Altromondo17

Ora comprendo perfettamente le motivazioni che ti hanno portato a formulare il Pandora-pensiero riguardo alla dinamica dei sogni, così come il discernimento tra il loro carattere puramente onirico e quello intellettuale.
La differenza sostanziale, a mio avviso, potrebbe essere ravvisata solo laddove sia individuabile, e certo, un carattere puramente egoistico.
Considerando, però, la transitorietà della nostra esistenza, anche il più egoistico dei sogni, se realizzato, potrebbe far beneficiare altri dei suoi effetti.
Un po' come avviene per un'opera d'arte, che io ho imparato a considerare come un atto di sopraffazione che resta e diventa, suo malgrado e nonostante il suo artefice, un dono solo per il fatto di essergli sopravvissuto.
Inspiegabilmente, soprattutto per me, l'incontro con Magritte è avvenuto anni dopo io abbia cominciato ad esprimermi da auto-didatta attraverso il disegno, e sorprendentemente, ad oggi, resta l'unico artista in grado di appagare il mio senso estetico e concettuale.
La poesia, di fondo, non necessiterebbe di ulteriori riduzioni simboliche anche se, come giustamente hai notato, ultimamente ricorre nei miei dipinti che, al contrario, sono giunti successivamente a sintetizzare "visioni" più articolate, poi espresse in prosa.
Desidero ringraziarti per l'attenzione che hai voluto riservare tanto alle mie parole, quanto alle immagini.
Con stima, Gabriella...