delirio

Fortuna che ci sei, dice la mia mente annebbiata da tanta sedentaria attività raziocinante. Perché diciamolo chiaramente, cosa sarebbe il mio andirivieni da un blog all'altro, dal mio ai vostri, se non recepissi, avvertissi, queste scariche di adrenalina mascherate da strofe poetiche quasi da scassinare tanto sono ermetiche? Ed è proprio in quella operazione di scasso, servendomi di grimaldelli universali, che perdo forze dell'intelletto per penetrare il senso, le figure retoriche e il genio che ha impastato a dovere le parole, non per infilarle logicamente una dietro l'latra, ma per "obbligare" l'incauto lettore a sceglierle a suo piacimento per elencarle opportunamente ai fini della logica. Ma quale logica mi chiedo, potrà mai esistere nell'animo del poeta, nel cuore del visionario armato di cotanta pazienza neuronica? Ecco lo scontro finale: tu scateni, stando in cima al monte sul fiero destriero, l'esercito delle tue parole e noi comuni guerrieri, si e no capaci appena di leggere come ci hanno insegnato, che ci battiamo alla morte, per afferrare il senso, l'obiettivo delle tue mire poetiche. Mi sa che anche questa sarà una battaglia da aggiungere al tuo ricco palmares. Tu ci batti e noi continuiamo a perdere uomini, disseminando il campo di battaglia di corpi non morti, ma solo storditi dai tuoi versi rapaci. Buona sera Wood.