinatore, Desirè Pantaleoni portavoce, Maurizio Fusco, Nicoletta Nizzi e Maria Tripodi consiglieri – auspica che all’incontro partecipino quanti più rastignanesi possibile. Anche perché da numerosi commenti su Facebook il Comitato avverte che molti residenti non hanno chiaro cosa accadrà alla circolazione interna di Rastignano una volta aperto il primo tratto del Nodo di Rastignano.

Come spiega il Comitato Civico, che ha anche realizzato piantine che mettono a confronto le proposte, «la nuova strada sarà a senso unico da Rastignano a Bologna. Non si potrà tornare indietro. Per cui noi di Rastignano, che potremmo usare la nuova strada per tornare a casa, dovremo percorrere le vie Toscana e Andrea Costa, l’ex statale. Via del Cappello verrà resa a senso unico, e chi da Val Verde va a fare la spesa al Conad, a portare i bimbi a scuola e così via, per tornare a casa non potrà passare per via del Capello, ma dovrà immettersi nella rotonda delle Oche, poi in via Andrea Costa già al collasso fino al semaforo, girare a destra, fare la rotondina della stazione e finalmente tornare a casa. Poi il tratto finale a valle di via Buozzi verrà chiuso al traffico, e reso ciclopedonale, per cui se ci si vorrà immettere su via Toscana verso Bologna non si potrà più evitare il traffico di via Andrea Costa, ma ci si dovrà immettere sulla rotonda della ferrovia (o in quella delle Oche), arrivare al semaforo col “verde più corto della storia” e poi immettersi sempre su via Andrea Costa. E chi da via Marzabotto vorrà passare in Val Verde per andare in via Buozzi e salire alla Croara, per andare a San Lazzaro, o a Montecalvo, dovrà per forza transitare su via Andrea Costa».

Purtroppo il Comitato Civico di Rastignano, i residenti e gli operatori economici con attività nella frazione non devono confrontarsi solo con il Comune di Pianoro. Con il sindaco di Pianoro, Franca Filippini, a precisare che «i contatti col comitato ci sono ma però dobbiamo rapportarci anche con gli altri enti coinvolti nell’opera: Rfi, Regione, Città metropolitana, comuni di Bologna e San Lazzaro per una decisione condivisa». Per il comitato e per i residenti di Rastignano, e non solo, sarà quindi una gara dura.

Giancarlo Fabbri

Nel 60° anniversario in un libro a fumetti la strage di Reggio Emilia

Collage Sangue

Pianoro

Nel 60° anniversario della strage di Reggio Emilia lo scrittore Claudio Bolognini e il fumettista Fabrizio (Bicio) Fabbri hanno dato alle stampa il libro “Sangue del nostro sangue. 7 luglio 1960: la strage di Reggio Emilia” edito da Red Star Press. Volume che sarà presentato dagli autori, alle 21 di giovedì 16 luglio, in via Garganelli 13 di Pian di Macina sede dell’associazione culturale “Rossi di Castel Petrosa”.

Citando la prefazione del libro: «C’erano migliaia di persone in piazza a Reggio Emilia quel 7 luglio del 1960. Una folla di operai, ex partigiani e semplici “ragazzi con le magliette a strisce”; tutti, come era accaduto a Genova appena una settimana prima, decisi ad opporsi alla deriva autoritaria che stava travolgendo un’Italia in cui, grazie al governo del democristiano Tambroni, i fascisti provavano a rialzare la testa. La reazione poliziesca non tardò a farsi sentire e, se già il 5 luglio le pallottole delle forze dell’ordine uccidono in quel di Licata, il 7 luglio la polizia spara ancora. Per la precisione, sono 182 le raffiche di mitra che si abbattono sugli antifascisti di Reggio Emilia, prendendosi la vita di Lauro Farioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri e Afro Tondelli. Il loro sacrificio, con il passare dei decenni, continua a ricordare come – anche in un paese che si pretende “democratico” – non esiste diritto che possa dirsi acquisito una volta per sempre, né conquista sociale in grado di durare senza essere sostenuta dalle lotte. Per questa ragione il sangue versato dai cinque reggiani è il sangue stesso del movimento operaio. Ed è alla loro storia che questo libro a fumetti è dedicato».

Claudio Bolognini, di origini pianoresi, è autore di numerosi testi: “L’albero dei rusticani”; “Apache”, “Il posto delle viole”, “L’almanacco dei cinni”, “La ballata di Dante Canè”, “La casa di Garibaldi”, “Le stagioni dei cinni”, “Mani in alto”, “Tana libera tutti”, “I ragazzi della barriera”, “I giorni della Rivolta”, “L’esordio di Pirulina in serie A”.

