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« Guardia o ladro.Attraverso un foro »

Omologazione

Post n°323 pubblicato il 06 Marzo 2015 da gaza64
 

 

 

L'omologazione è la necessità di coesistere

nonostante l'incapacità di coesione.


 

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Commenti al Post:
eugenia1820
eugenia1820 il 06/03/15 alle 22:53 via WEB
Mi riferisco agli adolescenti, perché è a loro che mi fa pensare questa frase
A esempio, si sente parlare della scuola che omologa il pensiero o della moda che vuole tutti omologati. In quest’ottica, il gruppo rischia di appiattire le differenze individuali e le prese di decisioni autonome, promuovendo una sorta di identità collettiva alla quale omologarsi.
Molti dei vissuti, delle scelte e dei comportamenti compiuti dall’adolescente non dipendono unicamente dal desiderio di autonomia e di emancipazione, ma anche da una sorta di fame di socializzazione, che si esprime concretamente nella ricerca e nella sottoscrizione di rapporti con i coetanei.
A presto, sperando davvero che arrivi la primavera, ti abbraccio.
 
 
angiolhgt
angiolhgt il 08/03/15 alle 13:58 via WEB
la parte omologatrice, per quanto riguarda il rispetto delle regole comuni, ha un senso ma una buona scuola è quella che sa dare in dote spirito critico e tolleranza...e istruzione bevuta con entusiasmo. perchè si formi quell'essere unico e irripetibile che noi dovremmo essere.
 
   
gaza64
gaza64 il 10/03/15 alle 11:36 via WEB
Le tue parole mi hanno fatto tornare in mente un episodio: stavamo studiando D'Annunzio ed io fui chiamata per essere interrogata, al che, la mia amatissima Professoressa di italiano, prima di cominciare, mi chiese se mi piacesse questo autore; io, molto sinceramente risposi di no e lei, sorprendendo me e tutta la classe, mi disse: "Rispetto il tuo pensiero. Puoi tornare al banco".
Non ho mai dimenticato l'insegnamento ricevuto e quel senso di "considerazione" che, quel gesto, mi ha donato:)
 
 
gaza64
gaza64 il 10/03/15 alle 11:22 via WEB
Non credo che la scuola omologhi, anzi, penso che gli stimoli e le suggestioni diversissime che l'insegnamento trasmette, possano fornire spunti diversi ai quali riferirsi.
Si è inevitabilmente omologati all'età, alla condizione sociale o alle mode che ogni omologazione, di fondo, prevede, ma si è anche liberi di sentirsi più grandi o più piccoli, di poter interagire con stili sociali diversi pur trovandosi nello stesso gruppo di appartenenza, e soprattutto di personalizzare ogni moda a seconda delle proprie inclinazioni.
Molto dipende dal grado di autonomia raggiunto e dall'educazione ricevuta: anche a scuola, prendendo esempio da chi, stampato su un libro di testo, qualcosa di originale, spesso, ci ha lasciato.
Un abbraccio soleggiato, oggi: quasi primaverile e quasi caldo:) Grazie Rita.
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 07/03/15 alle 00:16 via WEB
L'omologazione come surrogato avariato della "coesione". Un abbraccio, M@.
 
 
gaza64
gaza64 il 10/03/15 alle 11:39 via WEB
E' esattamente così...
Un caro abbraccio a te, G@.
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 07/03/15 alle 09:59 via WEB
Il secondo della fila ha la testa così dura che se la infila là dentro diventa tonda la finestrella...
 
 
gaza64
gaza64 il 10/03/15 alle 11:56 via WEB
In qualunque modo lo metti, ahimè, temo che sia sempre un gioco di forza...
 
woodenship
woodenship il 07/03/15 alle 19:32 via WEB
Realtà dura e inevitabile spesso:omologarsi o sparire,l'hanno dovuto fare popoli e singoli.I tempi cambiano e cambiando richiedono omologazione ai viventi,se non proprio coesione...Insomma,diciamo che l'esistenza val bene una messa...Scherzi a parte:è uno dei dilemmi umani più complessi:omologarsi,rinunciando alla propria individualità,oppure rifiutare qualsiasi conformismo affrontando di petto la società che la richiede?........Per quanto mi riguarda il venire a patti è d'obbligo,bisogna vedere quanta e quale parte cedere........Un bacio di plenilunio e l'augurio per un 8 marzo di festa sincera........W........
 
 
gaza64
gaza64 il 11/03/15 alle 10:34 via WEB
Condivido il tuo punto di vista sulla necessità di un "patteggiamento" quando, il pensiero comune, è specchio del nostro stesso pensiero.
Esistono infatti atteggiamenti o comportamenti la cui condivisione non può che rafforzarne il senso e il cui riconoscimento, da parte di più persone, contribuisce ad indebolirne altri saldamente omologati, ma dannosi.
Grazie per il gradito augurio.
Con affetto, Gabriella.
 
