In un libro le vie transappenniniche perdute


La copertina del libro e il suo appassionato autore

Città metropolitana bolognese

Il camminare sembra tornato di moda e da una decina di anni a questa parte nascono come funghi in autunno cammini e vie quasi su ogni crinale o fondovalle del nostro Appennino; ma i nuovi percorsi non portano a Roma come ai tempi antichi dei pellegrinaggi. L’ultima in ordine di tempo è senz’altro la “Via del Fantini”, inaugurata a Monte Bibele di Monterenzio lo scorso 5 luglio, dedicata alla memoria di Luigi Fantini che, pur autodidatta, fu grande speleologo, paleontologo, geologo, fotografo e scrittore. Via nata per volontà dell’Associazione Parco Museale della Val di Zena presieduta da Giuseppe (Pino) Rivalta, biologo, naturalista, esploratore, speleologo e conferenziere.

Con Rivalta, appassionato di storia, che ha voluto fare un po’ di ordine e chiarezza sull’origine di questi percorsi dando alle stampe il libro: “Alla ricerca delle vie transappenniniche perdute. Da Bologna ad Arezzo e Firenze” con prefazione del noto giornalista Giorgio Tonelli di Rai 3. Volume che in 200 pagine raccoglie la sintesi di tutti i percorsi tra un versante all’altro dell’Appennino tosco-emiliano. Dopo qua cinque anni di ricerche, il libro nasce, presentandola in maniera corretta, la situazione storica riguardante l’esistenza delle diverse strade antiche del comprensorio bolognese, che, per secoli, sono state quasi dimenticate o scomparse. Per info e copie: unjriv@tin.it.

L’autore, con facili e schematici capitoli corredati da molte immagini e cartine, ripercorre la storia delle numerose vie di collegamento fra gli insediamenti umani a partire dalla preistoria. Fra testimonianze e ipotesi, un compendio delle frequentazioni tra Emilia e Toscana nel corso di molte migliaia di anni su antichi percorsi noti, meno noti o scomparsi. L’interesse verso questi cammini è confermato dal boom di presenze, italiane e straniere, sulla “Via degli Dei” che ha generato un positivo ritorno economico non indifferente alle attività delle località dell’Appennino attraversate da questo percorso rinato dopo la scoperta nel 1979 della “Flaminia militare” a opera di Cesare Agostini e Franco Santi. Un fenomeno che ha portato alla promozione, spesso proprio su antichi percorsi, di altri tracciati come le vie “Della lana e della seta”, la “Mater Dei” e il “Cammino di Sant’Antonio” da Venezia ad Assisi in 10 tappe passando per Padova e Bologna.

Giuseppe Rivalta è indubbiamente un personaggio singolare molto noto a chi ama la natura e l’ambiente. Nato a Bologna nel 1945 fin da ragazzo mostra interesse per le scienze naturali, e la preistoria, allevando insetti e raccogliendo fossili e minerali. Nel 1959 con alcuni amici inizia l’attività speleologica nei gessi bolognesi, poi nel trentino, e nel 1968 entra nel Gruppo speleologico bolognese del Cai (Club alpino italiano) interessandosi di biospeleologia. Dopo la laurea in Scienze biologiche, ottenuta nel 1972 con una tesi in Antropologia, nel 1975 presenta all’Istituto di Antropologia di Firenze una ricerca fatta in Uganda sulla popolazione dei Lugbara. Entrato come biologo analista nell’ospedale di San Giovanni in Persiceto vi rimane fino al 2006 come direttore della microbiologia dell’Ausl Bologna Nord. I suoi studi biospeleologici si orientano soprattutto alle popolazioni batteriche ipogee dei gessi bolognesi, con ricerche condotte nel Laboratorio della Grotta Novella, riportate in numerose pubblicazioni.

Moderno esploratore a partire dal 1974 visita numerosi paesi in viaggi da cui ha poi tratto spunto per mostre e conferenze in varie regioni italiane. Nel 2007 ha organizzato la spedizione “Rediscovering the Americas”, attraversando con fuoristrada le tre Americhe dalla Terra del Fuoco all’Alaska, riportandone migliaia di foto e la realizzazione, con la moglie Carla Ferraresi, del libro: “Dalla terra del fuoco all’Alaska in camper 4×4. La riscoperta delle Americhe”. Dal 2004 è nell’associazione “Ardito Desio” alla quale collabora con mostre e conferenze. E’ socio dell’associazione “Quelli della notte”, dedicata alla salvaguardia e allo studio dei pipistrelli, e come già scritto presidente dell’Associazione Parco Museale della Val di Zena.

Giancarlo Fabbri

In un libro le vie transappenniniche perduteultima modifica: 2021-02-16T11:08:01+01:00da fabbri.giancarlo