Fabrizio Fabbri (Bicio) è un artista poliedrico, pittore, disegnatore di fumetti, autore di vignette satiriche e umoristiche. Ha collaborato con diverse riviste e giornali tra cui “Cuore”, “Zut”, “Frigidaire”, “Il Nuovo Male”, “Re nudo”, “Animals”, “Ellin Selae”, “Emme”, “Io e il mio bambino”. Ha pubblicato il libretto di poesie ironiche “Il naso di Pandora”, il graphic novel “Periferie”, la biografia a fumetti di Giulio Bargellini, il libretto di vignette umoristiche “Ti amo, perché”. Nel 2007 ha vinto il premio di Forte dei Marmi per la satira italiana. Tante le mostre personali e collettive, nel 2011 ha partecipato alla Biennale di Venezia e nel 2015 è stato invitato al Muro dipinto di Dozza.

Insieme Bolognini e Fabbri avevano già dato alle stampe nel 2015 il libro “Non vi è nulla di più astratto del reale” come biografia a fumetti del pittore e incisore bolognese Giorgio Morandi.

“Un’idea di Appennino” è già in edicola

Un'Idea 104

Città metropolitana di Bologna

Con il numero di luglio, a due euro a copia, il mensile “Un’Idea di Appennino” torna nelle edicole di Bologna e nei comuni della collina e montagna bolognese. Il periodico, edito da Hemingway Editore, ora al numero 104, intende promuovere e valorizzare il territorio montano anche sui versanti economici e turistici. Sostenuto dalle inserzioni di commercianti, artigiani e imprenditori locali fa conoscere, con notizie e informazioni, imprese e servizi su un vasto territorio del bolognese.

Propri nell’intento di valorizzare il territorio il suo editore e direttore Bruno Di Bernardo ha promosso un concorso su due canali, con premi in denaro, sul tema: “Il Borgo Ideale 2020”. Uno è il canale del “fare” con sezioni: video, foto, racconto breve; l’altro è quello di “indicare” un massimo di tre borghi su dieci caratteristiche diverse con estrazione della scheda vincente. Il numero di luglio ha dedicato due pagine al concorso pubblicando i regolamenti per la partecipazione e le schede di adesione. I comuni interessati sono: Alto Reno Terme, Camugnano, Casalecchio, Castiglione, Grizzana, Loiano, Marzabotto, Monghidoro, Monterenzio, Monte San Pietro, Monzuno, San Benedetto Val di Sambro, Sasso Marconi, Valsamoggia, Vergato, Zola Predosa.

A cura del vostro cronista, sulle pagine di Pianoro, si dà notizia della presentazione da parte del comitato civico di Rastignano di una nuova proposta di viabilità interna alla frazione che eviti di tagliarla in due con i provvedimenti attuati con l’apertura del primo lotto del Nodo di Rastignano. Poi di Maurizio Marchesini eletto alla vicepresidenza della Confindustria nazionale. Infine del rinnovato museo dei Botroidi di Fantini a Tazzola.

Su quelle di San Lazzaro delle rassegne estive “Estate nell’aria” che si terranno principalmente all’aperto o nel verde del Parco dei Gessi. Poi del conferimento del prestigioso premio Max-Brauer-Preis al Teatro dell’Argine da parte della Fondazione Alfred Toepfer di Amburgo. Infine delle meritorie attività e donazioni effettuate dall’associazione onlus Bimbo Tu a favore degli ospedali Bellaria e Maggiore. Con molta immodestia nelle stesse pagine, a firma del direttore Bruno Di Bernardo, c’è la notizia dell’arrivo nelle edicole del libro “Gente di San Lazzaro. Persone e personaggi dalla A alla Zeta”; per ritardi dello stampatore sarà effettivamente disponibile, assicurano, dal 12 luglio. Spostandoci verso Ozzano si dà notizia della decisione, in tandem, dei comuni di Ozzano e San Lazzaro di riaprire all’utilizzo i giochi per bambini e le strutture presenti nei parchi pubblici dei loro territori.

Infine sulle pagine di Ozzano della ripresa dei lavori per la pose delle fibre ottiche Poi delle esequie del giovane Riccardo Zuwa Brown, annegato nell’Idice alla Cavaliera, svoltesi nello stadio ozzanese. Poi ancora della ripresa dell’attività della Tgr Srl che produce montascale e carrozzelle per disabili con un occhio al fatturato, e due al sociale.

A cura del direttore, e altri colleghi, inchieste, cronache e curiosità dagli altri comuni del territorio interessato oltre che da Bologna, dalla Città metropolitana e dalla Regione Emilia-Romagna. Per contattare la redazione: 0534.667927; per inserzioni pubblicitarie: 339-4233609.