fraeduardo
fraeduardo il 08/03/15 alle 09:37 via WEB
Omologazione: logica relazionale sostanziata da diverse ideologie che puntano decisamente a cancellare la singolarità del singolare, ad appiattire la differenza, ad eliminare il pensiero alternativo, insomma, tende ad uniformizzare. E’ la logica che, ultimamente ci ha portato ai genocidi e gli olocausti del “terribile” Novecento. La formula la conosciamo tutti: “Non pensare. Mangia e taci”. E’ una grande tentazione che si nasconde nel cuore dell’uomo. Perché? Poiché non è scritto da nessuna parte – come mi diceva un vecchio professore – che gli uomini vogliano essere LIBERI. Siamo sempre pronti a vendere tutto per un “piato di lenticchie”, per l’applauso, per apparire. Faccio un passo avanti. Ontologicamente e antropologicamente vera l’affermazione che lei fa nella prima riga: “necessità di coesistere”. La co-esistenza non è un optional; il “con gli altri” è un costitutivo essenziale dell’uomo, una dimensione “vertebrante” dell’esistenza umana. E’ dunque una “necessità”, ma non solo psicologica bensì esistenziale e antropologica. Dunque, se la coesione non c’è l’uomo farà qualsiasi cosa – pure prostituirsi – per continuare a co-esistere perché non ne può fare altrimenti. La domanda, che in modo provocatorio e per aprire la riflessione, pongo al suo post è questa: Perché non c’è coesione? Che logica o asse portante dà vita all’umana coesione? Quale dunque il segreto della coesione? L’Occidente è stato plasmato dalla logica dell’omologazione, dai greci fino a poco tempo fa. Plasmati da una ragione onnisciente e onnipervasiva che di tutto fa bottino, “ingabbiando” la differenza in formule di stampo formale-matematico, ha tolto respiro alla dimensione del Pathos, della Tenerezza, la dimensione che appartiene in modo particolare al volto femminile, la dimensione che si prende cura della singolarità del singolare, la protegge, alimenta e promuove. Come sempre, i suoi post stimolano il pensiero. Buona domenica Gabriella. Pace e bene.
 
 
gaza64
gaza64 il 11/03/15 alle 18:46 via WEB
Credo sia proprio su quella "necessità" di coesione che, un certo tipo di uomini, ha fatto da sempre leva su coloro i quali, secondo il suo stimato professore, non desideravano essere liberi anche se, più che di desiderio, propenderei sull’incapacità di essere tali.
La coesione, per tentare di rispondere alla sua domanda, nasce da un'identificazione a livello empatico tra due o più persone le quali, reciprocamente, si sostengono: nell'omologazione manca il genuino interesse da parte dell'omologatore che, fingendo di fornire solidarietà, fiducia e comprensione, costruisce in realtà un rapporto di puro sfruttamento a proprio vantaggio, basato sulla buona fede dell'omologato.
La coesione rappresenta un potere grandissimo e per questo, forse, è tanto ostacolata attraverso la "fornitura" di un surrogato come l'omologazione: che frammenta ideologie altrimenti riconducibili ad un'unica radice che vedrebbe il mondo intero "omologato" ad un'unico sentimento di pacifico rispetto dell'uno per l'altro e di amore reciproco così come la maggioranza di noi lo percepisce.
Un potere talmente grande e imbrigliato ad uso e consumo di chi, ancora oggi, è talmente debole da dover sfruttare la forza degli altri per convincersi, loro sì, di essere liberi e non prigionieri della propria arretratezza morale.
Onorata e felice di aver potuto, attraverso le mie semplici parole, suscitare tanto...Grazie infinite e pace e bene a lei, sempre...
 
angiolhgt
angiolhgt il 08/03/15 alle 13:52 via WEB
l'omologazione nell'adolescenza risponde ad un forte istinto di appartenenza oltre il cerchio magico della famiglia: bisogna pur tagliare il secondo cordone ombelicale! Nella maturità è sinonimo di spersonalizzazione massificazione consumistica in cui ci si distingue non come persona- individuo pensante ma , ahimè dal brend che si indossa.
 
 
gaza64
gaza64 il 12/03/15 alle 11:17 via WEB
Hai descritto egregiamente due situazioni-tipo di omologazione accentuandone l'inevitabilità e il pericolo a seconda dell'età e del contenuto.
Sono convinta che, certe massificazioni, non siano di per sé rischiose se i principii che le animano non si riferiscono a marche, ma a stili di vita universalmente riconosciuti come marchi di un'umanità evoluta.
Grazie, e buona giornata...
 
