Senti come piove

“La verità è che c’è stato un tempo in cui le parole scorrevano nelle mie vene.

Anche se non sapevo quanto amore contenessero.

Rileggerle è depravazione. Maniacale ripercorrere di strade che non esistono più.

Non le stesse curve, né gli stessi rami da sfiorare.

Lieve traccia del passaggio di qualcuno (ero io) che doveva fermarsi ed è andato oltre. Che doveva andare oltre e si è fermato.

Stavo, ancora una volta, per cancellare ogni cosa. Invece l’ho solo nascosta.

Perché ho capito che ciò che ho scritto, non detto, scritto, aveva più sangue e pelle e capelli e occhi e respiro di quanto adesso è qui seduto a guardare il cursore.

La metamorfosi è una delle chiavi.

Che non apre nessuna porta, finché non è completa.

Posso rimpiangere di non aver colto fiori che allora mi crescevano sotto gli occhi?

Non mi rispondo.

Adesso sento quella lieve vertigine del ritrovarsi, ancora una volta. Stentare il riconoscimento.

Io?

Io, quella?

E dirmi di sì fa paura, rispondermi no è morire.

Ancora.”

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Senti come pioveultima modifica: 2023-11-22T09:52:07+01:00da lisa.dagli_occhi_blu

28 pensieri riguardo “Senti come piove”

  1. Siamo all’esame di ciò che è stato, non è stato o poteva essere? Beh, sai? Non è poi un esame originale e particolare, ce lo imponiamo noi, oppure ce lo impongono i fatti che spesso, con un dannato rewind, scorrono e ci ripassano in pochi minuti anni del nostro passato più o meno recente. Io di tutta la mia vita, ricordo quasi tutto il mio passato a partire dagli 9/10 anni fino alla fine degli anni sessanta. Una passeggiata di salute mancata, un ragazzino troppo sveglio e vivace e così via fino al momento cruciale dalla mia vita: mi sposai e cambiò tutto! Tutto, tutto ciò che mi piaceva ricordare di quel decennio pazzesco partendo dalla strada, mia madre non riusciva a tenermi perché troppo vivace e mi mandava giù per strada a giocare. Eppure, sono convinto che in quel periodo, la strada appunto, mi abbia insegnato molto, nel bene e nel male: ne ho combinate tante, eppure ricordo tutto con piacere anche le cose poco onorevoli. Ecco, ti ho raccontato questo mio piccolo segmento di vita perché il dopo, dal 1970 in poi, è all’opposto di ciò che abbia vissuto fino ad allora. Ovvero, cambiare si può, si deve, il passato ha una sua valenza che non va snaturata e svilita: fa parte di quel fardello che ognuno di noi si porta dietro e nello stesso tempo, poiché sia pieno di esperienze maturate (tante belle e brutte), che ringrazio ogni giorno il Signore per avermi “definito” la vita e il suo iter, un incedere sicuro, senza rimpianti e senza temere di voltarsi indietro: io lo faccio spesso e senza subire traumi e/o paure, vado avanti per la mia strada.
    Ti abbraccio carissima LisaR.

    1. Grazie Carlo per aver condiviso questo racconto, una parte di te e dei tuoi ricordi 🙂 E sono d’accordo con te, con la tua idea del passato. Io, purtroppo, non ho la stessa “capacità” di lasciare andare persone, momenti, cose, sentimenti. Il passato mi torna in mente come fosse un uragano, e so benissimo che questo modo nasconde molte insidie. La più pericolosa? Togliere tempo al presente. Ma, pur sapendolo, pur avendo chiaro questo fatto, ci sono periodi nella mia vita in cui sono ferma e “vivo” di ricordi… poi passa, certamente. Ma ammetto che la trappola è sempre dietro l’angolo. E non dipende certo dalla mancanza di cose, persone o sentimenti che mi mancano, ma, per usare le tue parole, da “qualcosa che mi impongo io”. Facile dire SMETTI… se fosse facile, la difficoltà che in certi momenti mi coglie non esisterebbe 😉

  2. Buona serata Lisa. Le parole sono strane. Si muovono, crescono, corrono a gruppi per poi fermarsi all’improvviso. Alcune muoiono. Altre rinascono come l’arabe fenice.

    1. Ciao 🙂 Le parole, spesso, ingannano. Ti fanno volare, oppure ti sotterrano. E il confine non è quasi mai così esplicito. Le parole sono un dono, oppure un’arma, fanno bene, oppure male. A volte, poi, il loro significato cambia. Probabilmente, quando cambiamo noi.

  3. Dicono che la Storia, noi con essa, si muova un passo avanti e due indietro. Di mio posso dirti che, per potere andare avanti, ho dovuto tornare sempre al punto di partenza, per esser poi in condizione di ripartire in altra direzione. È un po’come se mi muovessi in un labirinto. E stessi cercando una via per uscirne. In tutto ciò i ricordi hanno sempre avuto una parte importante: seguendone il filo, mi dicono da dove vengo, suggerendomi dove andare e dandomi il senso nel movimento che è la vita. La memoria è croce e delizia, è sofferenza, ma anche consapevolezza.
    Un bacio scintillante di stelle.
    ……w…..

