Dovrei smettere di fare tante cose, e poi dovrei smettere di dirmi che dovrei smettere.
Dovrei smettere di fare tante cose, e poi dovrei smettere di dirmi che dovrei smettere.
Chi l’ha detto che deve essere facile?
Intanto sto facendo una cosa che trascino da mesi.
Si potrebbe pensare che è una cosa difficile, complicata.
Sto spedendo un cd.
Mi è stato chiesto, credo, almeno un anno fa.
Oh! I blocchi psicologici a volte sono più alti delle montagne.
Lo spedisco e basta.
All’una vado in posta e lo spedisco.
L’ho già messo in busta e ho scritto l’indirizzo.
Mi sto convincendo?
Ma sì, lo spedisco, dai.
Ce la posso fare.
Piccoli alleggerimenti. O appesantimenti. Al momento non sono in grado di valutare.
Ci sono cose che vanno fatte.
Ci sono chilometri di lettere che sento di dover mettere in fila, giusto per farmi compagnia.
Poi le cancellerò, non appena risuoneranno vuote di quel che ci ho messo dentro. Tra una e l’altra.
Intanto scrivo, perchè devo baroccamente riempire un vuoto.
Io non ne ho mai sentito parlare ma mi viene il dubbio che oltre ai tic e alla fame, esista anche il sonno nervoso.
O forse io dormo vegliando.
Insomma, ho sonno. Quel sonno che non sto in piedi e sbadiglio, ma che se fossi a letto mi arrotolerei nei pantaloni del pigiama fino a strangolarmi l’ombelico.
Mi capita spesso la mattina di alzarmi con l’ombelico che urla di liberarlo.
Mi capita spesso di stendere parole come panni ad asciugare.
Mi capita spesso che le cose mi capitino spesso.
***
(citazioni da blog lontani nel tempo e nello spazio).
E se così non sarà, almeno imparerò cos’è l’amore. Perché a volte mi sembra di non saperlo più.
Quante sono quelle parole pronunciate con leggerezza che diventano poi un macigno crudele?
Bisognerebbe avere cura di noi stessi e degli altri.
Comunque, oggi mi sento lontana anni luce.
E la lontananza è l’unica vendetta, è l’unico perdono.
Non è forse questo il periodo più bello dell’anno?
Per me lo è, lo è sempre stato. Negli ultimi anni ho sofferto di nostalgia per qualcosa che avevo avuto da bambina e non trovavo più. Ma sbagliavo. Il senso profondo di questo preciso momento dell’anno è qualcosa che abbiamo dentro. È una gioia sottile che non è facile definire con le parole, una magia che nasce da noi. E una volta che si ha, non può andare via. Mai. È come una certezza che diventa eterna. È un sentimento che basta solo ricordare, e poi lasciarlo vivere.
Vuol dire riempire di significato l’amore.
Poi si può sbagliare mille volte, però senza “come stai?” non c’è sogno che possa durare.
Io credevo che bastasse pensare al Natale, ai regali, alle luci per riuscire a recuperare un senso che, probabilmente, già si era perduto.
Il tempo non è qualcosa di relativo.
Si dice infatti che col tempo si capiscono tante cose, col tempo si dimentica, col tempo si rafforza un legame.
Il tempo non è qualcosa di illimitato.
Il tempo può finire all’improvviso. Per me, per te, per tutti.
Avrai il tuo tempo altrove, Lisa dagli occhi blu.
E per Natale daglielo tu il significato, e chiediti “come stai?”…. chieditelo veramente.
Però i miei vicini non hanno prato. Quindi, niente erba. Cosi l’erba del vicino è sempre più verde è un modo di dire totalmente inutile per me.
Stasera non c’è luna e non ci sono stelle. Nel mio cuore e nella mia mente però un vortice di emozioni e pensieri da far girare la testa.
Bevo coca cola nella speranza di avere sogni fantastici.
… quando vedi le cose per come sono, per come sono veramente, allora trovi la pace.
E il domani diventa luce.
Queste parole portavano una profezia, che io non ho saputo cogliere, e che ora invece si rivela in tutta la sua verità:
“Non permettere mai agli stronzi come me di farti pensare che non vali la candela. Ama le mimose e sorridi quando le vedi. Gli stronzi come me manco le guardano”.
E io lo farò, oggi ho preso questa decisione.
The end.
Post muto.
Dove non si dice nulla, dove non ci sono immagini e nemmeno canzoni.
A chi, come me, vede alcune cose e altre no. Sorride per alcune cose e per altre piange. A chi, nonostante tutto, ci prova ancora e non smette mai di credere che la vita sia un dono meraviglioso.
(Chiedo scusa per tutto il male che ho fatto, per tutti gli errori che ho commesso).