Giancarlo Fabbri

Quest’anno la Bocciofila Pianorese non riaprirà i battenti

Bocciofila 02 Pianoro 2020 06 27

Pianoro (Bologna)

Con una decisione sofferta quest’anno la Bocciofila Pianorese Arci “XXV Aprile”, in via Fantini 57 a Pianoro, non riaprirà i battenti. Nelle sere d’estate non si sentirà il cozzare delle bocce nei due campi all’aperto, i commenti di giocatori e spettatori, e nemmeno il profumo delle fragranti crescentine che attirano anche chi non è interessato al gioco delle bocce o a quelli delle carte. La pandemia da coronavirus Covid-19 ha cambiato molte cose vietando anche, o soprattutto, il contatto umano tra le persone non conviventi. Gesti come una stretta di mano, o un abbraccio, possono essere fonti di nuovi contagi.

Sembrava infatti che in Italia il virus fosse vinto ma sono nati, anche nel bolognese, altri nuovi focolai che hanno destato preoccupazione e paura. L’associazione pianorese, o società sportiva come dir si voglia, non è un’azienda, non esistono rapporti di lavoro, non deve dare utili alla società o stipendi a chi presta la sua opera. A mantenerla viva è soltanto la volontà del consiglio, e di soci e volontari di offrire alla comunità locale opportunità di socializzazione, divertimento, svago, sport, e rustica gastronomia condita dalla solidarietà e dall’amicizia. L’attività della bocciofila è, infatti, basata sul volontariato a sostegno di una pratica sportiva amatoriale, associata alla Federazione Italiana di Bocce, come pure quella ricreativa associata all’Arci nazionale.

Pur con dispiacere e tanta voglia di fare e partecipare lo scorso 28 giugno, con un’assemblea interna la totalità di soci e volontari presenti si è espressa per rinviare l’attività al 2021 sperando che non ci siano più contagi da Covid-19, che impongano ulteriori distanziamenti tra le persone, e tanti altri provvedimenti per evitare contagi. Anticipando, si spera, la ripresa dell’attività sportiva e ricreativa all’1 maggio 2021, anziché al 2 giugno per una stagione su cinque mesi anziché quattro.

Tante le regole imposte dal virus. Sui due campi non possono giocare più di due persone per campo; in tempi normali potevano farlo anche coppie e terne, quindi quattro o sei per campo. E’ interdetto l’uso dello spogliatoio, non sono consentiti i tornei, e ci vogliono due volontari alla gestione, pulizia e controllo dei campi, sull’uso delle mascherine e del distanziamento tra le persone attorno ai campi e in tribuna. E’ poi vietato il gioco con le carte che attirava decine di persone.

Non dovrebbero esserci problemi al bar con ingresso a una persona per volta Nella sala ristoro è possibile fare ingresso e uscita separati e distanziamento ai tavoli con la seduta a sole 20-30 persone; in pratica a solo un terzo delle persone rispetto al consueto. Il punto più dolente è la cucina che richiede l’impegno di almeno cinque persone di cui tre solo alle crescentine (impasto, cottura e asciugatura). Si arriva a una dozzina tra soci e volontari impegnati tutte le sere a dare ricreazione, socializzazione e ristoro solo a un terzo, o molto meno col maltempo, delle persone che prima frequentavano la bocciofila. Mentre le spese di gestione aumentano per le sanificazioni e il contrasto al virus.

Purtroppo non ci sono solo persone consapevoli che si attengono alle regole e alla tutela della salute propria e degli altri. Basti che ce ne sia una affetta da Covid-19, consapevole o meno, a generare un altro focolaio di infezione quando sembrava che il virus avesse cessato la sua virulenza che ha portato alla morte molte persone tra i quali tanti anziani. Così come sono tutti pensionati e anziani i soci e i volontari della bocciofila che preferiscono non correre il rischio di ammalarsi. Da qui la decisione di non aprire quest’anno la Bocciofila finché la situazione sanitaria nazionale non sarà ritornata alla normalità.

La cittadinanza dovrebbe comprendere la situazione ricordando che per evitare la diffusione del virus sono state rinviate le Olimpiadi, sospesi i campionati sportivi, gli spettacoli dal vivo, feste e sagre civili e religiose. Se i pianoresi – e non solo loro visto che tanti giocatori di bocce vengono da fuori – hanno resistito al confinamento in casa per tre mesi non dovrebbe essere un sacrificio maggiore rinunciare alle partite di bocce all’aperto. La salute di ognuno, e di tutti, è un bene prezioso da non mettere a rischio, nemmeno per gioco.

Giancarlo Fabbri