    1. Tornare al punto di partenza per ripartire da lì? Questo proprio non riuscirei, sarebbe uno stillicidio, anche perché capita che io non ricordi nemmeno più “chi ero” prima di quel punto partenza. Sai, mi vien da sorridere, perché mi è capitato di pensarci, di chiedermi “ma che vita avevo prima di questo incontro” (per esempio) e no, non avevo la più pallida idea di come vivessi. E sì che io sono una dalla buona memoria, ahimè… Ma credo che questo mi risulterebbe troppo, troppo difficile. Per ripartire, posso solo ripartire dal “qui e ora”. E sono solo i ricordi a impedirmi di essere libera… Notte wood, un caro abbraccio:)

  4. Non ancora una volta! Affronta la paura di quel “si ” e non voltarti a guardare fiori ormai appassiti e non colti .Riempi il tuo sguardo dei colori di quelli che sono lì ad attendere di essere colti dalle tue mani. Ieri eravamo … Oggi non più come allora ma “Siamo” ! E con la testa fuori dai rimpianti, riconoscersi sarà un privilegio.
    :•)

    1. Carissima… grazie per questo incoraggiamento. E credimi (davvero) che io comprendo fino in fondo ogni singola parola, però ci sono momenti in cui capire non mi basta, non mi è sufficiente. Col tempo spero di riconoscermi, si :*

  5. Beh ti posso dire che anch’io che non sono particolarmente sensibile alla poesia ho apprezzato i primi tre versi e il finale. Per la parte centrale intuisco qualcosa ma dubito di coglierne tutti i significati…

    1. 🙂 … non serve capire il significato, sai… non è nemmeno così interessante, una storia qualunque direi. E mentre ti rispondo così, dopo aver scritto e risposto ad altri commenti, mi viene da sorridere, perché penso a quanto sono sciocca 🙂 Comunque niente a che vedere con i problemi logico/matematici che ami fare durante le tue passeggiate, che ti impegnano completamente e ti danno soddisfazione una volta risolti! Devo ancora cercare il video dei prigionieri dagli occhi verdi (non so perché dal tuo link non mi si apre). Notte 😛

  6. innanzitutto complimenti per la poesia in bacheca. Bravissima.
    – non si cancellano i nostri passi del passato, anche se spesso rileggerli ora ci stupisce, oppur anche ci delude oppur anche ci meraviglia; anche il confronto di se stessi tra oggi e ieri, che non è semplice accettare, non va rigettato. Semplicemente si cambia, la vita ci ha cambiato ed ora non siamo la stessa persona di allora. Rimpianti ? tutti ne abbiamo a bizzeffe. Io li rimpiango con dolce malinconia, perchè se l’erba del vicino non è vero che bella ma nasconde gramigna, anche pensare di aver perso una strada non è detto che poi quella strada si sarebbe potuto rilevare ottima. La vita è imprevedibile.
    Vivi il presente e continua ad amarti.
    un abbraccio

    1. Ezio! In bacheca raramente lascio cose scritte da me. Le trovi, infatti, sempre tra “virgolette” (anche perché mi capita di scovarle in forma anonima, senza autore). Vero, poesia molto bella 🙂 La vita cambia e ci cambia, anche se qualcuno viene decisamente stravolto. Ecco. Grazie delle tue parole. Un bacio!

  7. Col passare degli anni diventa quasi inevitabile guardare il passato e domandarsi chi eravamo e cosa siamo diventati, cosa sognavamo di essere “da grandi” e come siamo invece evoluti (involuti?).
    La verità è che non c’è neppure una verità, ciò che “avrebbe potuto essere” è solo un’ipotesi, non suffragata da fatti ma solo dalla nostra immaginazione (che è palesemente di parte) e quindi l’unica cosa da fare è vivere, ed essere quel che siamo ora.

    1. In effetti l’unica verità che conosciamo è che quello che poteva essere… “è”. Una verità tutta razionale, ma unica… siamo noi che ci perdiamo dietro tanti se e tanti ma (io? Campionessa in questo sport). Una buona giornata 🙂

  8. Siamo il risultato di tormenti infiniti. Negazioni, ritrattazioni, tuffi nello sconosciuto e tanti lasciarsi andare. Oggi guardiamo il cursore e c’è un solo noi davanti la tastiera, a scrivere e riversarsi. Domani saremo altro, ma frutto di uno ieri incancellabile, innegabile. Si evolve e io sono felice di sapermi riconoscere, ogni volta.

  9. La forza del desiderio e la consapevolezza della rovina.
    Volere qualcosa che sai ti distruggerà è un’esperienza metafisica.
    C’è chi la implora e chi la rifugge.
    C’è chi passa metà della vita a inseguirla e, se sopravvive, l’altra metà a pregare che non ricapiti.

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