Quello non è il ponte dei Cedri, è il ponte “Giordani”

Nel collage l’intitolazione del ponte, il giovane trentino e la targa affissa al centro dell’infrastruttura

San Lazzaro – Bologna

Attribuendo il nome “dei Cedri” al ponte ciclopedonale sul Savena, che unisce i parchi pubblici della Resistenza (San Lazzaro) e dei Cedri (Bologna) si dimostra che non si conosce quell’infrastruttura. Non mi stupisce che non la conosca chi ha scritto il pezzo, immagino abbia ricevuto un comunicato stampa, ma mi preoccupa e mi dispiace che non la conoscano le amministrazioni interessate.

Quel ponte ha due storie: una vecchia e una tragica. La vecchia è che su quei piloni in muratura una volta poggiava il ponte di ferro dove passava il tram della linea Atm 20, poi sostituita dall’autobus, che dal 1948 al 1961 univa San Lazzaro a Bologna. Quella tragica è che nel costruire quel ponte di legno, da ristrutturare dopo essere stato interessato da altri interventi, a causa del rovesciamento di una trave in legno lamellare, lunga 50 metri e pesante 400 chili, perse le vita il giovane Pierluigi Giordani di 21 anni. Nativo di Rovereto (Trento) giunse in cantiere il mattino del 18 maggio 1995 ma non arrivò vivo a sera, mentre un collega rimase ferito. I due lavoravano per la Ferrari Cesare di Isera (Trento), subappaltatrice della Holzbau che aveva realizzato i prefabbricati in legno da montare in opera.

Sulla sua tragica vicenda ne scrissero per giorni i quotidiani bolognesi, trentini e roveretani con epilogo una sentenza del 13 aprile 1999 che condannava il datore di lavoro, Cesare Ferrari, a quattro mesi di reclusione con pena sospesa grazie ai benefici di legge. E assolveva dall’accusa di omicidio colposo la Holzbau di Bressanone (Bolzano) che vinse l’appalto, il responsabile di cantiere dell’impresa altoatesina e il progettista e direttore dei lavori.

Dopo il sequestro del cantiere, e interruzioni varie, il ponte ciclopedonale fu infine inaugurato il 12 ottobre 1996 con una semplice cerimonia dal sindaco di San Lazzaro Aldo Bacchiocchi e da rappresentanti del Quartiere Savena e del Comune di Bologna. Il manufatto, fino allora chiamato “Ponte dei Cedri”, fu poi ufficialmente dedicato alla memoria del giovane trentino il 27 ottobre 2001. Alla dedicazione del ponte a Giordani, voluta dall’allora sindaco Aldo Bacchiocchi per ricordare il tema delle morti sul lavoro, oltre alle autorità sanlazzaresi e bolognesi, prese parte la madre del giovane e il sindaco di Rovereto che donò a San Lazzaro una campanella da tavola copia in miniatura della storica campana della città trentina, simbolo di pace, realizzata fondendo il bronzo dei cannoni della guerra 1915-18.

A distanza di poco più di vent’anni dispiace di constatare che le istituzioni abbiano memoria corta nonostante un’intitolazione ufficiale e la targa che, almeno quella, ricorda la tragica morte di un giovane nel suo primo giorno di lavoro a San Lazzaro.

Giancarlo Fabbri

Quello non è il ponte dei Cedri, è il ponte “Giordani”ultima modifica: 2023-02-17T16:38:30+01:00da fabbri.giancarlo