lorifu
lorifu il 08/03/15 alle 16:03 via WEB
L’omologazione è una necessità quando l’incapacità e l’inconsistenza di visioni proprie ti costringono ad accettare ciò che ti permette attraverso la spersonalizzazione dell’identità di acquistarne una che tranquillizzi il tuo io debole.
 
 
gaza64
gaza64 il 12/03/15 alle 11:23 via WEB
Esattamente: hai fatto un'analisi estremamente precisa di ciò che porta all'omologazione.
La valenza dispregiativa si applica laddove l'identità, così acquisita, non corrisponde ad un modello che fortifica, ma che indebolisce ulteriormente.
Grazie di cuore Loretta, e buona giornata:)
 
carloreomeo0
carloreomeo0 il 10/03/15 alle 10:40 via WEB
Sì in sintesi a cosa dobbiamo omologarci al sistema, per divenire tutti forzatamente simili e omogenei, solo perché siamo totalmente incapaci di gestire e di vivere le nostre differenze, quelle differenze che ci rendono unici, che sono la nostra vera forza, senza creare conflitti, paure e preconcetti? La realtà è che ci hanno inculcato l'idea che diverso è sbagliato e che uguale sia giusto, solo perché se tutti fossimo uguali omologati e conformi sarebbe più facile il controllo delle masse sotto ogni aspetto politico, sociale e culturale, per questo io dico no all'omologazione.
 
 
gaza64
gaza64 il 12/03/15 alle 11:59 via WEB
Comprendo il tuo ragionamento così come la tua presa di posizione a riguardo quando, nel conformismo, si ravvisano coscienziosamente le intenzioni alle quali si è indotti a sottostare.
La manipolazione ideologica e morale ha purtroppo raggiunto stadi talmente sofisticati da non essere riconosciuta, talvolta, come vincolante ad un sistema di pensiero distorto ma logico, solo per chi lo determina.
Grazie per il tuo apporto.
 
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 10/03/15 alle 12:23 via WEB
Il problema dell'omologazione, più che una forma d' istintiva convivenza, la ritengo un potente strumento di dominio pensato da alcuni a danno di altri. Il problema fondamentale sta sempre nei contenuti e soprattutto nello scopo di chi architetta il muro nell'immagine (molto bella) che hai proposto.
La storia, anche quella più recente, ce lo insegna: i muri, prima o poi, vengono sempre abbattuti, a volte con molto rumore e a prezzi elevatissimi, a volte nell'assoluto silenzio. Credo che ogni emancipazione passi prima attraverso una omologazione che mostri i suoi limiti.
Il personaggio con la testa rotonda potrebbe averla avuta quadrata un istante prima, testimonianza ne è l'impronta davanti a lui.

Leggerti equivale sempre ad un soffio tra i capelli... :)
 
 
gaza64
gaza64 il 12/03/15 alle 12:19 via WEB
Credo di poter affermare che noi due siamo perfettamente "omologati" senza incorrere o provocare pericoli: la pensiamo esattamente allo stesso modo senza determinare cambiamenti sostanziali seppur avessimo una folta schiera di altri "omologati" al nostro seguito.
Il problema non è mai nella forma, che può assumere fattezze sempre diverse, ma nel suo contenuto: se è buono non nuoce mentre se è velenoso, uccide.
Grazie per avere, ancora una volta, confermato il mio pensiero: spero di riuscire a "soffiarti" qualche altra parola incoraggiante e lieve:)
 
   
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 14/03/15 alle 14:57 via WEB
Ai tuoi soffi mi omologo quasi sempre spontaneamente. :) Grazie a te, ancora una volta.
 
GnothiTauton
GnothiTauton il 10/03/15 alle 16:11 via WEB
si omologano pecore e carcerati : )
 
 
gaza64
gaza64 il 12/03/15 alle 17:48 via WEB
Certo: ognuno coerentemente con il proprio ruolo:)
 
amore_nelcuore1
amore_nelcuore1 il 10/03/15 alle 23:45 via WEB
Sognare è sperare, sognare è poter svegliarsi domani e sorridere al nuovo giorno, sognare è credere che domani sarà sempre migliore di oggi, sognare è poterti augurare dolci sogni Buona Notte Cara Gabriella che sia piena di tenerezze e d'amore nel cuore un caro saluto con affetto..Nunzio......Clicca
 
 
gaza64
gaza64 il 12/03/15 alle 18:38 via WEB
Amo i sogni e le speranze che, in essi, si realizzano, ma anche svegliarmi e, nel constatare che nella realtà nulla è cambiato, continuare a sperare...Grazie per il dolce augurio che ricambio per questa notte.
Con affetto, Gabriella.
 
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